Wimbledon, la solita giornata di Mister Kyrgios

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Wimbledon, la solita giornata di Mister Kyrgios

La giornata di oggi di Wimbledon è stata arricchita dallo show di Nick Kyrgios che ha digerito maluccio la sconfitta contro Gasquet. Ma l’australiano è un fuoriclasse, non sarà il carattere a rovinarlo

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Forse si tende a dimenticare troppo spesso che Nick Kyrgios è una ragazzo che ha pochi anni, perché, come diceva quello, “ventanni sembran pochi“. E il giovane australiano sembra faccia fatica a imbrigliare un carattere che difficilmente cambierà di molto. Ogni tanto tutto viene circoscritto al campo di gioco ma ogni tanto, è il caso di oggi, Nick proprio non ce la fa. Troppo pressioni, troppe aspettative, forse troppa fiducia. E così magari rimai sorpreso di trovarti di fronte un tipo che per quanto sia diventato un facile bersaglio di molta critica, rimane un tennista dall’enorme talento. E i talentuosi, come Richard Gasquet, se trovano motivazioni, giornata, e voglia giusta sono in grado di farti davvero molto male. Se poi si ricordano com’è andata l’anno prima quando gli avevano annullato qualcosa come 9 match point, beh… c’è il rischio che siano anche concentrati. E allora c’è poco da fare, puoi solo cominciare a sbuffare, a lamentarti col tuo angolo, a pensare – e dire a voce alta – “che differenza fa se cambio gioco?“.

In una sola partita Kyrgios ha evitato di giocare un game (il secondo del secondo set, dopo aver subito il break in apertura); ha abbracciato un raccattapalle; ha subito un’ammonizione e ha applaudito platealmente il giudice di sedia reo di non comprendere la sua frustrazione del momento; ha sentito i “booh del pubblico” (ma Wimbledon sta diventando davvero infrequentabile) che si trasformavano in ovazioni; ha trasformato la conferenza stampa in una specie di post match, costringendo il moderatore – in genere un severo addetto stampa che si guarda bene dall’intervenire – a calmare i giornalisti che chiedevano conto e ragione di quello strano game del secondo set; e più in generale in uno show in cui si è parlato di calzini, di cattivi ragazzi e di quanto si sente incompreso.

Praticamente in un pomeriggio ha mostrato più emozioni di quanto Seppi o Borg ne abbiano mai mostrate in intere carriere. Non senza un certo umorismo, come quando spazientito ha detto al giornalista che continuava a chiedere perché non ha risposto al servizio di Gasquet in quel secondo game “perché non prendi una racchetta e ci provi tu a ripondere al servizio di Gasquet?” 

Il ragazzo rimane il talento pù cristallino della nuova generazione, ed è verosimile che il suo cattivo carattere farà discutere per  molti anni a venire. Si sprecheranno le supposizioni, come prima di lui è successo per gente come Connors, McEnroe, Agassi e molti altri: farà bene al suo tennis esternare in modo così palese, in campo e fuori, le proprie emozioni o raggiungerebbe risultati migliori? Come nei casi precedenti, siamo destinati a non saperlo. Quello che sappiamo è che i nomi citati una traccia nella storia del tennis l’hanno lasciata. La troverà anche Kyrgios quella traccia, auguriamogli che possa farlo prima che “gli presentino i suoi 50 anni”.

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