Pennetta, Errani, Vinci: Rio chiama, chi risponde?

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Pennetta, Errani, Vinci: Rio chiama, chi risponde?

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Con la vittoria di Pennetta e Errani in Fed Cup, le prospettive di un doppio competitivo alle Olimpiadi di Rio si fanno interessanti ma complicate. Errani, Pennetta e Vinci nel valzer delle coppie, alternativa Knapp

Lo splendido cristallo che avvolgeva la coppia Errani-Vinci si è ormai frantumato; la rumorosa sconfitta con la Francia in Fed Cup ha evidentemente instillato più di qualche dubbio nelle Cichis, che da un momento all’altro hanno deciso di ufficializzare il loro divorzio, non partecipando ai Premier americani dove ha banchettato il neonato duo Hingis/Mirza. Sul pavimento restano quindi i frammenti dorati di un team che ha dominato gli ultimi anni della specialità, e nei riflessi che le ormai inermi schegge producono si intravedono numerosi punti di domanda: a un anno e mezzo dalle Olimpiadi brasiliane, da quale pezzo ripartire per un doppio tricolore di livello?

Il frammento più lucente e allo stesso tempo più affilato è ovviamente quello che rappresenta le ex numero uno del mondo; Errani e Vinci, con il Career Grand Slam composto di cinque Major e altre tre finali, un totale di ventidue titoli vinti in coppia (il primo a Marbella 2010). Un curriculum ben difficile da eguagliare, il perfetto incastro tecnico, con la Errani a dirigere da fondo campo per procurare al sagace gioco di volo della Vinci le occasioni più ghiotte per chiudere: tutto colorato da un’affinità che si spingeva ben oltre il tennis giocato, come quando l’una interveniva come coach dell’altra nelle partite di singolare (a Parigi indoor di qualche anno fa addirittura entrambe nella stessa giornata), per dare supporto morale e sentimentale, più che tecnico. Dura pensare a una possibilità di reunion olimpica, con gli strascichi di motivazioni ancora fumose a far da sfondo ad una separazione quanto mai dolorosa.

Il vetro più fresco è senz’altro quello nel quale si specchia il duo Errani/Pennetta, recenti eroine di FedCup: la brindisina aveva già assaporato le vertigini della vetta mondiale in doppio, quando con l’argentina Gisela Dulko si era imposta a Melbourne nel 2011. Nello scorso fine settimana Pennetta ha accettato di fare da chioccia alle più giovani connazionali, prima di scendere in campo per asfaltare in quattordici games la McHale e soprattutto mettere l’autografo sulla salvezza nel World Group, al fianco appunto di Errani; la romagnola era già stata partner della Pennetta nel 2009, per l’unico trofeo alzato sull’erba nella carriera dell’attuale compagna di Fabio Fognini, a s’Hertogenbosch 2009. “Sembrava come se questi anni non fossero mai passati, il feeling è lo stesso di quando giocavamo insieme sei anni fa”. Tennisticamente sarebbe la squadra più muscolare, che da fondo potrebbe reggere con chiunque, pagando forse un po’ in rapidità a rete, sebbene l’ultima uscita in Puglia abbia dimostrato come gli ingranaggi abbandonati sei anni fa non abbiano bisogno che di qualche leggera oliata. Dato l’ancora vivissimo ricordo di Brindisi, non è da escludere che entrambe abbiano già pensato a progetti a lungo raggio, magari con una bella musica carioca nell’aria, e velatamente la Pennetta tradisce questo desiderio: “Ci vuole ancora tempo, ma adesso pensiamo al prossimo passo”. 

Polverosa e un po’ datata, ma ancora dotata di luminosità potenziale la scaglia delle conterranee Vinci e Pennetta: nate a pochi mesi di distanza, le pugliesi furoreggiavano a fine anni novanta a livello giovanile, portando a casa quattro titoli ITF in due stagioni, prima di perdersi di vista. Una sola finale a livello maggiore, persa nel 2007 sul rosso di Bogotà contro Suarez/Dominguez Lino; Oronzo Pennetta, papà di Flavia, ha recentemente affermato che “hanno giocato e vinto tanto insieme da piccoline, chissà che non possano riprendere anche in età più avanzata”. L’impresa contro gli USA potrebbe aver definitivamente allontanato la Vinci da un palcoscenico di rappresentanza nazionale, eppure le prospettive tecniche di una partnership con la Pennetta non sarebbero affatto noiose, con le variazioni di ritmo della tarantina a mescolarsi con le poderose manate di rovescio di Flavia, un mix che darebbe fastidio a qualsiasi coppia avversaria.

Sarà fondamentale l’apporto di Corrado Barazzutti, che prima di Rio 2016 avrà altri appuntamenti nei quali rodare eventuali novità: non va per forza esclusa la Knapp, che recentemente in coppia con Hantuchova ha raggiunto ottimi risultati e pochi giorni fa si è issata fino  all’ultimo atto del torneo di Katowice con Gioia Barbieri, perso contro Bonaventure/Schuurs.

C’è materiale sufficiente per creare un altro gioiello, con la speranza che possa brillare ancora di più di quello da cui nascerà.

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