ATP Finals interviste, R. Federer: "Una vittoria meritata"

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ATP Finals interviste, R. Federer: “Una vittoria meritata”

ATP World Tour Finals, R. Federer b. N. Djokovic 7-5 6-2. L’intervista post partita e l’audio di Roger Federer in originale

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Sei un po’ sorpreso per come si è evoluta la partita o credi sia normale? Lo hai battuto per la terza volta quest’anno, in quello che probabilmente è stato il miglior anno di Djokovic.
Sì, sicuramente non ci avrei creduto prima dell’inizio del torneo, dato il suo ottimo record indoor, e per la stagione che ha disputato, specialmente per la serie di vittorie. Mi sono concentrato di più sul battere Berdych e Nishikori e poi avrei visto come sarebbe andato con Djokovic. Questo dimostra che non mi aspettavo questa vittoria. Ma ripeto, per tutto il giorno sono stato consapevole delle mie possibilità. Avevo chiaro in mente il modo in cui avrei dovuto giocare. Una volta in partita, mi sentivo al suo livello, servivo bene, potevo giocare degli ottimi scambi da fondo, e comunque lui stava facendo un ottimo lavoro. Speravo di giocare bene nei miei turni di servizio e l’ho fatto. Ovviamente vincere il primo set in una partita come questa ti da un grande vantaggio. Era importante colpire di nuovo il prima possibile nel secondo set e ci sono riuscito. Ero un po’ deluso dal contro break, cosa che a Cincinnati ero riuscito ad evitare. È stata una situazione simile. Ma lui è stato bravo e io ho cercato di mantenere la calma. Alla fine non è stata una sorpresa perché io stavo giocando molto bene e lui ha abbassato il suo livello verso la fine del match.

Novak ha detto che non gli hai dato ritmo, hai mischiato molto gli slice, e poi di nuovo alzavi il ritmo dello scambio, e ancora trovavi la profondità. Era parte del piano che ti eri prefissato.
Non credo di aver mischiato così tanto il mio gioco, ad essere onesto. Non ho portato in campo alcuna tattica folle. Credo di aver giocato a carte scoperte, allo stesso modo in cui ho fatto molte volte in passato contro di lui. È il mio gioco quello di mischiare, di cambiare. Il suo gioco è quello di spingerti indietro. Credo che entrambi abbiamo giocato in modo regolare, come sempre, e che stasera l’esito sia stato positivo in mio favore.

In campo hai parlato di Nishikori, di quanto ti allenavi con lui quando aveva 16 anni. A quel tempo pensavi sarebbe diventato un top player. Cosa hai visto in lui a suo tempo? Quali qualità vedi nel suo tennis?
Pensavo fosse molto veloce, prima di tutto. E deve esserlo per la sua altezza, ne ha bisogno. Se non riesci ad essere veloce, vista la sua stazza, può essere dura. Ma aveva questa naturale velocità e coordinazione. Ed inoltre, aveva potenza. Per un giocatore piccolo non è facile da avere. Riesce a generare molta potenza con il rovescio e la trova facilmente, trova degli ottimi angoli e riesce a riportare il gioco dove vuole lui, meglio di tanti altri. Mi piace il suo dritto, anche perché è diverso dal suo rovescio, che è più piatto. Il dritto è più arrotato. Quindi poi la domanda era, riuscirà a non infortunarsi, quanto buono diventerà il suo servizio, riuscirà a restare concentrato durante un’intera stagione. Credo che poi quello non fosse un così grande problema. È riuscito a superare i primi infortuni. Ha mostrato tutto il suo talento. E gli ci è voluto un po’ a causa degli infortuni. E adesso è lì, uno dei migliori tennisti.

Il tuo gioco migliora ancora e si sviluppa, oppure pensi sia l’esperienza che ti permette di giocare certe partite? Se si parla di miglioramenti, cosa ti soddisfa maggiormente?
Credo che un tennista non smetta mai di migliorare e di lavorare sul proprio gioco. Sfortunatamente non abbiamo molto tempo per allenarci, giochiamo molte partite, dobbiamo avere il tempo per recuperare, per prepararci. Ovviamente, in un mondo perfetto sarebbe fantastico avere molti più mesi per preparasi perché davvero potresti tornare come un tennista del tutto nuovo. Ed è anche ovvio che questa decisione possiamo prenderla, ma è difficile starsene seduti per mesi quando gli altri vincono i tornei, e il tuo ranking ne soffre. Non dico che lo rimpiango, ma sicuramente mi sarebbe piaciuto avere più tempo per allenarmi. Credo che negli ultimi anni, da quando ho cambiato racchetta, io abbia acquisito un modo differente di approcciarmi al gioco, nel modo in cui rispondo, nel modo in cui servo, in quello che posso fare in generale. Si parla di portare il mio dritto e il mio slice al livello che volevo. E ovviamente migliorare il servizio e il rovescio, grazie alla potenza che riuscivo ad imprimere in modo più semplice per via della racchetta. E poi ovviamente dal punto di vista tattico le cose si sviluppano giocando. Anche l’esperienza aiuta. Mi sento ancora giovane nella mia testa, e non mi nascondo dal provare nuove cose. E questo è il lato più interessante del giocare ancora a tennis.

Novak ha detto di aver buttato la partita, specialmente nel secondo set. Anche a te sembra sia andata così?
Ha buttato lui la partita?

Sì.
Beh, nel secondo set non è stato bravo come nel primo. Ma onestamente, credo che per il modo in cui stia giocando questa stagione, devi cercare sempre di farlo uscire dal match. E non è facile. Non ha giocato malissimo. So che può giocare meglio. Perché ha giocato così? Vorrei dare credito a me stesso per quello.

Tu e Novak avete giocato molte volte. È difficile fare un veloce esame di tutte le diverse partite in cui vi siete affrontati. Considerando il tuo stato d’animo durante la prima partite, in particolare la brutta partenza, e considerando il suo livello di gioco, in che livello posizioni questa vittoria, vista anche la tua sorpresa?
Beh, ad un livello alto, incredibilmente alto. Mi piace l’indoor. Mi piacciono le World Tour Finals. E anche in passato ho vinto partite come questa. Come ho già spiegato, lui era favorito. Avevo molta meno pressione in questa partita perché a prescindere dalla vittoria o dalla sconfitta, dipende ancora dalla tua racchetta. Sono consapevole che questa è una grande vittoria. Mi aiuterà nelle prossime partite, o almeno nel prossimo match mi darà molta più fiducia. Mi aiuterà per l’anno prossimo. È sempre bello battere Novak o qualunque altro top player. Ma per me Novak è ancora il favorito del torneo. È il favorito nella partita contro Berdych. E riuscirà a trovare il modo per arrivare in semifinale. Non so esattamente di cosa abbia bisogno, ma è comunque il favorito visto la stagione che ha giocato. Non è finita per lui, per il modo in cui lo conosco, troverà un modo che lo renderà difficile da battere. È stato importante approfittare del fatto che oggi non abbia giocato benissimo, e per me riuscire ad essere più forte di quanto non sia stato contro Berdych. Non mi sentivo alla grande quando sono sceso in campo. Mi ripetevo, ‘Non inziare come hai fatto contro Tomas’. Mi dicevo, ‘Ok, inizia a servire e vedi cosa ne viene fuori’. E ha funzionato quindi ho fatto un’ottima scelta.

Non sembra davvero da te sentirti dire che non ti aspettavi di vincere il match. Ti sei sentito così anche negli altri match contro Novak quest’anno o con qualche altro tennista?
Questo è stato diverso perché non avevo necessità di vincere, e quindi perché metterti più pressione. Non è una finale. Ed è per questo che credo di aver avuto questo approccio alla partita, ovvero, vediamo cosa succede. Andare in campo e provare nuove cose. E se vedi che non vanno, non vanno. Se vedi che vanno bene, beh allora fallo. Ho avuto una lunga discussione con Stefan e Severin riguardo ciò che avrei dovuto fare, e ciò che non avrei dovuto provare. E sono felice che abbia funzionato. È stato bello giocare un match senza troppa pressione. Non so se mi ha permesso di giocare meglio, ma sicuramente è stata una partita solida e sono davvero contento del mio gioco al momento.

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