Justine Albert: “Il campionato del mondo a squadre? Una missione quasi impossibile”

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Justine Albert: “Il campionato del mondo a squadre? Una missione quasi impossibile”

In un’ intervista Justine Albert, responsabile ITF di Coppa Davis e Federation Cup, dichiara di ritenere molto difficile l’organizzazione di un campionato mondiale a squadre di tennis sulla falsariga dei mondiali di calcio, come richiesto da molti giocatori. E che il calendario di Coppa Davis di cui oggi i giocatori si lamentano è quello che avevano chiesto loro solo qualche anno fa

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Sicuramente l’idea ha il suo fascino: un campionato del mondo a squadre di tennis organizzato come i mondiali di calcio, ma su base annuale invece che quadriennale. Un mese all’anno i miglior giocatori del mondo – e il pensiero correre ovviamente subito ai “Fab Four” Djokovic, Federer, Nadal e Murray – tutti riuniti in un unico luogo a sfidarsi in rappresentanza dei rispettivi Paesi.

Questo è quello che propongo da diverso tempo molti giocatori, a partire proprio dai “Fab Four”. Se ci siano delle reali possibilità di realizzare un evento del genere, e soprattutto quale sia l’opinione in merito dell’ITF, la Federazione Internazionale di Tennis, che organizza le due massime manifestazione tennistiche a squadre, la Coppa Davis e la Federation Cup, il quotidiano belgradese “Vecernje Novosti” lo ha chiesto direttamente all’ITF, nella persona di Justine Albert.

Per iniziare, può dirci il suo ruolo all’interno dell’ITF?

“Sono responsabile della Coppa Davis e della Federation Cup: mi occupo dei diversi ambiti organizzativi della manifestazione, da quello sportivo fino al marketing. In poche parole, il mio lavoro è quello di assicurare che tutto proceda “senza intoppi”.”

Veniamo ora al punto: quali sono le possibilità che venga cambiato il “format” della Coppa Davis, facendolo diventare simile a quello della Coppa del Mondo di calcio?

L’ITF è sempre aperta a nuove idee e all’innovazione, per trovare modi affinché entrambe le manifestazioni continuino ad essere importanti per il tennis mondiale. Ma organizzarli come il campionato del mondo di calcio è molto difficile, in primo luogo a causa del calendario delle competizioni. Non dico che è impossibile, ma è molto difficile.”

Ma è proprio a causa del calendario che i migliori giocatori si lamentano dell’attuale programmazione delle manifestazioni a squadre.

“È interessante osservare che sono stati gli stessi giocatori a chiederci solo pochi anni fa di programmare gli incontri delle manifestazioni a squadre nei weekend successivi alla conclusione dei tornei del Grande Slam. Ora si lamentano, anche se abbiamo fatto quello che avevano chiesto.

Qual è la sua opinione in proposito?

“Ci sono aspetti positivi e negativi . Ci sono molte cose da tenere in considerazione, soprattutto l’atmosfera unica che si genera nelle partite della Coppa Davis. Come quella che c’era a Belgrado nel 2010, quando la Serbia ha vinto il titolo: è difficile ricreare un’atmosfera simile in un campo neutro. Allo stesso tempo, sarebbe un grande vantaggio economico per il paese ospitante, dato il grande afflusso di pubblico che una manifestazione simile garantirebbe. Ma la Coppa Davis è anche un supporto alle federazioni nazionali nella diffusione del tennis, dato che con i ricavi dei match casalinghi consente il finanziamento di programmi di formazione, quindi da questo punto di vista rappresenterebbe invece una perdita. Sono due facce della stessa medaglia.”

Una delle innovazioni proposte dai selezionatori delle squadre nazionali, a partire dal capitano serbo Bogdan Obradovic, è quella di consentire di schierare cinque giocatori per squadra. In particolare, questo ulteriore giocatore, che potrebbe essere un junior, potrebbe entrare in campo a risultato acquisito. È fattibile?

“Si è parlato di questo diverse volte in varie riunioni. L’idea è veramente buona, ma anche in questo caso bisogna considerare vari aspetti. Per alcuni paesi sarebbe un notevole costo aggiuntivo, in quanto dovrebbero sostenere le spese anche per un quinto giocatore. Tutti i paesi dovrebbero avere giocatori juniores di un certo livello, perché allora non sarebbe giusto, soprattutto per i tifosi che si troverebbero ad assistere ad un match non equilibrato.”

Ma anche adesso assistono a incontri del tutto squilibrati: citando solo le ultime sfide della Serbia, Djokovic a Kraljevo ha giocato contro Delic, che era n. 195 ATP, mentre Ana Ivanovic a Novi Sad ha incontrato la Gonzalez Montserrat, che era la 275esima giocatrice mondiale

“Ha ragione, ma nelle riunioni che abbiamo avuto non tutti i paesi erano d’accordo, perché non tutti hanno dei validi giocatori junior da schierare in questi incontri. E dobbiamo anche garantire gli spettatori, che pagano per vedere una partita interessante, non un’esibizione.”

E ora, quando una squadra è già in vantaggio 3-0, i tifosi non guardano di fatto una esibizione?

“Sì, ma vogliamo che vengano garantiti gli standard di un match Coppa Davis e che rimanga una determinata impostazione di questa manifestazione. Non sto dicendo che non ne parleremo più, ma ci sono alcuni ostacoli da superare.”

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