Era tutto pronto per la finale Wawrinka-Djokovic ma guai a sottovalutare il cuore di Andy Murray

Editoriali del Direttore

Era tutto pronto per la finale Wawrinka-Djokovic ma guai a sottovalutare il cuore di Andy Murray

Lo scozzese sembrava spacciato, ma ha avuto un colpo di coda. Oppure è stato Djokovic, un po’ presuntuoso in alcune circostanze, a dargli una mano? Murray gliela ha restituita però quando si è fatto riprendere il break del quarto set

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Il pranzo per la miglior finale possibile, quella fra Stan Wawrinka e Novak Djokovic – almeno facendo riferimento agli ultimi sei asperrimi duelli di cui 4 conclusi al quinto set – sembrava già apparecchiato.

I nostri colleghi francesi, assorbita la delusione per le 17 pallebreak mancate da Jo Wilfried Tsonga che li aveva illusi soprattutto quando aveva dominato il tiebreak del secondo set per 7-1 su Stan the Man nella prima semifinale, avevano già preparato i titoli per una finale che se non l’erede franco-africano di Yannick Noah avrebbe comunque laureato un nuovo campione del Roland Garros alla sua undicesima partecipazione a questo torneo. E ciò sia che sull’albo d’oro domenica sera iscrivesse il proprio nome Stan Wawrinka oppure Novak Djokovic. Curiosamente si era “scoperto” che anche Roger Federer e Andre Agassi avevano vinto il loro primo ed unico Roland Garros al loro undicesimo tentativo. Buffo no?

Corsi e ricorsi storici che avrebbero rallegrato Gian Battista Vico. E che avrebbe potuto apparire come un buon presagio anche per Lucie Safarova che, per l’appunto, giocherà contro Serena Williams (e il pronostico, ci ha perso 8 volte su 8!, nonostante la presunta influenza che ha denunciato l’americana, oggi rimasta in assoluto riposo) la sua prima finale di Slam proprio all’undicesima presenza a Porte d’Auteuil.

Ma nessuno aveva evidentemente fatto i conti con l’irriducibile “BraveHeart” Murray che non ha voluto saperne di arrendersi all’apparentemente invincibile Novak Djokovic neppure dopo aver perso i primi due set. E neppure dopo che – annullate due pallebreak che assomigliavano a due…minimatchpoint sul 2-3 – si era ritrovato sul 5 pari senza aver conquistato fin lì neppure lo straccio di una pallabreak.

Un campione con minor orgoglio dello scozzese avrebbe già sognato la doccia. Ma non esiste un campione che non abbia orgoglio.

Così Murray, pur fra mille soliloqui, e cento imprecazioni, ha continuato a lottare come se nulla fosse perduto. E su quel 5 pari ha fatto almeno due miracoli. Un recupero pazzesco con un passante giocato con le spalle alla rete dopo essere stato scavalcato da un lob di Djokovic, un dritto bellissimo e fulminante. Magari Novak penserà di essersi concesso una involontaria piccola pausa di concentrazione, lui che a se stesso non perdona mai neppure il più piccolo errore -fino a quel momento era stato assolutamente impeccabile, direi perfetto – ma in realtà lì è stato proprio bravo, determinato ed efficace lo scozzese.

Che sulla scia di quel break non si è limitato a vincere il terzo set, ma è scattato in avanti anche nel quarto, con un nuovo promettente break nel terzo game a un Djokovic che per la prima volta dopo tanti mesi appariva frastornato, gli occhi spenti, la bocca aperta come se gli mancasse l’ossigeno.

Lì Murray – incoraggiato oltre ogni dire dalla folla parigina (mai visti prima 15.000 francesi sostenere così tanto un suddito del Regno Unito: alcuni volevano che il match si prolungasse, certo, però Murray è stato sostenuto quasi come Tsonga dal terzo set in poi) avrebbe potuto prodursi nello scatto decisivo verso il quinto set, a quel punto davvero assai probabile. Invece ha compromesso quella chance giocando un pessimo game e consentendo a Djokovic di tornare in corsa, di conquistare il 2 pari.

Poi, lo sapete, quella pioggia che era stata annunciata fin da ieri notte e che stamani alle 6.30 – soffrendo ahimè di insonnia – avevo anticipato in un mio tweet dopo aver consultato il meteo sul web, ha spinto l’arbitro Pascal Maria a… mandare tutti a casa anzitempo, sul 3 pari, “perchè è in arrivo un temporale”.

Sul 3 pari Novak Djokovic torna, alle 13, da favorito, anche se con qualche sicurezza in meno rispetto a stamani. Indubbiamente dal 5 pari in poi è sembrato più vulnerabile. La pioggia lo ha forse salvato dalla perdita del quarto set. Ma il quinto non si sarebbe comunque giocato stasera. Perchè le tenebre incombevano e già concludere il quarto set sarebbe stato tutt’altro che sicuro.

Domenica Stan Wawrinka potrebbe togliersi la soddisfazione di vincere il secondo Slam e di eguagliare quelli vinti dal suo amico e idolo Roger Federer a Parigi, cioè uno. Ma al momento tutto è ancora in alto mare.

Per Wawrinka, l’anno scorso qui eliminato al primo turno da Garcia Lopez ma 12 anni fa campione nel torneo junior (“l’unico torneo junior che giocai! Ricordo il mio primo match sul campo 7: persi il primo set, ero il favorito e mi dicevo…che non dovevo perdere al primo turno”), naturalmente una grandissima soddisfazione. “So che se gioco bene posso battere qualunque giocatore”.

Quando gli ho chiesto se, avendo lottato per 4 volte negli sei incontri fino al quinto set su quale superfice avrebbe preferito affrontare eventualmente Djokovic (che in quel momento dell’intervista aveva vinto e dominato i primi due set) lui mi aveva risposto: “Prima di batterelo su un campo duro, sì, avrei scelto la terra rossa...ora penso che lui sia un tennista straordinario su qualsiasi superficie”.

Il pubblico francese lo ha anche fischiato, ma lui non se l’è presa troppo: “Mi aveva fischiato di più quando ho giocato contro Simon…ho l’impressione che quanto accadde in Coppa Davis nella finale e quello che avevo detto …forse avevo detto qualcosa di troppo. Ma non volevo far del male a nessuno. Scherzavo…cose dette qualche mese prima della finale…ma la gente non dimentica. Però non ho mai avuto mezzo problema con Jo, né con gli altri tennisti francesi. Ci siamo allenati tante volte insieme, sono contento perchè lui ha vinto queste belle partite qua e sono il primo a essere dispiaciuto che lui non abbia vinto oggi anche se naturalmente sono contento per me”.

Per questo sabato la temperatura prevista è 10 gradi in meno di oggi, quindi sui 22 gradi, ma ci dovrebbe essere sole tutto il giorno. Si ricomincia alle 13, e poi alle 15 la finale del singolare femminile Serena Williams-Lucie Safarova.

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