Us Open interviste, Djokovic: “In questi Us Open sto cercando di andare più a rete”

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Us Open interviste, Djokovic: “In questi Us Open sto cercando di andare più a rete”

Us Open secondo turno, N. Djokovic b. A. Haider-Maurer 6-4, 6-1, 6-2. L’intervista del dopo partita a Novak Djokovic

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Novak Djokovic - US Open 2015
 

Ti sei dovuto abituare alle condizioni o al suo gioco? O stavi solo studiando un modo di entrare bene in partita?
Era difficile prendere il ritmo sulla risposta. Lui serve in media a 130 miglia orarie e sul cemento non ci eravamo mai incontrati. Lo avevo incontrato una volta sulla terra, ma è una cosa completamente diversa. Anche il fatto di aver dovuto aspettare molto per entrare in campo ha influenzato un po’ il match: ci siamo scaldati e raffreddati molte volte. Nel complesso, direi che è un buon risultato aver chiuso in tre set.

Alla fine avevi ancora energie per ballare. È stata una sorpresa per te?
Sono felice che sia sceso in campo. Non era niente di preparato. È un vero intrattenitore: lo conosco ormai da cinque anni, lo vedo ballare ogni anno ai miei match ma non mi stanca mai. Riesce a coinvolgere molto il pubblico della sessione serale ed è una esperienza speciale sia per i giocatori che per i fan.

Parlaci della segatura. Di chi è stata l’idea?
Di solito è sempre in campo: stavolta non c’era e hanno dovuto portarla, tutto qui. Non sono l’unico giocatore a usarla, lo fanno in tanti e specialmente in condizioni come quelle di oggi, con molta umidità. A volte aiuta, quando la racchetta ti scivola di mano.

A un certo punto, sul 40-15, col risultato nettamente in tuo favore, hai sbagliato una volée e hai scosso la testa con aria preoccupata. Ci stai lavorando con Boris?
Oggi ho messo a segno più volée di quante ne abbia sbagliate. Sto cercando di andare più a rete, di essere più aggressivo. Il mio è essenzialmente un gioco da fondo campo, ma Boris ha costruito la sua carriera sul gioco di rete e mi incoraggia ad avanzare quando apro il campo. Chiaramente non mi viene naturale come a lui o ad altri, ma cerco di sviluppare il mio gioco.

In una intervista a USA Today hai detto di essere cambiato molto negli ultimi cinque anni: a cosa ti riferivi?
A tutto. Sarebbe stato strano il contrario: tutti affrontiamo un processo di evoluzione a livello personale. Cerco sempre di migliorare, sia come giocatore che come persona. Chiaramente il cambiamento più grande che ho affrontato è stato la paternità, ma ce ne sono molti altri. Ogni anno presenta ostacoli differenti: tutto attorno a te muta, e tu devi cercare di fare altrettanto.

Giocherai con Seppi. È un buon match per testare le tue condizioni?
Sì, Seppi è un giocatore con grande esperienza. Ha un gioco molto solido da fondo, e se gli permetti di giocare lo sa fare bene: i colpi li ha, non c’è dubbio. È stato tra i primi 15 o 20 al mondo ed ha anche già giocato sull’Arthur Ashe, quindi non si sentirà intimidito dall’occasione. Cercherò di imporre il mio gioco.

Traduzione di Gaia Dedola

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