Il Bagel delle finali – il Rolando Furioso

Tennis da ridere

Il Bagel delle finali – il Rolando Furioso

S’infrange di nuovo a un passo dalla metà il sogno parigino di Novak Djokovic, che si è trovato di fronte un Wawrinka in grande spolvero

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Si è chiuso il Roland Garros, edizione 2015, con le due finali giocate nel weekend. Cominciamo, per essere gentiluomini, dalle donne: la Williams ha battuto la Safarova in 3 set.

Passiamo ora alla finale maschile ben più entusiasmante. Novak Djokovic e Stan Wawrinka si trovano di fronte per l’ennesima volta. Le ultime epiche battaglie, giocate sempre sul cemento, sono finite tutte al quinto set. Sugli spalti c’è gran fremito, il serbo non può mancare l’appuntamento con la storia. In tribuna per l’evento c’è anche Bjorn Borg, lo svedese di ghiaccio, scongelato per l’occasione.

I due tennisti in campo sono famosi anche ai tifosi per il loro interesse nell’alimentazione, avendo coniato ognuno una dieta con il proprio nome. Sulla “Dieta Djokovic” il serbo ha anche scritto un libro, che Wawrinka ha definito ottimo, soprattutto con un po’ di ketchup sopra.

Si parte col primo set, il serbo lo porta a casa col solito break chirurgico al settimo game. Questa volta Djokovic pare essere vicino a coronare il suo sogno, quand’ecco che lo svizzero diventa Wowrinka. Il serbo fa sempre più fatica a tenere i servizi e al decimo game Stan azzecca quattro punti consecutivi da antologia, break e un set pari, con Nole che furioso spacca una racchetta.

Anche le condizioni meteo non supportano il numero uno del mondo: c’è afa a Parigi, e forse anche in Canada perché qualche spettatore vicino al campo giura di aver sentito Djokovic dire “Afa a Vancouver”, o qualcosa di simile, al cambio di campo.

Il terzo set comincia dove era finito il secondo, con Stan che bombarda a destra e a manca e Nole che le prova tutte a variare gioco senza successo. L’impressione è che Wawrinka oggi sia battibile solo da Chuck Norris o Serena Williams. Nel tennis di Nole si aprono delle crepe, Stan ci mette la nutella dentro e se le mangia: break a metà del set con rovescio attorno al paletto. E’ tennis-champagne e Djokovic se lo prende sul naso. 2-1 Wawrinka e serbo a un passo dal baratro.

Bolsis Becker dal box prova a ridiscutere la tattica con il suo delfino. Le istruzioni erano chiare: “Contenere nei primi due set e affondare nel terzo”, ma comincia a intuire che Nole abbia mal interpretato semanticamente la frase. Marian Vajda prova l’ultima estrema tattica per deconcentrare l’avversario e in tribuna appare Mirka Vavrinec.

La strategia sembra dare i suoi effetti, Stan gioca un game povero in battuta a inizio del quarto e si trova sotto 3-0. Ma è solo un fuoco di paglia, lo svizzero oggi è in giornata di grazia: recupera il break e ne ottiene un altro al nono che lo manda a servire per il championship. Dopo oltre tre ore di battaglia è Wawrinka ad alzare la coppa dei moschettieri.

Giungono a valanga i twitter di congratulazioni “Grande Stan, Swiss Power! @RogerF”, “Il mio degno erede su clay @RafaN” “Ti aspetto in camera vestita da Biancaneve @DonnaV” “Grande Stan che pareggia i conti sarà un gran terzo set. Ps: non male Internet Explorer come browser @AndyM”.

Toccante la cerimonia di premiazione, con il pubblico che tributa un lungo applauso a Djokovic e lui che ricambia con le lacrime. Era il solo fab a non aver pianto dopo una sconfitta in finale, fino a ieri, ma oggi non ha potuto trattenersi, per la delusione di un traguardo una volta di più mancato, e per la mezza cipolla strofinata sul piatto dagli organizzatori prima della premiazione.

Si chiude così una grande edizione degli Open di Francia con una delle finali più belle della storia recente, vinta da un giocatore d’attacco come raramente si è visto a Parigi. Non è entusiasta però B. Oredom, presidente della BTA (Boring Tennis Association) “Sessanta vincenti in un match su terra sono un insulto alle caratteristiche di questa superficie. Per il gioco d’attacco c’è l’erba, e ce n’è fin troppa in stagione. La terra deve essere pesante, melmosa, un fluido non-newtoniano. Sono allo studio accorgimenti per riportare questo slam ai fasti delle stagioni passate. Cominceremo con l’alzare la rete di un paio di metri”.

Gran successo anche in tv: la finale su Eurosport ha fatto registrare 294.000 spettatori medi, più un qualche centinaio un po’ più intelligente. Si chiude così anche la nostra rubrica e vi diamo appuntamento a Wimbledon, chiudendo dando il giusto credito al Grande Capo SemiNole e alla sua profezia di due giorni fa.

“Ningun mai lo sconfisse in slam finale

Ningun puote domar lo Stanimale”

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