Ormai non bisogna aspettare molto. Chi fa bene al Trofeo Bonfiglio, ha grosse possibilitĂ di farsi notare a livello mondiale, tra i professionisti grandi e grossi, subito dopo. L’ennesima riprova l’avremo, con la 56° edizione, a partire dal 16 maggio prossimo, quando scatteranno le qualificazioni del Trofeo Bonfiglio 2015 (da lunedì 18 il tabellone principale). Possiamo esserne certi, perchĂ© in fondo sta succedendo sempre piĂą spesso. Da almeno tre anni a questa parte, dal 2012 in poi. Tre anni fa vinsero Gianluigi Quinzi – poi vincitore a Wimbledon juniores – e Belinda Bencic, capace di farsi notare subito ai piani alti del circuito Wta. Ed è successo ancora, l’anno dopo, con la vittoria di Alexander Zverev, in grado di arrivare, a nemmeno un anno dal trionfo al Tc Milano Alberto Bonacossa, fino alle semifinali dell’ATP 500 di Amburgo. Il climax è giunto al suo apice – per ora – con la scorsa edizione. Il finalista 2014, Andrey Rublev, ora lo vediamo giĂ battagliare con i piĂą forti: nell’ultimo Masters 1000 di Miami, per esempio, quando ha superato un turno nonostante i 17 anni sulla carta d’identitĂ , prima di arrendersi al gigante John Isner. E la vincitrice 2014, CiCi Bellis: un fenomeno di precocitĂ e di grinta, tanto da farsi strada nonostante il fisico mingherlino da 15enne nei tabellone dello Slam. No, non quelli junior, quelli delle grandi. Agli Us Open 2014, a sei mesi dal successo in via Arimondi, si è conquistata una wild card per il tabellone principale e ha pure passato un turno, battendo una giocatrice esperta come Dominika Cibulkova.
E quest’anno le cose non dovrebbero cambiare, almeno a giudicare dai nomi attesi sul rosso di Milano. Eppure, a volerne sceglierne uno dal mucchio, l’occhio cade su un’altra ragazzina. Anche lei 15enne, ma russa: si chiama Sofya Zhuk e gli appassionati milanesi hanno giĂ avuto modo di stupirsi davanti al suo tennis al Tc Ambrosiano, quando vinse – nel 2013 – il Torneo Avvenire. Bionda, slanciata, nervosa, agonisticamente ‘cattiva’, con gli occhi da tigre. Una Sharapova in miniatura: picchia come lei, si muove come lei e urla come lei. Solo che Masha, a Milano alla stessa etĂ perse in finale. Per quanto riguarda l’Italia, con pochi azzurri di diritto nei tabelloni principali (per il numero esatto bisogna attendere le liste definitive), è lecito attendersi qualche sorpresa dai talentini nostrani impegnati nelle qualificazioni oppure da coloro che usufruiranno di una wild card (come le gemelle Turati nel femminile e Gian Marco Moroni nel maschile). Intanto alla presentazione di giovedì, l’assessore allo sport del comune di Milano Chiara Bisconti, al tavolo con il presidente del Club Enrico Cerutti e con il primo vincitore del torneo Sergio Tacchini (1959), ha testimoniato la vicinanza delle istituzioni alla storica manifestazione milanese.