(S)punti Tecnici
(S)punti tecnici: One Handed Backhand Appreciation Corner, com’è andato il 2015?
Rivediamo e valutiamo il 2015 del rovescio a una mano: Stan Wawrinka, Roger Federer, Richard Gasquet, Grigor Dimitrov, Feliciano Lopez e Roberta Vinci hanno lottato per arginare lo strapotere dei bimani, e hanno limitato il loro totale dominio. Soprattutto, hanno impedito due potenziali Grandi Slam

Dopo aver colpevolmente trascurato, per tutto l’anno, di seguire, incoraggiare e sostenere gli sforzi dei Cavalieri della Luce, gli Illuminati della presa Eastern, gli Eroi Leggendari che lasciando andare libero il finale del rovescio verso l’azzurro del cielo, senza la deplorevole costrizione della mano non dominante, combattono con coraggio una guerra forse già persa contro i crudeli seguaci del Buio, le Nemesi Bimani che senza pietà avanzano portando l’oscurità a lambire le mura dell’Ultimo Bastione che si erge, solitario, in difesa della speranza in un tennis migliore, cerchiamo di redimere almeno noi stessi, e vediamo come si sono comportati sul campo il Vecchio Jedi Roger, il Potente Stan-The-Man, l’Apprendista Bulgaro Grigor, il Talento Transalpino Richard, e gli altri commoventi Guerrieri del Bene nelle tremende battaglie che li hanno visti protagonisti contro il Male che ormai li assedia da ogni lato.
Prendiamo in considerazione solo gli eventi, le arene e gli scontri che valgono davvero la Storia, quindi i quattro tornei dello Slam, i nove Master 1000, e le ATP Finals che concludono la stagione, analizzando i tabelloni dagli ottavi di finale in poi, quando il risultato conta e il braccio non può permettersi di tremare, mentre spara un vincente lungolinea a una mano che vale più di qualsiasi brutale e barbara sberla bimane. Andiamo in ordine cronologico.
Australian Open:
ottavi Wawrinka b. Garcia Lopez, Murray b. Dimitrov, Raonic b. Lopez
quarti Wawrinka b. Nishikori
semi Djokovic b. Wawrinka
Indian Wells:
ottavi Federer b. Sock, Lopez b. Nishikori, Raonic b. Robredo
quarti Federer b. Berdych, Murray b. Lopez
semi Federer b. Raonic
finale Djokovic b. Federer
Miami:
ottavi Thiem b. Mannarino
quarti Murray b. Thiem
Montecarlo:
ottavi Monfils b. Federer, Raonic b. Robredo, Dimitrov b. Wawrinka
quarti Monfils b. Dimitrov
Madrid:
ottavi Nadal b. Bolelli, Raonic b. Mayer, Dimitrov b. Wawrinka
quarti Nadal b. Dimitrov
Roma:
ottavi Federer b. Anderson, Ferrer b. Garcia Lopez, Wawrinka b. Thiem
quarti Federer b. Berdych, Wawrinka b. Nadal
semi Federer b. Wawrinka
finale Djokovic b. Federer
Roland Garros:
ottavi Djokovic b. Gasquet, Federer b. Monfils, Wawrinka b. Simon
quarti Wawrinka b. Federer
semi Wawrinka b. Tsonga
finale Wawrinka b. Djokovic
Wimbledon:
ottavi Federer b. Agut, Murray b. Karlovic, Wawrinka b. Goffin, Gasquet b. Kyrgios
quarti Federer b. Simon, Gasquet b. Wawrinka
semi Djokovic b. Gasquet, Federer b. Murray
finale Djokovic b. Federer
Montreal:
ottavi Nadal b. Youzhny, Chardy b. Karlovic
Cincinnati:
ottavi Federer b. Anderson, Murray b. Dimitrov, Wawrinka b. Karlovic, Berdych b. Robredo, Gasquet b. Cilic, Lopez b. Nadal
quarti Djokovic b. Wawrinka, Federer b. Lopez, Murray b. Gasquet
semi Federer b. Murray
finale Federer b. Djokovic
US Open:
ottavi Federer b. Isner, Wawrinka b. Young, Gasquet b. Berdych, Lopez b. Fognini
quarti Djokovic b. Lopez, Federer b. Gasquet, Wawrinka b. Anderson
semi Federer b. Wawrinka
finale Djokovic b. Federer
Shangai:
ottavi Djokovic b. Lopez, Wawrinka b. Cilic, Tomic b. Gasquet
quarti Nadal b. Wawrinka
Parigi:
ottavi Isner b. Federer, Wawrinka b. Troicki, Gasquet b. Nishikori, Ferrer b. Dimotrov
quarti Murray b. Gasquet, Wawrinka b. Nadal
semi Djokovic b. Wawrinka
Masters Londra:
Round Robin Federer b. Nishikori, Federer b. Berdych, Federer b. Djokovic, Wawrinka b. Ferrer, Wawrinka b. Murray, Nadal b. Wawrinka
Semi Federer b. Wawrinka
Finale Djokovic b. Federer
Statistiche delle Nemesi Bimani:
Spietate e malvage vittorie contro i Cavalieri della Luce
Djokovic 12 (3 Wawrinka, 5 Federer, 2 Gasquet, 2 Lopez)
Murray 7 (2 Dimitrov, 2 Gasquet, Lopez, Thiem, Karlovic)
Nadal 5 (2 Wawrinka, Bolelli, Dimitrov, Youzhny)
Raonic 4 (2 Robredo, Lopez, Mayer)
Meritate e sacrosante sconfitte contro i Cavalieri della Luce
Nishikori 4 (Wawrinka, Lopez, Gasquet, Federer)
Djokovic 3 (2 Federer, 1 Wawrinka)
Murray 3 (2 Federer, 1 Wawrinka)
Nadal 2 (Lopez, Wawrinka)
Statistiche dei Cavalieri della Luce:
Vittorie in crudeli scontri fratricidi:
Federer 5 (3 Wawrinka, Lopez, Gasquet)
Wawrinka 4 (Garcia Lopez, Thiem, Federer, Karlovic)
Dimitrov 2 (2 Wawrinka)
Gasquet 1 (Wawrinka)
Lopez 0
Karlovic 0
Garcia Lopez 0
Sconfitte in crudeli scontri fratricidi:
Wawrinka 6 (3 Federer, 2 Dimitrov, Gasquet)
Federer 1 (Wawrinka)
Gasquet 1 (Federer)
Lopez 1 (Federer)
Thiem 1 (Wawrinka)
Garcia Lopez 1 (Wawrinka)
Karlovic 1 (Wawrinka)
Dimitrov 0
Gloriose ed epiche vittorie contro le Nemesi Bimani
Federer 16 (3 Berdych, 2 Djokovic, 2 Murray, 2 Anderson, Sock, Raonic, Monfils, Agut, Simon, Isner, Nishikori)
Wawrinka 13 (2 Nadal, Nishikori, Simon, Tsonga, Djokovic, Goffin, Young, Anderson, Cilic, Troicki, Ferrer, Murray)
Gasquet 4 (Kyrgios, Cilic, Berdych, Nishikori)
Lopez 3 (Nishikori, Nadal, Fognini)
Thiem 1 (Mannarino)
Karlovic 0
Dimitrov 0
Dolorose e ingiuste sconfitte contro le Nemesi Bimani
Federer 7 (5 Djokovic, Isner, Monfils)
Dimitrov 5 (2 Murray, Monfils, Nadal, Ferrer)
Gasquet 5 (2 Djokovic, 2 Murray, Tomic)
Wawrinka 5 (3 Djokovic, 2 Nadal)
Lopez 4 (2 Djokovic, Raonic, Murray)
Karlovic 1 (Murray)
Thiem 1 (Murray)
In generale, una stagione più che sufficiente per gli Illuminati della presa Eastern, con uno Slam portato a casa da Stan-The-Man come nel 2014, e con qualche numero interessante (nonostante il campione statistico certamente molto ridotto), che andiamo a esaminare.
La Nemesi Bimane massima di questo 2015, ovviamente, è stato il Sith di Gomma Darth Nole, andato fino in fondo a ogni torneo giocato, con ben 12 vittorie contro gli Eroi della Luce nelle fasi dagli ottavi in poi che prendiamo in considerazione. Cinque di queste, tutte finali, sono state ottenute contro il Vecchio Jedi Roger, che impavido e commovente è arrivato spesso fino all’ultimo atto a fronteggiare senza paura il più crudele dei Signori Oscuri, riuscendo a trionfare sul veloce di Cincinnati e nel girone delle ATP Finals.
Tra gli esponenti della barbarie bimane, il più vulnerabile ai raggi laser di pura bellezza che partono dalle racchette dei Cavalieri del Bene è risultato il Guerriero del Sol Levante Kei, ricacciato nel buio per quattro volte, con il Sith di Gomma Darth Nole e lo Scozzese Rantolante Andy che hanno ceduto per tre volte ciascuno dinanzi al Bene e alla Luce, in entrambi i casi personificati due volte dal Vecchio Jedi Roger, e una dal Potente Stan-The-Man. Le due leggende rossocrociate, va detto, sono state gli unici fari di Speranza che hanno combattuto con continuità e successo contro l’assedio del Male.
Infatti, il Vecchio Jedi Roger ha annichilito con la stupefacente perfezione del suo gioco i seguaci della Barbarie ben 16 volte, e Stan-The-Man li ha disintegrati a forza di inimitabili fucilate lungoriga a una mano in 13 fantastiche battaglie. Ma proprio Stan, purtroppo, è stato quello più sfortunato negli inevitabili scontri fratricidi tra gli Eroi della Luce, costretto a dare strada a un Fratello della Presa Eastern per sei volte.
I numeri più anomali, figli anche di una stagione all’insegna della discontinuità e dell’incertezza, sono quelli dell’Apprendista Bulgaro Grigor: stranamente, non ha mai perso con un Fratello monomane (due giocate, due vinte), e non ha mai vinto contro una Nemesi Bimane (cinque sconfitte). Ricordiamo sempre che stiamo guardando i tabelloni dagli ottavi in poi. Più regolare il Talento Transalpino Richard, una vittoria e una sconfitta con i Fratelli, quattro vittorie e cinque sconfitte contro i Nemici della Luce. L’Avvenente Affettatore Feliciano, e l’Highlander Iberico Tommy suo compatriota, così come l’Airone Balcanico Ivo, la Speranza Austriaca Dominic e il Picchiatore Italico Simone, poco hanno inciso nelle fasi che contano. Menzione speciale e “fuori concorso”, in ogni caso, per il leggendario Ivone, capace di battere la Nemesi Suprema Darth Nole a Doha. Temiamo inoltre di essere assai vicini all’addio del Soldatino Sovietico Mikhail, l’eleganza del suo gesto ci mancherà immensamente.
Visti i numeri, se passiamo all’analisi dei risultati, la conclusione del 2015 riserva comunque un dato che merita di essere motivo di infinito orgoglio per la One-Handed Band. Per celebrarlo nel migliore dei modi, dobbiamo aprire una piccola finestra sul circuito WTA, che purtroppo ormai da anni è precipitato in un’oscurità senza speranza, con la sola Carlita “Giovanna d’Arco” Suarez Navarro a tenere alto il vessillo del rovescio a una mano, ovviamente impugnando eastern l’asta della bandiera. Ebbene, alla leggendaria Carlita, durante l’Ultima Battaglia Slam in quel di New York, si è prepotentemente affiancata, con immensa gioia per noi, Roberta “The Queen Of Slice” Vinci. Giunta in semifinale, opposta alla Nemesi Bimane Massima del circuito femminile, Serena “Terminator” Williams, la ha affrontata senza tremare, e a furia di affettare il rovescio come un salumiere incazzato le ha intimato l’alt a una partita dal possibile Grande Slam, seppellendola di rasoiate diagonali in slice, e mettendo impietosamente a nudo l’impaccio della Regina Nera nel colpire le sue brutali e rozze sberle bimani sulle palle basse.
La conquista del Grande Slam, massima impresa possibile nel nostro sport, è stata realizzata sei volte: da tre donne, Maureen Connolly (1953), Margaret Smith Court (1970), Steffi Graf (1988), e due uomini, Don Budge (1938) e Rod Laver (1962 e 1969). Ovviamente, visti anche i tempi più civilizzati di cui si parla, quelli prima dell’oscurantismo, e dell’Impero, quando si usavano armi eleganti come le spade laser, non goffe o erratiche come i folgoratori, queste cinque leggende erano tutte Illuminate dalla presa Eastern: il Grande Slam rimane l’ultimo inviolabile bastione della Civiltà a una mano. Mai come quest’anno, però, si è corso il terribile rischio di vedere non una, ma due Nemesi Bimani arrivare all’impensabile traguardo supremo: ci siamo salvati dal trionfo definitivo della Barbarie per un pelo, con il Sith di Gomma Darth Nole e la Regina Nera Serena “Terminator” Williams devastanti in tre major su quattro.
Ed è per questo che sul Muro del Ricordo, dove rimangono in eterno i nomi di tutte le One-Handed Legends della Storia, vanno incisi con il fuoco, e mai più dimenticati, quelli di Roberta e Stanislas. Perchè “The Queen Of Slice” e Stan-The-Man (che ha portato nuovamente la Luce al Roland Garros distruggendo di potenza pura il Sith di Gomma Darth Nole, luce che mancava dal 2009, quando si elevò a Mito il Vecchio Jedi Roger), che rimane l’unico Illuminato a una Mano vincitore Slam dal 2012, non hanno solo vinto due partite, ma hanno impedito l’insopportabile oltraggio di un doppio Slam Bimane. E che i due Indimenticabili Eroi, che hanno frantumato i tenebrosi sogni di dominio delle nemesi massime, lo abbiano fatto impugnando a una mano, oltre che ironico e giusto, è un messaggio e un monito per il futuro.
Perchè le Divinità del Tennis, che da lassù tutto vedono e a tutto provvedono, non fanno accadere queste cose per caso: succederà di nuovo, forse presto, che uno o più Seguaci del Buio si trovino a un passo dallo sfregio incancellabile. Ma la certezza è che sulla loro strada troveranno sempre un Eroe della Luce, che con anima limpida e saldissima presa Eastern non avrà timore di lottare fino all’ultima palla, in difesa di un tennis migliore. A cominciare dai prossimi Australian Open, dove il Lato Chiaro della Forza sarà al loro e al nostro fianco, a sostenere e accompagnare verso l’incrocio delle righe i vincenti lungolinea a una mano, insieme a tutte le nostre speranze in un avvenire più luminoso.
(S)punti Tecnici
Alta intensità a Indian Wells: Berrettini e Tsitsipas a tutto braccio [VIDEO]
Due ore di pallate tra Matteo e Stefanos, spettacolo di potenza sul campo di allenamento

da Indian Wells, il nostro inviato
Poche parole, tante immagini: il modo migliore di apprezzare il tennis, visto da vicinissimo, di due top-player. Nel primo pomeriggio californiano, Matteo Berrettini e Stefanos Tsitsipas sono andati in campo sul “practice court 1” di Indian Wells, e hanno fatto divertire gli spettatori assiepati sulle tribune.
Vi documentiamo l’allenamento dei ragazzi con una serie di video esclusivi, da pochi metri: andiamo a goderceli in compagnia.
Palleggio dal centro, è sempre incredibile vedere come si muove un omone come Berrettini:
Sale il ritmo:
La palla schiocca, le scarpe fischiano:
Open stance piena, pallate una dietro l’altra:
Dall’altra parte della rete, non scherza nemmeno Stefanos:
Si comincia coi diagonaloni di dritto:
Matteo non si fa pregare, e in quattro botte costringe Tsitsipas alla steccata:
Si provano i colpi in chiusura, siamo verso la fine della sessione:
Per finire la carrellata, prima le cose belle di Stefanos col rovescio a una mano:
E poi la specialità di casa Berrettini, servizio e due drittoni:
Un gran bel pomeriggio di sport al massimo livello, tra il numero 5 e il numero 6 del mondo: la competizione sta appena iniziando, ma nel “Paradiso del tennis” le cose sono già interessantissime e appassionanti.
Per quello che abbiamo potuto vedere, anche parlandone un attimo con Matteo e Vincenzo Santopadre, il nostro miglior giocatore sembra stare bene, ha tirato senza paura, speriamo che possa disputare un buon torneo.
Spunti tecnici: il segreto del dritto di Berrettini
Spunti tecnici: Tsitsipas, forse abbiamo trovato un nuovo Airone
(S)punti Tecnici
Spunti tecnici: Sinner, decontrazione e scioltezza
Jannik è forse il miglior colpitore puro che il tennis italiano abbia mai visto. Velocità di palla altissima, fluidità totale

Non era mai successo che il tennis azzurro contasse due giocatori contemporaneamente tra i primi 10 della classifica mondiale come accaduto fino alla settimana scorsa. Così come non era mai successo, tra gli italiani, quello che ha realizzato nel 2021 Jannik Sinner, 20 anni, ovvero vincere ben 4 tornei ATP in una stagione (i “250” di Melbourne, Sofia e Anversa, e il “500” di Washinghton, più una finale Masters 1000 persa a Miami). Il giovane ex sciatore della Val Pusteria sta vivendo, da ormai un paio d’anni, un percorso di progresso tecnico e tattico a tratti esaltante, meritatamente condito da vittorie di peso e una conseguente scalata verso i piani alti del nostro sport, dove ha raggiunto Matteo Berrettini, che sta facendo sognare i tifosi non solo nostrani.
La cifra del gioco di Sinner, tennista modernissimo come impostazione tecnico tattica, è la qualità del palleggio aggressivo da fondocampo. Dritto e rovescio di Jannik sono fucilate in costante accelerazione, con una capacità fenomenale di creare velocità di palla da ogni angolo del campo. Come ci riesce il nostro campione? Andiamo ad analizzarlo, ringraziando l’imprescindibile Vanni Gibertini per i video e le immagini originali ed esclusive di Ubitennis direttamente realizzate da Indian Wells nell’ottobre 2021. Iniziamo con un video rallentato, dove possiamo apprezzare due dritti e un rovescio.
SPUNTI TECNICI: Il nostro coach analizza colpo per colpo, foto per foto, Jannik Sinner al microscopio
Quello che salta subito all’occhio, oltre alla generale compostezza della postura e dell’equilibrio, è la facilità con cui Jannik fa scorrere la testa della racchetta attraverso la palla, senza perderne minimamente il controllo. Andando a osservare con attenzione alcuni “frame” tratti dallo stesso filmato, possiamo notare la caratteristica speciale degli swing di Sinner: il giocatore è talmente decontratto da far finire l’attrezzo praticamente nello stesso punto, ben alto e dietro le spalle, da cui ha iniziato il movimento a colpire.

Questa ampiezza dell’ovalizzazione non è un dettaglio peculiare di Jannik, è tecnica abbastanza standard, quello che risulta straordinario nel caso dell’azzurro è che di norma uno swing così sciolto, in gergo si direbbe “a tutto braccio”, viene “lasciato andare” così tanto nel momento in cui si vuole produrre un’accelerazione vincente, alla massima velocità possibile, con tutti i rischi di errore annessi. Sinner, invece, lo fa in ogni singolo colpo, botta dopo botta, mantenendo percentuali altissime di successo, ed è da questo che deriva la sensazione di ritmo impossibile da reggere che tanti dei suoi avversari hanno provato e poi raccontato dopo averlo affrontato.
Andando a vedere i frame, la stessa cosa avviene dal lato del rovescio.

Rovescio che è il colpo più naturale di Jannik, anche se a ben vedere i progressi degli ultimi tempi hanno portato anche il dritto a essere un’arma di pari efficacia. La caratteristica principale del colpo bimane di Sinner è l’estrema semplicità della preparazione, un “backswing” eseguito praticamente in linea, un po’ come nel caso di Daniil Medvedev. Molto differente rispetto, per esempio, all’ovalizzazione più “rotonda” di uno come Alexander Zverev, nessuna delle due tecniche esecutive è migliore o peggiore dell’altra, sono solo personalismi coordinativi. Vediamo il confronto qui sotto, con un’immagine di Sascha sempre da Indian Wells, la differenza di altezza della testa della racchetta all’apice del backswing è chiarissima.

La preparazione con ovalizzazione facilita un minimo l’accelerazione della testa della racchetta, che viene “aiutata” dal percorso bello tondeggiante che va a effettuare (come nel caso di praticamente tutti i dritti standard), mentre quella in linea, a patto di avere la scioltezza di braccia necessaria per far viaggiare l’attezzo, rende più semplice andare a impattare “attraversando la palla”, con poca rotazione, e altissima rapidità del colpo. Lo vediamo dall’inizio alla fine qui sotto.

L’intero movimento, dal backswing fino all’impatto, vede la testa della racchetta di Jannik che non va più in alto rispetto alla linea delle spalle, e non viene portata più in basso dei fianchi, rimanendo in un “binario” di poche decine di centimetri in verticale. L’accompagnamento finale, sempre composto e con la racchetta che segue la direzione della palla prima del già commentato, scioltissimo “wrap” (avvolgimento delle braccia) sopra la spalla opposta, conclude un’esecuzione a dir poco spettacolare.

Dal binario di cui sopra partono gli autentici treni, lungolinea e incrociati, con cui il rovescio di Sinner fa a fette il campo e di conseguenza gli avversari.
Riassumendo, con i fondamentali al rimbalzo, siamo davanti a una macchina lanciamissili che ha pochi eguali nel circuito, paragonabile a quello che era Tomas Berdych (ma con maggiori margini a mio avviso), e per quanto riguarda il rovescio, l’eccellenza è assoluta, al livello dei migliori di tutti, come i citati Zverev e Medvedev. Forse solo il bimane del grande Novak Djokovic, attualmente, potrebbe farsi preferire a quello di Sinner, ma per una questione di varietà tattica di soluzioni che deriva dall’esperienza del fuoriclasse, non certo per qualità tecnica in senso stretto.
A partire dallo scorso anno Jannik sta lavorando molto per migliorare il servizio, che è un colpo ben eseguito e che produce bella velocità, ma a volte tende a non ottenere sufficienti percentuali e angoli efficaci. Il problema (relativo, parlando di livelli simili) appare in gran parte risolto, certo Sinner è difficile che si trasformi in un bombardiere alla Berrettini, ma se riesce ad ottenere un congruo bottino di punti diretti, e negli altri casi a comandare lo scambio scatenando il pazzesco ritmo da fondo analizzato prima, va benissimo così. Lo vediamo qui sotto:


Esecuzione assolutamente corretta, ottimo impatto, si può notare che Sinner tende a rimanere molto verticale con relativa minore uscita dell’anca in avanti, e di conseguenza azione del piano delle spalle meno accentuata, ma anche qui siamo davanti a caratteristiche coordinative personali, quello che conta è la sensazione e la sicurezza nel colpo che può sentire solo il giocatore stesso. Nel corso dell’ultimo anno Jannik è passato dalla tecnica foot-up, cioè con il piede posteriore che fa un passo in avanti a raggiungere quello anteriore, a quella foot-back, con i piedi entrambi a terra in fase di caricamento. Di solito in questo modo si può regolarizzare il lancio di palla, e pare che per Sinner la cosa funzioni. Ormai le prime palle vanno spesso a 200 kmh e anche di più, le seconde non sono facili da aggredire, e oltre a questo ricordiamo che la fase di evoluzione tecnica del giocatore non è ancora conclusa. In ogni caso, è stata raggiunta l’elite del tennis mondiale, se poi immaginiamo ulteriori margini di miglioramento anche tattici, come la capacità di chiudere a rete con angoli e soprattutto tempi di esecuzione sempre più efficaci, il futuro non potrà che riservarci soddisfazioni che attendevamo tutti da una vita.
(S)punti Tecnici
ATP Finals – Spunti Tecnici: Matteo Berrettini e il dritto che fa male anche ai top-players
SPONSORIZZATO – Per non parlare del servizio… Gli straordinari risultati del testimonial Lotto, consolidato ATP Top 10, dipendono in gran parte dal binomio dritto servizio

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Tecnicamente, stando in campo con Matteo Berrettini, che si prepara a giocare le ATP Finals per la seconda volta in carriera (record per il tennis italiano maschile, come l’esaltante finale raggiunta sull’erba di Londra), è molto interessante vedere quanto i colpi dell’azzurro sponsorizzato da Lotto Sport Italia siano strutturati con l’obiettivo dell’efficienza e dell’incisività.
Il dritto è uno dei più potenti e carichi di top-spin del Tour, parole di Novak Djokovic, una botta paragonabile a quella di Juan Martin del Potro, il servizio è sempre la specialità di casa, e il rovescio slice (con rotazione all’indietro) è diventato solido e molto efficace. D’altronde, a questi livelli non vai in fondo agli Slam con buchi tecnici evidenti, chi critica il rovescio di Matteo dovrebbe provare a starci in campo contro, come ha detto anche Monfils dopo averci perso a New York due anni fa. Vediamoci insieme Berrettini da vicinissimo.


Qui sopra, un paio di esecuzioni del dritto in open stance, postura frontale, il classico “sventaglio” con cui l’italiano martella a ritmo altissimo da ogni angolo del campo. Da notare, a parte l’ovalizzazione perfetta e l’ottima spinta della gamba esterna, come Matteo tenga l’indice della mano destra ben separato dalle altre dita. La cosa consente una maggiore sensibilità, la nocca del dito avvolge il manico più avanti sostenendolo e “sentendolo”, è il cosiddetto “pistol grip“, l’impugnatura “a pistola”, come se l’indice fosse su un grilletto immaginario. Rispetto al “hammer grip“, che non è l’impugnatura a martello che in italiano è la continental, ma è la postura della mano sul manico a dita raccolte, il vantaggio a livello di percezione e tatto è notevole, a patto che si sia in grado, con la forza dell’arto, di reggere con sufficiente saldezza l’attrezzo. Ecco un esempio più chiaro, per capirci.

Sopra, Dominic Thiem, sotto, Berrettini. Se osserviamo l’indice, la differenza è evidente. Sono due dritti brutali per potenza, efficacissimi entrambi, ma avete presente quando un colpo ha “qualcosa” in più? Magari dà un’impressione di maggior controllo, o di varietà di esecuzioni, tipicamente la capacità di tirare piatto oppure super-arrotato cambiando l’angolo di attacco del piatto corde sulla palla con disinvoltura? Ma non si riesce a focalizzare quale sia la causa, o perché uno ci riesca meglio di un altro? Ecco, questi dettagli spesso sono la risposta. E sappiamo bene che una delle caratteristiche tecniche di Matteo è proprio la capacità di sparare liftoni alternati a manate piatte come niente fosse.
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Qui sopra, vediamo il rovescio tagliato con rotazione all’indietro, ovvero lo slice. Berrettini ha lavorato moltissimo su questo colpo, ce lo ha detto lui stesso, e i risultati si vedono. Non parte molto in alto con la testa della racchetta, non sale troppo con la spalla, e tiene il braccio abbastanza discosto dal corpo (pensiamo a Roberta Vinci, che arrivava dietro la schiena col piatto corde, e avvolgeva il braccio così tanto che ancora un po’ si strangolava da sola, con la spalla destra in gola). Il movimento a colpire risulta più orizzontale, data l’altezza di Matteo la cosa per lui funziona più che bene, ed è ottima la conduzione del piatto corde, con postura perfettamente composta, come si può apprezzare nella seconda immagine. Notevole la capacità di andare basso con le ginocchia, data la stazza del giocatore. La rasoiata in slice di Berrettini non ha nulla da invidiare, quanto a efficacia e cattiveria della rotazione, a esecuzioni ben più “blasonate” dal punto di vista stilistico. Bravissimo.


Qui sopra (sequenza originale ed esclusiva di Ubitennis da Indian Wells), il super-servizio, senza commenti perché le immagini parlano da sole. Il caricamento iniziale, con il brandeggio basculante “alla Raonic”, e il polso morbido, con presa leggerissima, sono caratteristiche personali di Matteo. Decontrazione totale, che produce una frustata con pochi eguali nel circuito. Dalla “trophy position” in poi, vediamo le immagini, anche scolasticamente è una martellata fantastica, il lieve attimo di surplace con racchetta piatta verso l’alto, difettuccio veniale ma presente fino a tre anni fa, è sparito, Matteo va di taglio ad aggredire la palla in modo perfetto. Che missili, ragazzi.
In conclusione, abbiamo un gran bel giocatore, moderno, fisico, potente, e dotato di tecnica assai più raffinata di quanto appaia a prima vista (e soprattutto in TV). La grande sensibilità della sua palla corta ne è un esempio, non spari servizi a 225 all’ora, dritti a 160 dall’altra parte, e poi chiudi il punto con una carezza a mezza spanna dal nastro se non hai tanta, ma tanta “mano”. Un po’ di abitudine ad andare a rete a prendersi qualche punto in più, altra cosa su cui Berrettini e Santopadre ci hanno detto di stare lavorando parecchio, con successo viste le vittorie, e il “pacchetto” è completo.
Terzo anno chiuso in top-10 ATP, titoli prestigiosi come al Queen’s Club, soddisfazioni personali come la convocazione per il team Europa alla Laver Cup, e il sogno della finale di Wimbledon: Matteo Berrettini è arrivato tra i grandi del tennis, e ha intenzione di rimanerci a lungo.