Wimbledon interviste, S. Williams: “Dal Serena Slam ho imparato che sono in grado di fare qualunque cosa”

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Wimbledon interviste, S. Williams: “Dal Serena Slam ho imparato che sono in grado di fare qualunque cosa”

Wimbledon, finale: S. Williams b. G. Muguruza 6-4 6-4. L’intervista del dopo partita a Serena Williams

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Deve essere una sensazione incredibile adesso. Puoi descrivere le emozioni partendo dall’inizio della giornata fino a questo punto? Che cosa pensi adesso dell’espressione “Serena Slam”?
È veramente una grandissima sensazione. Devo ancora realizzare del tutto questo momento. Sono molto eccitata per questo, perché non volevo parlare del “Serena Slam”. Onestamente lo scorso anno dopo aver vinto gli US Open non pensavo che avrei fatto il “Serena Slam”. È super eccitante. Sapevo solo che volevo vincere Wimbledon quest’anno. Fra i tornei del Grande Slam era quello che non vincevo da un po’. Volevo veramente vincere Wimbledon, ed è successo. È straordinario.

Come sei riuscita a ritrovare le energie mentali dopo un Roland Garros duro?
Penso che mi abbia aiutata la settimana in più. Ho preso una settimana di pausa dopo il Roland Garros, perché non mi sentivo molto bene. Mi sono allenata e allenata. Poi è arrivato il momento. Penso veramente che quella settimana mi abbia aiutata molto.

Puoi dirci qualcosa su Garbine Muguruza e che futuro vedi per lei?
Penso che sia una grande giocatrice. Mi ha battuto in precedenza. Penso che si sia avvicinata molto al piatto oggi. Era determinata a fare bene e a vincere. Era scesa in campo per vincere, non semplicemente per giocare la finale. Penso che questo dica molto su di lei e sul suo futuro. Non si è mai letteralmente arresa.

Quando hai iniziato a pensare a New York o forse non lo hai ancora fatto?
Oh, dai. (sorridendo) Mi ci è voluto un po’. Quando ho rilasciato la mia intervista alla BBC dopo il match, ho fatto tutta la presentazione, ho fatto tutta la camminata intorno al campo. Ero tranquilla, mi stavo sentendo molto bene. Forse poco dopo ho iniziato a pensare a New York.

Qual è stata la chiave per vincere quattro slam di fila?
Non lo so. So solo che lo scorso anno ero abbattuta, perché avevo perso presto in tre slam. Prima che arrivasse New York, dicevo “Voglio solo arrivare ai quarti di uno slam”. Quando vinsi il match degli ottavi ero gioiosa. Dicevo “Sì, finalmente”.

Che cosa ti ha insegnato di te stessa il “Serena Slam”?
Ho imparato molto. Che sono in grado di fare qualsiasi cosa. Chiunque è in grado di fare tutto ciò che si è messo in testa di fare. Ho imparato anche che ci vuole un lavoro di squadra. A proposito, non è solo merito mio. Ci sono molte persone che stanno dietro di me, dal mio allenatore, che penso faccia un lavoro meraviglioso seguendomi costantemente non solo negli slam, ma anche negli altri tornei, che penso mi aiuti per gli slam. L’attività fisica, l’allenamento. Quindi è molto lavoro. Adesso penso molto più di prima che sia veramente un impegno di squadra.

Dopo l’ultimo punto dell’incontro c’è stata una pausa. È sembrato che ci fosse un po’ di confusione per ciò che stava succedendo. Che cosa pensavi che stesse accadendo in quel momento? Che cosa sembrava?
Non ero sicura, perché avevo vinto il punto, ma stavo guardando il giudice di sedia, ero così concentrata. Aveva iniziato a giocare molto bene. Non sapevo se avrei dovuto servire di nuovo. Ero così concentrata. Dicevo “Bene, è questo il match? E’ questo?” In più lei non ha detto “Game, set, match” ad alta voce. Quindi non ero sicura se ci fosse stata qualche chiamata. Non l’ho proprio sentita dire “Game, set, match”. Quindi ero molto confusa.

Ci sono molti aspetti in questa vittoria, è stata fatta la storia. 21, sei Wimbledon, Serena Slam. Che cos’è più importante per te?
Certamente il Serena Slam. È da 12 anni che cerco di vincere quattro slam di fila e non c’ero ancora riuscita. Ho avuto qualche infortunio. Ci sono stati degli alti e bassi. Onestamente non posso dire che lo scorso anno o due anni fa o anche cinque anni fa avrei pensato che avrei vinto quattro slam di fila. Quindi aver iniziato questo percorso, avere tutti e quattro i trofei a casa, è incredibile. Questo è ciò che risalta di più per me.

Durante il match di oggi, hai sentito o pensato di poter perdere?
Sì, lei ha iniziato giocando molto bene. Ma poi ho iniziato a capire cosa stava facendo meglio. Ho pensato “Devo fare questo. Devo risolvere il problema”. Dovevo andare avanti di due break, dovevo fare il meglio che potevo.

Qual è stato l’incontro più difficile fra questo e quello con la Watson?
Non penso che si possano confrontare. Penso che siano stati entrambi molto interessanti. Uno era un terzo turno e l’altro una finale. Non si può paragonare un terzo turno a una finale.

È da tanto tempo nel tennis, 27 anni, che non avevamo qualcuno che andasse a New York con la possibilità di fare il Grande Slam. Ci sono molte attenzioni e pubblicità. Che cosa ti aspetti da questo?
Sento che starò bene. Se posso fare il Serena Slam, starò bene avvicinandomi al Grande Slam. Come dico sempre, ci sono altre 127 che non vogliono vedermi vincere. Niente di personale, vogliono semplicemente vincere. Bisogna solo iniziare. Ho avuto un tabellone molto duro. Questo mi dà fiducia che se ho avuto un tabellone così, posso farcela di nuovo. Farò il meglio che posso. Sento di non avere niente da perdere. Devo consolidare la mia posizione di numero 1 del mondo. Il mio obiettivo è sempre quello di concludere l’anno al numero 1. Voglio essere sicura che quando gioco in Australia non abbia nessuna pressione quando inizia il torneo.

5-1 nel secondo set, mancava un game alla vittoria, hai servito due volte per chiudere, ti sei fatta brekkare. Siete andate a 5-4. Che cosa ti è successo? Hai sentito un po’ di tensione quando eri vicina a chiudere? Che cos’è successo da 5-1 nel secondo set?
Lei ha risposto molto bene oggi. Quanti doppi falli ho commesso? Ho commesso molti doppi falli. Otto. Oddio. Ho fatto molti doppi falli che non mi aiutano. Nel riscaldamento il servizio non funzionava. Ho servito più del solito, perché non lo facevo bene e dovevo continuare, continuare. Non sentivo il servizio. Penso che se lo avessi sentito di più durante il match, forse sarei riuscita a chiudere subito. Lei rispondeva anche molto bene, quindi penso che l’abbia aiutata e l’abbia aiutata a rimontare. Non si è mai arresa. Non ha mai perso la speranza di alzare il trofeo.

Traduzione di Chiara Nardi

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