Archiviata nel migliore dei modi la prima partecipazione della carriera al Roland Garros, con il terzo turno (perso in tre set da Djokovic) che lo proietterà presumibilmente intorno alla posizione 68 in classifica, Thanasi Kokkinakis non ha nessuna intenzione di adagiarsi sugli ottimi risultati degli ultimi mesi ma guarda già oltre: il prossimo obiettivo è la stagione sull’erba e soprattutto Wimbledon dove, giocando un buon torneo, l’australiano potrebbe toccare per la prima volta la top 50 della classifica, un traguardo impensabile per un ragazzo che a gennaio si trovava ben oltre le seicentesima posizione mondiale.

A differenza dei connazionali Tomic e Kyrgios che hanno già dimostrato di trovarsi perfettamente a proprio agio su questa superficie e soprattutto a Wimbledon, dove entrambi hanno già raggiunto i quarti di finale (rispettivamente nel 2011 e nel 2014) il diciannovenne di Adelaide, per sua stessa ammissione, negli ultimi anni non ha frequentato molto questi campi che rischiano quindi di rallentare la sua rincorsa in classifica.

In occasione dell’esordio all’All England Club, Thanasi avrà però dalla sua tutta l’esperienza di Lleyton Hewitt: l’ex numero 1 del mondo e vincitore del torneo nel 2002, nonostante la classifica oramai tutt’altro che esaltante (numero 108), rimane uno dei maggiori specialisti in circolazione su questa superficie (128 partite vinte e 8 titoli conquistati su 10 finali) e ha dichiarato di voler aiutare Kokkinakis a gestire il passaggio dalla terra all’erba, scegliendolo come compagno per affrontare il torneo di doppio nella sua diciassettesima e ultima partecipazione a Londra.

Se da un lato può essere semplicemente un test formante in vista della Coppa Davis di luglio (Australia contro Kazakhistan a Darwin) a cui Hewitt tiene particolarmente, esiste però un dato piuttosto curioso a riguardo: l’unica volta che Rusty giocò il doppio ai Championships insieme ad un rookie, lo fece nel 1999 insieme ad un certo Roger Federer, all’epoca non ancora tra i primi 100 giocatori del mondo: si tratta soltanto di una coincidenza?

Francesco Foschini