Sara e Roberta: un posto di diritto nella Storia, non solo per le vittorie

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Sara e Roberta: un posto di diritto nella Storia, non solo per le vittorie

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Si chiude la carriera della coppia di doppio più vincente della storia del tennis italiano dopo 22 titoli di cui 5 del Grande Slam. Eppure la partnership Errani/Vinci era partita quasi per scherzo in Fed Cup….

La fine del duo formato da Sara Errani e Roberta Vinci ha scosso tutti gli appassionati e i media italiani, perché al di là di qualche illazione, non era facilissima da prevedere. Forse perché concentrati sulle imprese della coppia Bolelli-Fognini al maschile, (sono in finale ad Indian Wells), ci si era dimenticati di loro le “Cichis” in grado di vincere 22 titoli insieme di cui 5 del Grande Slam. Un numero 5 ricorrente perché l’anno scorso a Wimbledon é diventata solamente la quinta coppia della Storia del tennis a completare lo Slam di Carriera (quarta nell’Era Open)

Il magico duo azzurro però non era esattamente una coppia di doppio predestinata. Se si conoscevano le qualità e le caratteristiche di Roberta Vinci, giocatrice classica capace di un ottimo gioco di volo in grado dunque di adattarsi perfettamente alla specialità, non era altrettanto facile “vedere” Sara Errani come doppista. Lei che in singolare ha sempre fatto della lotta e della resistenza da fondo campo i suoi marchi di fabbrica in singolare.

Eppure Sara non era d’accordo, convintissima di poter giocare alla grande in doppio, e per questo motivo si crea nel 2009 una specie di scommessa con il capitano Corrado Barazzutti in Fed Cup che all’insaputa di entrambi cambierà la Storia del tennis italiano. Barazzutti accetta di far giocare la Errani in doppio contro la Francia ad Orleans nel caso la vittoria fosse già stata acquisita dopo i 4 singolari.

Una specie di gioco/esperimento che la affiancherà proprio a Roberta Vinci. E sarà un esordio vincente dato che vinceranno con un doppio 6-4 su Beltrame/Dechy. Si ripeteranno poi anche nella finale di Reggio Calabria contro gli Stati Uniti.

Dal 2010 la coppia diventa a tempo pieno anche sul circuito WTA dove entrambe partivano fuori dalle prime 50 nel ranking di doppio. L’amalgama tra le due ragazze si consolida, con la Errani capace di prendere il comando da fondo mentre Roberta completa il tutto a rete. Arrivano i primi titoli a Marbella e a Barcellona e altri 3 nel 2011 ad Hobart, Pattaya e Palermo.

Niente in confronto a ciò che raggiungeranno a partire dal 2012, quando arrivano alla loro prima finale Slam a Melbourne, battute solamente da una coppia di prima qualità come quella formata da Svetlana Kuznetsova e Vera Zvonareva. L’appuntamento con la Storia è solo rinviato di qualche mese perché al Roland Garros arriva il primo Slam battendo in finale un’altra coppia russa Kirilenko/Petrova in 3 set come avevano perso quella in Australia. Nello stesso torneo la Errani raggiunge la finale anche in singolare battuta da Maria Sharapova.

Uno Slam che basterebbe già a rendere il 2012 da incorniciare ma le due azzurre raddoppiano a Flushing Meadows dominando in finale la coppia ceca Hlavachkova/Hradecká per 6-4 6-2.

Dopo questi 2 trionfi Slam diventano star anche a livello mediatico per l’Italia dato che le vittorie Slam, in qualunque specialità esse avvengano, non sono esattamente il pane quotidiano del tennis italiano. Quando arriva il tris a Melbourne nel primo Slam della stagione successiva, si capisce che si è di fronte a una realtà che non è più il sogno di un momento. Tuttavia si sa che le luci della ribalta si possano presto rivoltare contro agli sportivi, così quando le due ragazze non riescono a ripetersi a Parigi, dopo l’eliminazione al terzo turno di Wimbledon e la sonora batosta ricevuta da Serena e Venus Williams a New York, si addensano su di loro voci che parlano di un’amicizia finita, litigi e incomprensioni che avrebbero avuto in realtà il loro culmine nella finale di singolare del torneo di Palermo vinta da Roberta contro la sua compagna.

Tutto ovviamente smentito sul campo perché nel 2014 in Australia arriva il secondo titolo consecutivo battendo 7-5 al terzo set in finale tanto per cambiare una coppia russa quella formata da Vesnina e Makarova.

Fermate in finale al Roland Garros dalla coppia cinese Hsieh/Peng, il loro obiettivo principale resta l’unico Slam che manca alla loro collezione, il più prestigioso, quello di Wimbledon. Un traguardo centrato il 5 Luglio 2014 battendo in finale con un perentorio 6-4 6-2 la coppia Babos/Mladenovic.

Un successo che come detto le pone di diritto nella Storia come quinta coppia capace di vincere insieme tutte le 4 prove dello Slam in carriera. La prima era stata quella formata da Margaret Court e Lesley Turner nel 1964, l’ultima quella formata dalle sorelle Williams nel 2001.

Ai 5 Slam si aggiungono anche 5 tornei di prima fascia WTA (2 volte Madrid, Roma, Doha, Montreal) anche se rimarrà loro precluso il Masters di fine anno unico grande torneo mancante insieme alle Olimpiadi che a questo punto non dovrebbero giocare il prossimo anno a Rio 2016.

Il loro successo a Wimbledon di Luglio è stato il culmine della loro partnership ma forse anche comprensibilmente l’inizio della fine del loro rapporto. Forse impossibile salire oltre un simile traguardo e così le programmazioni delle due ragazze si sono sempre più allontanate fino al punto da risultare difficilmente conciliabili. A ciò va aggiunto il fatto che la Vinci a 32 anni, non è più una ragazzina, e probabilmente non sente nemmeno troppo lontano il giorno del ritiro dall’attività agonistica.

Ad ogni modo anche in questo inizio di 2015 hanno lasciato un ultimo sigillo, con il 22° titolo insieme ad Auckland a inizio Gennaio. Nessuno aveva pensato però che potesse essere il canto del cigno della coppia più vincente del tennis italiano.

Al di là dei motivi che hanno portato alla loro separazione consensuale, sebbene da coppia N.1 del mondo – è bene ricordarlo– non ci sono dubbi sul fatto che tutti noi appassionati di tennis italiani avremo sempre un debito di gratitudine che va oltre le i 5 Slam o le 3 Fed Cup vinte insieme, più un debito di ammirazione nei confronti del coraggio e dell’intesa che hanno messo in campo sventolando la nostra bandiera e i nostri colori.

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