La regina ha perso il sorriso (Valesio). Vinci, semifinale e sogno Masters. Serena si ferma (Oriani).

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La regina ha perso il sorriso (Valesio). Vinci, semifinale e sogno Masters. Serena si ferma (Oriani).

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La regina ha perso il sorriso (Piero Valesio, Tuttosport).

Strana la vita, fatta di piccole coincidenze. Appena dopo aver avuto la certezza ufficiale di essere la responsabile della crisi depressiva altrui più clamorosa del tennis contemporaneo, Roberta Vinci potrebbe avere la possibilità di mandare in confusione anche la maggiore delle sorelle Williams. Ieri Serena Williams, che ufficialmente non tocca racchetta dalla giornata in cui ha perso in semifinale contro Roby a New York, ha annunciato che la sua stagione è finita: niente tornei, niente Masters. E ci si rivede il prossimo anno. E sempre ieri Roby ha superato la Pliskova e nella semifinale di Wuhan il calendario le pone innanzi la sorella Venus. Bella coincidenza, nulla da dire. Ma soffermiamoci sul primo punto: cosa c’è dietro al crollo psicologico di Serena? Non bisogna essere dei luminari nel campo per capire che quella contro la Vinci non è stata, per lei, solo una sconfitta subita su un campo da tennis. Vale la pena di leggere bene il tweet con cui Serena ha annunciato il suo lungo arrivederci: «E’ una decisione difficile, ma l’ho presa per amore del tennis. La mia stagione è stata a tratti esaltante ed a tratti deludente, ma in ogni caso, sia nella vittoria che nella sconfitta, è stata comunque gratificante. Ho giocato gran parte dell’anno nonostante gli infortuni: il ginocchio, il gomito…E dopo un certo match agli Us Open, anche al cuore. Sono una combattente, voglio competere al meglio, il più a lungo possibile». Dunque: se può risultare difficilmente comprensibile che Serena abbia detto stop “per amore del tennis”, una cosa vera l’ha sicuramente detta: che la sconfitta contro la Vinci l’abbia ferita “al cuore”, e soprattutto che si sia riferita alla semifinale di NY come ad un “certo match”. Questo appare in linea con l’atteggiamento che Serena ebbe immediatamente dopo il match: quello di chi non ha accettato non già la sconfitta sportiva, ma proprio non ha nemmeno iniziato a elaborare il lutto che da quella sconfitta si è generato. Serena si sente non come una che ha perso una partita ma come una che ha perso inspiegabilmente. («Ha giocato da matti» disse della Vinci dopo quel match). E soprattutto quella sconfitta ha fatto esplodere le sue incertezze, non solo sportive: è come se Serena (che infatti va ripetendo che la sua stagione è stata a tratti deludente, avendo vinto tre Slam su quattro!) si sentisse quasi colpevole di quanto è successo, forse inadeguata, certamente insoddisfatta. E’ come se si stesse ripetendo: tutto qui quello che valgo? Che non fosse psicologicamente solidissima lo si era capito già dall’inizio di quel torneo: dovendo reggere il peso dell’incipiente Grande Slam e delle attese altrui ha fatto patatrac. Forse qualcuno avrebbe potuto occuparsi anche della sua testa oltre che del suo servizio. Intanto Roberta stamattina dovrà affrontare Venus Williams e, probabilmente, anche la rabbia della sorella che cercherà vendetta tentando di stritolare Roberta. Roby dovrà, dal canto suo, trarre forza dal momento straordinario che sta attraversando e dal fatto di essere diventata colei che con il suo modo di giocare può mettere in difficoltà le grandi bombardiere dei nostri tempi.

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Vinci, semifinale e sogno Masters. Serena si ferma (Massimo Oriani, La Gazzetta dello Sport).

Altro che piccola. Prendi Roberta Vinci, le metti davanti Serena Williams, e anche uno che non sa niente di tennis vi dirà che non c’è storia. Ma noi sappiamo bene com’è andata a Flushing Meadows. Le ripercussioni di quel k.o. su Serena, però, non si sono fermate al triste addio a un Grande Slam che pensava d’aver già in tasca. La numero uno al mondo ha infatti deciso di chiudere in anticipo la sua stagione. Mentre Roberta è volata in semifinale al torneo di Wuhan. La tarantina ha vinto il 1^ set al tie-break contro la ceca Pliskova. Il secondo però non ha avuto storia: un secco 6-3 che l’ha portata al penultimo ostacolo, quello di stamane contro, ironia della sorte, Venus Williams, che ha battuto con qualche problema la britannica Konta (7-5 al terzo set). «Karolina ha giocato molto bene — ha detto subito dopo il match la Vinci — è forte al servizio e gioca molto piatto, sono contenta di essere riuscita a batterla e giocarmi la semifinale». Il momento magico del tennis italiano pare non essersi quindi fermato alla finale tutta azzurra degli US Open. Anzi, potrebbe assumere contorni ancor più trionfali se al Masters di Singapore (al via il 25 ottobre), oltre a Flavia Pennetta, che per essere ammessa deve riuscire a restare nelle prime nove al mondo, dovesse qualificarsi anche la Vinci, entrata a Wuhan al 18 posto e già sicura di essere almeno salita al 14. Dovesse conquistare il torneo asiatico, si isserebbe addirittura all’8^ posto, scavalcando la Pennetta e la Pliskova. In palio però ci sono ancora parecchi punti. Basti pensare che il China Open della prossima settimana ne mette in palio 900 per la vincitrice. Alle due azzurre basterebbe quindi fare strada a Pechino per riuscire a centrare l’obiettivo. Parliamo di nono posto perché ad allargare il campo (che prevede 8 partecipanti) sarebbe proprio lo stop di Serena, al comando del ranking Wta. L’annuncio dello stop di Serena non ha colto del tutto di sorpresa il suo allenatore, Patrick Mouratoglou: «Sapevo che non stava bene ed era svuotata, senza motivazioni. Fermarsi a due match da qualcosa di così grande è molto doloroso — ha detto il francese alla rete tv Espn — Ogni sconfitta fa male, ma quella con la Vinci l’ha veramente segnata, per cui le serve tempo per riprendersi e ritrovare la voglia di combattere. E non ho dubbi che lo farà».

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