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Reading: US Open, (s)punti tecnici: sneaky attack by Roger Federer
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(S)punti Tecnici

US Open, (s)punti tecnici: sneaky attack by Roger Federer

Un uggioso pomeriggio sui campi secondari dello US Open si trasforma in spettacolo grazie a Roger Federer, con Stefan Edberg come spalla

Last updated: 02/12/2016 18:09
By Luca Baldissera Published 11/09/2015
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6 Min Read

roger serve

In modo abbastanza inaspettato (era in programma, ma nessuno pensava che si sarebbe visto a Flushing Meadows visto il tempo), alle 16.30 di un pomeriggio assai piovoso, durante una delle poche “finestre” che il maltempo ha concesso agli organizzatori per far andare in campo almeno un paio di doppi e qualche junior, sul practice court 3 – nemmeno il più “importante”, è un campo qualunque in mezzo agli altri, non quello d’angolo che spesso i campioni prediligono perchè meno disturbati da chi gli gioca di fianco – hanno fatto la loro apparizione 23 (ventitre) titoli del Grande Slam, sotto forma del signor Stefan Edberg e del signor Roger Federer.

Freddino, umido, anche rischioso fisicamente fare training oggi (una di quelle classiche giornate dette “da stiramento”), eppure i due signori di cui sopra si sono impegnati in una sessione davvero intensa, indice evidente di gran voglia di lavorare, ma anche piena di momenti divertenti e spensierati (tweener di Roger “no look”, purtroppo invece visto molto bene da Luthi, a cui è arrivata la palla in faccia, nulla di che, ma pacche sulle spalle e Stefan piegato dal ridere). Focus della parte “seria” dell’allenamento, i colpi di inizio gioco.

Di Roger sappiamo ormai tutti ogni dettaglio tecnico, e di lui mi sono sempre occupato poco (a meno che non ne combinasse una delle sue) per il semplice motivo che quando uno è perfetto, che spunti particolari vuoi trovare? In testa al pezzo una sequenza di servizi, sempre belli da vedere, dal vivo è incredibile la naturalezza e la fluidità della pronazione verso il basso/esterno della testa della racchetta, che è un’azione articolare piuttosto “sforzata” e impegnativa: Federer tirava giù i kickkoni esterni con la scioltezza di uno che fa il gesto con la mano (che è uguale) per dire “ma va là!”.

roger return

Poi le cose si sono fatte interessanti con Roger alla risposta, sempre di rovescio (sul dritto non ha bisogno di “messe a punto”, si vede), e soprattutto sempre più in avanti. Qui sopra ne vediamo una serie, per uno normale sarebbero colpi tirati al limite estremo come avanzamento della posizione, un buon metro e mezzo-due dentro il campo, io gliene ho viste sbagliare forse due su trenta, in relax (e “Stefanello” tirava alla grande il suo leggendario lift carico, eh, sicuramente andava parecchio di più della seconda di Wawrinka, esempio a caso).

roger sabr

E alla fine, eccola lì: la famigerata “SABR”, o Sneaky Attack By Roger (attacco a sorpresa di Roger). Ne vediamo alcune qui sopra, le foto non rendono a sufficienza e me ne scuso, ma ragazzi, che roba. Tecnicamente stiamo parlando di demi-volée in dinamica, ovvero in avanzamento. E fin qui, per quanto molto (ma molto) difficile e complessa come esecuzione, non c’è tanto da dire. Il piccolo (!!!) particolare è che una cosa è giocare il controbalzo su un colpo di palleggio standard (tipicamente un passante basso), ben altra è giocarlo su un servizio in arrivo dall’alto, per di più ultracarico di rotazione, per due motivi: l’angolo di incidenza della traiettoria, per l’appunto non “parallela” o quasi al terreno, ma che viene giù da sopra, e la rotazione in kick che è ancora elevatissima, non avendo quattro-cinque metri di volo dopo il rimbalzo per “scaricarsi”. Come quando, a ping-pong, chi imprime abbastanza effetto alla battuta ti fa schizzare via la pallina in modo imprevedibile non appena tocca la gomma della paletta.

Ecco, per farlo riuscendo a controllare quello che poi ti esce dalle corde, bisogna avere un timing che sconfina nel sovrannaturale, e non esagero. Perchè non puoi “solo” bloccare di polso, per “tenerla” devi salirci anche sopra a contrastare l’angolo di rimbalzo tanto più acuto del servizio, come uno schiaffetto dato col dorso della mano, e son palle che pesano, a 160-170 all’ora, piene di lift, non semipiatte come un passante. Ne ha provate poche, una dozzina: in campo tutte meno una, e almeno tre-quattro son partite lungoriga bassissime, veloci e vincenti. Applausi di Edberg, io con la mascella in mano, sipario. A domani con le semifinali.

Gli (s)punti tecnici precedenti

– Il dritto – e il gran lavoro – di Roberta Vinci

– L’illeggibile dritto con appoggi al contrario di Sabine Lisicki

– David Ferrer, dare tutto e anche di più

– Johnny Mac e il cuore di New York

– Grigor Dimitrov, specchio specchio delle mie brame

– La reattività frenetica di Camila Giorgi

– Il servizio estremo di Ivo Karlovic

– Le difficoltà e le fucilate di Kei Nishikori

– A che punto è Marin Cilic?


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