Rassegna a cura di Daniele Flavi
Incubo Fed Cup La Francia rimonta ed elimina le azzurre
Federica Cocchi, la gazzetta dello sport del 09.2.2015
Il mondo di Amelie non era mai stato cosa meraviglioso, almeno in questa seconda vita da coach e capitano di Fed Cup. Alla sua squadra, sul rosso indoor del 105 Stadium di Genova, riesce il colpo perfetto. Vince la Francia 3-2 e butta cartaccia sulla strada lastricata di buone intenzioni delle azzurre, che dopo la prima giornata erano avanti 2-0. Errar, Giorgi e Vinci non riescono a portare a casa il punticino che sarebbe bastato per conquistare la semifinale. E cosa ci tocca lo spareggio per non uscire dall’élite contro una tra Romania, Olanda, Svizzera e Stati Uniti. SORPRESA La prima a scendere in campo è Sara Errani, contro Kristina Mladenovic. E lei la mossa a sorpresa della Mauresmo che decide di panchinare Alizé Cornet, presa a schiaffi nella prima giornata da Camila Giorgi. Kiki contro Cichi comincia con un break della Errani che fa presumere buone cose. La Mladenovic, numero 74 al mondo e figlia di una ex pallavolista e di un giocatore di pallamano di origini serbe, sembra non essere molto a proprio agio sulla terra genovese. Ma è un’illusione che dura pochi istanti: la Mladenovic si riprende il servizio rubato e si va sull’1-1. Non solo, prende le misure alla nostra Saretta e comincia a maltrattarla soprattutto nella risposta al servizio. In un attimo la Errani si trova sotto 4-1, reagisce portandosi fino al 3-4. Sara urla, spinge la palla a voce per darle profondità, ma non basta: al decimo game è set point Francia, al servizio Sara mostra il fianco e con una fucilata di dritto la Kiki chiude 6-4. Il secondo è peggio: Mladenovic arriva fino al 5-1. Errani prova a variare il gioco a far muovere l’avversaria, ma la Kiki sembra un muro e il match va alla Francia. «Le sensazioni cambiano ogni giorno – dirà Sara – e stavolta l’avversaria era anche diversa. Non mi ha fatto giocare come avrei voluto. Ho dato il massimo, a volte non basta». BRECCIA La crepa aperta contro Sara si allarga nel match successivo tra la Giorgi e Caroline Garcia. Meno precisa al servizio (alla fine collezionerà 10 doppi falli contro i quattro della francese), con un’avversaria molto pericolosa alla risposta, la magia della fatina azzurra pian piano svanisce. Il primo set lo porta a casa 6-4, lottando, ma nel secondo game del secondo set, quando Camila sotto 1-0 si trova a dover salvare una palla break, il gioco viene furbescamente interrotto dalla francese. La linea di fondo si è leggermente sollevata, l’intervento per risistemarla dura diversi minuti e, una volta tornata in campo, Camila perde il servizio. Sarà l’inizio di uno psicodramma che porterà la Giorgi a perdere il set a zero. La Garcia si carica, l’azzurra rallenta il servizio, l’avversaria ne approfitta e la stende. La sicurezza della francese al servizio è impressionante: quando deve togliersi dagli impicci spara un ace e succede ben 12 volte. Camila perde il secondo 6-2. «Già nel primo set non ero a mio agio – il suo commento —…..
Sarita senza fiducia e dritto e Amelie abbatte il totem
Vincenzo Martucci, la gazzetta dello sport del 9.2.2015
Perdere coi francesi, e da 2-0. All’Italia di coppa Davis era successo nelle semifinali del 1996 a Nantes, ed è successo ieri, per la prima volta, all’Italia di Fed Cup, nel primo turno di Genova, e in modo più eclatante e cruento. Perché è crollato il pilastro, la piccola-grande Sara Errani, con la sua intelligenza, la sua determinazione e la sua magica racchetta Excalibur. Parliamo, non dimentichiamolo, di una ragazza di 1.64 che ha fatto miracoli, arrivando in finale al Roland Garros nel 2012, salendo al numero 5 del mondo nel 2013 e poi promuovendosi al primo posto della classifica del doppio, a fianco dell’amica, e specialista, Roberta Vinci. Tutti i risultati che realizza Sarita, col suo tecnico spagnolo Lozano, sono giganteschi, in proporzione alle virago del tennis moderno. E infatti, nei tornei, le succede di veder cancellata in un attimo la fatica immane che fa per costruirsi i suoi punticini, i suoi games, i suoi set. Le succede di buttarsi giù, di sbagliare strada, di rimediare pesanti sconfitte. Epperò riparte, di settimana in settimana. E soffre, si macera, si sfianca, conscia di dover dare sempre il 110 per cento e forse più, come energie e convinzione. Purtroppo, proprio la fiducia smisurata in se stessa si è un po’ persa, e quindi il coraggio di spingere col dritto e rischiare il contrattacco in quel frenetico moto perpetuo da formichina laboriosa. E Amelie Mauresmo, con l’istinto della campionessa, ha armato la sua «Kiki», la wonder woman Mladenovic, perché sfondasse la nostra «Cichi». Poteva capitan Barazzutti sostituire Errani con Vinci o Knapp nel primo singolare di domenica? No, non poteva. Non stavolta. E, caduto il totem, Camila Giorgi ha mostrato i suoi 23 anni, e il doppio è andato per aria, denunciando i soliti limiti di peso. Non è un assurdo, è la fotografia di equilibri labilissimi. Domani è un altro giorno, forse, se Flavia Pennetta si riaggregherà, se le giovani cresceranno in fretta e se il sorteggio degli spareggi-retrocessione sarà clemente…
Ma dove erano le stelle azzurre?
Piero Valesio, tuttosport del 9.2.2015
Adesso avete capito perché allena un maschio. E non uno qualunque: Andy Murray. Amelie ha deciso così di zittire tutti quelli che ironizzavano sul suo ruolo di coach: e già che c’era pure quelli che sottilmente alludevano a certe sue fragilità caratteriali (che qualcun altro riteneva fossero squisitamente femminili) che le avrebbero impedito di rivelarsi una buona coach. Ieri Amelie ha vinto da sola il match contro l’Italia. Nel seguente modo: ha compiuto una scelta coraggiosa ma oculata lasciando negli spogliatoi Alize Comet e spedendo in campo Kri Kri Mladenovic a triturare i resti della Errani; ha sollevato nel giro di una notte il morale di tutta la squadra, ha convinto Caroline Garda che avrebbe picchiato più forte lei della Giorgi e ha convinto altresì il doppio Mladenoivic (che comunque doppista lo è) e Garda, che le Chichis erano un fenomeno creato ad arte dai media; e che in realta si trattava di due piccolette facilmente prendibili a pallate. In più ci si è messo pure il poulain di Amelia, il succitato Andy Murray, che per far sentire la sua vicinanza alla sua amata coach ha twittato in allegria: «II campo dove si sta giocando Italia-Francia è una disgrazia… sorpresa sorpresa..». Ora: non è che Murray sia celebre per essere uno di Monthy Phyton e dunque un fine umorista: chissà se alludeva al fatto che l’anno scorso a Napoli in Davis ebbe e lamentarsi delle condizioni del campo; oppure, assai più probabilmente, al fatto che dopo il sabato avevamo già in bocca il sapore della vittoria E invece, per merito soprattutto della sua mentore, abbiamo rimediato lo schiaffone più brutale e doloroso della storia recente del tennis italiano. Lo sapeva La domanda è come sia potuto succedere. Non dite che se il merito è della Mauresmo la colpa non può che essere di Barazzutti: Corrado non è dotato di poteri divinatori ma sabato sera, mentre l’ambiente azzurro era immerso nell’entusiasmo, lui sussurrava: «Non sono tranquillo per niente, prima la chiudiamo questa partita e meglio è». Sapeva, sentiva, intuiva che l’onda del sabato non sarebbe stata quella della domenica. Errani mezza morta, la cui velocità al servizio nella maggior parte dei casi manco era rilevata dai sensori che non scendono sotto gli 80 km l’ora Giorgi, come potete le :ere a parte, femminilmente indisposta La speranza poggiava sul doppio azzurro che è il più forte del mondo ma che ieri ha potuto mettere in campo la reattività di un bradipo perché di più non aveva contro quelle due indemoniate. In più metteteci che, onestamente, pareva di essere a Nizza più che a Genova perché il sostegno della claque bleue ha surclassato gli applausi volenterosi ma sfilacciati degli italiani. Concludete il tutto spargendo sul piatto lo zucchero a velo della sorte: chi ha vinto tanto quando cade si fa male. Pen-netta e Schiavone? La Penna vista in Australia francamente non era un fulmine di guerra; e la Schiavo leonessa non esiste più o quasi. Punto. E se domani Alla fine si toma al punto d’inizio: Amelie è riuscita nel miracolo, ha fatto brillare le sue di una luce talmente vivida da mandare in tilt tutte le luci azzurre. Black out completo. Accecate. Mai successo. Probabilmente mai nella loro carriera Sara Errani e Roberta Vinci avevano giocato un doppio così palesemente bloccate dalla tensione, completamente prive di quel piacere di giocare che ha contraddistinto un gran numero di pagine del suo libro-carriera. Il che induce ad un timore che più o meno si può riassumere così: Sara e Roberta amano più di qualunque altra cosa giocare per la maglia azzurra Il che comporta, come è noto, un surplus di tensione rispetto ad un normale per quanto importante torneo.
Giorgi e poi Errani-Vinci Italia, il buio oltre la rete
Stefano Semeraro, la stampa del 9.2.2015
AIlarme rosso, la squadra che faceva tremare la Fed Cup si è sciolta. Evaporata in un giorno, frantumata quanto si sentiva di nuovo in semifinale. E questa volta più che di un passo falso si tratta forse dell’inizio di una fine, del tramonto di un’epoca dorata che tra 2006 e 2013 ci ha regalato 4 Coppe. In vantaggio 2-0 dopo la prima giornata, l’Italia a Genova si è fatta rimontare e sbattere fuori al primo turno dalla Francia di Amelie Maure-smo, come non capitava dal ko di Napoli contro la Spagna nel 2008, perdendo tre punti su tre. Bye bye semifinali, ad aprile alle ex tetra-campionesse toccherà sudarsi nei playoff la permanenza nel World Group. A rendere tutto più brutto e doloroso è che la sconfitta è maturata in casa, sull’amata terra, e sigillata dal crollo finale nel doppio, il tesoretto custodito dalla coppia n. 1 del mondo Sara Errani e Roberta Vmci. Pareva impossibile – Roberta in Fed Cup non aveva mai perso in doppio, 18 urrah di fila, un record – ma è la realtà. II mondo di Amelie II merito è anche di Amelie Mauresmo, che come coach di Andy Murray fa sdegnare i tradizionalisti ma da capitana francese di Fed Cup sul sabbione (indecoroso e criticato via Twitter dallo stesso Murray) del 105 Stadium si è mossa come nemmeno Rommel nel deserto, giocandosi l’azzardo della freschezza bionda di Kristina Mladenovic al posto della spenta Alize Cornet vista sabato. «Kiki», 21 anni e 185 centimetri, n. 70 Wta, prima ha bastonato in due set una edizione opaca della Errani (6-4 6-3), poi in doppio a fianco di Caroline Garcia ha completato una rimonta che alla vigilia pareva impensabile, annichilendo in 67 minuti (6-1 6-2) le regine Sarita e Roberta. In mezzo, la crepa l’aveva aperta Tre sconfitte su tre Fed Cup, quarti: l’Italia, in vantaggio 2-0 dopo i primi 2 singolari, ieri ha perso gli ultimi 3 match. Singolari: Mladenovic-Errani 6-4 6-3; Garcia-Giorgi 4-6 6-0 6-2. Doppio: Mladenovic/Garcia-Errani/Vinci 6-1 6-2. Risultato finale: Italia-Francia 2-3. Camila Giorgi, imprevedibile come al solito. In e out, o tutto o niente: sabato aveva maltrattato la Cornet, ieri si è battuta (quasi) da sola sprecando il vantaggio iniziale sulla ventenne Garcia con due set horror, pieni di doppi falli (10), nervi e sventatezze (4-6 6-0 6-2). Ancora una partita buttata, dopo quella con Venus Williams agli Australian Open. Fine di un ciclo? «Non ho giocato bene come contro la Cornet, ma il tennis è così – ha provato a minimizzare -. La tensione dopo la sconfitta di Sara? Non l’ho sentita». Strano, è sembrato il contrario, specie dopo le due interruzioni «chiamate» dalla furba Garcia a inizio del secondo set, per rimettere in sesto il campo, che hanno rotto il ritmo esasperato della Giorgi. «E una sconfitta circoscritta a questo incontro….
Tracollo Italia Errani e Giorgi black out
Alberto Giorni, il Giorno del 9.2.2015
HARAKIRI Italia. Intorno alle 18 di ieri, quasi contemporaneamen-te per ironia della sorte, sono arrivate due cattive notizie per il tennis tricolore. Se ci può stare la sconfitta di Andreas Seppi in finale all’Atp di Zagabria, 7-6(4) 6-3 per mano dello spagnolo Garcia-Lopez che lo precede di otto posizioni in classifica, il crollo delle azzurre nei quarti di Fed Cup è assolutamente clamoroso. Avanti 2-0 contro la Francia dopo la prima giornata, le nostre giocatrici hanno racimolato un solo set in tre incontri e a festeggiare la semifinale è solo lo spicchio transalpino in tribuna, mentre il resto del pubblico del «105 Stadium» di Genova ha sportivamente applaudito le francesi che compivano il giro d’onore: chapeau. E’ la vittoria della capitana Amélie Mauresmo, che ha sparigliato le carte nel primo singolare schierando a sorpresa la bionda Kristina «Kiki» Mladenovic (n.74 del ranking, al posto di Alizé Cornet, n.19 e deludente sabato), che ha sovvertito il pronostico con una Sara Errani troppo passiva e lontana dalla condizione migliore, imponendosi 6-4, 6-3. Poi abbiamo confidato in Camila Giorgi, perfetta il giorno precedente, contro Caroline Garcia; ma dopo un buon inizio, è crollata portando a casa solo altri due game, arrendendosi 4-6, 6-0, 6-2. «Già nel primo set non mi sentivo in forma come sabato — la delusione di Camila —, ma le cose hanno funzionato lo stesso. Nel secondo e nel terzo set, invece, ho commesso qualche errore di troppo, perché volevo chiudere i punti velocemente. Se ho sofferto la pressione per il k.o. di Sara? No». E il doppio decisivo non ha avuto storia: paralizzate dalla paura, le pluridecorate Sara Errani e Roberta Vinci hanno subìto una delle sconfitte più cocenti in carriera, 6-1, 6-2 per mano di Mladenovic e Garcia (entrambe 2lenni) in giornata di grazia. Ora le azzurre saranno impegnate il 18-19 aprile nei playoff per restare nel gruppo mondiale. «E’ una rimonta molto dolorosa — l’amarezza di capitan Barazzutti —. Le ragazze si sono espresse un pochino al di sotto delle loro possibilità, nello sport può succedere: complimenti alle francesi».