Azzurri, un punto doppio (Corriere dello Sport). Fognini e Bolelli premiata coppia. Italia quasi salva (Crivelli). La rivincita di Serena “Anch'io modella per The Call” (La Gazzetta dello Sport)

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Azzurri, un punto doppio (Corriere dello Sport). Fognini e Bolelli premiata coppia. Italia quasi salva (Crivelli). La rivincita di Serena “Anch’io modella per The Call” (La Gazzetta dello Sport)

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Azzurri, un punto doppio (Corriere dello Sport)

Il dato curioso è che tutte le sfide di Davis, sia che si tratti di semifinali o di playoff, hanno lo stesso punteggio: 2-1. Per quanto riguarda i playoff va segnalato come Marco Chiudinelli in coppia con Roger Federer al PalaExpo di Ginevra non sia riuscito ad assicurare alla Svizzera il terzo e decisivo punto per archiviare la pratica Olanda. Anche a Irkutsk, in Siberia, il punteggio è 2-1 ma qui per fortuna in vantaggio ci sono gli ospiti, che poi sono gli azzurri guidati da Corrado Barazzutti. Fabio Fognini e Simone Bolelli alla Baikal Arena hanno impiegato quattro set e 3h18′ per venire a capo dei russi Evgeny Donskoy e Konstantin Kravchuk. Alla fine i nostri vincono per tre set a uno ma, a dimostrazione dell’equilibrio in campo, si conteranno appena tra punti di differenza tra le due coppie. Fognini, che nella prima giornata aveva battuto il baby Rublev, ha concluso il match felice e soddisfatto ma stanchissimo (è stato fin qui impegnato per più di cinque ore), e non lo nasconde. «Sono molto provato, ma vincere è la miglior medicina contro stanchezza e nervosismo. Io e Simone abbiamo vinto un gran match dopo un paio di mesi in cui in doppio non ci eravamo espressi granché bene. Lui quest’estate aveva avuto qualche problema fisico, mentre agli US Open avevamo perso al primo turno al tie-break del terzo set con tanta sfortuna. Ci siamo sostenuti a vicenda e Simone ha servito alla grande nei momenti cruciali». Dopo la delusione di venerdì, la prestazione in doppio è stata la miglior replica di Bolelli alle difficoltà della prima giornata. «Non era semplice, Kravchuk e Donskoy sono un’ottima coppia, hanno servito molto forte, era difficilissimo rispondere e hanno avuto una gran percentuale di prime palle. Io e Fabio a tratti abbiamo giocato un gran tennis, a tratti meno, ma servivano il carattere e la voglia di lottare e alla fine ce l’abbiamo fatta. Le partite di Davis sono sempre durissime, devi saper gestire la tensione. E noi sapevamo che questo punto potrebbe essere fondamentale». Oggi giornata conclusiva e decisiva. Secondo il sorteggio oggi dovrebbero scendere in campo Gabashvili-Fognini e Rublev-Bolelli, ma Andreas Seppi ha superato il problema della borsite al piede sinistro e quindi in caso di necessità (e scelta di Barazzutti) è abile e arruolato. Guardando invece alle semifinali, i fratelli Murray, nella bolgia della Emirates Arena di Glasgow, ovvero a casa loro che sono scozzesi di nascita e di anima, stanno portando la Gran Bretagna in finale. Prima Andy venerdì ha messo a segno il primo punto contro l’Australia battendo Thanasi Kokkinakis. Poi soprattutto ieri, in coppia con il fratello Jamie, ottimo doppista con 13 tornei vinti e due finali Slam nel 2015, ha fissato quello del vantaggio spuntandola per 6-4 al quinto set contro Sam Groth e Lleyton Hewitt, alla fine di una battaglia durata 3h56′. Oggi Andy farà di tutto per completare il capolavoro nel singolare di apertura contro Bernard Tomic. Nell’altra semifinale, l’Argentina a Bruxelles ha piazzato il sorpasso sul Belgio, grazie alla vittoria di Carlos Berlocq e Leonardo Mayer su Bebelmans e Darcis.

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Fognini e Bolelli premiata coppia. Italia quasi salva (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport).

Ieri in Davis è stato il turno di Fognini e Bolelli, autonominatisi Chicchi dopo aver vinto un fantastico Slam in Australia (in contrapposizione alle ben più blasonate Chichis). La nostra coppia ieri ha raccolto il preziosissimo punto del 2-1, avvicinando l’obiettivo della permanenza in serie A e confermando un assioma sportivo vecchio come il mondo: non conta come giochi sempre, ma come rendi nei momenti che decidono. E dunque, applausi ai maestri italiani. Perché in Davis spesso il blasone non conta e anche una coppia senza pedigree come Kravchuk e Donskoy, peraltro già giustiziera della Spagna in luglio, può trasformarsi in una corazzata che spara ad alzo zero: il pelato Kostantin, ad esempio non concederà neppure una palla break in tutto il match, mentre il piccolo Evgeny giocherà un secondo set mostruoso, con risposte e passanti degni di Ivan Lendl. Eppure, quando contano la testa e il talento, quando bisogna mettere in terra i punti che scottano, arrivano i nostri, Fogna e Bole, delizia di un c.t.: «E’ una fortuna per un capitano — sorride Barazzutti — poter schierare un doppio come il loro, hanno dimostrato una volta di più perché sono tra i più forti del mondo». Orgoglio, classe, valore. Si possono trovare nella fiammeggiante risposta lungo-linea di rovescio, con urlo annesso, di Fognini sul set point per noi del primo set, nell’unica palla break di tutto il parziale (concessa da Donskoy); ritornano alla fine del terzo set, dopo che Simone si è mangiato la possibilità di chiuderlo perdendo il servizio nel nono game, in un tie break che è un disastro per i battitori (persi 7 punti su 12) ma alla fine esalta la freddezza degli azzurri; sfavillano nella volée di dritto con cui il bolognese annulla il set point sul 4-5 del quarto, evitando un prolungamento rischiosissimo; e infine si sublimano nel tie break, dove Fognini si inventa una volée dorsale di rovescio e un’altra di puro tocco da spellarsi le mani, mentre Donskoy, tornato terrestre, con due gratuiti ci manda in paradiso. I russi recriminano per i tre punti in più ottenuti (142 a 139), ma i numeri devono piegarsi alla logica di una coppia tricolore che ha messo tutta la sua forza tecnica e mentale in un match delicatissimo: «Ci meritiamo i complimenti — ammette Fognini — perché siamo stati più bravi di loro nei momenti chiave: siamo tornati quelli di inizio anno, specialmente nei due tie break. E’ una vittoria importante per il nostro morale. E poi andare 2-1 in trasferta in Davis ha sempre un peso determinante». Ora il traguardo è vicino, ma attenzione, perché anche in Kazakistan eravamo in vantaggio dopo due giornate e poi l’illusione si era trasformata in incubo. Per questo, nonostante tre settimane da globetrotter tra America, Italia e Russia, oggi capitan Barazzutti chiederà l’ultimo sforzo a Fognini, che aprirà il pomeriggio con Gabashvili nel terzo match in tre giorni e con più di cinque ore di partita nelle gambe: «Sono stanco e nervoso, perché quando la condizione non è perfetta fai fatica a tenere alta la concentrazione, e si è visto nei troppi turni di servizio in cui ho fatto fatica a tenere la battuta. Ma questa è la Coppa Davis, è la nazionale, l’adrenalina che ti dà un appuntamento del genere può farti passare tutto. Io sono a disposizione, con il doppio abbiamo tenuto più di un piede in serie A, questa squadra merita di stare nel Gruppo Mondiale e ora serve soltanto un ultimo sforzo».

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La rivincita di Serena “Anch’io modella per The Cal” (La Gazzetta dello Sport).

«Guess what?», cioè: «Indovinate un po’?». E poi: «Sono così felice di essere parte del prossimo Calendario Pirelli 2016 scattato da Annie Leibovitz». Parola di Serena Williams che prova già a lasciarsi alle spalle la tremenda delusione degli Us Open e, con un tweet postato nella notte di venerdì, rivela che sarà tra le protagoniste del prossimo Calendario Pirelli. Quello di Serena è il primo dei volti (e dei corpi) dell’edizione 2016 a essere reso noto. E la cosa avviene in maniera davvero inusuale per un oggetto del desiderio riservato dall’azienda italiana a poche migliaia di persone ogni anno. “The Cal 2016” è davvero molto atteso; la Pirelli lo ha affidato alla fotografa americana Annie Leibovitz, celebre per i suoi ritratti, e che aveva già realizzato l’edizione del 2000. La Leibovitz, coperta dall’assoluto riserbo – questa volta non è stata rilasciata neppure un’immagine del backstage -, ha scattato a luglio nel suo studio di New York. Il Calendario Pirelli, dopo due anni consecutivi all’Hangar Bicocca di Milano, sarà presentato in pompa magna a Londra (dove torna dopo cinque anni) a fine novembre.

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