ATP Roma: Djokovic in rimonta, Nadal solido. Federer vince, avrà Berdych

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ATP Roma: Djokovic in rimonta, Nadal solido. Federer vince, avrà Berdych

Rafa Nadal apre il programma sul Centrale superando in due set John Isner. Ai quarti ritrova Stan Wawrinka, che sempre in due set ha fatto fuori Dominic Thiem. Federer si rilassa con Anderson sul 6-3 5-2, ma chiude comunque 7-5, aspetta Berdych. Djokovic rimonta un set a Bellucci

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[1] N. Djokovic b. T. Bellucci 5-7 6-2 6-3 (da Roma, Roberto Dell’Olivo)

Djokovic ai quarti di finale. Il numero uno al mondo soffre ma vince contro il numero 68 al mondo Tomasz Bellucci. Due soli i precedenti fra i due giocatori, ormai un po’ datati, con un precedente anche qui a Roma nel 2010 con doppio 6-4 per Djokovic, che vinse poi anche nel 2011 a Madrid.

Un match molto divertente quello di questa sera, durato esattamente due ore,  con belle accelerazioni di diritto da parte del brasiliano,  capace di mettere in difficoltà a più riprese Djokovic, che  sta al gioco. Nascono scambi spettacolari con palle corte, rincorse, pallonetti e anche un tentativo fallito di tweener di Nole che raccoglie comunque gli applausi del pubblico.

Il primo set rispetta la regola del servizio fino al cinque pari. Ma quando ti aspetti l’allungo del serbo, ecco arrivare quello di Bellucci che di diritto fa letteralmente quello che vuole.   Con il diritto direttamente in risposta Bellucci  conquista il break e va a servire per il set che chiude alla perfezione in 51 minuti, complice certo anche qualche errore cui Diokovic ultimamente proprio non ci aveva abituato.

Ma questo Bellucci vale di più del numero 69 Atp. A Djokovic non resta che restare lì, difendersi, attendendo un calo del suo avversario che arriva , anche se ben più tardi del previsto.

Sul 2-1 nel secondo set per Djokovic, ecco il break con Thomasz a sbagliare di diritto dopo un recupero di Nole  in allungo altissimo, che più alto proprio non si può. Tanto da disorientare Bellucci che insacca a rete il diritto a  seguire. Un errore che costa caro al brasiliano e che di fatto spiana la strada a Djokovic, che dopo il match con Almagro (chiuso al terzo) forse inizia ad odiare la terra rossa. Con i suoi specialisti che qui a Roma lo fanno penare non poco. Chilometri “utili per tornare in forma”, ma che siamo certi Nole ne avrebbe fatto volentieri a meno.

Mi aspettavo un match difficile- dirà Djokovic a fine partita in italiano  –  (Murray non c’è più ed i giornalisti inglesi  se ne sono andati, quindi posso parlare in italiano) – Bellucci ha giocato con molta forza, variando tanto in battuta. Questa vittoria mi dà fiducia per la prossima partita contro Nishikori, con cui dovrò essere fin dall’inizio molto più aggressivo di questa sera”

Nole al momento è salvo e incamera il secondo set (6-2). C’ è anche qualche bandiera brasiliana a sventolare sugli spalti, via via più gremiti. Dagli applausi del Centrale, Bellucci ha certo  raccolto qualche tifoso in più questa sera.

Si va al terzo, con un po’ di stanchezza che inizia ad affiorare per entrambi. Ma Bellucci è ancora vivo, resiste fino al due pari, sotto i colpi di fioretto di Nole che predilige sempre più la palla corta, ovviamente sul rovescio bimane del suo avversario. Che alla fine paga le continue corse, peraltro quasi sempre senza esito, ed inizia a  commettere qualche errore in più con il suo colpo migliore, il diritto, che Tomasz comincia via via a sentire sempre di meno. C’è il break, Nole va 4-2. Finita?  Non ancora. Il brasiliano ci prova ancora, conquista il contro break ma poi  cede . In battuta non riesce ad essere incisivo come all’inizio e chiude out l’ultimo colpo proprio di diritto.

Djokovic ringrazia e può continuare a sorridere. Grazie Roma  il messaggio scritto sulla telecamera dopo il match con Almagro. Questa sera è diventato “Ti amo Roma.” Scampato pericolo il pubblico romano si potrà godere Djokovic anche nei quarti di domani contro Nishikori, salutando  un avversario più che “Bellucci”, proprio bello questo sera.

Con Nishikori il bilancio è favorevole a Djokovic: 3-2 e 1-0 sulla terra rossa. Però Nishikori ha sorpreso Djokovic in semifinale all’ultimo US Open, forse l’incontro più importante giocato dai due.

 

 

 

djokovic-stat-bellucci

[5] K. Nishikori b. V. Troicki 6-4 6-3  (Raffaello Esposito)

I due walkover consecutivi di Murray e Serena rivoluzionano il programma giornaliero del GrandStand ma non influenzano l’orario dell’ottavo di finale fra la quinta testa di serie Nishikori e il serbo Troicki, che aprono le ostilità poco dopo le sette di sera. Solo un anno fa questo sarebbe stato un match da ko tecnico; Il giapponese andava verso la sua prima storica finale slam allo US Open mentre a luglio 2014 Viktor era nella Fossa delle Marianne: n°847 ATP. Da allora Troicki ha ricostruito la sua carriera con umiltà e costanza chiudendo l’anno al centoduesimo posto. Kei samurai è ormai stabile fra i grandi e dichiara di puntare al Roland Garros ma sia a Madrid (a fatica con Goffin e distrutto da Murray) che all’esordio romano (7-6 7-5 a Vesely) non ha destato grande impressione apparendo spesso lento e confuso tatticamente. Oggi farà meglio a stare all’erta perché il serbo ritrovato gioca con la serenità mentale di chi ha toccato il fondo e non si è arreso, prova ne siano le strenue e alfin vittoriose battaglie romane con Tomic e Feliciano Lopez. Precedenti 2-1 Nishikori che ha perso la sfida di Tokyo 2010 ma ha vinto netto recentemente a Miami.

Inizio cauto per i due contendenti che difendono i rispettivi turni di battuta senza eccessivi problemi ma già nel terzo game il giapponese si procura tre palle break che spreca orribilmente. Kei appare comunque in controllo e tesse la sua ragnatela di colpi anticipati con l’evidente intento di muovere l’avversario e non consentirgli di piazzarsi bene con i piedi e sparare col drittone. Troicki invece serve pesante ma non è mai incisivo in risposta. Nel settimo game Nishikori tentenna al servizio, spreca il 40-15 ma ai vantaggi è bravo e coraggioso nell’andare a rete e chiudere. “Audaces fortuna iuvat” e nel game successivo Troicki sente la tensione, va sotto 15-40 e non riesce a riparare. Qui il samurai si distrae colpevolmente e Viktor sfrutta la seconda palla break concessa nel game per equilibrare il punteggio ma non riesce a pareggiare perché il giapponese si tramuta in un muro impenetrabile, ribatte tutto e va 0-40 conquistando per 6-4 un parziale caratterizzato da tre break consecutivi. Kei ora è tranquillo e tiene a zero la prima battuta del secondo set. Troicki sta facendo il maratoneta da inizio match e crolla improvvisamente al servizio; va sotto 0-40, si salva ma cede ai vantaggi e ora l’incontro si gioca sul servizio nipponico. Nishikori non si fa pregare e scappa 3-0, ormai è entrato in palla e picchia col dritto anomalo costringendo l’avversario sulla prima fila di spettatori. Nel momento migliore è però tradito da un passaggio a vuoto e restituisce il break nel quinto gioco. Il serbo riesce a pareggiare a tre annullando altre due palle break ma appare evidentemente in apnea. Nell’ottavo game l’ossigeno termina di colpo e il samurai si conquista il vantaggio decisivo per correre dritto nei quarti nelle fauci dell’orco Djokovic che quasi certamente disporrà a suo piacimento in serata del mancino brasiliano Thomaz Bellucci.

[2] R. Federer b. [15] K. Anderson 6-3 7-5 (da Roma, Carlo Carnevale)

Fedexpress, partito in orario e a velocità sostenuta, con dieci minuti di ritardo accumulati all’arrivo: bastano due set a Roger Federer per avere la meglio sul sudafricano Kevin Anderson,  per la terza volta in carriera (mai neanche un set concesso al gigante biondo), nonostante un finale di partita balbuziente. Prestazione di grande pulizia, costruita su ottime percentuali al servizio (76% di punti ottenuti con la prima) e una invidiabile tenuta sulla diagonale di rovescio: Anderson mantiene il grilletto premuto alla battuta per l’intero incontro, chiudendo con 14 ace e un’infinità di servizi vincenti, dimostra una certa aggressività con i colpi a rimbalzo, ma soccombe sotto i colpi del recordman svizzero, che già in avvio pare tonico e in palla: per due volte infila Anderson con passanti di dritto e vola sul 3-0, senza mai concedere break point fino al 6-3 del primo set. Federer raggiunge il suo settimo quarto di finale a Roma, e insegue la sua quinta semifinale (l’ultima nel 2012 persa da Djokovic, che quest’anno e nel lato opposto di tabellone), sebbene si ingolfi negli ultimi game; in vantaggio di due break nel secondo parziale, ottenuti grazie alla storica manovra con risposta corta di rovescio in back e passante a seguire, lo svizzero si scompone e sbaglia due soluzioni di dritto su altrettanti matchpoint. Seguono una volèe lunga e un doppio fallo per permettere a Anderson di riavvicinarsi ad un solo break di distanza, fino addirittura al pareggio sul 5-5: Federer (animato forse da spirito semi patriottico, data la sua discendenza sudafricana da parte di madre) serve due sole prime dal 5-2, concede campo con il rovescio in top sul quale Anderson impatta in anticipo e rimette in discussione il parziale. C’è tempo anche per concitate richieste di aiuto dagli spalti, dovute ad un malore sulle tribune, prontamente soccorso dal celere intervento dei paramedici: Federer torna a far male con i tagli di rovescio in lungolinea, Anderson non riesce ad alzare il dritto e per due volte colpisce in rete; sull’errore che gli concede una terza occasione di servire per il match, lo svizzero grida in tedesco e si merita il bagno di applausi, prima di chiudere rimontando da 0-30 nel game successivo. In quarti di finale affronterà adesso Berdych, che ha sconfitto Fognini al tiebreak del terzo.

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[4] R.Nadal b. [16] J.Isner 6-4 6-4 (da Roma, Carlo Carnevale)

“Occhio che questo non è finito manco pe’nniente”. I sediolini delle due file superiori alla tribuna stampa sono occupati da entusiasti tifosi, che commentano così l’ottima prestazione di Rafa Nadal, vincitore in due set, e per la sesta volta in carriera, su John Isner; lo spagnolo è il gemello bello di quello visto nei primi mesi della stagione, anche all’inizio dello swing terraiolo, quando a Montecarlo faticava a spingere il dritto oltre il quadrato del servizio e proprio contro il pivot americano aveva smarrito un set in ottavi di finale. Mobile con le gambe, sempre attivo alla ricerca della palla, forse un po’ eccessivo nella rincorsa alla soluzione a sventaglio, con cui però governa per tutto l’incontro: Isner serve con i 215 km/h come velocità di crociera, colpisce con violenza ogni volta che i rimbalzi glielo permettono, ma non riesce a venire a capo di un Nadal oggi paurosamente concentrato. Un break per set a decidere la contesa, con Isner mai neanche vicino alla possibilità di strappare il servizio; Rafa inizia con tre palle break sprecate nel primo gioco, salvo poi riuscire nell’impresa nel quinto game, grazie a due bei dritti angolati, per poi tenere fino al 6-4. L’incontro scorre via piacevole e senza troppi scossoni, il vero protagonista sul Centrale sembra essere l’inconfondibile timbro vocale dell’arbitro Lahyani: “Non completamente silenzio, un po’ di silenzio per favore”, la perla di giornata. Isner cerca la via della rete con più frequenza nel secondo parziale, ma il rovescio di Nadal è puntuale a trafiggerlo per procurarsi una fondamentale palla break sul 4-4, sfruttata con una risposta lungolinea di dritto che lascia dietro di sé una nuvola di vapore, oltre ai titoli di coda del match. Lontani, almeno per il momento, gli spettri dell’unica stagione degli ultimi dieci anni in cui Nadal non ha ancora vinto un titolo sul rosso europeo; il maiorchino avrà adesso in quarti Wawrinka.

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[8] S. Wawrinka b. D. Thiem 7-6(3) 6-4 (Da Roma, Roberto Dell’Olivo)

Lo svizzero  si ricorda di essere “Stan The Man” e riesce ad approdare ai quarti di finale, battendo il numero 49 al mondo, l’austriaco Dominic Thiem, in un match a tratti particolarmente intenso che ha divertito il pubblico del Pietrangeli numeroso come al solito, anzi più del solito in attesa soprattutto dell’inizio del match successivo, quello di Fognini contro Berdych. Con tanto di un “Forza Fabio” gridato prima del primo servizio di Wawrinka, accompagnato dal suono di campane stile tirolesi.

Wawrinka e Thiem sono al terzo scontro diretto. Entrambi i precedenti si sono giocati nel 2014: a Bercy vinse lo svizzero, ma a Madrid, sulla terra battuta, fu l’austriaco ad imporsi in tre set. Questo match ha sicuramente allertato Wawrinka, apparso particolarmente concentrato, dopo aver vinto solo al terzo set nel match d’esordio contro Juan Monaco.

Il pubblico si diverte, è una sfida a chi tira più forte soprattutto di diritto e Thiem all’inizio impressiona per la sua rapidità di braccio. Due palle break ciascuno: la prima per Stan sul 2-1 in suo favore, la seconda per Dominic sul 3 pari. Entrambe vengono annullate con un ace. È una sfida fatta anche di servizi vincenti con conseguenza finale e inevitabile la chiusura del set al tie break. Dove Wawrinka si ricorda di essere stato il campione dell’Australian Open. E ritrova uno dei suoi marchi di fabbrica: il rovescio in diagonale, che blocca i tentativi di discesa a rete di Thiem. Tie break monocolore, con lo svizzero che sul 4-0 lascia l’onore di un rovescio vincente anche al suo avversario, prima di chiudere 7-3.

L’austriaco sembra pagare dazio, non è più così incisivo come all’inizio, perde un po’ le misure con il suo diritto e Wawrinka  riesce ad ottenere il  break decisivo sul 3-2. Palla break accompagnata peraltro da un fortissimo “Come on”. Ora non c’è più scampo, si gioca sul servizio di Stan che ormai è una furia. Sono parecchi i servizi ad uscire con successivi diritti vincenti, spesso in contropiede. E i quarti di finale sono serviti.

Thiem esce comunque a testa alta dal torneo romano  in cui ha ottenuto due buoni successi, sul nostro Bolelli e sul francese Simon. Per Wawrinka ora un appassionante quarto contro Nadal. Prima di abbandonare il campo, Stan si diverte a surriscaldare il pubblico con il lancio di ben quattro palline autografate. Il clima del Pietrangeli ora è davvero pronto per il  match dell’ultimo italiano rimasto a Roma, Fabio Fognini.

Schermata 2015-05-14 alle 16.30.38

 

Risultati:

[4] R.Nadal b. [16] J.Isner 6-4 6-4
[7] D. Ferrer b. G. Garcia Lopez 6-1 6-3
[8] S. Wawrinka b. D. Thiem 7-6(3) 6-4
D. Goffin b. [3] A. Murray ret.
[2] R. Federer b. [15] K. Anderson 6-3 7-5
[6] T. Berdych b. F. Fognini 6-3 3-6 7-6(2)
[5] K. Nishikori b. V. Troicki 6-4 6-3
[1] N. Djokovic b. T. Bellucci 5-7 6-2 6-3

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