ATP Montreal interviste, Djokovic: “Alla fine non ero in grado di servire bene ma Andy ha meritato di vincere”

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ATP Montreal interviste, Djokovic: “Alla fine non ero in grado di servire bene ma Andy ha meritato di vincere”

ATP Montreal, finale: A. Murray b. N. Djokovic 6-4, 4-6, 6-3. L’intervista del dopo partita a Novak Djokovic

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Oggi cosa ha fatto la differenza? Credi che quella con Andy sarà la prossima grande rivalità nel tennis?
È già una rivalità, sono diversi anni che ci incontriamo. Andy ha vinto meritatamente oggi. Credo che oggi la differenza sia stata nei servizi. Nel primo set e mezzo non ho servito bene e dopo semplicemente non ero in grado di servire. Non voglio comunque togliere niente ad Andy, ha meritato di vincere, è entrato bene in campo, ha giocato alcuni ottimi colpi e ha servito molto bene quando era necessario. Dopo che mi ha tolto il servizio credo di aver avuto quattro o cinque occasioni per fargli il break ma ha sempre servito molto bene, quindi non ho potuto fare molto. In generale è stata un’ottima settimana per me, non sapevo bene cosa aspettarmi visto che era il primo torneo sul cemento. So che la gente si aspetta sempre molto da me, ma io devo cercare di non avere troppe aspettative e vedere come vanno le cose giorno per giorno. Sicuramente la settimana è stata positiva e, man mano che il torneo andava avanti, giocavo sempre meglio, quindi spero di proseguire su questa strada a Cincinnati.

È sembrato che avessi problemi con il gomito destro. Lo avevi anche accennato nei giorni scorsi.
Sì, era infortunato. Purtroppo è arrivato nel momento sbagliato; forse è dovuto a un po’ di sovraccarico, non riesco a capire. Ho avuto problemi alla fine anche perché non ho ottenuto punti diretti con il servizio nel terzo set e questo ha fatto la differenza, in campo mi ha dato problemi.

Questo problema al braccio ti preoccupa in vista degli US Open?
Ho fatto alcuni esami e i risultati sono stati positivi, quindi spero per il meglio.

 

Questa è stata la tua prima sconfitta in un Master 1000 dopo 30 vittorie di fila. Come ti senti ora che si è interrotta questa striscia positiva?
Perdere non è mai piacevole ma ogni striscia positiva alla fine deve essere interrotta. Sto bene. Ho perso da Andy, un giocatore che conosco bene e che oggi è stato migliore di me. Ho lottato fino all’ultimo punto e ho fatto del mio meglio; questo è l’aspetto positivo che porto con me da questo torneo.

Hai battuto Andy le ultime otto volte che vi siete incontrati da Wimbledon 2013. Quello di oggi è stato un Murray migliore rispetto alle ultime volte?
Per quanto riguarda il servizio sicuramente sì. È stato anche aggressivo quando la situazione lo richiedeva. Credo che in generale sia stato un match di buona qualità, e questo era prevedibile. Quando giochiamo contro tiriamo fuori sempre il meglio l’uno dall’altro. Dobbiamo sviluppare il gioco nel modo migliore possibile per cercare di vincere. Questo è ciò che lui ha fatto oggi e gli faccio le mie congratulazioni.

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Roland Garros, Musetti: “Un periodo no può capitare, l’importante è uscirne. Ora voglio cavalcare l’onda”

Lorenzo Musetti soddisfatto dopo la vittoria contro Norrie, analizza il suo momento, la sua crescita e la probabile sfida con Alcaraz

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Lorenzo Musetti– Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo

D. E stata la miglior partita della tua stagione?

“Probabilmente si, ho espresso il miglior tennis anche tenendo conto del valore del mio avversario. Io credo che sia una conferma del buon periodo che sto vivendo, delle sensazioni che sto avendo in campo, sto trovando grande continuità. Partire subito bene mi mette tranquillità e la toglie al mio avversario. Credo che Cameron si sia trovato in una situazione molto scomoda, è stato bravo a reagire nel terzo, ma in ogni caso queste due mie ultime partite sono quelle più iconiche sinora della mia stagione sulla terra”.

D. Antonio Garofalo ( Ubitennis): Ho visto che ad un certo punto della partita hai variato ritmo, hai alzato molto le traiettorie. Era una cosa dovuta alle palline e alla lentezza del campo o una scelta per mettere in difficoltà il tuo avversario che avevi preparato?

 

“Penso che Norrie sia un giocatore molto bravo quando colpisce all’altezza delle spalle, se trova una palla più carica e con molto spin va in difficoltà. Credo sia stata la chiave del match aver adottato questa strategia”

D. Hai detto che devi concentrarti su te stesso, ma hai dimostrato di saper adattare la strategia al tuo avversario?

“ Una cosa non esclude l’altra, ogni partita devi concentrarti preparando la partita pensando all’avversario ma cercando di imporre le mie caratteristiche e far giocare l’avversario come voglio io”

D. Vanni Gibertini ( Ubitennis): Sei arrivato a giocare le due migliori partite della stagione in un momento importante come il Roland Garros. E’ successo qualcosa che ha fatto scattare un clic o il percorso che ti ha portato qui era il percorso giusto per arrivare esattamente dove volevi?

“Non lo so, forse non lo sa nemmeno Dio ( ride). Credo che un periodo buio lo abbiamo trascorso tutti, l’importante è uscirne, con la volontà e la forza di mettersi in gioco. Ad un ragazzo giovane come me che ha ancora tante cosa da imparare può fare anche bene avere un paio di mesi in cui le cose vanno male, poi sono stato bravo a lavorare e ad allenarmi e a venirne fuori. Speriamo di cavalcare l’onda”.

D. Sei molto giovane ma hai già una buona esperienza. In questo torneo del Grande Slam ti senti come mai in passato?

” Sì, probabilmente sì, perché io sento che tutto l’equilibrio di cui ho bisogno per essere ben preparato

ad affrontare questo tipo di giocatori in questo tipo di atmosfera è completamente diverso dai normali tornei.

  
 D. Potresti giocare contro Alcaraz al prossimo turno, lo hai già battuto. Se non fosse cresciuto così velocemente magari si parlerebbe più di te, come vedi questa partita?
 "E' il primo ada ver aperto una strada. ha vinto un torneo del Grande Slam dopo i tre grandi, quindi penso che sia una specie di ispirazione per noi, per me, Holger, Jannik e chiunque altro è dietro di lui, e cerca di spingerlo via e ci prova avvicinarsi. Quindi penso che la partita di Amburgo mi abbia dato molto fiducia. Quindi penso che ci divertiremo e godremo la nostra partita"
 D. Due anni fa hai affrontato Novak, ora probabilmente Alcaraz. Come sei cambiato in due anni?
 "Due anni fa è stata la mia prima apparizione nel Grande Slam, era tutto nuovo. Se mi chiedi se mi sento diverso rispetto a due anni fa, io dico si. Mi vedo più maturo, con più esperienza, con molte, molte più partite, vittorie, sconfitte che mi hanno aiutato ad affrontare la vita e come giocatore in un certo modo e in un modo migliore. Quindi direi sicuramente che sono sicuramente più preparato di quanto ero con Nole, ma questo non significa che andrò in campo e vincerò facile.  Ma sento di poter gestire meglio tutte le cose intorno a me la prossima partita" 

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Roland Garros, Fognini: “Pettorale stirato, ho giocato perché un’occasione così non capiterà più”

“Sono stufo di farmi male, a 36 anni è dura accettare certe cose”. Sconfitto solo al quinto da Ofner, Fabio Fognini non nasconde l’amarezza

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Fabio Fognini – Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

Fabio Fognini ha perso al quinto set contro contro Sebastian Ofner, apparentemente limitato da un problema fisico. Così è, infatti, come conferma l’azzurro al termine del match. “Dopo la partita con Kubler mi sono stirato il pettorale. Ho deciso di giocare perché un’occasione così non mi capiterà più. Ultimo o penultimo Roland Garros, senza ombra di dubbio”.

D. Al di là di questo aspetto sfortunato, hai dimostrato in queste ultime settimane che il tennis c’è.

 

“Sì, peccato perché i treni passano e non tornano più indietro. Ho perso un’altra grande occasione, senza nulla togliere al mio avversario – chi vince merita sempre. Nelle condizioni in cui ero, in cui stavo giocando, sarò sbruffone, non mi interessa, ma difficilmente avrei perso questa partita.”

D. Ora naturalmente recupero, poi la stagione su erba che, avevi detto, non giocherai…

“Mi ero iscritto ai Challenger di Perugia e Parma. In questo momento, non voglio dire cose che non vorrei dire, ma avrei voglia di cancellarmi sia da Perugia sia da Parma e andare da qualche parte a rilassarmi, ho bisogno di quetso. Arrivato a 36 anni, non ho più voglia, forse non lo accetto più, ecco. Non ho più voglia suona male, anche perché mi sono rimesso in sesto nelle ultime due settimane e ho fatto vedere cosa posso fare. Però sono parecchio stufo di farmi male, non lo accetto più. Di sei mesi, ne ho giocati tre. Una volta ho perso con Alcaraz, un’altra con Djere, c’è stata discontinuità.”

D.La scintilla che ti ha fatto ritrovare Corrado [Barazzutti] e anche il tifo del pubblico in questi giorni non sono uno stimolo a provarci malgrado…

“Sì, sì. È il bello e quello che mi mancherà di questo sport una volta che mi ritirerò. Io sono senza dubbio un emotivo che gioca e vive anche per queste partite qua. Oggi il pubblico era dalla mia parte, mi conoscono, mi rende orgoglioso riuscire ancora a riempire un campo come questo, a creare un bell’ambiente. Ma sono stufo, non accetto più determinate cose e, come ho già detto, la decisione finale verrò presa davanti a una birra o a un bel bicchiere di vino in totale tranquillità, guardandomi allo specchio e decidendo il da fare.”

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Roland Garros, Sonego: “L’esperienza degli Slam passati mi ha aiutato nella rimonta”

Le parole di Lorenzo Sonego dopo la rimonta contro Andrey Rublev

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Lorenzo Sonego - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

D. Hai detto che stai giocando un match dell’anno, ma forse anche forse anche della carriera. C’è qualcosa dietro questo momento di di così? 

Devo dire che sicuramente le esperienze in tutti gli Slam, le partite, anche soprattutto quelle perse negli altri anni, mi hanno aiutato a crederci. E nonostante 6-0 nel secondo set, non era facile rientrare in campo poi con la giusta determinazione. Però ce l’ho fatta e ho creduto di potercela fare, quindi sono molto contento di come sto gestendo anche queste difficoltà. 

D: Vorrei onorare la rispettabilissima categoria di tennisti ‘cazzuti’. Secondo me tu sei parte di questa categoria e oggi forse era una sfida per la top 10 in questa categoria. Hai coltivato questa tua, questo tuo modo di essere in campo hai oppure ti viene naturale? 

 

No, sono son nato abbastanza così. Ehm, mi piace proprio la lotta, essere in quella situazione lì e tirarmi fuori dalle difficoltà. Mi piace proprio essere arrivare in quella situazione lì è più sono in difficoltà, più trovo qualcosa che mi dà energia e mi dà voglia di stare in campo. Sono sempre stato così, cazzuto, mi piace essere. 

D: Tu hai detto prima ‘sono riuscito a ritornare in campo con la determinazione nonostante il 6 0’. Dov’è che hai trovato la forza mentale, cioè lavorato sopra, prima dell’incontro, che non è facile dopo un 60 ripartire, poi dal break la partita è cambiata. 

No, volevo dire che anche guardando anche le altre partite, è successo anche in passato, che qualcuno ha preso 6 0 poi riuscito a vincere queste partite, quindi non è qualcosa di nuovo. Ovviamente mi posso aspettare di essere due sotto con Rublev e ho dovuto fare il mio massimo e giocare da una grandissima partita per portarla poi a casa, quindi sono stato bravo a reagire p, poi a mantenere quella a quel livello perché non era facile anche al quinto set continuare a mantenerlo. E sono molto contento. 

D: Nei primi due set, da quello che ho contato io, 9 dei 18 game sono finiti a 30, quindi alla fine non c’era un’enorme differenza a livello di gioco. Era la stessa cosa che sentivi anche tu, oppure credi che il click tra il secondo e il terzo set sia stato mentale? 

Sì, infatti è una cosa che mi ha dato fiducia e sapevo che bastava poco per poterla ribaltare, cioè mi sentivo molto vicino a lui e mi sentivo di poterlo breakkare più volte e quello mi è servito per avere quella fiducia che poi mi è servita negli altri tre set.  

D: E poi un’altra cosa, se potessi scegliere un campo su cui giocare la prossima partita, quale sceglieresti? 

Diciamo che tutti i campi sono speciali, e più vai avanti più giochi su campi, sempre più belli. Quindi di sicuro è una bella esperienza, nel mio caso tutti questi campi. Oggi c’era un un’atmosfera incredibile in quel campo, quindi sarebbero rigiocare lì, o anche sulle Chatrier. 

D: Oggi sul campo hai detto di aver pensato a divertirti durante la partita. Ieri Jannik invece ha detto che forse il problema è che non si stava divertendo. Si sentono spesso questi ragionamenti ultimamente, forse perché il tennis è diventato molto faticoso, ci sono molte cose anche fuori dal campo, molte pressioni, allora alla fine la cosa che fa la differenza e dire beh ‘vabbè insomma sono qua me la me la gioco, mi diverto e sono contento di stare qui e di fare questa cosa.’ 

Ovvio che godersela in un vantaggio. Io cerco di godermi ogni partita, però non mi è facile perché poi entri in campo e ci sono delle pressioni di diverse ogni volta e un avversario che ti mette in difficoltà. Magari ci sono dei giorni dove non trovi soluzioni e ce la metti tutta lo stesso e non riesci a trovare sorriso, perché magari l’avversario non te lo permette o perché è una giornata storta. È facile dirlo prima o dopo, ma quando sei durante il match trovare il match non è semplice, non te lo puoi imporre, ti deve venire naturale ed è importante cercare di godersi di più queste situazioni. 

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