ATP
ATP Kitzbuhel: Kohlschreiber doma Fognini, Thiem vince ancora
Troppo stanco Fabio Fognini per reggere il passo del tedesco Philip Kohlschreiber che si aggiudica il quarto di finale rifilando anche un pesante 7-0 nel tiebreak del primo set. Il giovane austriaco continua la sua striscia positiva e approfitta del ritiro di Montanes; avanti anche Almagro

[6] P. Kohlschreiber b. [3] F. Fognini: 7-6 (0) 6-4
Puntualissimi alle ore 13.00, a Kitzbuhel, fanno il loro ingresso sul campo centrale due dei protagonisti più attesi della vigilia: il “nostro” Fabio Fognini e il tedesco Philip Kohlschreiber. La partita per Fabio si annuncia complessa: il tedesco è uno specialista di questi tornei e nei primi due turni ha dimostrato di essere in ottima condizione atletica. Ieri, a tratti, è stato assolutamente travolgente contro un avversario come Santiago Giraldo che sulla terra non è certo l’ultimo degli arrivati. Fognini ieri ha avuto (praticamente) un bye dato che l’avversario non era letteralmente presentabile per questi livelli, mentre oggi oltre ad affrontare un avversario decisamente forte, deve fugare i dubbi sulla sua integrità fisica, dato che scende in campo con un’evidente bendatura sul polpaccio destro. I due avversari entrano in campo ben consci di quello che dovranno fare: si conoscono bene essendo questo il quarto confronto diretto (in cui è avanti il tedesco per 2-1).
L’inizio dell’incontro è caratterizzato da 3 break nei primi 3 giochi, ma si vede subito che per Philip oggi la giornata potrà essere complicata: Fognini appare tonico, estremamente concentrato e solido. Il Fognini dei primi giochi è perfetto: non lascia spazio a Kohlschreiber di prendere campo e con il rovescio risulta troppo solido per il tedesco. In pochi minuti si arriva 5-3 con il nostro portacolori in pieno controllo dell’inerzia della partita. Sul 5-4 40-15 purtroppo però qualcosa cambia. Fognini si “auto-annulla” il primo set point con un doppio errore, il secondo viene cancellato da un bellissimo rovescio lungolinea ed in un batter d’occhio il ligure si trova a fronteggiare la prima situazione di difficoltà. Fatale perché i restanti due punti del gioco sono di Kohli che impatta sul 5-5. Il game successivo provate ad indovinare cosa succede? Fognini torna 40-15 avanti e subisce nuovamente quattro punti consecutivi. La maledizione del 40-15 torna a bussare a casa Fabio (gli ultimi 3 giochi della finale di Amburgo contro Nadal, li ha persi da 40-15 avanti). Sul 5-6 riesce ad issarsi al tie break, ma soprattutto per demeriti del tedesco che per meriti propri. La partita però finisce qui. Fabio evidentemente stanco dal torneo della scorsa settimana diventa sempre più nervoso (i microfoni a bordocampo registrano anche qualche soliloquio poco educato…), il gioco di gambe cessa di funzionare, mentre il suo avversario è in grande forma. In sintesi, non c’è più partita. Il tie break è da museo degli orrori per il nostro: 7-0 per Kohlschreiber con un Fabio che sembra sventolare bandiera bianca.
Oramai stanco e sfiduciato Fognini non può più opporre una valida resistenza al tedesco che si porta velocemente avanti 4-0 con due break di vantaggio. Più con l’orgoglio che con le residue energie rimaste riesce ad accorciare le distanze sul 4-3 prima di dover arrendersi all’inevitabile 6-4. Diciamo subito che non è giusto prendersela con Fabio per aver subito un parziale negativo che ha inciso così fortemente e essersi lasciato sopraffare dagli eventi fino a perdere la pazienza. A volte i suoi atteggiamenti sono troppo teatrali, il suo carattere lo porta ad esternare emozioni che magari altri giocatori riescono più a controllare. Purtroppo le fatiche di Amburgo non sono state recuperate, era prevedibile potesse pagarle e così è stato. Fino a quando le gambe hanno retto si è dimostrato superiore a Kohlschreiber, poi però quando la fatica ha presentato il conto, non è più riuscito a tenere testa al tedesco, fino alla reazione finale che lo ha portato ad un passivo meno severo. Sfuma dunque il sogno di vedere un italiano in semifinale, mentre le velleità di Kohlschreiber non si possono più nascondere. Lui che ama Kitzbuhel tanto da averne la residenza, che ama queste condizioni e che ama questo torneo ha un obiettivo solo da raggiungere: vincere il torneo.
Altri match:
Saranno Thiem – Kohlschreiber e Almagro – Mathieu le semifinali del torneo ATP di Kitzbuhel 2015. Dopo esserci già soffermati sulla partita di Fognini, vediamo cosa è successo negli altri incontri.
L’austriaco Dominic Thiem ha la meglio nei confronti dello spagnolo Alberto Montanes. Montanes che prima dell’incontro è stato abbastanza chiaro circa il suo futuro: “Il tennis è la cosa più importante per me, ci ho dedicato gran parte della mia vita, lasciarlo è l’ultima cosa che voglio fare”. I propositi non sono certo parole gettate al vento e sul terreno di gioco si vede la grande professionalità di Albert. Il primo set è un susseguirsi di break e contro break (6 break nei primi 10 giochi) con i due giocatori che mettono in pieno risalto tutti i loro difetti: Montanes, la carta d’identità ed un servizio davvero modesto, Thiem la fatica per il tour de force che i suoi ottimi risultati recenti gli stanno facendo disputare. Si arriva dunque al tie-break che è la degna conclusione del set. Qui Thiem decide di fare la voce grossa e in un baleno si porta avanti 5-0, preludio del seguente 7-3. Partita finita? Praticamente si. Il secondo set non ha storia con un Montanes che si muove sempre più ingobbito dalla stanchezza per il campo fino ad ammainare bandiera bianca nel quinto gioco sotto 3-2 (problemi al piede destro i cui prodromi si erano visti nel primo set quando è stato costretto a chiedere l’aiuto del dottore). Meglio per Thiem, energie (residue) risparmiate che gli faranno decisamente comodo, anche se è vero che contro il Kohlschreiber visto oggi, difficilmente basteranno.
Mathieu oramai non è più una sorpresa, o meglio, lo rimane visto il torneo disputato in relazione al rendimento che ha avuto nei tornei passati, ma non lo è se dobbiamo far affidamento a ciò che durante questa settimana ci ha fatto vedere. Oggi la partita disputata da “Polo” è stata estremamente solida nel primo parziale dominato per 6-3, prima di concedersi una lunga pausa in cui è uscito dal campo inspiegabilmente (0-6). Quando l’argentino Del Bonis sembrava aver in mano l’inerzia dell’incontro, ha pensato bene che fosse il suo turno per assentarsi (0-5) prima di tentare una disperata ed infruttuosa rimonta. Mathieu si è dunque aggiudicato il terzo parziale per 6-3.
Continua la marcia di Almagro che dopo la rocambolesca vittoria ai danni di Vesely nel primo turno (era sotto 5-7 3-5), crediamo si consideri un miracolato. Sta lentamente tornando a giocare ai suoi livelli, sta ritrovando fiducia e in queste condizioni di gioco (altitudine) può contare su servizio e le sue proverbiali accelerazioni di diritto e rovescio che lasciano certamente il segno. L’incontro di oggi è stato poco più che una formalità per il murciano che è riuscito a piegare la resistenza del serbo Lajovic senza patemi.
Risultati:
N. Almagro b. D. Lajovic 6-3 6-4
[Q] P. H. Mathieu b. F. Del Bonis 6-3 0-6 6-3
[1] D. Thiem b. [LL] A. Montanes 7-6 (3) 3-2 rit.
ATP
ATP Miami: Sonego rimonta Evans e vola al terzo turno
Lorenzo bissa il successo su Thiem con una vittoria in 3 set sul britannico N.23 del seeding

L. Sonego b. [23] D. Evans 4-6 6-3 6-2


Dopo un inizio di giornata sportivamente drammatico per il tennis azzurro a Miami, Lorenzo Sonego conferma tutta la sua esuberanza agonistica rimontando a suon di diritti vincenti Daniel Evans in un match molto divertente sul Campo N.1, lo stesso dove prima di lui aveva perso Matteo Berrettini contro l’americano McDonald,
Il match che ha visto contrapposte la potenza di Sonego e la varietà di gioco del britannico si potrebbe riassumere con una curiosa statistica. Dopo aver ceduto a zero la battuta nel gioco d’apertura del match, Sonego ha annullato le successive 12 palle break da lui affrontate oppure, se volete, Evans ha mancato le 12 successive. Peraltro sempre in crescendo: 2 nel primo set che avrebbero reso ancora più netto il 6-4 Evans finale. 4 nel secondo set vinto da Sonego per 6-3 e addirittura 6 nel terzo set nonostante il 6-2 finale possa far intendere un dominio di Sonego in realtà solo apparente. Alla fine infatti ci sono volute quasi 2h30 per chiudere la contesa con Evans visibilmente contrariato per la sua mancanza di killer instinct. Dopo il break subito in apertura di terzo set ha addirittura trasformato la racchetta in un oggetto non identificabile prendendosi l’inevitabile warning dal giudice di sedia.
Sonego è stato paziente, consapevole che con il passare dei minuti, il tennis brillante ma molto difficile del suo avversario avrebbe perso in efficacia e infatti Sonego ha progressivamente preso il comando degli scambi da fondo lasciandolo esplodere il suo dritto quanto più possibile. A quel punto Evans non ha potuto fare altre che affidarsi alle variazioni con le discese a rete e le rasoiate in slice ma in termini di pesantezza di palla e di resistenza fisica Lorenzo era ormai incontenibile.
Una bella vittoria che fa il paio con quella di primo turno contro Dominic Thiem che per quanto lontano dai fasti del passato, è sempre un primo turno da prendere con le molle. Ora il livello potrebbe salire ancora se come da pronostico Frances Tiafoe batterà il giapponese Watanuki nella notte italiana
ATP
ATP Miami: Berrettini non sa più vincere, sconfitto da McDonald ma quante occasioni mancate [AUDIO ESCLUSIVO]
Matteo ce la mette tutta, raggiunge il set point in entrambi i parziali ma cede dopo due tie-break

M. McDonald b. [19] M. Berrettini 7-6(8) 7-6(5)

Si sapeva fin dal sorteggio che l’esordio di Matteo Berrettini versione 2023 contro Mackenzie McDonald a Miami sarebbe stato molto complicato: Matteo che era apparso in condizioni preoccupanti nel Challenger 175 di Phoenix si sarebbe trovato di fronte infatti un giocatore autore fin qui di una stagione eccellente sul cemento outdoor arricchitta dallo scalpo di lusso di Rafael Nadal all’Australian Open.
Ma l’andamento del match estremamente serrato alla fine è stato quasi più deludente di una sconfitta netta. Matteo ha dato tutto quello che aveva (non molto in questo momento) e ha avuto set point in ciascuno dei due parziali: uno nel tie-break del primo set e due consecutivi sul 6-5 del secondo sempre sul servizio avversario.
Ma quando la fiducia manca persino il suo più grande alleato nei giorni di gloria, il tie-break, può diventare un rebus impossibile da risolvere. Con i due persi oggi la statistica nel 2023 recita 3 vinti e 7 persi, troppo brutta per essere vera per un giocatore che è senza dubbio nei primi 5 al mondo per qualità del servizio.
Ma il tie-break è da sempre lente d’ingrandimento dello stato psicofisico di un giocatore in quel determinato momento e il momento di Berrettini è il più negativo degli ultimi 4 anni e si sta prolungando sempre di più.
McDonald ha mostrato tutte le sue qualità da americano DOC sul cemento: grande velocità di piedi eccellente copertura del campo e buona velocità di braccio. Berrettini è rimasto costantemente in difficoltà sugli scambi lunghi dove alla cronica debolezza sul lato sinistro si è aggiunta una fallosità estrema anche con il diritto, arma letale come il martello di Thor nei giorni migliori.
I lati positivi si sono visti da un servizio comunque efficace, favorito da un campo più rapido rispetto a quelli di Indian Wells e la consueta umiltà nel lottare punto su punto come fosse un giocatore qualunque, invece di un ex finalista di Wimbledon.
Ma nel momento in cui i punti pesano di più, quelle paure e quelle incertezze viste in California e in Arizona riappaiono inesorabili e allora ecco che un doppio tie-break alla sua portata diventa terreno fertile per un’altra prematura eliminazione, ancora all’esordio come a Indian Wells nel primo Masters 1000 della stagione.
Se a queste due si aggiunge l’altra, sempre all’esordio all’Australian Open capite bene perché Berrettini non è lo stesso giocatore che abbiamo ammirato dal 2019 in poi
ATP
ATP Miami: Musetti ancora nel tunnel, subito fuori con Lehecka
Altra sconfitta per Lorenzo Musetti, battuto in due set da Jiri Lehecka. Ora il ritorno sulla terra a partire da Marrakech

(dal nostro inviato a Miami)
J. Lehecka b. [18] L. Musetti 6-4 6-4

Nonostante il cambio di campo all’ultimo momento, causato dal forfait in extremis di Gasquet che ha rinunciato a giocare contro Tsitsipas, e lo spostamento sull’importante palcoscenico del Centrale, Lorenzo Musetti non è riuscito a invertire la tendenza negativa di questo periodo uscendo nel suo match di apertura contro il ceco Jiri Lehecka, n. 44 della classifica mondiale e recente quartofinalista all’Australian Open. Certamente un sorteggio non benevolo per il carrarese, che si è trovato ad affrontare su un fondo particolarmente rapido come il Laykold dell’Hard Rock Stadium di Miami una delle più belle realtà emergenti di questo inizio di 2023.
Dopo la palla break avuta sul 2-1 del primo set, Musetti si è progressivamente spento, incapace di far male con i propri colpi da fondocampo a causa della sua posizione molto arretrata in campo, posizione nella quale veniva spinto dai colpi aggressivi di Lehecka a partire dalla risposta.
PRIMO SET – Inizio con discreto piglio da parte di Musetti, che ha tenuto con buona autorità i primi turni di battuta. Sulla risposta però la situazione era differente: il toscano è costretto quasi sempre a rispondere bloccando la palla, e così facendo è sempre Lehecka a poter prendere in mano lo scambio fin dai primi colpi. Era comunque Musetti, sul 2-1, il primo ad arrivare a palla break, anche grazie ad alcuni errori da fondocampo del ceco che non si mostrava impeccabile nei palleggi, forse per il desiderio di spingere i colpi appena possibile. Lehecka annullava la chance del 3-1 per Musetti con un bel servizio, tenendo poi il servizio per schivare il primo pericolo della partita.
Dopo i primi servizi tenuti con una certa disinvoltura le difficoltà però erano dietro l’angolo per il tennista azzurro che quando doveva iniziare il punto con la seconda di servizio si trovava sempre aggredito e costretto ad arretrare di diversi metri già al terzo colpo rendendo la gestione degli scambi molto più difficile. Così facendo si trovava a giocare passanti da posizioni molto arretrate, e quindi con basse probabilità di riuscita, e si esponeva agli appoggi incrociati corti di Lehecka.
Il break arrivava sul 3-3, quando alla quarta palla break il ceco trovava una risposta vincente di rovescio lungolinea. Il set si chiudeva pochi minuti dopo, quando Lehecka metteva in cascina il parziale per 6-4 in 40 minuti.
SECONDO SET – Purtroppo per Musetti il secondo parziale non iniziava in una maniera migliore: quattro punti consecutivi dal 15-0 conditi da un doppio fallo e due gratuiti di diritto confezionavano il break che davano a Lehecka la tranquillità per condurre il match a proprio piacimento. Nei suoi turni di battuta il ceco non veniva mai impensierito, e gli bastava condurre il match in porto che finiva senza sussulti dopo 80 minuti con un periodico alto che comunque non può essere una grande consolazione per Musetti, quasi mai in partita e penalizzato da una bassa percentuale di prime che, nonostante sia arrivata a un totale del 54% dopo un primo set sotto il 50%, non è comunque sufficiente per fare gara a questi livelli su superfici così rapide.
TERRA EUROPEA – Dopo un inizio di stagione da incubo, Musetti ora è atteso dal ritorno in Europa per la stagione sulla terra battuta, in quello che dovrebbe essere il periodo a lui più favorevole del calendario. Tuttavia c’è il rischio che questi risultati negativi possano mettere ancora più pressione sui tornei a lui più congeniali, rischiando di far precipitare ulteriormente la situazione.
Nell’immediato la classifica non è in pericolo, e questo almeno consentirà a Musetti di entrare nei prossimi tornei con uno status tale da poter scongiurare, almeno in linea di principio, primi turni troppo complicati. Ma sarà necessario iniziare a vincere qualche partita per invertire la tendenza, dato che da metà gennaio in poi il record è di una partita vinta contro sette perse. Proprio per questo è stato deciso di aggiungere alla programmazione il torneo di Marrakech ad inizio aprile, prima del Masters 1000 di Montecarlo, dove Lorenzo spera di riprendere confidenza con la vittoria.