Pospisil, n.56 Atp, nei quarti, che rabbia Fognini! Clerici pone dubbi alla Fit: soldi alla tv o ai giovani? Da Ubaldo tante risposte a tanti lettori

Editoriali del Direttore

Pospisil, n.56 Atp, nei quarti, che rabbia Fognini! Clerici pone dubbi alla Fit: soldi alla tv o ai giovani? Da Ubaldo tante risposte a tanti lettori

Il canadese ha infilato il corridoio di Fabio Fognini. Che opportunità mancata! Gianni Clerici, su Repubblica, ricorda la priorità economica che la Fit ha riservato a Supertennis anzichè agli junior

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Sulla seconda consecutiva assenza di tennisti italiani nella seconda settimana di Wimbledon – la dodicesima negli ultimi vent’anni! E meno male che le donne ci hanno un po’ salvato, perché gli uomini in seconda settimana sono stati soltanto Sanguinetti, Pozzi e Seppi, 3 nell’ultimo ventennio alla faccia dei millantati straordinari successi del movimento tennistico italiano in 20 anni! – Gianni Clerici ha scritto e pubblicato su Repubblica queste righe di cui vi consiglio l’istruttiva lettura:

Devo maggior fortuna al passaggio di due appassionati italiani davanti al mio giardinetto, e al loro inatteso saluto: ‘Avevamo trovato due biglietti, nella speranza di vedere uno dei nostri, magari la Errani o Fognini. Ma ho paura che dovremo accontentarci di un doppio femminile rappezzato. Ma si è accorto, Clerici, dell’età dei nostri eroi? Si è accorto che sono tutti sulla trentina, tra maschi e femmine?’.

Sono ritornato in casa a verificare: i sei maschi presenti al torneo hanno una media di 32,2 anni, mentre le sei femmine di 30. Mi è allora venuto in mente un progetto di lavoro di Riccardo Piatti, quando ancora lavorava per la Federazione, e del Dr. Francesco Parra. Un progetto che fu disatteso, destinando i capitali ad un pur ammirevole canale televisivo gratuito, Supertennis, che ha certamente fatto pubblicità al nostro sport, ben più che le tv a pagamento. E mi son domandato: è stato un bene destinare simili fondi alla pubblicità, o sarebbe stato meglio investirli nel movimento giovanile? Mi pare giusto che prenda qualche informazione al riguardo, non meno frustrato dei due turisti che non vedranno più un italiano nei singolari della seconda settimana.”

Ipse dixit, Gianni Clerici.

Chissà che anche a qualche altro mio valente collega non venga, prima o poi, lo stesso dubbio. I lettori più assidui di Ubitennis sanno bene come io la pensi al riguardo. Gianni Clerici che ha visto crescere Riccardo Piatti nella sua Como, prima come tennista e poi come allenatore fin dai tempi di Furlan e Caratti, ha sempre goduto delle confidenze del tecnico comacino che dopo un breve periodo da consulente federale ha poi preferito dedicarsi a giocatori stranieri (Ljubicic prima, poi anche Djokovic, quindi Raonic), per nulla entusiasta delle progettazioni federali. Come tanti altri. Alberto Castellani (Arazi, Alami, Voinea, Karlovic, Bastl, Dzumhur), Stefano Baraldo (Diyas), Claudio Pistolesi (Smashnova, Soderling, dopo l’infausta conclusione del suo rapporto con Bolelli), Davide Sanguinetti (G Soeda), tutti hanno preferito non avere a che fare con la nostra dirigenza.

Clerici, per i suoi acciacchi – pochissimi in realtà se pensate che è vicino agli 85 anni – ha fatto spesso ricorso al professor Parra, alias Dottor Laser o Parracelso, e voglio proprio sperare che nemmeno Angelo Binaghi – cui sospetto possano non aver fatto piacere le righe dello Scriba che riecheggiano in soldoni quanto vado scrivendo da anni – si azzardi a mettere in dubbio quello che Clerici ha scritto, dopo essersi abbeverato a fonti certe e a lui stranote (Piatti e Parra).

Le prevedibili risposte di Binaghi (lo studio affidato, e pagato caramente, alla Bocconi, il centro di Tirrenia …da cui non è mai uscito nessuno!, le borse di studio per qualche giovane…) le conosco già.

Ripeterò all’infinito che non è sbagliato mettere soldi in una tv, sebbene nessuna altra federazione molto più ricca della nostra (quella francese, quella tedesca finanziata anche dagli arabi, quella americana, quella inglese) abbia mai pensato di farlo. E’ sbagliato però metterne una valanga, siano essi quattro e mezzo, cinque o sei milioni di euro l’anno con numeri sempre crescenti – siamo ormai a una ventina di milioni in pochi anni – quando per i giovani e per i coach che dovrebbero formarli poi i soldi mancano e se ne “investono” meno.

Se io vedessi juniors italiani che dominano le scene almeno mi tirerei su di morale, anche se il “caso Quinzi” dice che non bisogna comunque mai illudersi. Ma certo è che se i nostri escono regolarmente nei primi turni, ancor meno posso illudermi che le cose stiano per cambiare. E come ha scritto Clerici, al di là del dubbio che instilla sulla priorità degli investimenti che istituzionalmente una federazione dovrebbe fare, il vero problema è che i nostri tennisti e le nostre tenniste di punta (salvo Camila Giorgi che ha 24 anni e che è n.32 del mondo) sono mediamente over 30…e non hanno la souplesse di Roger Federer che vicino ai 34 anni ha perso pochissimo smalto. Due anni più giovane dei 30 anni abbiamo Fabio Fognini, 28 anni compiuti il 24 maggio. Ma possiamo ancora illudersi sul suo conto? E’ n.28 del mondo, ma rispetto allo scorso anno, quando magari si arrabbiava di più sul campo, sembra essersi calmato ma è sceso di 15 posti in classifica: era n.13.

Lui per primo sembra quasi essersi rassegnato ad un ruolo di comprimario, perché nei giorni scorsi quando gli si chiedeva alla vigilia del suo match con Pospisil rispondeva facendo lo spiritoso: “Certo lo batto, poi arrivo a Nadal vero, quindi…dopo chi c’è?” Dopo di che aggiungeva tipo disco rotto: “Tanto voi giornalisti scrivete quel che volete…”. Insomma, nessuno lo provocava, lui sosteneva di essere molto sereno e tranquillo, poi però stuzzicava di continuo come se qualcuno lo avesse provocato. Francamente questa volta – e ormai da mesi – nessuno lo aveva fatto, motivo per cui ci trovavamo tutti noi colleghi all’uscita dalla saletta delle conferenze stampa dicendosi l’un l’altro: “Mah, e perché continua a dire queste cose? Con chi ce l’ha?”.

Una domanda che, rivista oggi avrebbe acquistato ancora più senso, era: “A causa del forfait di David Ferrer questa sezione del tabellone può aprire interessanti prospettive…?”.

Come risposta solo battutine.

Stasera nel veder approdare a quarti di finale di Wimbledon un tennista che è n.56 del mondo come il canadese Pospisil, modesto tecnicamente al di là del servizio e che sarebbe assolutamente alla portata di un Fognini in buona giornata – non in giornata straordinaria eh, che allora sarebbe troppo facile dirlo – beh il rimpianto per quel che poteva essere e non è stato è doppio, triplo.

Purtroppo non credo che a 28 Fognini possa trasformarsi in un campione. Sa fare, con le braccia e con le gambe cose che molti tennisti non sanno fare con la racchetta in mano, ma purtroppo pretendere da lui continuità di risultati è pretendere troppo. Ci abbiamo creduto in tanti. Succederà certamente che ci regalerà ancora qualche exploit, magari Fabio vincerà anche qualche altro torneo se indovinerà altre settimane di grande vena e dove tutto gira per il verso giusto. Ma se quando si era avvicinato ai top-10 in molti avevamo pensato che ce la potesse fare, oggi credo che non ci creda più nemmeno lui. E questa è la peggior cosa. Quando è venuto in conferenza stampa dopo aver perso da Pospisil cui aveva regalato il primo break e il primo set (“Ero distratto…”) per dirci che tutto sommato era soddisfatto, beh mi sono cadute le braccia. Un giocatore che ha il suo tennis il suo talento dovrebbe essere letteralmente furibondo con se stesso, e tutt’altro che soddisfatto, se perde da un tennista come Pospisil che ha un tennis decisamente inferiore al suo e soprattutto con la prospettiva di poter incontrare un Ward n.111 del mondo al terzo turno e un Troicki in ottavi.

Un’incredibile occasione perduta, parliamoci chiaro, per eguagliare Sanguinetti e Panatta. Poi, se Fabio preferisce, possiamo anche scherzarci su. E dire che nessun avversario è facile, nessun match è scontato, la pall è rotonda e le solite amenità. Ma l’occasione perduta resta.

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