Roland Garros italiani: infinita Schiavone, bene Bolelli, soffre Errani, out Arnaboldi

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Roland Garros italiani: infinita Schiavone, bene Bolelli, soffre Errani, out Arnaboldi

Francesca Schiavone gioca un match bellissimo e dopo quasi 4 ore di gioco ottiene una vittoria da leonessa su Svetlana Kuznetsova. Sara Errani approda al terzo turno dopo essere costretta al terzo nonostante un vantaggio di 4-1 nel secondo. Ottima prova di Bolelli che supera in tre set Troicki. Arnaboldi si arrende a Cilic, in campo Bolelli contro Toicki

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F. Schiavone b. [18] S. Kuznetsova 6-7(11) 7-5 10-8 (da Parigi, Laura Guidobaldi)

Splendida impresa di Francesca Schiavone che, in 3 ore e 50 minuti, conquista per  6-7(11) 7-5 10-8 un altro match infinito contro Svetlana Kuznetsova, n. 18 del mondo, annullandole un matchpoint sul 6-5 del terzo set. Non c’è che dire. Quando la Schiavone e la Kuznetsova si scontrano negli slam si trasformano in due “marathon women”. Match davvero degno di un derby tra campionesse del Roland Garros poiché le due trionfatrici di Porte d’Auteuil (2009 e 2010) hanno dato vita ad una partita non solo lunga ma dalla qualità tennistica elevatissima. Ma non è la prima volta che le due tenniste producono negli slam partite d’eccezione. Tutti ricordano la straordinaria maratona australiana del 2011 durata 4 ore e 44 minuti – finora il match femminile slam più lungo – vinta dalla milanese dopo aver annullato 6 matchpoint.

Nel bellissimo campo n. 1, forse il più suggestivo dell’impianto parigino, Francesca mette subito il turbo sfoderando  un tennis spumeggiante, in spinta e centratissimo che le permette di posizionarsi rapidamente sul 2-0. La russa ha qualche difficoltà a trovare il giusto timing, mostrandosi ancora un po’ legata nei movimenti e negli spostamenti. Dalle corde di Francesca parte di tutto: fendenti, smorzate, attacchi in back e volé, tutto quello che rende straordinario e scintillante il suo tennis. Tuttavia, game dopo game, la russa comincia ad ingranare la marcia e a trovare le misure, recuperando lo svantaggio. Francesca sale comunque 3-2, incoraggiata dall’allenatore argentino che le grida continuamente “Vamos! Vamos!”. Tanti gli italiani in tribuna che incitano Francesca ma, cosa simpatica, anche i francesi la sostengono con passione ricordandosi bene della “loro” campionessa del 2010. Svetlana carbura sempre più e ora è lei a  portarsi in vantaggio 4-3. Il parziale è destinatao a durare a lungo. Francesca non trasforma 3 palle break sul 4-4 ma pareggia i conti sul 5-5. Gli scambi sono al fulmicotone, in campo si vede di tutto, con le due tenniste che estraggono dal cilindro soluzioni pregevolissime, a volte di fino a rete, altre con passanti in corsa da fondo. Certo, ci sono anche errori e occasioni non sfruttate da parte di entrambe ma la qualità e il thrilling del match restano elevatissimi. Francesca non riesce a trasformare le 5 palle break sul 5-5, consentendo alla Kuznetsova di salire 6-5. Ma la Leonessa è ancora lì. Il campo n. 1 si infiamma sempre più e si va al tie-break. Ma non sarà un tie-break ordinario. No. Le due ingaggiano una lotta titanica: brividi per Francesca che si ritrova sotto 1-3; poi recupera e passa a condurre 4-3 per poi trovarsi nuovamente in svantaggio 4-6. Insomma, si va avanti fino al 12-11 nel momenrto in cui la tennista di S. Pietroburgo fa suo il primo parziale per 13-11 soltanto al 7° setpoint.

I giornalisti intanto cominciano ad arrivare in gran numero in tribuna per assistere ad un match che ha regalato un primo set dalla tensione a mille. E anche sugli spalti, gli spettatori accorrono sempre più numerosi sperando di assistere ad un secondo set vibrante come il primo. Non saranno delusi. Nella seconda frazione Francesca sembra subire un calo della tensione e si ritrova sotto 0-2. Ma, ancora una volta, la milanese sa risollevarsi, pareggia i conti e si porta poi avanti 4-3. Spreca purtroppo la palla break per il 5-3 ma sale 6-5 per poi chiudere il secondo parziale per 7-5.

Tutto da rifare dunque. Il pubblico è in visibilio. Il tennis prodotto dalle due campionesse offre per tutto l’incontro un altissimo livello qualitativo. Sveta e Franci continuano a far partire dalle loro corde invenzioni sopraffine. Il terzo set, come del resto il primo e il secondo, riserva colpi di scena mozzafiato. Dal 4-3 ci sono ben 9 break di fila fino al 9-8 e la Kuznotsova ha servito per il match 4 volte di seguito. Sul 6-5 la russa ha a disposizione un matchpoint. E cosa fa Francesca? Si inventa un impensabile e magico rovescio lungolinea di controbalzo e, non contenta, propina alla povera Svetlana una volé di rovescio a fil di rete. Il pubblico sempre più “impazzito” dal tennis esplosivo delle due protagoniste in campo si fa sentire ancora e ancora. Lo battaglia italo-russa continua senza esclusioni di colpi e, per la prima volta in questo terzo set, Francesca sorpassa Svetlana e sale 9-8. A questo punto, arriva un matchpoint tutto azzurro che la Schiavo si procura estraendo dal cilindro un dritto cioppato in mezzo al campo che solo un braccio come il suo – e di pochi altri – sono in grado di eseguire. Per la Kuznetsova l’avventura parigina finisce qui. Francesca fa suo anche il punto successivo e, a quasi 35 anni, la Leonessa vince ancora una volta un match “senza fine” ma, soprattutto, è ancora il Roland Garros a regalarle l’adrenalina e le emozioni più magiche.

Una delle immagini più significative di questo giovedì di tennis parigino sono le lacrime agli occhi di Francesca Schiavone quando evoca l’incontro in sala stampa. L’azzurra si commuove riflettendo a quanto significa la sua vittoria di oggi. Passione unita al divertimento perché, dice Francesca, “Quando fai un bel punto te lo devi godere; una delle chiavi è divertirsi in campo, avete visto quel colpo? Forse è stato il colpo più bello della mia vita“. Si tratta del magnifico dritto in ciop che le procura la palla del match. “La chiave del match è stata di trovare il lungolinea” spiega ancora la campionessa del Roland Garros 2010. “Sapevo che dovevo trovare lo spazio e la posizione per affondare in lungolinea. Noi giochiamo a specchio. Lei è straordinaria e ogni volta facciamo un braccio di ferro perché insieme giochiamo praticamente in modo uguale. Ho continuato a lavorare tantissimo fisicamente e per fortuna il mio corpo continua a rispondere e a resistere“. E cosa pensa Francesca del pubblico? “All’inizio eravamo un po’ sole. Poi il pubblico è cresciuto, forse dopo quel primo set incredibile, ed è stato meraviglioso”. 

Ha giocato un punto incredibile” ha detto Svetlana Kuznetsova a proposito del fatidico colpo con cui Francesca ha salvato il match point “ha giocato la palla più profonda su un rimbalzo alto. Avevo trovato un buon angolo. L’ha eseguito in modo convinto, a lei va tutto il merito. Non ho servito bene oggi“.

La prossima avversaria dell’azzurra sarà Andreea Mitu, tennista rumena di 24 anni, n. 100 Wta, che ha estromesso la n. 12 del mondo Karolina Pliskova.

Statistiche

S. Bolelli b. [31] V. Troicki 6-2 6-4 6-3 ( da Parigi,  Antonio Garofalo)

Superba prestazione di Simone Bolelli che approda per la seconda volta in carriera al terzo turno del  Roland Garros, a sette anni di distanza dalla prima quando battè un giovane Del Potro. ” Sono un giocatore migliore rispetto al 2008″ – dirà Simone dopo il match – “dopo l’infortunio del 2013 è iniziata una nuova carriera per me”. Peccato che ora  troverà sulla sua strada David Ferrer con il quale in cinque precedenti non ha vinto neanche un set, perchè questa versione dell’azzurro pare decisamente la migliore della carriera. ” Con Ferrer dovrò giocare come oggi, variare il gioco, non dargli ritmo, provare a buttarlo fuori dal campo e attaccarlo”.

Sembra quasi di essere in un circolo di periferia, tanto il campo 17 è immerso tra i pini e i lecci, piuttosto che essere in un torneo dello slam, Simone indossa una divisa bianca rossa e blu, quasi a voler “chiamare” il tifo dei padroni di casa.  Parte alla grande il tennista di Budrio, subito 3-0, viatico del 6-2 del primo parziale, solidissimo al servizio ( alla fine avrà il 75% di prime in campo da cui trarrà il 74% di punti) e in grande giornata anche col colpo solitamente più debole, il rovescio. Il suo nuovo coach, Giorgio Galimberti lo esorta a variare il gioco – ” Muovi la palla! Muovi la palla! Cambia, cambia!” – e il suo allievo è bravo a spezzare il ritmo al serbo con ottime soluzioni col rovescio in back, presentandosi con buona continuità a rete.

Nel secondo set il break arriva al decimo gioco, quando due accelerazioni di Bolelli piegano il braccio al numero 33 del mondo, già numero 12 prima del controverso stop per doping. Ad inizio  terzo set Simone ha un calo al servizio, concede le prime palle break del suo torneo ( nessuna concessa a Darcis al primo turno), è bravo a salvarne cinque nei primi due turni di battuta, ma cede nel quinto game. Al cambio campo due colombe si poggiano sul campo e forse ispirano l’azzurro che recupera il break immediatamente e non lascia più spazio al suo avversario.

[17] S. Errani b. C. Witthoeft 6-3 4-6 6-2 ( da Parigi, Antonio Garofalo)

Avanza al terzo turno la numero 1 azzurra, ma dopo essersi complicata maledettamente la vita. Avanti un set e 4-1, si fa trascinare al terzo prima di spuntarla.
“Non la conosco, non so nemmeno che faccia abbia” ci diceva l’altro ieri Sara della sua avversaria odierna che è Carina di nome e di fatto, è comunque numero 56 del mondo a vent’anni e a Melbourne ha battuto Carla Suarez Navarro.

Bastano pochi scambi all’azzurra per stabilire il piano tattico: la tedesca ha un ottimo servizio – ah, l’avesse Sara come ci divertiremmo – e una bella pesantezza di palla, ma i topponi esasperati e i drop shot di Sarrita sembrano fatti apposta per mandarla in confusione.

Le due fanciulle vestono lo stesso completino rosa-viola, evidentemente di due taglie diverse, ma da un punto di vista di lucidità tattica non c’è partita: Sara imposta lo scambio sulla diagonale di rovescio, spezzandolo puntualmente con palle corte che la Witthoeft neanche legge. Il punteggio del primo set meriterebbe di essere più severo, se non fosse per due brutti game di servizio della finalista del 2012.

Sono l’unico cronista italiano sugli spalti – in contemporanea giocano Schiavone e Arnaboldi – ma il verde dell’edera che copre i bianchi marmi e che guarda dall’alto la terra rossa mi ispira un sussulto patriottico.
Il match sembra filare via liscio ma sul 4-1 del secondo set improvvisamente Sara si spegne, l’avversaria prende a giocare un metro dentro al campo e a tirare fendenti a tutto braccio. L’azzurra comincia a sbagliare anche le cose più semplici e finisce per perdere il set.

L’emorragia di sei game consecutivi persi si arresta sul 1-1
Per fortuna di Sara, Carina che ha i colpi e probabilmente si farà, diventerà ogni giorno più carina ma in fondo resta sempre una bambina (per dirla alla Fred Buscaglione) e quindi quando non è più nella condizione di non avere nulla da perdere, torna a fare un passo indietro lasciando campo e spazio alla reazione della nostra.

Al prossimo turno Sara affronterà la Petkovic, e proverà a vendicare la netta sconfitta dello scorso anno nei quarti.

M. Cilic (9) b. A.Arnaboldi 7-6 6-1 6-1 (da Parigi, Davide Zirone)

Si conclude al secondo turno l’avventura al Roland Garros di Andrea Arnaboldi che è stato sconfitto da Marin Cilic 7-6 6-1 6-1 in un’ora e 39 minuti.

Arrivato in anticipo sul campo 2, ho potuto assistere all’ingresso in campo di entrambi i giocatori. Bandiere croate e applausi scroscianti per il campione in carica degli US Open, mentre più freddo il pubblico per Andrea, anche perché pochi erano gli italiani presenti sugli spalti. Anche i posti riservati alla stampa erano occupati maggiormente da cronisti slavi, vicini al team di Cilic con Ivanisevic vestito tutto di blu, occhiali compresi.

Arnaboldi, alla seconda presenza qui a Parigi dopo il 1° turno dello scorso anno, – perso contro Bolelli 6-4 6-4 6-2 – parte un po’ in tensione e commette un doppio fallo già nel terzo punto. Ma il nervosismo dura pochissimo perché chiude agevolmente il primo game.

Notevole il tentativo di lob su Cilic – 198 cm di altezza – con un tweener che però si spegne sul fondo. Andrea gioca bene e non si limita a tenere testa al croato, ma prende l’iniziativa, rischia soltanto sul 3-3 15-30 ma ne esce con una bella volée ed uno smash.

La prima di Cilic sembra arrugginita – chiuderà il match con una percentuale di prime pari al 56% – e infatti concede una palla break dopo una serie prolungata di scambi in back. Ma quando la prima non va, Cilic può contare su una seconda velenosa che di fatto non permette all’italiano di giocarsi il punto. Si arriva al 5-5, con Arnaboldi che delizia il pubblico con un lob da una palla bassissima che costringe Cilic ad uno smash steccato. Sul 6-5 Andrea ottiene una seconda palla break, ma stavolta ha il peso del setpoint. Cilic trova ancora una volta una buona seconda e la risposta dell’italiano termina fuori.Si arriva al jeu décisif. Andrea perde il primo punto sul proprio servizio, poi recupera e cambia campo sotto 4-2. A questo punto si gioca tutto l’incontro: prima Andrea con due recuperi pazzeschi riprende il croato, poi però commette un fatidico doppio fallo e scivola 6-3. Sul primo setpoint Cilic ritrova finalmente, o purtroppo, la prima e chiude 7-6 dopo 50 minuti di lotta.

Arnaboldi accusa il colpo e concede subito la prima palla break dell’incontro. Poco può fare sullo smash del croato che vale il 2-0. Prova a reagire, ma Cilic ritrova ancora una volta la prima e sale 3-0. Andrea esce pian piano dal match, non si può dire lo stesso della Errani, di cui si sentono le urla provenienti dal campo adiacente. Poi il nastro non aiuta l’italiano che concede un secondo break sul 4-1. Dopo 23 minuti chiude 6-1.

La battaglia contro la rete continua nel terzo set, con il nastro che trattiene la pallina e costringe Arnaboldi a difendere una palla break. Il croato sale così 2-0, poi 3-0 ancora una volta con la complicità della rete. Arnaboldi prova anche un vincente sul matchpoint ma viene chiamato fuori e finisce 6 game a 1.

In conferenza stampa Andrea è apparso lucido, deluso per come ha giocato il tiebreak “L’avessi vinto sarebbe stato il più bel set mai giocato nella mia carriera” ma consapevole di aver tenuto testa e a tratti dominato il campione gli US Open. “Sul piano del gioco siamo stati pari nel primo set ma dal punto di vista mentale la sua esperienza è stata decisiva perché ha mantenuto lo stesso livello nei tre set”. Il Roland Garros si chiude comunque positivamente, dopo il match dei record contro Herbert e la rimonta de 5-2 nell’ultimo turno delel qualificazioni.

Questo il cammino da record di Arnaboldi al Roland Garros 2015:

1° turno, A. Arnaboldi b. J. Duckworth 4-6 6-7(5) 7-6(4) 7-6(2) 6-0

Qualificazioni 3° turno, A. Arnaboldi b. M. Trungelliti 5-7 7-5 6-3

Qualificazioni 2° turno, A. Arnaboldi b. P. Herbert 6-4 3-6 27-25 (parte 1)

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