La dura vita dell'inviato tra il pesce di Fognini e la Leonessa sbranata da un Mitu

Roland Garros

La dura vita dell’inviato tra il pesce di Fognini e la Leonessa sbranata da un Mitu

La prima settimana vista dagli occhi degli inviati, alle prese con scoop, lamentele, corse affannate e tentativi di avvelenamento dei francesi. Mentre il Direttore è inarrestabile e lascia anche traccia dei suoi richiami all’ordine

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Piove, Parigi ladra. Pensa quei poveretti che hanno speso tutto lo stipendio per i biglietti della domenica e rischiano di starsene rintananti in qualche boutique -dove magari spenderanno pure la tredicesima – in attesa del sole.
Arriviamo esausti al traguardo della prima settimana: tra chi con la scusa del lavoro va e viene (Zirone e Battifarano), chi con la scusa del lavoro e della famiglia se ne andrà martedì (c’est moi) solo l’inesauribile professoressa Santa Laura Martire da Monfalcone resterà a far da scudiera all’immarcescibile Direttore nelle sue battaglie.

ubaldo

Questo è il mitologico pizzino – un giorno tra mille anni sarà studiato come le Stele di Rosetta – con il quale il Direttorissimo richiama all’ordine le truppe insubordinate dedite a frizzi e lazzi mentre imperversano gli scoop della concorrenza.
Per una volta che Barbadillo non ce l’ha con noi – abbiamo fatto finta di non capire stavolta chi fosse quel tipo insiringato nella vignetta di Charlie Ebdo – litighiamo direttamente con Rafa Nadal. Chi scrive lo paragonò a Moggi – suscitando in realtà le reazioni stizzite più degli juventini che dei nadaliani – ed oggi il buon Rafa rivendica orgogliosamente il suo diritto di veto. Vamos!

Studi di ittologia applicata al tennis si producono nella ricerca della specie protetta ingurgitata dal buon Fognini la sera prima del match con Paire. Per fortuna che Flavietta nostra preferisce la carne e si divori la Suarez Navarro mentre a bordo campo, durante il suo match, va in scena la perla della settimana. Il Presidente Binaghi, accorso per dare il suo fondamentale sostegno all’esercito  tricolore, annuncia a gran voce magnum gaudium  “Ha rivinto Blatter”. Che sia un auspicio di continue emulazioni?

Quella brodaglia misteriosa che i francesi chiamano inspiegabilmente caffè finge di svegliarci al mattino, il ristorante della stampa è invece dignitoso – basta evitare il pesce, lo avrete fogninianamente capito, mentre alla sera si odono per tutta Parigi le risate che promanano dalla Pizzeria d’Auteuil (occhio Direttore, qui ci sta il link da mandare al locale, hai visto mai che ci scappa lo sponsor per l’anno prossimo…)  nel momento in cui, verso le 23, arriva la nostra telefonata implorante di non chiudere la cucina e di conservarci un tozzo di pane – “Noio vulevan mangiar quattr pizz”.

Siamo indubbiamente una macchina da guerra, traduciamo dal francese come neanche Lotito dal latino, non ci sfugge nulla nemmeno le caramelle della Sharapova, il papà di Arnaboldi o la nonna della Pennetta. Addirittura imploriamo Criscito di venire al Napoli, mentre domani portiamo pure Rugani al Roland Garros.
Mentre Salerno vorrebbe che ci dedicassimo a seguire Rybarikova e  Schmiedlova invece di Federer (“Non possiamo seguirle dall’Italia”, per fortuna poi scoprirà che non è vero e le affibbierà a qualche povero incauto cronista finito tra le sue fauci) dobbiamo pure sentirci gli sghignazzi della redazione italica – “Così vince un italiano!” – se usiamo toni epici per Arnaboldi o Schiavone: stateci voi diciotto ore sul campo cinque e poi fate la fredda cronaca!
Vabbè, pare che non piova più, sta arrivando la Mitu con i cinque fratelli ( 6 un Mitu) e dobbiamo sapere tutto di lei che ha sbranato la leonessa prima che si svegli il leone, ovvero il Direttore. Ma lui non dorme mai…

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