Bruguera, Leconte, McEnroe e Wilander: inizia La Grande Sfida

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Bruguera, Leconte, McEnroe e Wilander: inizia La Grande Sfida

Dopo la conferenza stampa di presentazione dell’evento svoltasi a giugno presso il Palazzo del Comune di Modena sito nell’incantevole cornice di Piazza Grande, oggi quella più “sontuosa” alla presenza di tutti e 4 i campioni convocati per “La Grande Sfida 4”

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Probabilmente, non si sarebbe potuta scegliere location migliore per la seconda conferenza stampa (che segue quella d’inizio estate), che di fatto dà il via a “La Grande Sfida 4”. L’avveniristico museo “Enzo Ferrari”, il cui nome è ovviamente dedicato ad una figura mitica del nostro sport nonché dell’imprenditoria internazionale quale il “Drake” (come viene affettuosamente ricordato da ferraristi e non solo), è una cornice che incanta John McEnroe, Mats Wilander, Henri Leconte e Sergi Bruguera, estasiati nel prendere visione del filmato “riassuntivo” della vita di Enzo Ferrari, delle sue imprese sportive prima, e lavorative poi, nonché di quelle di tutti i suoi collaboratori che hanno reso possibile fare del marchio Ferrari un autentico fiore all’occhiello del “Made In italy”, una volta che i quattro tennisti hanno fatto il loro ingresso nel prestigioso museo situato a ridosso del centro della città emiliana.
Conferenza stampa gremitissima di giornalisti e fotografi, e alla quale si presentano, tra le autorità locali (come peraltro già avvenuto a giugno) il sindaco Giancarlo Muzzarelli, accompagnato dall’assessore allo sport del Comune di Modena, Giulio Guerzoni. Oltre, naturalmente, ad Ernesto De Flippis di MCA Milano, organizzatore di questa manifestazione sportiva.
L’inspiegabilmente esiguo (se rapportato ai numerosi presenti in sala quest’oggi) tempo riservato agli addetti ai lavori per rivolgere le proprie domande ai quattro rappresentanti dell’ATP Champions Tour intervenuti per la duplice tappa sul suolo nostrano a Verona (questa sera) e Modena (domenica 22), non ci consente di porre, in sede di conferenza stampa, alcuna domanda a McEnroe, Wilander o Leconte. Riusciamo tuttavia ad avvicinare, al termine della stessa, Sergi Bruguera, disponibilissimo verso gli intervistatori.
“Terraiolo” iberico per definizione, da professionista già vincitore di 2 Roland Garros, Sergi bruguera è stato chiamato all’ultimo minuto a sostituire un defezionario Yannick Noah, afflitto da problemi ad una spalla.

Rafa Nadal ha cominciato in maniera molto negativa questa stagione ma ora pare essere in ripresa. Pensi che possa tornare a vincere uno Slam nel 2016?

S.B. “Certo che sì!”

Oltre ad essere coach di Richard Gasquet, da diverso tempo ormai curi, con tuo padre Luis, la vostra accademia in Spagna. Potresti farci uno o due nomi di due giovani secondo te che promettono particolarmente bene per il futuro?

S.B.: “E’ molto difficile rispondere alla tua domanda. Molto difficile perché innanzitutto, posso dire che questa generazione di tennisti spagnoli difficilmente potrà trovare un seguito. Fra 3, massimo 4 anni, cambieranno molte cose per la Spagna a livello tennistico, e sinceramente, non vedo nesuno al momento in grado di rimpiazzare i nostri attuali top player. Quando si ritireranno Nadal, Ferrer, Lopez e Verdasco sarà un bel problema. E poi non è facile individuare giovani di sicuro successo quando hanno magari 13 o 14 anni. E’ troppo presto, a mio parere. Inoltre, il fatto di essere diventato coach a tempo pieno di Richard Gasquet, non mi consente di dedicarmi così tanto ad osservare da vicino le giovani promesse”.

Sergi, non trovi che Feliciano Lopez sia stato abbastanza sfortunato nella sua carriera? Ogni anno sembra essere quello buono per lui perché entri finalmente a far parte del “gotha” del tennis mondiale inserendosi nelle prime dieci posizioni del ranking. Poi, per un motivo o per un altro, alla fine non vi riesce. Non credi sarebbe assurdo se c’entrasse, per così dire, allo scoccare dell’ultimo minuto della sua carriera, un po’ per “forza d’inerzia”?

S.B.: “Dire “per forza d’inerzia” è un discorso che secondo me non può reggere. E ciò per il semplice fatto che reputo il tennis essere lo sport più giusto del mondo. Tu occupi la posizione che effettivamente occupi nel ranking per quelli che sono stati i tuoi sforzi, e conseguentemente, i risultati ottenuti. Feliciano occupa “solo” la posizione 12, 13 o 14, o addirittura 15 del ranking? Francamente la cosa mi preoccupa poco, e ancor meno credo dovrebbe preoccupare lui. Nelle ultime tre stagioni, se devo essere onesto, mi sembra di poter dire che abbia fatto dei notevoli passi avanti sia a livello fisico che mentale, così come di continuità di risultati. Non male per un giocatore nei suoi 30. Non posso che augurargli il meglio, secondo me potrà avere degli ulteriori margini di miglioramento nonché un ottimo finale di carriera”.

Poco distante da Sergi Bruguera, incontriamo una sempre sorridente e cordiale Adriana Serra Zanetti, “madrina “ della manifestazione, che vedrà appunto la sua Modena ospitare la finalissima di domenica.

Adriana, sei emozionata per l’inizio di questo nuovo episodio de “La Grande Sfida” a poche ore dal “calcio d’inizio” di stasera a Verona?

A.S.Z.: “Devo dire di esserlo molto! L’organizzazione dell’evento fin qui è stata encomiabile, e ci aspettiamo una risposta positiva dal pubblico presente sia a Verona che a Modena. Inoltre tutti e quattro i campioni intervenuti si sono dimostrati molto disponibili, e questo non può farci che piacere”

Complice la non certo piacevole assenza di Noah, è stato adottato un criterio di selezione dei giocatori che riporta il tutto, potremmo dire, in perfetto equilibrio, come avvenuto l’anno scorso per “La Grande Sfida 3” a Genova e Milano. L’anno scorso tra i “baseliners” o giocatori più tradizionalmente da fondo campo, Lendl e Chang opposti ai due attaccanti estrosi, McEnroe e Ivanisevic. Quest’anno di nuovo “SuperMac” e Leconte tra i “fantasisti” o giocatori di “serve and volley”, opporti ai “regolaristi” Wilander o Bruguera. Pura coincidenza o scelta voluta, a tuo parere?

A.S.Z.: “Francamente non saprei riponderti! Quel che certo è che vedremo in campo del grande tennis. Questo perché, come hai ricordato tu, il fatto di vedere in campo tennisti con degli stili così contrastanti tra loro, contribuisce a “mescolare le carte” e a rendere il tutto indubbiamente più godibile e piacevole. Credo che contribuisca, in definitiva, a rendere il tutto molto più spettacolare”.

Quanto orgoglio hai provato da italiana nel vedere in finale a New York Flavia Pennetta e Roberta Vinci?

A.S.Z.”Tanto. Hanno giocato un grande US Open. Peccato che Flavia si sia ritirata e che Roberta abbia annunciato che la prossima sarà la sua ultima stagione”

Per il futuro? C’è la Giorgi?

A.S.Z.”Speriamo. Ma siamo stati abituati molto bene da queste ragazze.”

Niccolò Ludovici e Valerio Vignoli

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