Roger Federer: "Sono entusiasta della vittoria di Wawrinka contro Djokovic"

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Roger Federer: “Sono entusiasta della vittoria di Wawrinka contro Djokovic”

Un Roger Federer sempre molto disponibile si è raccontato in una lunga intervista, toccando sia argomenti tennistici, come la felicità per la vittoria di Wawrinka al Roland Garros, che i suoi impegni extra-campo, tra cui il lavoro della sua fondazione in favore dei bambini meno fortunati del Malawi

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Roger Federer attraverso una profonda intervista, rilasciata in Svizzera al quotidiano Berner Zeitung, ha toccato molti argomenti riguardanti il mondo del tennis ed i suoi impegni extra-campo.

 

La prima parte dell’intervista ha riguardato la finale del Roland Garros vinta dal suo amico Stan Wawrinka, con Federer che ha espresso tutta la sua felicità per la vittoria, fugando così ancora una volta, ogni dubbio sul loro rapporto: “Ero allo stadio a vedere il Basilea contro il Sion quando Stan ha perso il primo set. A quel punto, ho pensato che Novak avrebbe vinto la partita, ma poi sono tornato a casa e Stan è riuscito a vincere e non potete capire come ero contento. Dopo il match point, mi sono alzato dal divano e ho alzato le braccia verso il cielo, sembrava quasi che avessi vinto io il titolo. E’ stato meraviglioso il modo in cui ha giocato, sembrava quasi un sogno.”

Successivamente il campione di Basilea, ha ripreso il tema dei social già affrontato in passato, collegandolo anche alle invasioni di campo avute durante il Roland Garros, alla cui base c’era soprattutto il desiderio dei suoi fan di scambiare selfie ed autografi con il proprio beniamino.

“Non mi lamento. Sono un personaggio pubblico. Qualche volta amo stare in mezzo alla gente, altre volte invece preferisco starmene con la mia famiglia ma non hai scelta. Una cosa è chiara: con gli smartphones la privacy ormai non esiste più. Io vivo in maniera molto normale soprattutto in Svizzera o a Dubai, tutto è più difficile nelle grandi città ma fortunatamente le persone mi rispettano e sono molto simpatiche.”

“Il problema non è stato il bambino che è entrato in campo a farsi una foto perchè ho subito capito che non era una situazione pericolosa. Il problema è stato il giorno prima quando, durante l’allenamento, 20 bambini hanno fatto invasione di campo. Ho voluto richiamare l’attenzione perchè a me non è successo niente ma a qualcun altro poteva accadere qualcosa di grave.”

 

L’ultimo argomento affrontato, forse è il più importante, in quanto trattasi dell’impegno di Federer e della sua fondazione nell’aiuto e nella tutela dei bambini meno fortunati:Farò un viaggio in Malawi per vedere i progressi fatti dalla mia Fondazione. L’obiettivo è quello di aiutare un milione di bambini entro il 2018. Avevo 20 anni quando per la prima volta che ho visto questi bambini, ho deciso invece di fare vedere delle foto alle mie figlie per fargli capire che ci sono persone meno fortunate rispetto a noi”.

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