Coppa Davis, Doskarayev: "Con l'Italia chance pari"

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Coppa Davis, Doskarayev: “Con l’Italia chance pari”

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Alla vigilia del primo turno contro l’Italia, Dias Doskarayev, capitano della nazionale kazaka, parla del match e dell’importanza della Davis per il movimento tennistico kazako

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Sole, cielo terso, aria secca. Sembrerebbe il clima ideale per una settimana di sport, se non fosse che la temperatura segna -15 gradi. Astana, nelle steppe del Kazakistan, tra pochi giorni ospiterà l’Italia per il primo turno di Coppa Davis. I kazaki a casa loro non saranno avversari facili da battere. Kukushkin ed il kazako di Bra, Golubev, in Davis danno il meglio di loro, chiedere a Wawrinka. Probabilmente si impegnano al massimo per un contorto spirito d’onore che poco ha a che fare col patriottismo ma molto con la gratitudine.
“La federazione kazaka ha fatto molto per loro e gli ha offerto opportunità che non avrebbero mai avuto in Russia”, a parlare è Dias Doskarayev, capitano della nazionale kazaka. “Loro hanno risposto con grande professionalità, non solo con la Davis ma con molti impegni per promuovere il tennis in giro per la nazione cui cui prendono parte sempre con entusiasmo”.
Ed è vero. Kukushkin e Golubev, nati con passaporto russo, sarebbero rimasti tennisti di seconda fascia, ben dietro i vari Safin, Youzhny e Davydenko, senza aiuti dalla federazione e con davanti a loro una dura vita di Challenger e pochi guadagni. La federazione kazaka, che 10 anni fa non aveva giocatori neanche a livello Futures, ha deciso di investire sulla naturalizzazione di giocatori russi per promuovere il tennis il più in fretta possibile. Le polemiche non sono mancate, ovviamente, anche perchè i nuovi eroi hanno ricevuto benefici ben superiori al loro talento, ma anche i risultati non sono mancati. Il tennis ha raggiunto presto giornali e coperture televisive e per molti ragazzini Kukushkin è un eroe da imitare. E grazie a loro il Kazakistan si trova nel World Group della Davis da ben cinque anni, avendo anche raggiunto i quarti in tre occasioni.

Ho incontrato Doskarayev lo scorso dicembre, nella sede della federazione, in un ufficio modesto, situato al piano terra di un palazzo sulla “riva destra” del fiume. Il tennis sta ancora crescendo qui e spesso le infrastrutture sono limitate o assenti ma il lavoro svolto negli ultimi otto anni dalla federazione sta dando i suoi frutti. La Davis è molto importante per noi. Per la promozione del tennis in Kazakistan. Nonostante si giochi solo un paio di volte all’anno ha un impatto immenso. La gente la segue e la copertura che ha in TV e sui giornali non ha precedenti. Stare nel World Group per 5 anni e raggiungere i quarti è un grandissimo risultato per noi ma non possiamo sederci su questi successi”, dice Doskarayev.
Lui, modesto giocatore a livello universitario negli USA è tornato in patria per aiutare il movimento a crescere, incentivato anche da una considerevole disponibilità di risorse. Molti ex tennisti di simile livello però hanno preferito restare all’estero. Il lavoro da fare è tanto e le persone con esperienza internazionale capaci di aiutare la crescita del tennis sono poche.
Parlando dei due tennisti locali di punta Doskarayev non si fa illusioni. “Kukshkin e Golubev hanno ancora molti anni davanti a loro ma hanno già raggiunto il loro potenziale e non potranno giocare per sempre. Per questo motivo quest’anno, dopo il ritiro di Korolev, ci sarà un giovane dei nostri in panchina”.
Dimitry Popko, classe 1996 e numero 605, uno dei primi prodotti della nuova amministrazione. “Ha mostrato grandi progressi l’anno scorso raggiungendo la finale in un paio di Futures in Turchia ed è ora che un giovane dei nostri cominci a fare esperienza a questo livello”.

Nel palazzetto del tennis, il National Tennis Center situato comodamente in mezzo al “central park” della capitale, sulla “riva sinistra” (la parte più moderna e sviluppata della città) del fiume, gli azzurri troveranno una superficie veloce ed un’atmosfera molto calda, in contrasto con il clima all’esterno. Circa duemila posti a sedere, con biglietti e prezzi che variano dal popolare all’estremo lusso, che saranno quasi tutti occupati.
“Gli italiani sono temibili. Il sistema sta crescendo e la struttura è promettente. Golubev vive in Italia e siamo stati lì a fare la preparazione prima del match con la Svizzera. Sappiamo che sono avversari difficili. Ovviamente Fognini è un giocatore di livello incredibile e anche Seppi e Bolelli sono molto forti, più forti dei nostri sulla carta. Ognuno di loro ha una classifica superiore al migliore dei nostri, ma noi giochiamo in casa ed il ranking non è sempre affidabile in Davis”.

È vero, e Kukushkin dà sempre il meglio di sé in Davis, non importa la superficie o l’avversario. In casa nel 2010 superò Wawrinka e l’anno scorso gli fece sudare le proverbiali sette camicie nei quarti a Ginevra. Riguardo alla squadra Doskarayev ha solo parole d’elogio, ricordando il contributo di Yuri Schukin, altro ex tennista ex russo che ha contribuito alla crescita della Davis in Kazakistan.
“Siamo rilassati. Ci conosciamo da quando eravamo ragazzini e siamo tutti amici, quindi l’atmosfera è ideale. Schukin (Yuri Schukin, mai tra i primi 100, primo tennista russo importato dalla federazione kazaka) è stato molto importante per noi, facendo da apripista, ci ha aiutato, tenuto insieme ed ha dato molto alla Davis contribuendo a creare il gruppo ed il clima che c’è oggi. Non siamo favoriti ma neanche partiamo sconfitti. Andando in Svizzera qualcuno ci diceva ‘siete pronti a tornare indietro in fretta?’ ma sappiamo che in Davis non si può mai dire. Ogni giocatore reagisce in maniera diversa quando rappresenta la propria nazione e non si può dare nessuno per sconfitto in partenza. I nostri danno il massimo contro chiunque, niente scuse di stanchezza o problemi fisici. Io dico che le probabilità sono 50 e 50. Abbiamo tutti grandi ambizioni, noi davanti al nostro pubblico, voi con l’obiettivo di ripetere la semifinale dell’anno scorso. Sarà un bell’incontro.”

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