Wimbledon
Wimbledon, fuori i secondi. Finalmente le semifinali
Grande attesa a Wimbledon per quella che promette di essere una specie di finale anticipata tra Roger Federer e Andy Murray. Novak Djokovic non sarà d’accordo ma prima deve liberarsi di un ostacolo inatteso: Richard Gasquet

Alla fine ci siamo arrivati. Il prologo è stato lungo, quasi estenuante, ma almeno dovremmo essere ricompensati da due semifinali che rischiano di essere indimenticabili. È vero che Gasquet sembra il più classico dei vasi di coccio tra terribili vasi di ferro, ma Wimbledon si è voluta regalare anche la favola del ritorno del talentuoso ragazzino che sembrava perduto, in preda a cattive compagnie e ormai predestinato a dissipare quel meraviglioso rovescio che ha fatto sospirare migliaia di appassionati. Ha deciso di tornare nel palcoscenico più prestigioso Richard, eliminando quello che un mese fa ha frustrato e letteralmente fatto piangere il numero 1 del mondo, l’invincibile Djokovic. E forse il francese starà imprecando contro la banale considerazione che la regola transitiva non esiste: se Wawrinka batte Nole e Gasquet batte Wawrinka non è per niente detto che Gasquet batterà Djokovic. Ma questo lo sapete quindi meglio passare a notizie meno conosciute.
Novak Djokovic e Richard Gasquet hanno giocato sin qui dodici partite. Il bilancio è impietoso, perché tranne nel lontano 2007, a Shanghai, il francese non ha non solo vinto, ma neanche fatto partita con il serbo. Basti dire che l’unica volta, dopo Shanghai, che Gasquet ha vinto un set è stato in un altro Round Robin, quello di Londra del 2013. Per il resto il francese è arrivato a vincere 5 game nello stesso set una sola volta, a Miami nel 2012. I due si sono incontrati solo due volte in una prova dello slam, entrambe a Parigi ed entrambe agli ottavi di finale. Risultato? 6 set a 0 per Djokovic che ha lasciato 10 game la prima volta, e soltanto 6 la seconda al rivale. Una consolazione Richard dovrebbe averla prima ancora di cominciare: difficile fare peggio. I due non hanno mai giocato contro sull’erba. L’ultima curiosità riguarda le condizioni di gioco. Gasquet ha giocato le sue migliori partite contro il serbo al chiuso. Se magari piovesse…
Le ultime 31 volte che Djokovic ha incontrato un francese ha sempre vinto, tranne a Toronto l’anno scorso, quando Tsonga infilò un filotto indimenticabile.
Dal punto di vista fisico i due dovebbero essere nelle stesse condizioni. Gasquet ha perso tre set e Djokovic soltanto due, ma il francese è stato in campo soltanto mezzora in più. Per Djokovic si tratta della sua semifinale numero 27. Ne ha vinte 16 – l’ultima a Parigi contro Murray – e ne ha perse 10 – l’ultima a New York contro Nishikori. L’ultimo campione uscente di Wimbledon che ha perso in semifinale è stato proprio Nole, che nel 2012 venne sconfitto abbastanza nettamente da Roger Federer. Gasquet dal canto suo, dopo aver battuto Roger Federer a Montecarlo nel 2005 non ha mai più sconfitto un numero 1 nei 14 tentativi successivi. È alla sua terza semifinale slam e non si può dire che sia stato fortunato negli incroci: Federer la prima volta (a Wimbledon nel 2007); Nadal la seconda (a New York nel 2013); e adesso Djokovic. Poteva andargli meglio. Prima di battere Wawrinka, l’unico top5 a perdere con Gasquet sull’erba era stato Andy Roddick.
Ma chiaramente gli occhi di tutti saranno puntati allo scontro tra titani del pomeriggio. Dopo Djokovic e Gasquet sarà la volta di Andy Murray e Roger Federer che si sono già affrontati 23 volte. Lo svizzero, che è avanti 12-11, ha fatto un torneo impeccabile, appena sporcato da una distrazione nel tiebreak del terzo set contro Groth. Il vecchietto di Basilea è apparso praticamente inscalfibile, ed è arrivato qui giocando meno di 470 minuti. Sono 94 minuti a partita di media, davvero ritmi da tennis femminile o da partite al meglio dei tre set, se preferite. Per quanto gli avversari affrontati non siano stati irresistibili il dato rimane impressionante.
Ha dovuto faticare un po’ di più Murray, che ha ceduto un set a Seppi e uno a Karlovic ma che non ha mai dato l’impressione di essere davvero in pericolo. Lo scozzese non sarà mai un dominatore come Federer ma la sensazione è che per batterlo bisognerà essere disposti a giocare molto a lungo. Pare abbia un problema alla spalla, anche se lui dice di sentirsi meglio rispetto alla partita di sabato scorso. Non è un aspetto di poco conto, i due sono tanto vicini che sarà una piuma a far pendere la partita da una parte o dall’altra.
Lo svizzero e lo scozzese si sono affrontati 5 volte nei tornei dello slam e a Wimbledon hanno fatto la finale del 2012, vinta da Federer col tetto chiuso. Il bilancio è 4-1 Federer, visto che lo scozzese ha vinto solo a Melbourne nel 2013 e solo al quinto dopo una durissima lotta, in una partita che ricorda vagamente la finale dello scorso anno qui a Wimbledon. Oltre alla finale del 2012 Federer e Murray si sono incontrati sull’erba alle Olimpiadi di Londra e vinse molto nettamente lo scozzese. Federer ha vinto gli ultimi tre incontri, e gli ultimi 2 molto nettamente. L’ultimo, poco lontano da qui ma in tutt’altre condizioni, è stato un massacro, ma conta pochino, stava troppo male lo scozzese.
Lo svizzero non ha mai perso nelle nove semifinali precedenti giocate a Church Road.
Murray non sconfigge uno dei primi due al mondo dalla finale di Wimbledon del 2013. Da allora 11 sconfitte di fila con i primi due giocatori del mondo. Murray ha vinto 8 delle 16 semifinali slam giocate. Cinque le ha giocate qui, ha perso le prime tre e vinto le ultime due.
Chiudiamo con dei quiz non particolarmente complicati, per ingannare le ore che ci separano da quando Novak Djokovic e Richard Gasquet scenderanno in campo.
- Se arriva in finale, Nole chi raggiunge nel computo complessivo delle finali slam dell’era open?
- Gasquet sarebbe solo il secondo francese dell’era Open ad arrivare in finale nell’era Open. Sapete chi è stato l’altro? E quando? Chi è stato l’ultimo francese a vincere Wimbledon?
- Federer compie 34 anni il mese prossimo. Chi ha raggiunto la finale di Wimbledon ad un’età più avanzata di quella dello svizzero? E quando? A quanti anni?
- Murray è alla sua 17a semifinale slam. Chi ha raggiunto in questa classifica?
ATP
Il Daily Mail: “Niente più restrizioni, nel 2023 russi e bielorussi a Wimbledon”
I media inglesi sono sicuri: Wimbledon fa retromarcia, cade il bando verso i giocatori provenienti da Russia e Bielorussia

Aveva destato un vero terremoto, nella scorsa stagione, la decisione di proibire l’ingresso a Wimbledon a tutti gli atleti russi e bielorussi, in quanto si trattava dell’unico grande torneo ad aver messo in atto un provvedimento così severo. Le polemiche erano aumentate a dismisura quando ATP e WTA reagirono con la decisione di non attribuire punti validi per i rispettivi ranking al torneo.
Oggi desta scalpore l’inversione a U annunciata dal Daily Mail, il quale afferma che Wimbledon aprirà le porte a tutti in questa stagione, a patto che vengano rispettate delle condizioni ritenute vincolanti dalla Lawn Tennis Association.
I giocatori russi e bielorussi gareggeranno sotto bandiera neutra (come accade in tutti gli altri tornei) e saranno espulsi dal torneo in caso di dimostrazioni di sostegno verso l’invasione russa in Ucraina. Insomma, si pretende la totale neutralità, senza l’obbligo di effettuare dichiarazioni contro la guerra in corso.
Sempre secondo il Daily Mail, sarà punito qualsiasi visitatore verrà ritenuto responsabile di qualsiasi dimostrazione esplicita di sostegno alla Russia, come portare la bandiera o parlare in maniera positiva del Paese. Questo per evitare casi di giocatori o persone a loro collegate che si intrattengono con tifosi russi, così come successo al padre di Novak Djokovic durante l’ultimo Australian Open. Tutto deve ancora essere definito e annunciato da parte dell’AELTC, ma il Daily Mail prevede che a Wimbledon ci si possa attenere alle restrizioni in maniera più rigorosa di quanto si sia visto a Melbourne.
La decisone presa dalla LTA è dovuta alle pressioni effettuate da ATP e WTA, che hanno negato al torneo di Wimbledon la possibilità di assegnare punti per le classifiche mondiali, imposto all’organo di governo nazionale del tennis in Gran Bretagna una multa di un milione e mezzo di sterline e minacciato di togliere la licenza agli altri tornei gestiti dall’associazione britannica, come il Queen’s e Eastbourne.
Il governo di Londra sosterrebbe il compromesso proposto da Wimbledon, e avrebbe già chiarito di non voler bloccare le domande di visto arrivate dai giocatori di Russia e Bielorussia e di non voler replicare il divieto del 2022. In questo modo il torneo dovrebbe vedersi riassegnare i punti da attribuire ai partecipanti per le classifiche ATP e WTA, e dovrebbe riaccogliere tra i partecipanti anche stelle del calibro di Daniil Medvedev, Andrey Rublev, Aryna Sabalenka e Viktoria Azarenka.
Il condizionale in questo caso è d’obbligo in quanto non sono emersi comunicati ufficiali, ma tutto lascia presagire la riapertura a tutti i tennisti delle porte dell’All England Lawn Tennis & Croquet Club.
Matteo Zamponi
evidenza
Tennisti russi a Wimbledon, Murray: “Decisione difficile, la capirei in ogni caso”
Andy Murray è combattuto sulla questione del ritorno in Church Road dei giocatori con passaporto russo e bielorusso: “Mi è dispiaciuto per loro l’anno scorso, ma…”

Continua a tenere banco la questione della partecipazione dei tennisti russi e bielorussi a Wimbledon. Com’è noto, nel 2022 sono stati esclusi questi giocatori per i motivi politici relativi alla guerra russo-ucraina in corso.
Mentre la decisione non è stata ancora presa per il 2023, sulla questione è intervenuto un Andy Murray piuttosto combattuto. “La situazione è davvero difficile e mi dispiace per i giocatori che non hanno giocato lo scorso anno, ma capisco sia difficile anche per Wimbledon prendere una decisione” ha detto alla BBC. ”La mia impressione è che sarà loro permesso di partecipare e non impazzirò se sarà così” ha aggiunto Andy. “Ma se Wimbledon dovesse scegliere un’altra strada, lo capirei”.
Ricordiamo che Murray è molto attivo su questo fronte, avendo vinto l’Arthur Ashe Humanitarian Award dell’ATP lo scorso anno per aver donato più di 500.000 sterline di premi in denaro per aiutare i bambini ucraini vittime dell’invasione russa: la posizione dell’ex n.1 del mondo sull’argomento è stata rivista, dopo che lui si era detto “non un sostenitore” del divieto di partecipazione ai Championships di russi e bielorussi. Vedremo quale sarà la scelta fatta quest’anno, sicuramente la situazione è delicata.
Flash
Wimbledon si adegua agli altri Major: da quest’anno il doppio maschile al meglio dei tre set
La decisione presa dagli organizzatori dopo la finale di oltre quattro ore dello scorso anno. “Speriamo anche che più giocatori sianno incoraggiati a iscriversi al doppio”

I tempi cambiano, e con loro usi e costumi. Il torneo di Wimbledon, il tempio del tennis, si è sempre contraddistinto per la dogmatica rigidità delle sue tradizioni. Fu uno shock culturale l’introduzione del tetto sul campo centrale, inaugurato il 17 maggio 2009; lo fu ancora di più l’edizione mancata del 2020 a causa del Covid-19.
Adesso un’altra novità si abbatte sul torneo più antico della storia: da quest’anno infatti i match di doppio si giocheranno al meglio dei tre set. In quest’ottica i Championships si accodano agli altri tre grandi Major che adottano questa politica ormai da tempo. “Abbiamo preso questa decisione dopo una vasta serie di consultazioni, il cambiamento porterà il torneo di Wimbledon in linea con gli altri Slam – si legge in un comunicato dell’All England Club. In questo modo ci saranno anche maggiori certezze nella programmazione degli incontri. Speriamo anche che in questo modo più giocatori possano essere incoraggiati a iscriversi al doppio”.
Tra i fautori di questa svolta l’australiano Nick Kyrgios, che lo scorso anno dovette abbandonare le velleità di doppio per concentrarsi esclusivamente sul singolare dove arrivò fino alla finale poi persa contro Djokovic. Giova ricordare che la finale dello scorso anno di doppio tra gli australiani Matthew Ebden e Max Purcell e i croati Nikola Mektic e Mate Pavic durò oltre quattro ore; anche da lì la decisione degli organizzatori di cambiare.