Notizie smash! Cartoline dalla Davis, nuvole e orsacchiotti...

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Notizie smash! Cartoline dalla Davis, nuvole e orsacchiotti…

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Hewitt che canta, Djokovic che scherza, argentini goliardici e un po’ di poesia…

• Un carico Team Italy si diverte (?) alla cena ufficiale organizzata dai cosacchi e si affaccia sulla capitale (in miniatura) Astana.

Osannato dalla gente (a maggior ragione dopo aver fatto visita ai bambini di una scuola di Kraljevo ristrutturata coi soldi della sua fondazione), Novak Djokovic sembra volersi dare ad altri sport: al baseball e a… palla avvelenata, nella migliore delle ipotesi.

Novak Djokovic

• Nei raggruppamenti minori, il sorteggio per i finlandesi non è andato niente male

•Mentre lo Zimbabwe ripropone, per il suo match contro la Bosnia, il 42enne Wayne Black. “Mi mancava la Davis e quando il capitano mi ha chiamato, non ho esitato un attimo ad accettare”. Black ci riporta alla mente ricordi belli (il 5-0 nei quarti della cavalcata del 1998 di cui avete letto di recente) e sicuramente meno belli: fu lui, insieme ad Ullyett, a battere il doppio Galimberti-Bertolini e a spedirci nell’inferno della Serie C, nel settembre del 2003. Barazzutti dichiarò allora: “La Davis, nel bene e nel male, non rappresenta il livello del tennis di un Paese. Non facciamone un dramma”.

• Quello stesso giorno, tra l’altro, si disputava la semifinale del World Group tra Svizzera ed Australia: Lleyton Hewitt recuperò 2 set di svantaggio a un certo Roger Federer (già n. 3 del ranking!), portando la sua squadra in finale (dove trionferà sulla Spagna, per la 28.ma e per ora ultima Coppa Davis della storia del suo Paese).

• E proprio Hewitt, dodici anni dopo ancora presentissimo nel team australiano, è stato coinvolto dal giovane Alex Bolt, mancino n. 167 ATP e sparring partner della squadra, a far parte di una improbabile boy-band.

• Non capita esattamente tutti i giorni di vincere un incontro e ritrovarsi, subito dopo, circondati di bambini che ti affidano un enorme orso di peluche. “Tieni, il suo nome è Joe”, ha detto la piccola portavoce ad Ana Ivanovic, prima di andarsene soddisfatta. E la serba ha apprezzato, tanto da portare con sé il nuovo amico in sala stampa (“Ottima vittoria, ma l’orso non ha voluto parlare con la stampa, oggi”).

• Il sito della Coppa Davis ci ricorda chi è il signore a cui dobbiamo il nome della competizione – e della mitica insalatiera, identica a se stessa da più di cento anni.

• Dal ritiro della squadra argentino, Juan Martin DelPotro, fresco di wildcard per il torneo di Indian Wells, prova a fare chiarezza sulle recenti polemiche innescate da Juan ‘Pico’ Monaco, il grande escluso del team: “Il tennis argentino è cambiato, adesso cerchiamo di ignorare questo tipo di polemiche. Il capitano Orsanic ha fatto solo una scelta tecnica, scegliendo Delbonis e non Monaco. E voglio sottolineare una cosa: il capitano non l’ho scelto io, non ho scelto né lui, né alcun altro giocatore. Sono solo invenzioni della stampa”.

• Clima tutt’altro che disteso anche in casa tedesca: il nuovo capitano Michael Kohlmann ha fatto rientrare nel giro della nazionale Phillip Kohlschreiber, che era stato oggetto di accuse di scarso impegno da parte di Tommy Haas, per aver lamentato un finto infortunio nell’ultimo incontro contro l’Argentina. L’ex nazionale Nicolas Kiefer ha rincarato la dose: “Convocare Kohlschreiber è stato un errore, dovremmo ripartire dai giovani, a costo di scendere di categoria”. Il compito di tranquillizzare l’ambiente prova a prenderselo Nikki Pilic, coach delle tre Davis vinte dai tedeschi ai tempi di Boris Becker e Michael Stich ed ora collaboratore di Kohlmann: “Phillip ha bisogno di cambiare la sua immagine, me ne occuperò io”, ha rassicurato.

• Daniela Hantuchova, via twitter, ci informa di aver fatto gli straordinari a Monterrey: “Annullare tre matchpoint e vincere il match alle due del mattino rende tutto ancora più dolce. E’ una sfida a Nadal per la vittoria più notturna dell’anno!”, facendo riferimento al match disputato a Rio de Janeiro quindici giorni fa, vinto da Nadal intorno alle tre e mezzo del mattino.

• ‘Vittima’ di (innocuo) nonnismo l’argentino Pedro Cachin, n. 240 ATP e sparring partner del team: “I compagni mi avevano  fatto buchi nei capelli ovunque, ma ho cercato di aggiustarli con un paio di forbici. Sarei potuto apparire molto più ridicolo. Erano tutti inca**ati, perché alla fine non ho sofferto molto”. Come ultimo arrivato, il ragazzo ha dovuto anche tenere un discorso alla cena ufficiale: “Chi lo desidera, può chiedermi il numero di telefono del mio barbiere”, ha detto per rompere il ghiaccio.

• Questa del discorso da tenere a tavola dev’essere un po’ il terrore per tutte le ‘burbe’ di Davis, a giudicare dall’espressione del britannico Liam Broady, immortalato dall’anziano Andy Murray.

• E chiudiamo, per una volta con filosofia, ispirati da alcuni poetici tweet: Andy Murray ‘ritwitta’ una foto spettacolare, quasi un invito della natura a non aver paura di osare, mentre l’ucraino Dolgopolov, proprio quando stava per arrendersi alla stanchezza, scorge nel cielo quasi un’ispirazione divina a continuare ad allenarsi; ma è con la serenità trasmessa dal tweet seguente che vogliamo chiudere, sperando che ognuno riesca a scorgere in ogni nuvola la forma dei propri sogni o le risposte che quaggiù non riusciamo a trovare.

 

Marco Sicolo

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