Il nuovo Marat Safin: "Che noia giacca e cravatta!"

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Il nuovo Marat Safin: “Che noia giacca e cravatta!”

È stato uno dei grandi personaggi del tennis contemporaneo ma ora Marat Safin ha messo la testa a posto ed è uno stimato politico della Federazione Russa. L’ex campione di Mosca si racconta in questa intervista a margine dell’IPTL in cui spiega i segreti per la serenità dopo l’attività agonistica, e svela i suoi pensieri sul tennis di oggi, ancora fortemente legato al suo vecchio rivale, Roger Federer

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Quando l’ex n. 1 del mondo, Marat Safin, decise di appendere la racchetta al chiodo sei anni fa, non molti, nemmeno lui stesso, si sarebbero aspettati che il suo futuro avrebbe incluso giacca e cravatta, un ufficio e un posto nel Parlamento russo.
Poichè non gli è mai mancata la personalità – è un uomo che trasmette carisma in quantità industriale – Safin ha sempre detto ciò che gli passava per la testa e raramente si è preoccupato di dire la cosa giusta o di comportarsi nel modo giusto durante i suoi dodici anni di carriera da professionista che lo hanno visto vincere due titoli del Grande Slam e raggiungere la vetta della classifica mondiale, spaccando centinaia di racchette lungo il percorso.

Una volta festeggiò un punto tirandosi giù i pantaloncini al Roland Garros e quando l’arbitro gli diede un penalty point per questo, lui lo applaudì sarcasticamente. La sua spiegazione per l’insolito mini-strip tease? Il punto lo meritava davvero” disse lui “Nessuno si è lamentato. Stavano tutti bene.”  

È ragionevole pensare che non ci siano spogliarelli nell’attuale lavoro di Safin, che dal 2011 è un rappresentante della regione di Nizhny Novgorod per il partito “Russia Unita” del Presidente Vladimir Putin, nella Duma di Stato (la camera bassa dell’Assemblea Federale).
Safin si è ritirato dal tennis quando aveva solo 29 anni, dopo che il suo corpo aveva sofferto un infortunio dopo l’altro e non ce la faceva più.
“È meglio lasciare lo sport prima che lo sport lasci te” ha detto Safin a Dubai in occasione dell’IPTL.

L’ex n. 1 del mondo è ora, come detto, coinvolto attivamente in politica. Come molti altri atleti professionisti Safin dovette affrontare l’inevitabile incertezza di quello che  avrebbe fatto dopo essersi allontanato dallo sport.
“Non ci sono molte opzioni per noi – ammette il trentacinquenne di Mosca – è piuttosto difficile trovare qualcosa da fare dopo il tennis. O ti crei un’attività oppure entri in politica. È difficile creare un business perchè devi avere una buona squadra intorno a te che ti deve guidare, ma è difficile da trovare. Quindi bisogna passare atrraverso certe fasi e devi essere consapevole di quello che stai facendo e altrettando consapevole di coloro con cui lo stai facendo…
Devi capire che devi partire da zero, ti devi dimenticare di chi eri prima, n. 1, n. 2, quanti tornei hai vinto… quello non conta più. Devi iniziare una nuova vita da capo.
Se l’affronti da questo punto di vista tutto andrà bene per te. Se arrivi pensando di essere stato qualcuno e quindi tutto ti sia dovuto, allora non funziona”.

La politica potrebbe non essere stata la scelta più ovvia per Safin che si deve fermare a riflettere a lungo prima di poter dire il  motivo per cui ha scelto quella particolare carriera. “Bella domanda… Perché no? È qualcosa di diverso. La tua vita va avanti, la tua carriera finisce, che cosa vuoi fare? Visto che sono ancora giovane e mi sono infortunato molto giovane, volevo fare qualcosa che potesse aiutare le persone. Sono entrato  in politica con il cuore libero e ho cercato di aiutare attraverso il mio punto di vista, le mie esperienze viaggiando in giro per il mondo, così da poter implementare queste cose in Russia e svilupparle per i ragazzi. Lentamente stiamo facendo qualcosa anche se è un  po’ difficile a causa della nostra mentalità, bisogna adattarsi bene.”

Ed è stato preso sul serio dal principio?
“Certo che no – dice l’ex bad boy del tennis –  naturalmente tutti erano scettici all’inizio perchè pensano ‘che cosa ne sa un giocatore di tennis di politica?’ Io credo che gli sportivi conoscano alcune cose meglio di altre persone. Per esempio come migliorare lo sport in Russia per i ragazzi, nelle scuole, piccole cose così. Prima devono vedere che cosa fai, come ti comporti, perchè non puoi andare lì e iniziare a fare lo sbruffone e dire ‘io sono quello intelligente e voi non capite niente’. Devi prendere le cose con calma e guadagnarti un po’ di rispetto dalle persone perchè se cominci a dire fesserie, non sai di cosa stai parlando e non ti comporti bene, ovviamente ne paghi il prezzo. All’inizio è stata dura.”

Tra le cose che Safin ha fatto fatica a gestire all’inizio, una è stata abituarsi ad indossare giacca e cravatta ogni giorno al lavoro. “Questo lavoro è basato soprattutto sul parlare e ogni parola ha un peso. Vado in ufficio ogni giorno dalle 10 del mattino e finisco alle 6, ma a volte facciamo gli straordinari quindi non c’è un vero e proprio orario di lavoro. Molte riunioni, molte discussioni e ovviamente ti stanchi per tutto quel parlare e pensare invece di fare attività fisica come il tennis. Ma poi ci si abitua.”

Safin, che ha vinto quindici titoli durante la sua carriera da giocatore, dice di non guardare per niente tennis in tv ma ogni tanto sente alcune delle notizie più importanti.
Come contemporaneo e a volte vincitore del miglior Roger Federer, Safin ritiene che lo svizzero, diciassette volte vincitore Slam, sia un uomo che ha cambiato il gioco per sempre.
Era un periodo diverso. C’era un ricambio generazionale allora. Avevamo molti più giocatori di qualità, direi, rispetto ad adesso. Federer ha portato nuove cose nel tennis. Il modo in cui gioca, le sue abilità, aveva un gioco a tutto campo, semplicemente un bellissimo tennis. Ha alzato il livello del tennis di modo che la nuova generazione salisse a quel livello. Così tutti quelli che arrivano ora hanno colpi migliori, più preparazione fisica, più abilità. Per esempio Nick Kyrgios, è incredibile il modo in cui gioca e genera potenza. Anche Kei Nishikori è molto bravo.
Nel mio caso è stato molto difficile competere alla fine perchè mi infortunavo sempre, quindi ritornavo ogni anno ma ero sempre rotto. A quel punto era un pochino frustrante giocare ed essere numero 20 e 30 del mondo perchè i ragazzi giovani sapevano che non ero al massimo della forma.”

Ma Safin ora conosce la ricetta per una vita serena dopo il tennis e gli è tornata utile quando sua sorella, l’ex n. 1 del mondo Dinara Safina ha dovuto allontanarsi dal tennis per problemi cronici alla schiena ad appena venticinque anni.

“Devi semplicemente iniziare la vita da zero. Hai un po’ di soldi, cominci con calma e trovi qualcosa che ti piace fare e continui a cercare di migliorare nel farla”, è stato il suo consiglio a sua sorella.
“Goditi la vita perchè nel tennis ogni giorno è competere, competere, competere e una volta che ti infortuni seriamente è difficile rendersi conto che la tua vita da tennista è finita. Devi iniziare tutto da capo e devi metterci tutto l’impegno, partendo da zero perchè è semplicemente un nuovo inizio. Perché no?”

Traduzione di Luca De Gaspari da Sport360.com

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