Interviste
Wimbledon interviste, Muguruza: “Vinco grazie alla mia faccia da poker”
Wimbledon, semifinali. G. Muguruza b. A. Radwanska 6-2 3-6 6-3
L’intervista del dopo partita a Garbine Muguruza

Cosa significa per te essere in finale?
Significa tanto. Ho lavorato tutta la vita per raggiungere una finale del grande slam. È come un sogno, un regalo dopo un duro lavoro.
Hai spedito un messaggio a Conchita Martinez (vincitrice di Wimbledon 1994 ndr), puoi parlarcene?
Ridevamo all’inizio del torneo, perché io mi sentivo poco sicura nell’erba. Così ogni giorno lei mi scriveva “stai giocando bene, C’mon!” o cose tipo “stai facendo grandi cose”.
Ti ha dato qualche consiglio per la finale?
Beh, non ho ancora visto il telefono, sicuramente mi ha scritto qualcosa
Sei sorpresa di come hai giocato bene sull’erba?
Si, sono sorpresa, perché i due tornei di preparazione non erano andati bene. Essere qui in finale è fantastico.
È la tua migliore prestazione su erba, hai superato quella di due anni fa a ‘s-Hertogenbosch di due anni fa. In che modo sono cambiate le cose in questo periodo?
Sono una giocatrice ora (ride). Sono cresciuta molto dal punto di vista mentale. Sono più forte. Anche tecnicamente sono migliorata molto. In due anni puoi migliorare un sacco di cose, ho imparato a giocare sull’erba meglio di prima.
Parlando di forza mentale, nel secondo set l’inerzia della partita sembrava si stesse spostando. Però sei riuscita a riportarla verso di te. Puoi descriverci come hai fatto a mantenere la calma?
Stavo giocando bene, ero 6-1 3-1 mi pare. Ho pensato che solo io potevo perdere la partita. Credo che lei stesse aspettando questo momento. Ha giocato benissimo, ha lottato e vinto il secondos et. Mi sono detta “stai calma, stai giocando contro Agnieszka, è un match duro”. Nel terzo set sono tornata aggressiva, ho sconfitto la paura e vinto il match.
L’anno scorso, dopo aver vinto contro Serena, qualcuno ti chiese se eri più famosa in Spagna o in Venezuela e tu rispondesti “non sono per niente famosa”. Ti rifaccio la domanda, dove sei più conosciuta?
Non lo so. Non so se in Venezuela la gente mi segue, non abito lì.
Potresti dirci qualcosa di Serena?
Penso che che sia la miglior finale che si possa giocare. Avere Serena in finale a Wimbledon è il match più duro che tu possa avere. Però se voglio vincere uno Slam voglio avere Serena in finale. Lei è una delle giocatrici migliori di questi anni, è la miglior sfida che si possa avere.
Cosa la rende così forte secondo te?
Lei sa fare benissimo tante cose. È forte, ha una buona forza mentale, è potente, in fiducia. Sono tante le cose che fanno di lei una grande giocatrice.
Dove sono i tuoi genitori? Dirai loro di restare lontani sabato?
Credo mi abbiano guardato, non so se in tv o al computer. Mi hanno cheisto due giorni fa di venire e ho detto di no. Non voglio cambiare niente. Mi lavo i denti sempre allos tesso modo, scendo dal letto con la stessa gamba…
Sono a Barcellona?
Si
Puoi dirci qualcosa di te che non riguarda il tennis? Ti piace il calcio? Cucinare?
Mi piace cucinare cose dolci, con lo zucchero, senza sale. Qui ho cucinato qualche dolce, so che non è una buona idea ma è come passo il tempo.
Hai molto parlato della tua “faccia da poker”. Perché ti pare così importante?
Penso che devi rimanere calmo perché il tuo avversario ti guarda, capisce come ti senti, cerca di cogliere le tue debolezze. È importante essere forte, calmi. Soprattutto perché è la mia prima volta qui e non ho tanta esperienza di questo tipo di match.
Hai molte sfide davanti. Sanchez e Martinez hanno vinto molto, i top player maschili stanno invecchiando. Pensi di essere in grado di sostituire questi grandi giocatori che sono alla fine della loro carriera mentre tu sei all’inizio?
È davvero dura, gli uomini hanno fatto delle cose incredibili, in Spagna si parla di “Gold years” del tennis spagnolo. Io sto facendo bene ma c’è anche Carla (Suarez Navarro ndr) che è top10.
Tornando al match contro Aga, quando la partita è cambiata tu avevi un buon piano B?
Cerco sempre di stare focalizzata sul mio gioco perché è quelloc eh so fare meglio. Questo è quello che mi ha portato alla vittoria. Ma è vero che questo tipo di giocatrici, come Aga, giocano slice, dropshots, lobs e quindi devi stare molto concentrata sul tuo piano.
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Roland Garros, Musetti: “La partita del 2021 contro Djokovic è stata memorabile e formativo” [VIDEO]
“Vincere contro un n°1 del mondo era mio un obiettivo” ha dichiarato Musetti. Sullo Slam parigino: “Ho chance per andare avanti”

Con il Roland Garros alle porte, Lorenzo Musetti è uno dei cinque italiani pronti a fare il loro esordio nel day 1 dello Slam parigino. Prima di concentrarsi sul suo match di primo turno contro Mikael Ymer, il n°18 del mondo ha concesso una breve intervista ad Eurosport, parlando principalmente di due partite contro Djokovic che hanno segnato in modo particolare la sua carriera.
“Il match del 2021 contro Djokovic è stato memorabile e formativo per la mia carriera, anche se ho perso” – ha esordito Lorenzo, che aveva vinto i primi due splendidi tie-break di quell’incontro salvo poi cedere di schianto. “Mi ha permesso di crederci e di avere una motivazione in più per poi finalmente riuscire a batterlo quest’anno“.
A Montecarlo è certamente arrivata la vittoria più importante e prestigiosa della carriera di Musetti, la prima contro un n°1 del ranking. “Novak è uno dei migliori giocatori di tutti i tempi. Battere il n°1 al mondo era un obiettivo che avevo, ma raggiungerlo contro di lui era doppiamente difficile perché resta pur sempre Nole. Partite come quella mi servono molto per la mia crescita e per il mio percorso, che credo stia andando per il verso giusto“.
Fino a questo momento (escludendo la parentesi sudamericana) è stata una stagione su terra più che positiva per l’azzurro, fermato da Stefanos Tsitsipas tanto a Barcellona quanto a Roma: “Sto giocando bene sulla terra, specialmente nell’ultimo periodo. Credo di avere chance per andare avanti, mi sento bene fisicamente e questa è la cosa più importante. Giocare in Italia è sempre bello per un italiano, ma ho già avuto bellissime esperienze anche qua a Parigi, tanto al Roland Garros quanto a Parigi Bercy. Ho sempre avuto un tifo molto speciale, spero di conquistarmelo anche quest’anno“.
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Roland Garros, Rybakina: “Con Swiatek e Sabalenka due belle rivalità. Se sono al 100% posso battere chiunque”
“È bello vedere i tuoi progressi testimoniati anche dalla classifica” ha dichiarato la nuova n°4 del mondo e regina di Roma Elena Rybakina

“Fatico ad immaginare una vincitrice diversa da Swiatek, Rybakina o Sabalenka“ – ha detto il direttore Scanagatta presentando il tabellone femminile del Roland Garros. È molto difficile in questo momento avere un’opinione diversa, anche perché le nuove big3 del circuito femminile hanno praticamente monopolizzato i tornei più importanti del 2023, arrivando sempre almeno in finale in tutti i WTA1000/Slam finora disputati. Anche Iga Swiatek sembra sempre più convinta della formazione di un nuovo trio delle meraviglie: nel corso del media day parigino si è espressa anche una delle altre componenti, ossia Elena Rybakina. Dopo il successo agli Internazionali d’Italia, la kazaka è finita nuovamente nella metà di tabellone della n°1 del mondo. Di seguito alcune sue considerazioni in conferenza stampa.
D: Finalmente sei riuscita ad entrare in top5. Questo risultato ti porta più fiducia, pressione o entrambe le cose?
Elena Rybakina: “Non penso troppo al ranking, anche se chiaramente è bello vedere che i tuoi progressi sono testimoniati anche dalla classifica. Anche lo scorso anno però penso di aver giocato bene, anche se adesso sono più continua. Spero di continuare così”.
D: Il tuo gioco si adatta bene a tutte le superfici: quali aggiustamenti hai apportato per fare in modo di riuscire ad esprimerti al meglio anche sulla terra?
Elena Rybakina: “Sulla terra ho vinto il mio primo titolo WTA, quindi già sapevo di poter giocare bene su questa superficie. Ho solo bisogno di prepararmi in modo diverso e, forse, necessito di più tempo. Sono migliorata tanto fisicamente, ho giocato molto quest’anno. Indipendentemente dalla superficie percepisco molta fiducia, stiamo lavorando a tutto tondo e stiamo procedendo nella direzione giusta. So che se riesco a giocare al meglio delle mie possibilità – che è una cosa impossibile da fare ogni singola partita – posso battere chiunque su qualsiasi superficie“.
D: Hai battuto Serena Williams qui un paio di anni fa (6-3 7-5 nel 2021, ndr), che ricordi hai di quella partita?
Elena Rybakina: “È sempre bello ricordare di aver giocato contro Serena, allora raggiunsi i quarti di finale ed era il mio miglior risultato in uno Slam. Avevo raggiunto la seconda settimana e quel successo mi ha dato fiducia per potermi esprimere ancora meglio sul rosso”.
D: Che cosa ne pensi della situazione attuale del tennis femminile? Sembra che tu, Swiatek e Sabalenka siate riuscite a mettervi in posizione avanzata rispetto alle altre giocatrici. Senti di star sviluppando rivalità importanti con loro?
Elena Rybakina: “Onestamente io non ci penso molto, me ne rendo conto specialmente quando me lo fate notare e mi chiedete un’opinione a riguardo. Certamente abbiamo fatto tutte e tre molto bene fino ad ora, ma credo che ci siano state anche tante altre giocatrici che hanno avuto una buona continuità. L’anno è ancora lungo, dopo il Roland Garros ci saranno ancora altri due Slam: io mi auguro di continuare su questa strada. Per quanto riguarda le rivalità sì, per adesso direi di sì anche in base ai nostri risultati. Ci spingiamo a vicenda a dare il massimo”.
D: Quali sono i tuoi hobby quando non giochi a tennis?
Elena Rybakina: “Mi piace rilassarmi guardando qualche film. Per me la cosa più importante è passare del tempo con la famiglia e gli amici. Siamo sempre in viaggio e non li vedo così spesso, quindi ogni volta che ne ho l’occasione cerco di approfittarne”.
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Roland Garros, Medvedev: “Ho più aspettative del solito. Le condizioni sembrano più lente rispetto agli altri anni”
“A Roma ho giocato il miglior tennis su terra in carriera, ma se avessi incontrato Karatsev forse mi avrebbe battuto anche lì” ha dichiarato Medvedev

Manca sempre meno all’inizio del secondo Slam stagionale, con i giocatori che scaldano i motori in vista del Roland Garros, pronto a partire domenica 28 maggio alle ore 11. C’è ovviamente grande attesa per i favoriti, tra cui quest’anno non può non essere annoverato anche Daniil Medvedev, fresco di titolo agli Internazionali BNL d’Italia e che – parole sue – a Roma ha giocato il miglior tennis della carriera su terra battuta. Di seguito un estratto delle sue dichiarazioni nella conferenza stampa pre torneo.
D: Dopo aver vinto il tuo primo titolo sulla terra, senti che questa è forse la prima volta che arrivi al Roland Garros con reali possibilità di vincere il torneo?
Daniil Medvedev: “Non saprei rispondere, non vorrei mettermi troppa pressione. È ancora incredibile pensare a quanto successo a Roma, anche perché ho battuto tanti grandi giocatori come Zverev, Tsitsipas, Rune, Zapata Miralles e Ruusuvuori, che ha costretto Alcaraz al terzo set a Madrid. Sicuramente ho più aspettative del solito per quanto riguarda il Roland Garros, ma devo cercare di usare questa motivazione in modo positivo, senza il pericolo di diventare arrogante. Già al primo turno si può perdere”.
D: A Roma hai detto apertamente che ti sentivi molto bene già prima del torneo e poi lo hai vinto. Che sensazioni hai a Parigi? Di solito ti accorgi subito se sei in forma o no o questa sensazione può cambiare durante il torneo?
Daniil Medvedev: “Credo possa cambiare molto, il tennis è uno sport troppo mentale. A volte, parlando con alcuni amici del tour, hai la sensazione o la superstizione che quanto meglio giochi prima del torneo tanto peggio farai durante la gara, ma può benissimo accadere anche il contrario. Mi è già anche capitato, ad esempio di rompere una racchetta in allenamento e di impazzire totalmente. Non riesci a mettere una palla in campo e poi finisci per vincere il torneo. Per ora a Parigi mi sento bene, magari non meravigliosamente come a Roma, ma l’importante saranno le sensazioni all’esordio”.
D: Negli anni passati hai spiegato come il Roland Garros fosse il tuo torneo preferito visto che era un pochino più veloce rispetto agli altri campi. Che sensazioni hai quest’anno?
Daniil Medvedev: “Devo dire che i campi sono diversi da Roma, le palle sono più pesanti. Penso ci saranno molti più scambi rispetto agli altri anni. Non so stabilire con certezza se sono le palle o i campi, ma da cosa ho sentito dagli altri giocatori siamo tutti d’accordo nel dire che le condizioni sono molto più lente degli anni passati. L’unico aspetto negativo potrebbe riguardare le spalle e il gomito, molti giocatori hanno sofferto in Australia”.
D: Gli spogliatoi e l’area giocatori sono un po’ diversi quest’anno senza Rafael Nadal?
Daniil Medvedev: “Credo che il torneo in sé sia diverso dal solito. Gli spogliatoi sono strapieni visto che siamo ancora ai primi turni. In un certo senso il tennis ha una memoria molto corta, ognuno pensa principalmente al suo avversario, a che ora giocherà, su quale campo, ecc. Ma sicuramente qualcosa di diverso ci sarà. Non vedremo Nadal in TV, lo facevano sempre vedere perché giocava sul Centrale. Può esserci un vincitore nuovo senza di lui? Chi lo sa: con Rafa in gioco sicuramente le chance di tutti diminuivano“.
D: Quanto credi che il tuo successo sulla terra sia dovuto ad alcuni cambiamenti a livello mentale e quanto invece a miglioramenti da un punto di vista fisico?
Daniil Medvedev: “Non ho una risposta esatta. Mi piacerebbe dire che sono cambiato al 100% a livello mentale, ma non è così. Se mi sentissi come gli altri anni sulla terra sicuramente avrei regalato qualche altro commento divertente a Tennis TV (ricorderete il celebre ‘Non voglio giocare su questa superficie!‘ esclamato a Madrid 2021, ndr). Penso però che aver iniziato bene l’anno, escludendo la parentesi australiana, mi ha aiutato ad ottenere fiducia in me stesso e a spronarmi di più: ‘ok, non mi piace la terra, però cerchiamo di fare qualcosa di grande‘ – mi sono detto. Ho iniziato molto bene a Montecarlo, poi a Madrid ho trovato Karatsev che credo mi avrebbe potuto battere anche a Roma, dove ho giocato il mio miglior tennis di sempre sul rosso“.