Rovescio ad una mano: sopravvivere è ancora possibile

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Rovescio ad una mano: sopravvivere è ancora possibile

Margarita Gasparyan ha vinto a Baku il primo torneo WTA in carriera, diventando anche la prima tennista con il rovescio a una mano ad aggiudicarsi un torneo del circuito maggiore nel 2015. A lei è affidata la sopravvivenza di questo colpo nel tennis femminile. Riuscirà a scampare l’estinzione?

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Leggi “L’estinzione dei colpi nel tennis (1a parte) – (2a parte) di AGF e Luca Baldissera

Cinque giugno 2010, sei luglio 2013. Queste date rappresentano due momenti significativi nella storia recente del tennis femminile.
Il 5 giugno 2010 è il giorno della finale vinta da Francesca Schiavone al Roland Garros: da allora più nessuna tennista che esegue il rovescio ad una mano è riuscita ad aggiudicarsi uno Slam, ed è difficile ipotizzare che l’evento possa ripetersi a breve.

Il 6 luglio 2013 è invece per molti aspetti l’esatto opposto, il giorno in cui il tennis “classico” ha vissuto forse la più grande disfatta: quel sabato a Wimbledon non solo vinse il singolare femminile Marion Bartoli, vale a dire una giocatrice che eseguiva entrambi i colpi con due mani (oltre al rovescio anche il dritto), ma nella stessa giornata venne disputata la finale del doppio femminile, conquistata da Peng Shuai e Su-wei Hsieh, altre due giocatrici che eseguono entrambi i colpi (dritto incluso) con due mani. Tre quadrumani sul tetto del mondo, nel torneo più prestigioso del tennis.

 

Considerato il numero relativamente limitato di giocatrici quadrumani, l’evento pareva del tutto improbabile, eppure è significativo che sia accaduto più di recente rispetto alla vittoria di una giocatrice “monomane”. Del resto per quanto riguarda il rovescio ad una mano, alcuni record cominciano ad essere di vecchia data. Oltre a quello citato della vittoria in uno Slam, c’è almeno da ricordare anche l’ultimo giorno in cui una giocatrice ha comandato il ranking (Justine Henin): 18 maggio 2008. Da allora sono passati sette anni e che una tennista dal rovescio classico torni al numero uno del mondo sembra quasi impossibile.

E mentre per gli uomini la situazione è meno critica, tanto è vero che, pur essendo minoritario, il colpo può ancora contare su giocatori vincenti e su un discreta percentuale di presenze tra le giovani generazioni, tra le donne la crisi è profondissima. Non si tratta di un caso, naturalmente; sulle ragioni tecniche che hanno causato la progressiva diminuzione dell’utilizzo del rovescio a una mano nel tennis femminile sino a portarlo vicino all’estinzione, rimando all’approfondimento di Luca Baldissera, che trovate qui (paragrafo 4).

La tabella che segue, con la posizione in classifica delle “One-handed backand” spiega sinteticamente la situazione:

rovescio ad una mano

Come si vede, tutte le giocatrici provengono da Spagna e Italia, e si tratta di ultratrentenni, a parte la ventisettenne Carla Suárez Navarro. La vera eccezione è quindi Margarita Gasparyan, fresca vincitrice del torneo di Baku.

Ci sono diverse particolarità che la riguardano e che a mio avviso meritano di essere sottolineate, ma occorre una piccola premessa. Se infatti pensiamo alle migliori interpreti del colpo degli ultimi anni (Henin, Schiavone, Suárez Navarro, capaci di entrare come minimo in top ten), emerge la somiglianza sul piano fisico, visto che sono tutte giocatrici non altissime: Henin 1,67, Schiavone 1,66, Suárez Navarro 1,62.
Aggiungo i dati delle altre tenniste citate: Vinci 1,63, Domínguez Lino 1,63, Brianti 1,65.
Si tratta quindi di giocatrici dalla statura inferiore alla media del circuito attuale, che per dare il meglio di sé più che sulla forza fisica hanno fatto leva sulle doti tecniche, di coordinazione e di timing.

Ma con Margarita Gasparyan ci si trova di fronte ad una situazione completamente diversa: è russa (con un cognome di chiare origini armene), non ha ancora 21 anni ed è alta addirittura 1,83. Sottolineerei soprattutto la questione fisica; non che nel tennis sia obbligatorio essere alte, ma mi pare innegabile il progressivo aumento della statura e la sempre maggiore importanza della forza fisica. Sotto questo aspetto Margarita, a differenza delle altre monomani, almeno non partirà con l’handicap.

Forse la prima volta in cui in Italia si era parlato di Gasparyan era stato in occasione della finale di Fed Cup nel 2013, persa dalla Russia contro l’Italia a Cagliari.
Allora era stata convocata pur essendo oltre il 300mo posto; la sua presenza però era apparsa come la conferma dello scollamento tra le federazione e le giocatrici russe di prima e seconda fascia, che avevano tutte negato la propria disponibilità a causa di impegni in singolare (il “Master B” di Sofia) o per la mancanza di adeguati compensi. Margarita giocò e perse il doppio, disputato a risultato acquisito.
Da allora i progressi sono stati costanti: numero 318 a fine 2013, numero 217 nel 2014, e numero 71 (best ranking) oggi.

Prima di Baku, Gasparyan aveva vinto molte partite a livello ITF (che le sono valse nove tornei in singolare) così come nelle qualificazioni WTA e Slam, ma nessun match nei tabelloni principali. In una settimana non solo si è aggiudicata il primo incontro in un main draw, ma ne ha messi in fila cinque consecutivi, che l’hanno portata a vincere il torneo. In più a Baku ha vinto anche il titolo di doppio insieme ad Alexandra Panova.
Parlare di esplosione forse è eccessivo, dato che la concorrenza era buona ma non di primissimo livello, ma non sottovaluterei i successi contro Cibulkova e Knapp.

Prima della settimana vincente di Baku, personalmente non l’avevo mai vista giocare una partita intera, anche se Margarita si era già tolta la soddisfazione di esibirsi sul campo centrale di Wimbledon contro la numero uno del mondo: era stata sconfitta 6-4, 6-1 da Serena Williams nel primo turno dello Slam appena terminato.
A Baku mi è sembrata una giocatrice piuttosto solida, più a proprio agio nelle fasi offensive che in quello di contenimento, con la capacità spingere da entrambe le parti, e con la tendenza a spostarsi  nell’angolo sinistro per eseguire dritti anomali. Ma questo non deve fare pensare che usi il rovescio come un colpo esclusivamente interlocutorio, visto che è capace di ottenere vincenti con un movimento in top spin deciso ed efficace; anche se, a mio parere, sul piano dell’esecuzione non si può avvicinare alla bellezza straordinaria che caratterizza Carla Suárez Navarro.
Mi ha anche colpito per il servizio piuttosto incisivo, stranamente eseguito con un consistente margine di sicurezza nella posizione dei piedi, ben distanti dalla linea di fondo.

Non credo che utilizzare il rovescio ad una mano significhi esibire un gesto in assoluto migliore rispetto a quello a due mani. Però sono convinto che l’estinzione di un colpo, di uno specifico gesto tecnico, rappresenti comunque un impoverimento per il tennis contemporaneo, anche in termini di spettacolo.
La varietà, nel senso della differenza di esecuzioni e di stili di gioco, rimane a mio avviso un valore importante. Per questo mi spiacerebbe assistere alla scomparsa non solo del rovescio classico ma di qualsiasi colpo del tennis, incluso il dritto a due mani citato prima, per quanto poco ortodosso lo si possa considerare.

Nel tennis il contrasto di stili è quasi sempre un buon punto di partenza per produrre partite spettacolari, mentre l’omologazione e l’uniformità spesso si risolvono in match ripetitivi e poco interessanti.
Ecco perché mi pare particolarmente positiva la presenza di una giocatrice giovane capace di mantenere viva l’eredità del rovescio ad una mano, di fronte all’avanzare dell’età delle ultime “sopravvissute”. Sotto questo aspetto Gasparyan è molto più importante del 71mo posto del ranking che occupa; e c’è da augurarsi che, quanto meno, nel prossimi anni possa calcare con regolarità i campi dei grandi tornei femminili.

 

Il rovescio ad una mano è destinato all’estinzione? Leggi questi approfondimenti in proposito:
Il rovescio a una mano: un’arte scomparsa, un poco rivitalizzata de The Economist
Il rovescio a una mano: il meraviglioso sapore del talento
Il rovescio impossibile di Stan

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Camila Giorgi riparte da Linz, per Trevisan doppia avventura a Doha e Abu Dhabi: il febbraio delle tenniste italiane

Dopo un Australian Open non proprio esaltante, ecco le partecipazioni azzurre ai tornei WTA di febbraio.

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Mettersi alle spalle l’Australian Open, tuffarsi in un febbraio che deve servire a trovare conferme per Camila Giorgi e Jasmine Paolini, ad accumulare ancor più punti in vista di Indian Wells e Miami per Martina Trevisan e Lucia Bronzetti. Sullo sfondo c’è anche la voglia di Sara Errani di tornare tra le prime 100 nel ranking WTA.

Le belle notizie dal tennis femminile, in questo avvio di 2023, sono arrivate proprio da Giorgi e Paolini. Il cammino della n. 69 del ranking all’Australian Open si è interrotto al terzo turno per merito di Belinda Bencic, testa di serie n. 12. Un’eliminazione in due set, dopo le vittorie su Pavlyuchenkova e Schmiedlova, ma che hanno dato indicazioni importanti su un percorso positivo da intraprendere in questo 2023. Sconfitta nettamente da Ljudmila Samsonova al primo turno a Melbourne, Jasmine Paolini è in corsa per una semifinale al WTA di Lione. Avversaria odierna, Caroline Garcia, beniamina di casa.

Il gennaio di Lucia Bronzetti è stato esaltante nella United Cup, competizione che ha galvanizzato la n. 62 del ranking, uscita, però, al primo all’Australian Open Siegemund in tre set.

 

Il match più esaltante fin qui disputato dalla n. 1 del tennis femminile, Martina Trevisan lo ha disputato alla United Cup. La vittoria in tre set su Maria Sakkari è stato un gran sussulto in questo nuovo anno. Male all’Australian Open, uscita al primo turno contro Anna Schmiedlova.

Sarà ancora il cemento il grande protagonista nei tornei femminili di tennis del mese di febbraio.

Dal 6 al 12 si giocherà contemporaneamente ad Abu Dhabi e a Linz.

Nel tabellone principale di Abu Dhabi l’Italia sarà rappresentata da Martina Trevisan. Ons Jabeur ha, invece, annunciato il forfait: sarebbe stata la testa di serie n. 1 del ranking.

In Austria, invece, al WTA di Linz ci saranno Lucia Bronzetti e Camila Giorgi. La partecipazione di Sara Errani, invece, passerà dalle qualificazioni.

Dal 13 al 19 febbraio si giocherà a Doha. Già in tabellone Martina Trevisan, dovrà affrontare le qualificazioni Jasmine Paolini.

Il febbraio delle principali tenniste italiane.

6/12 febbraio: Trevisan ad Abu Dhabi, Bronzetti e Giorgi a Linz, Errani alle qualificazioni

13/19 febbraio: Trevisan e Paolini a Doha

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United Cup: delusione Australia, ottimo avvio per Grecia, USA e Svizzera. Wawrinka sorprende Bublik

Kvitova regala l’unico punto alla Repubblica ceca. Tsitsipas e Sakkari brillano anche in doppio. Disfatta argentina contro la Francia

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Stan Wawrinka - United Cup 2022 (Twitter @UnitedCupTennis)

In attesa dell’esordio di Nadal e Zverev in programma domani, ecco i risultati definitivi dopo le prime due giornate di gioco alla United Cup. Non c’è solo il successo dell’Italia sul Brasile, di cui vi abbiamo parlato qui.

Grecia – Bulgaria 4-1

Kuzmanov – Pervolarakis 6-1, 6-1

 

Sakkari – Tomova 6-3, 6-2

Sakkari/Stefanos Tsitsipas – Topalova/Andreev 6-4, 6-4

La Grecia si aggiudica la sfida con la Bulgaria nel primo turno di United Cup per 4-1. La Bulgaria rispetta il pronostico nella sfida tra Dimitar Kuzmanov, n. 196 del ranking, e Michail Pervolakis, n. 504. Il doppio 6-1 dà coraggio ai bulgari che riaprono il computo complessivo della sfida. Ma poi ci pensano i rispettivi n. 1 ellenici del maschile e femminile a dare la sterzata decisiva alla sfida. Vince Maria Sakkari agevolmente in due set su Viktorya Tomova, 6-3, 6-2. Poi in coppia con Strefanos Tsitsipas, la greca dà spettacolo e con un doppio 6-4 si pensa al turno successivo. Debole nelle seconde linee, con Sakkari e Tsitsipas la Grecia può dir la sua nella competizione.

USA – Repubblica Ceca 4-1

Kvitova – Pegula 7-6, 6-4

Tiafoe – Machac 6-3, 2-4 ret Machac

Pegula/Taylor Pegula – Bouzkova – Lehecka 2-6, 6-3, 10-7

Ottimo il debutto nella competizione per gli statunitensi. La sconfitta in due set di Pegula contro Kvitova alla fine risulterà ininfluente. Decisivo il tie-break del primo set, in cui Petra annulla ben tre set point alla sua avversaria. Machac è costretto sul più bello al ritiro nella sfida con Tiafoe. Sotto di un set, ma avanti di un break, il ceco è costretto al forfait per una distorsione alla caviglia destra. Il doppio se l’aggiudica la coppia composta da Jessica e Taylor Pegula.

Francia – Argentina 4-0

Garcia – Podoska 6-2, 6-0

Mannarino – Coria 6-1, 6-0

La vittoria della Francia sa di rivincita mondiale nei confronti dell’Argentina. Dal campo di calcio a quello di tennis, dal Qatar all’Australia, stavolta sono i transalpini a gioire e anche abbastanza nettamente lasciando soli tre game ai singolari odierni. Rullo compressore Caroline Garcia, n. 4, supera Nadia Podoska, n. 195, per 6-2, 6-0. Adrian Mannarino, n. 46, la imita battendo Federico Coria, n. 75, 6-1, 6-0, il tutto in 2he10’ complessivi.

Australia Gran Bretagna 1-3

Dart – Inglis 6-4, 6-4

Kubler – Evans 6-3, 7-6(3)

Momento decisamente sfortunato per l’Australia, data da molti per favorita nella competizione. Il forfait di Kyrgios e successivamente quello di Tomljanovic, per un problema al ginocchio sinistro, hanno cambiato l’inerzia del confronto con la Gran Bretagna. In svantaggio 0-2, è toccato a Maddison Inglis, n. 180 del mondo, affrontare Harriet Dart, n. 98 del ranking Wta. Doppio 6-4 e semaforo verde per i britannici. Inutile ma comunque rocambolesca la sconfitta di Evans contro Kubler. Sotto di un set, nel secondo parziale il britannico si è fatto rimontare da 5-0, perdendo in malo modo al tie-break.

Svizzera – Kazakhistan 4-0

Teichmann – Kulambayeva 6-3, 6-2

Wawrinka vs Bublik 6-3, 7-6(3)

Tutto facile per la Svizzera. Stan Wawrinka (n. 148) soffre nel secondo set contro il talentuoso Alexander Bublik, n. 37. Ricambio generazionale? Non ditelo al buon vecchio Stan che porta a casa il punto decisivo per il passaggio del turno dei rossocrociati. Bene anche Jil Teichmann, n. 35, nel singolare femminile contro Zhibek Kulambayeva, n. 441, che viene sconfitta 6-3, 6-2.

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Il fallimento di FTX costa caro a Naomi Osaka

Grave perdita economica per la tennista giapponese Osaka, che aveva investito nella criptovaluta FTX

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Non un gran momento per la ex numero 1 al mondo Naomi Osaka. Oltre alle sconfitte sul campo di gioco, per la pluricampionessa Slam i problemi provengono anche dalle finanze. È, infatti, una delle azioniste di FTX, un’azienda per lo scambio di criptovalute che ha dichiarato bancarotta l’11 novembre.

Non solo Osaka, ma sono tanti gli sportivi che hanno visto andare in fumo i propri proventi dal fallimento di FTX. L’azienda era riuscita ad acquistare così tanta credibilità da riuscire a mettere il proprio logo sulle vetture e le divise di Lewis Hamilton e George Russel, piloti della Mercedes in Formula 1; e anche a vedersi intitolato lo stadio NBA dei Miami Heats.

Il valore di mercato di FTX ha subìto un grave crollo negli ultimi sette giorni, passando da $22 a $1.40. Il CEO di FTX Sam Bankman-Fried – ora sotto investigazione per come ha gestito l’azienda fondata nel 2019 – ha già dichiarato fallimento a seguito dell’enorme svalutazione della criptovaluta.

 

Osaka aveva firmato l’accordo con FTX nel marzo 2022 mentre era negli Stati Uniti impegnata per l’Indian Wells e il Miami Open. La tennista ha acquistato delle azioni di FTX e nell’accordo era previsto che la tennista giapponese fosse ambasciatrice nel mondo dell’azienda, per influenzare quante più persone possibili a credere in loro. L’accordo di Naomi Osaka includeva anche la sua partecipazione nella creazione di contenuti multimediali per promuovere la criptovaluta. Non sono state ufficializzate le cifre riguardanti la perdita subita dalla tennista.

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