Seles e Sabatini, amiche contro tutti. E Serena sfida i fischi (Martucci)

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Seles e Sabatini, amiche contro tutti. E Serena sfida i fischi (Martucci)

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Seles e Sabatini, amiche contro tutti. E Serena sfida i fischi (Vincenzo Martucci, Gazzetta dello Sport)

Serena e Monica. Basta il nome, come sinonimo di dominio nel tennis donne. Cioé di strapotere, in campo, senza alcuna possibilità dell’avversario di interferire con il punteggio. Soffocandolo di frustrazione e impotenza, fino a portarlo al pianto e anche alla fuga. Così è Serena Williams, così era, ieri, Monica Seles. Tutt’e due uniche e inimitabili: nella potenza, l’una, nella violenza, l’altra, una panterona smodata e poco atletica, ma insieme estremamente efficace, e un’iradiddio che tagliava l’aria imbracciando una falciatrice a due mani.

SEGRETI Due portenti con la racchetta, due personalità dirompenti, due anime inquiete e sofferenti nella vita. Due campionesse che rendono facile qualsiasi impresa sportiva, ma poi inciampano in se stesse e scadono nel giallo. Chi ci ha capito niente dei loro amori? Chi ha davvero compreso i loro stop? Chi ha interpretato nel modo giusto le sconfitte più clamorose, e i ritorni più improvvisi, e trionfali? Per non parlare delle amicizie. Le impossibili amicizie fra tennisti, che le divine Serena e Monica, così lontane dai mortali vivono a modo loro, con personalità. Vogliamo parlare del legame dell’afroamericana più famosa dello sport con la biondissima, luminosissima, Caroline Wozniacki? Vogliamo dire della micidiale bimane e della simpatia per le generose colleghe Raffaella Reggi e per Gabriela Sabatini? Storie semplici, umanissime, nate da uno sfogo, da una lacrima, di chi è stato abbandonato a partecipazioni di nozze già inoltrate (la bella danese, dalla stella del golf, Rory McIlroy), di chi, unico fra le «top ten», si schierò al suo fianco perché la classifica venisse congelata dopo lo sgambetto del destino (la bella argentina, dalla vita privata da sempre «top secret»).

L’ALTRA VITA Già, perché, per Serena e Monica, la vita è un po’ l’opposto del tennis. Povera, la milionaria Serena, ricca di 19 corone Slam, a infortunarsi al piede calpestando un bicchiere rotto in un ristorante di Monaco di Baviera e poi rischiare la vita per embolia polmonare a Miami. Ma le cose sono andate proprio come sono state raccontate? Povera, la prima bambina-prodigio Monica, a essere accoltellata alle spalle ad Amburgo da un tifoso della rivale Steffi Graf che così la tolse di mezzo. Ma come mai la lontananza si è protratta per tre anni? Povera, ancora, Serena, colpita dal tifo più odioso, razzista, a Indian Wells, nella sua California: ma che distanze siderali ci sono in realtà fra Compton, il ghetto nero di Los Angeles, e Indian Wells, il pensionato dorato dei bianchi? Povera, Monica, a veder morire l’amatissimo papà Karoly, a soffrire di disturbi alimentari e di sconvolgenti emicranie. Povere, le due regine del tennis, ma talmente forti, da risollevarsi sempre, e comunque. Ostinate, anche un po’ cattive. Agonisticamente parlando, come dicono i tanti 6-0 che seminano nei tornei, insieme alla paura nelle avversarie, stroncando carriere anche fulgide. Per mostrarsi poi dolci con le amiche e magnanime coi nemici.

QUIZ Così Serena torna a Indian Wells dopo 14 anni, dopo il fattaccio delle semifinali 2001, quando papà Richard fermò Venus per lanciare la sorella minore, e il pubblico quasi linciò – sonoramente – i Williams, ottenendone il clamoroso, lunghissimo, boicottaggio del torneo. Perché l’auto-esilio è finito? A) Per sentimentalismo (qui vinse il primo grande torneo, nel 1999); B) Per un bonus mostruoso (con l’obiettivo degli organizzatori di arrivare a 500mila spettatori nei 10 giorni); C) Perché è una delle ultime corse Williams; D) Per il buonismo della star nera verso il bianco. Mettete voi la crocetta sulla risposta giusta (…)

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