Wimbledon interviste, Federer: “Uno dei migliori match della mia carriera”

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Wimbledon interviste, Federer: “Uno dei migliori match della mia carriera”

Wimbledon, semifinali: R. Federer b. A. Murray 7‑5, 7‑5, 6‑4 . L’intervista del dopo partita a Roger Federer

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In carriera hai giocato moltissime partite: ne hai mai giocate di migliori? E hai mai giocato set all’altezza del primo di oggi?
Non si possono paragonare giorni, superfici e avversari diversi: bisogna solo essere felici di riuscire a giocar bene più volte in carriera, o magari poche volte ma nei momenti importanti. Un set in sé e per sé non fa differenza: giocarne uno fantastico non serve a niente se poi si perde. Oggi sono riuscito a giocare bene fin da subito. Sapevo che l’inizio sarebbe stato cruciale: ho dovuto salvare una palla break, e solo dopo ho iniziato a non avere problemi nei miei turni di servizio. Sì, è stato sicuramente uno dei migliori match che ho giocato in carriera, e anche il primo set è stato molto convincente.

(Ubaldo Scanagatta) Non si potranno paragonare partite diverse, ma anche secondo Andy non hai mai servito bene quanto oggi. Ne sei sorpreso anche tu? Al sorteggio Murray ha deciso di rispondere, quindi ha sempre inseguito nel punteggio: credi che alla fine si sia rivelato un errore?
Dipende da come uno si sente. Forse era nei suoi piani farmi servire per primo, e stava anche funzionando: ha avuto una palla break nel primo gioco. Voleva mettermi pressione fin da subito: ho messo otto prime su otto e nonostante questo ha avuto la palla break. Ha iniziato molto bene, e io sono stato bravo a stargli attaccato e a entrare in partita, diventando pericoloso in risposta. Sì, ho servito molto bene: una percentuale molto alta di prime, in più ottenuta forzando. Senza dubbio una delle mie giornate migliori con questo colpo.

Solo poco tempo fa ti veniva chiesto perché stessi ancora giocando, cosa ti motivasse. Questo match dà una buona risposta?
Direi di sì. Io ho sempre saputo perché continuavo a giocare, non devo sempre spiegare tutto. Giocare mi piace: lavoro duro in allenamento e in match come questi posso mettere in campo grandi performance. Ed è senza dubbio bellissimo quando alla fine della partita tutti sono felici per te: anche dal Royal Box mi hanno applaudito finché non sono entrato negli spogliatoi. Non mi era mai successo, se non forse per una volta in cui ho vinto il titolo. Sono tutti sono molto felici per me, e io sono molto felice di come sto giocando. Devo continuare così ancora per un altro match però perché siano due settimane perfette.

Ti ha sorpreso il fatto che il pubblico fosse diviso equamente tra te e Andy? Questo per lui è il torneo di casa, e alle Olimpiadi il tifo era decisamente dalla sua parte.
No, non mi ha sorpreso. Chiaramente Andy è il tennista di casa, ma molti si chiedono quante chance avrò ancora di vincere ed emotivamente sono dalla mia parte, così come lo erano per Agassi o altri giocatori verso la fine della carriera.

Hai l’opportunità di affrontare Novak, dopo la finale dello scorso anno, e di poter aggiungere un altro titolo di Wimbledon in bacheca.
Giocare contro Novak è sempre fantastico, in ogni torneo, perché è un grande giocatore. Ha avuto successo lungo tutta la sua carriera, ma negli ultimi anni ha dominato il circuito, iniziando dal cemento per poi arrivare a migliorare anche sull’erba. Anche sulla terra rossa è uno dei migliori, se non il migliore. E soprattutto è molto competitivo, fa sempre la sua parte. Batterlo è difficile, e sicuramente uno come lui fa bene a questo gioco. Personalmente non penso molto alla partita dello scorso anno: ricordo solo che è stata molto emozionante e che il pubblico si è sentito molto coinvolto. Sono solo contento di essere nuovamente in finale, indipendentemente dall’avversario: che si tratti del numero 1 del mondo è una ciliegina in più.

Il gioco alla fine del secondo set è stato incredibile. Come sei riuscito a rimanere concentrato?
Mi ero detto di non avere rimpianti: avevo tre palle break e ho rischiato. Forse è stato un errore, ma al tempo stesso magari questo mio atteggiamento gli è rimasto impresso ed ha dato i suoi frutti più tardi: Andy sapeva che sui punti importanti sarei stato aggressivo. In ogni caso è stato un game fantastico: lui ha giocato dei colpi stupendi, sono felice di aver partecipato a un momento simile. Dopo sono riuscito a non farmi condizionare e ho tenuto il servizio a zero.

Parlaci di quel colpo incredibile nel terzo set. L’hai tirato fuori dal nulla.
Non potevo giocare in back perché Andy era troppo vicino a rete, e se avessi fatto un lob avrebbe chiuso con uno smash. L’unica chance che avevo era di indirizzarla col polso. Quando si è in fiducia e si è lucidi, è possibile tirar fuori soluzioni del genere.

Traduzione di Gaia Dedola

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