Monfils raggiunto dai suoi fantasmi

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Monfils raggiunto dai suoi fantasmi

Monfils da record, nessuno ha mai vinto più match al quinto set di lui, ultimo quello con Cuevas. “Rattrappé par son ombre” è l’articolo sul match tra Murray e Monfils disputato al Roland Garros l’anno scorso del francese Franck Ramella, giornalista dell’Equipe che, quest’anno, vince il Premio “Denis Lalanne”, attribuito al miglior articolo in lingua francese scritto durante lo slam parigino.

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DA PARIGI – Martedì si è svolta la premiazione della terza edizione del “Prix Denis Lalanne“, riconoscimento destinato all’articolo più bello in lingua francese scritto durante il Roland Garros. Quest’anno il vincitore per l’edizione 2015 è Franck Ramella, giornalista de L’Equipe, ex campione di salto con gli sci che, diventato poi giornalista, ha seguito il rugby, il calcio per poi dedicarsi al tennis, la sua grande passione. L’articolo di Ramella è dedicato a Gaël Monfils e si intitola  “Rattrapé par son ombre” (“Raggiunto dai suoi fantasmi”), e racconta il dramma del parigino nel match dei quarti di finale (4 giugno 2014) contro Andy Murray, terminatosi 6-4 6-1 4-6 1-6 6-0 a favore dello scozzese. In questo caso Monfils, dopo aver perso i primi due set e aver realizzato una rimonta rocambolesca, alla fine implode misteriosamente e cede 0-6 al quinto. Tuttavia, lo sappiamo, lo spumeggiante parigino è celebre per i suoi match infiniti dai mille stravolgimenti e colpi di scena. Ma, soprattutto, per le epiche maratone vinte al 5° set che, qui a Porte d’Auteuil sono salite a quota 10 dopo la vittoria conquistata venerdì a spese di Pablo Cuevas. Monfils raggiunge così il record di Harold Solomon. Dietro il francese e l’americano si trovano Marat Safin e Gustavo Kuerten. Il prossimo avversario del francese sarà Roger Federer. Lo svizzero conduce per 8-4 nei precedenti, ma gli ultimi due, disputatisi sulla terra – a Lille (finale di Coppa Davis) e a Montecarlo – hanno visto trionfare Gaël.

 

La traduzione dell’articolo di Franck Ramella, “Rattrapé par son ombre” (Raggiunto dai suoi fantasmi)

Inizialmente surclassato da un Murray granitico, Gaël Monfils riesce a far girare il match… fino a quando non implode in 24 minuti nel 5 set (6-4 6-1 4-6 1-6 6-0)

PERCHÉ MONFILS. […] Funziona sempre. Seguire la carriera di Monfils significa esporsi ai palpiti del cuore con match formidabili, incontri che si sfilacciano […]. Assistere ad un match di La Monf vuol dire cambiare idea mille volte, prenderlo per un giocatore cauto, poi per un titano, poi per… già per cosa? Monfils è capace di sbagliare tutto prima di rinascere. O prendere tutto per poi riuscire a distruggere ancora meglio. Allacciate le cinture, eccoci nel grande Philippe Chatrier, in una sera di quarti di finali in cui tutto è possibile. Ma non al punto da essere superato da un Murray di lusso… prima di autodistruggersi nel momento in cui conduceva il match, in un centrale trasformato in arena.

Cominciamo dunque con questo Murray più che perfetto in una giornata ventosa, ideale per lui. Nel 2012 lo scozzese ha vinto lo US Open con il grande aiuto di Eolo per battere Berdych e Djokovic nelle burrasche di New York […].  A Parigi accade la stessa cosa. Rilassatissimo, Murray trova tutti i punti del campo, tutti gli angoli, con tutti gli effetti. Come un vero stratega, Murray si prende gioco del francese non sufficientemente intrepido, senza strategia definita di fronte ad un avversario dal livello così elevato. “Non vedo come Andy possa perdere questo match, a meno che non imploda da solo” twitta suo fratello Jamie alla fine del primo set, senza sapere che ci sarebbe stata un’implosione alcune ore dopo. Abbiate paziente, ci arriviamo.

A 2 set pari, Murray voleva interrompere il gioco

Ed ecco Murray sempre sicuro del fatto suo. In campo, Monfils arretra, incapace di uscire dalla tela scozzese. “Mi fa diventare pazzo!” grida. Riesce soltanto a salvare 7 palle per il secondo set, prima di cedere su una smorzata incrociata da manuale, senza riuscire a calmare un severo John McEnroe intento a fare la telecronaca: “Monfils si è dimenticato di dover disputare una partita?“. Suvvia, John, non sai che non sei l’unico esemplare della confraternita dei tennisti-attori dal sangue caldo? Bisogna diffidare di un Monfils che dorme e che comincia a gridare: “Han!” su ogni colpo di dritto. Il centrale è vuoto ma lui si riempie di energia. Salva 3 palle break nel primo gioco del terzo set e poi 3 nel game successivo. Ha ingranato la marcia. “Han! Han! Han!“. I suoi schiaffi di dritto sono monumentali. Ora tocca a Murray, che  indietreggia di 5 metri, visitare gli angoli dello Chatrier.

Il vento si calma. Monfils è arrabbiato. Sul 5-4 vantaggio Monfils nel terzo set, lo scozzese lascia partire un brutto rovescio. 2 set a 1. Nel quarto parziale, Murray moltiplica i gratuiti. Dall’altra parte della rete, il parigino rimette proprio tutto, chiudendo i punti lunghi con missili mostruosi. Ci ripassiamo dunque la biografia dello stravangante Monsieur Monfils. Eccolo nuovamente nelle spoglie di Mohammed Ali, soldato creolo dal cuore keniano, tutti quei personaggi in cui si era già immedesimato per vivere delle epopee.

Questa edizione 2014 si preannuncia la più bella. 2 set pari! Sono le 21 e 19 minuti. Murray, seduto, storce il naso con il supervisor che gli dice di continuare. “È ridicolo!” protesta adducendo tutti gli argomenti per convincersi. Perché è buio, perché è sfinito, perché il pubblico è accesissimo, perché è ovvio che con il poco tempo che resta a disposizione per giocare, Monfils prenderà il volo. Sulla quella scia, il francese conduce 15-30 sul servizio dello scozzese. Eppure, è finita.

In un attimo, il francese si scioglie. Farà solo 5 punti in un set che durerà 24 minuti e in cui viene fulminato. Non credo sia necessario capire. Monfils era all’apice e ha rovinato tutto. È stato magnifico e patetico. Ha creato una nuova saga della sua folle vita di strano campione.

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