US Open uomini: eliminato Murray! Federer ok con Isner, ai quarti anche Wawrinka e Gasquet

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US Open uomini: eliminato Murray! Federer ok con Isner, ai quarti anche Wawrinka e Gasquet

Clamoroso a Flushing Meadows: Andy Murray, tds n.3 e campione qui nel 2012, cede a Kevin Anderson. Il sudafricano affronterà ai quarti Stan Wawrinka, che perde il primo set del torneo ma supera Donald Young. Richard Gasquet raggiunge i quarti due anni dopo la semifinale del 2013, regolando Tomas Berdych in quattro set. Roger Federer supera John Isner, interrompendo a 110 la striscia di turni di servizio vinti consecutivamente dall’americano a Flushing Meadows dal 2013

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[2] R. Federer b. [13] J. Isner 7-6 (0) 7-6 (6) 7-5 (da New York, Vanni Gibertini)

FEDERER B. ISNER

In un revival del tennis “bum-bum” che popolava le arene indoor negli anni ’90, Roger Federer e John Isner hanno dato vita all’ultimo incontro maschile in programma il giorno di Labor Day sull’Arthur Ashe. Con un’altra prestazione di grandissima solidità, il campione svizzero è riuscito ad ingabbiare con le sue grandi doti di ribattitore le straordinarie battute del gigante americano, limitando la partita al numero minimo di set e conservando preziose energie per i turni successivi.

Primo set con tre sole palle break, tutte a favore di Federer nel sesto game, annullate da due bei servizi di Isner e da una volée di rovescio con rotazione a tornare indietro che ha tolto a Federer la palma del colpo più spettacolare del parziale, per una volta. Tie-break perfetto per lo svizzero, che se lo è aggiudicato per 7 punti a zero, infliggendo a Isner la prima sconfitta a zero nei tie-break giocati da professionista.

Isner non si perde d’animo nel secondo parziale, continuando imperterrito con la sua strategia orientata all’aggressione della seconda palla dello svizzero, che però nel set precedente era riuscito a portare a casa quasi 4 punti su 5 con il secondo servizio. L’americano brucia tutti i suoi “challenge” sull’1-1 quando in un game di 20 punti deve fronteggiare due palle break, salvate con altrettanti ace, uno a 131 ed un altro a 133 miglia orarie. Nel game seguente si trova 0-40, ma anche qui le occasioni di break vengono cancellate da altrettanti ace o servizi vincenti. Isner si butta avanti appena trova un’apertura, ma se non chiude la prima volée, le sue chance di fare il punto crollano sensibilmente. Anche qui si arriva al tie-break, molto più combattuto del precedente, nel quale è Isner ad avvantaggiarsi per primo sul 4-2, ma una risposta di Federer su una prima scagliata a 140 miglia orarie ed il successivo passante di diritto riportano le cose in parità. Il finale è in volata: sul primo set point, Federer manca un passante di rovescio al volo non impossibile, ma sul 6-6 arriva una magnifica risposta vincente di diritto lungolinea su un servizio slice a 128 miglia orarie, seguita da uno schema servizio-rovescio che sigla il vantaggio di 2 set a zero dopo 1 ora e 52 minuti.

Nel terzo set, l’elvetico riesce ad essere più incisivo nei game di battuta di Isner: non sfrutta uno 0-40 sul 4-3, uno 0-30 sul 5-4, ma sul 6-5 arrivano tre match point consecutivi, il secondo dei quali è quello buono.

Federer raggiunge quindi i quarti di finale senza aver perso un solo set, ed avendo subito solamente due break (nel match contro Kohlschreiber), confermando il suo ottimo stato di forma già mostrato nel torneo di preparazione di Cincinnati. Nel prossimo match troverà il francese Richard Gasquet, contro il quale ha vinto 14 dei 16 match disputati, e contro cui le uniche due sconfitte sono venute sulla terra battuta, l’ultima delle quali nel 2011 agli Internazionali d’Italia.

[12] R. Gasquet b. [6] T. Berdych 2-6 6-3 6-4 6-1 (Michele Gasperini)

BerdychGasquetStats

Termina negli ottavi di finale l’avventura di Tomas Berdych, testa di serie No.6, in quello che è l’ultimo Slam stagionale, eliminato alla distanza dal francese Richard Gasquet, No.12 del seeding, alla fine di un match sostanzialmente dominato, dopo la falsa partenza iniziale, confermando l’ottima seconda parte di stagione da Wimbledon in avanti (dove fece semifinale), per il transalpino, mentre per il ceco si tratta dell’ennesima delusione dopo il grande avvio di questo 2015.
L’inizio dell’incontro è tutto di marca del tennista nativo di Valasske Mezirici il quale, propositivo e abbastanza, salva prima tre palle break consecutive nel quinto gioco, per poi conquistare quattro giochi consecutivi, portando a casa la frazione, sfondando le resistenze di Gasquet grazie al suo dritto inside-out. Dal secondo parziale, però, la storia cambia: Berdych non riesce più ad entrare e a prendere l’iniziativa, aumentando considerevolmente il numero degli errori non forzati, finendo nella trappola del francese, abile a rallentare il gioco con il dritto per poi accelerare con il rovescio lungolinea: dopo aver pareggiato il conto dei set strappando due volte anch’egli la battuta al ceco, il terzo parziale è il più equilibrato dell’incontro, senza chanche di break fino al fatidico decimo game, dove di fatto termina la partita: bravo Gasquet, avanti 5-4, a farsi aggressivo, attaccando le seconde di Berdych, senza concedergli respiro, breakkandolo a zero e portandosi due set a uno.
Il contraccolpo psicologico è immediato: dopo essersi salvato da 0-40 nel primo game del quarto, il transalpino non avrà più alcun problema, strappando ripetutamente la battuta ad un ormai rassegnato Berdych, chiudendo 6-1 al quarto in meno di 2 ore e mezzo. Il francese, al secondo quarto di finale in carriera a New York, affronterà ora Roger Federer.

[15] K. Anderson b. [3] A. Murray  7-6 (5) 6-3 6-7 (2) 7-6 (0)   (da New York, Luca Baldissera)

Andy Murray e Kevin Anderson vengono accolti da un Louis Armstrong Stadium gremito in ogni ordine di posti, poco prima delle 17 ora di New York, al loro ingresso in campo per l’incontro di quarto turno che determinerà l’avversario di Stan Wawrinka nei quarti di finale. La partita è da subito molto combattuta, con Anderson che tira tutto come di consueto, e salva bene due palle break nel quarto game. Murray sembra in forma, si muove bene, e piazza diversi rovesci dei suoi. Rispetto all’enormità dell’Arthur Ashe, il Louis Armstrong, per quanto imponente, dà una grande sensazione di vicinanza a campo e giocatori, è molto più raccolto, un po’ come uno stadio classico della Premier League inglese. Bellissimo giocarci e guardare il tennis, si respira l’entusiasmo della gente. Il collega del “Guardian” con cui attendo che mi venga assegnato il posto in tribuna stampa mi racconta che le speranze su Murray sono molte per questo torneo, e che, anche se non lo ammetterà mai, secondo lui Andy preferisce questi campi ai prati di Wimbledon.

Senza ulteriori scossoni, ma con tanto bel tennis giocato a tutto braccio da entrambi, si arriva al tie-break: scambio di regali sul servizio (minibreak Murray subito restituito con doppio fallo), poco dopo un cross di rovescio da ovazione di Andy, Kevin tiene e controbatte, e trova con una bomba in risposta nei piedi dello scozzese un minibreak che lo manda 5-4 e servizio, ma ricambia affossando un dritto. Gran demi-volée Anderson, ed è set point: un dritto lungolinea fulminante del sudafricano chiude un parziale che Kevin si è decisamente meritato, considerando che ha inseguito fin dall’inizio. Murray sotto di un set, e sta giocando bene.

Inizia il secondo, e stavolta è Kevin a iniziare per primo. 1-0 per lui, e poi subito due palle break consecutive (altro doppio fallo di Andy pochi minuti dopo quello commesso nel tie-break): la seconda è quella buona per togliere la battuta a Murray. 2-0, il campione 2012 è nei guai, anche perchè sul servizio di Anderson per ora non si gioca, e il 3-0 è cosa di un minuto. Nel quinto game, 3-1 sopra e servizio, Kevin ha un attimo di appannamento, va ai vantaggi, ma tiene bene alla fine. Da lì, grandissimo Kevin: una cavalcata di ace, vincenti con tutti i colpi. Prova a rientrare Murray sull’1-5 sotto, brekka per la prima volta Anderson e poi tiene, sul 5-3 Kevin perde un minimo il ritmo del servizio e concede ancora break point, ma alla fine con l’ennesimo servizio vincente chiude. 7-6 6-3, ora si fa durissima per Andy.

Pronti via al terzo, subito Murray sotto 0-40, e sulla terza palla break Anderson si inventa una risposta anticipata di rovescio da urlo, forse un minimo fortunata, ma tant’è. 1-0 per lui, e come direbbe la mitica Elena Pero, “adesso il match si gioca nei turni di servizio del sudafricano”. Ma la reazione di Andy, sul proverbiale ciglio del burrone, è rabbiosa, e spinto dall’ incitamento del pubblico, nemmeno giocasse un americano, recupera subito e si porta sul 2-1.  Si prosegue a questo punto con i servizi, la partita è intensa e appassionante, Murray tiene di nervi, Anderson continua a picchiare, e si arriva al tie-break: stavolta è lo scozzese a chiudere in suo favore per 7 a 2.

Si arriva al quarto set, e tutti si aspettano il calo di Anderson: invece è il sudafricano a continuare a servire come un treno, è lui ad avere un paio di palle break nel quarto game, ed è lui a chiudere il tie break conclusivo per 7-0. Ora per lui Wawrinka ai quarti, sarà sicuramente ancora battaglia. Per Murray, certo ci sono dei rimpianti, ma non troppi: l’ha vinta con merito Kevin, non l’ha sicuramente regalata Andy.

[5] S. Wawrinka b. D. Young 6-4 1-6 6-1 6-4 (Marco Lauria)

wawrinka_youngstats

Troppo leggero il tennis di Donald Young per reggere l’urto del rovescio monomane svizzero. Stan Wawrinka perde il primo set della sua rassegna americana, ma rimedia al black out e si abbatte contro l’americano, sprovveduto dei mezzi per ovviare all’evidente scarto tecnico e forse incapace di recuperare dallo sforzo fisico delle entusiasmanti maratone con Simon e Troicki.

Parte sotto di un set Young, ma non è una novità. Il break che decide il primo parziale è un saggio di classe dell’elvetico che mira tutti gli angoli e li raggiunge a velocità impensabili. L’americano serve bene, ma l’uncino mancino fa il gioco di Wawrinka, che può rispondere col suo fondamentale preferito e comandare lo scambio. Lo svizzero tiene bassa la percentuale di prime in campo, ma il buon rendimento della seconda gli consente di non correre rischi. Il primo set va in archivio con Wawrinka saldamente al timone, ma al giro di boa arriva la prima occasione per Young, che approfitta del passaggio a vuoto dell’elvetico che perde prima il servizio e poi le staffe, frantumando la racchetta. Sotto 4-1 il detentore del trofeo parigino pare non essere nel mood giusto per rimediare e stacca l’interruttore lasciando allo yankee il secondo set.

Quando il match sembrava aver cambiato padrone, Wawrinka si riaccende e inizia a disegnare il campo e muovere la palla con una facilità disarmante, infilando un parziale di cinque giochi a zero. L’ennesima improvvisa flessione dello svizzero è questa volta indolore, così al break e ai due servizi tenuti da Young segue il game che issa il punteggio sul 6-3, chiuso con una strepitosa esecuzione di rovescio lungo-linea giocato con i piedi due metri fuori dal corridoio. Stan si spegne e si accende come le luci al neon simbolo della vita notturna ed emblema della prosperità newyorkese, e quando imposta il sistema sull’on lascia interdetto il raccolto parterre americano che per avere uno così farebbe probabilmente carte false. Il quarto set si apre con un break e segue senza impacci i servizi. Il nastro aiuta Young nell’ultimo game di servizio dell’elvetico e accende il pubblico a stelle e strisce, ma un Wawrinka insolitamente retofilo sale nuovamente a rete e spegne le speranze americane a cui non rimane che il disperato appello a John Isner, in campo questa notte contro Roger Federer.

Risultati:

[5] S. Wawrinka b. D. Young 6-4 1-6 6-3 6-4
[15] K. Anderson b. [3] A. Murray 7-6(5) 6-3 6-7(2) 7-6(0)
[12] R. Gasquet b. [6] T. Berdych 2-6 6-3 6-4 6-1
[2] R. Federer b. [13] J. Isner 7-6(0) 7-6(6) 7-5

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