WTA Indian Wells interviste, Sharapova “Aspetto con impazienza il match contro la Pennetta”

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WTA Indian Wells interviste, Sharapova “Aspetto con impazienza il match contro la Pennetta”

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WTA Indian Wells: M. Sharapova b. V. Azarenka 64 63. L’intervista del dopo partita a Maria Sharapova

Devi sentirti piuttosto sollevata per aver eliminato un grande ostacolo all’inizio del torneo.

Non è la prima cosa a cui penso come sollievo. Non so se sia una giusta osservazione. Non sento di aver giocato il mio miglior tennis. Non penso sia stato un match di alta qualità. Penso di aver fatto tutto ciò che dovevo fare per vincere, che alcune volte è la cosa più importante. Ma quando il servizio mi deludeva perché non riuscivo a mettere una prima nel set, nel secondo mi ha aiutata. Penso che lei sia rimasta shoccata perché riuscivo a mettere in campo la prima. Penso che mi abbia aiutata un po’. Ma sono stata competitiva. Ero lì. Ero aggressiva, anche se stavo sbagliando alcuni colpi, alcune volte sbagliavo in lunghezza e altre in larghezza, ho continuato a giocare così. Ho continuato a essere aggressiva e a rimanere lì.

Guardando al prossimo turno con Flavia, è da un po’ di tempo che non vi affrontate. C’è qualcosa del suo gioco che ti mette in difficoltà?

È da un po’ di tempo che non ci affrontiamo. Ho sempre avuto dei match duri contro di lei, sconfitte dure nella mia carriera. È un match che aspetto molto con impazienza dato che non giochiamo contro da un po’. Proverò a cancellare il ricordo di aver subito quella sconfitta e proverò a creare un buon ricordo.

Era da un po’ di tempo che non affrontavi Vika prima di questo match. Hai trovato qualcosa di diverso?

Penso che sia straordinario vederla di nuovo sana e giocare ad un buon livello. È passato un po’ da quando lo scorso anno è rientrata a giocare alcune volte, ma sembra che sia tornata in pista ora e ha già ottenuto alcune buone vittorie quest’anno, dei buoni risultati. Penso che quando non giochi per un po’ contro qualcuno devi familiarizzare di nuovo col suo gioco. Penso sia quello che è successo all’inizio. Abbiamo tenuto i servizi abbastanza bene, ma io ho dovuto salvare alcune palle break nei primi tre turni di servizio. Ma non credo che ci siano state troppe sorprese.

Fai molta attenzione a questo genere di match promozionali o è solo lavoro?

So che tutti aspettano sempre con impazienza i match in cui si affrontano campionesse di Slam o ex numero 1. Non è certo un segreto. Sono incontri che aspetto con impazienza anche io. Lo scorso anno è stata fuori e non ha vinto molti match, e questo è il motivo per cui è solo la trentaduesima testa di serie ed è classificata nella posizione in cui si trova. Ma non è ciò su cui ci concentriamo. Aspetto gli incontri con impazienza. Se sia il secondo turno o terzo turno, quarti, onestamente, qual è la differenza?

Gli altri dicono “Ho perso la concentrazione qui, ho perso la concentrazione lì”. Sembra che tu sia concentrata dal primo all’ultimo punto. È qualcosa su cui hai lavorato ed è come sei?

Non sono d’accordo sul fatto che io mantenga la concentrazione per tutto il match. Cerco sempre di lavorare e di migliorare su questo aspetto. Penso che si debba essere realistici e sapere che durante il tempo in si gioca si possono avere dei momenti o dei game in cui la concentrazione diminuisce o si commette degli errori o non si segue rigorosamente il piano che stava funzionando. Ci lavoro sempre. Penso che sia molto importante. Non c’è posto migliore dove lavorarci se non quando si sta giocando questi incontri.

Com’è l’inizio del 2015 per la tua prestazione, risultati e il modo di colpire la palla?

Penso piuttosto bene. Dopo i deludenti Championships, è stato bello avere una pausa, avere una offseason solida. È sempre importante per me avere le giuste pause e recuperare, fermarsi dove lavoro e mi alleno e avere questo ritmo. Viaggiamo molto e andiamo da torneo a torneo che alcune volte siamo schiacciati e non riusciamo mai a crearci un buon blocco di allenamento. Penso che abbiamo fatto un buon lavoro. Abbiamo passato un po’ di tempo in Florida e abbiamo finito in California. Siamo andati in Australia, e a parte la sconfitta in finale di uno Slam, penso che abbia avuto successo. Ho giocato solo tre incontri da allora. La Fed Cup quest’anno è stata un’esperienza incredibile. Sono stata bene. Due buone vittorie. Non nelle condizioni più semplici. Sono molto fiera di quell’impegno, perché sarebbe potuto essere facile giocare un match solo. Ero così pronta e motivata e sono stata bene. Sì, finora è andata bene.

Alcune buone palle corte. Quanti anni hai impiegato per arrivare a dire “La so fare”?

24. (Risata). Sì, sono seria. (Risata).

Hai impiegato molto tempo per farle così. Non è come le facevi a 17, 18 anni …

Non penso che Robert Lansdorp sapesse che cosa fosse una palla corta.

Frequentemente.

È un qualcosa che assimili piano piano, ma devi acquisire confidenza. Quando passi gran parte della tua crescita e della gioventù in cui formi il tuo gioco e la tecnica e il modo in cui giochi. Colpivo tante palle fuori dai cestini e mi esercitavo e trovavo sempre una routine e un ritmo e avevo la sensazione di chiudere gli occhi e colpire la palla. Non ho mai lavorato molto sulle palle corte. Non ho mai lavorato molto sugli slice. Sono piccole cose che penso di avere incorporato molto di più nel mio gioco. Da quando ho iniziato a lavorare con Sven che mi spinge ad assimilare questi aspetti perché non sai mai quando ne avrai bisogno.

Anche le volèe?

Un po’. Penso che le volèe, la volèe di rovescio sia sempre stata un po’ difficile per me dopo l’operazione alla spalla, perché era uno dei colpi più duri per me da colpire dopo l’intervento. C’è voluto un po’, ma con i pochi anni che ho avuto, mi sento molto più forte con quel colpo. Con fiducia, mentalmente so che posso andare a rete e non ho paura. Prima avevo paura di giocare quel rovescio a una mano, perché avevo paura di infortunarmi di nuovo, ma ora ho fiducia negli spostamenti in avanti e non ci penso due volte.

Traduzione di Chiara Nardi

 

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