Nel circuito WTA esiste l'amicizia?

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Nel circuito WTA esiste l’amicizia?

A giudicare dalle recenti esternazioni di Garbine Muguruza e dallo sviluppo del Ostapenko-gate su Twitter, verrebbe da rispondere di no. Anche se esistono alcune eccezioni… che confermano la regola

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Parlando per luoghi comuni si cade spesso in poco sensate generalizzazioni e banalizzazioni. Tuttavia i cosiddetti luoghi comuni un fondo di verità ce l’hanno. Un classico luogo comune avvalorato da molteplici esperienze personali è quello sulla maggiore competitività reciproca nelle femmine rispetto ai maschi. A quanti di noi, sia uomini che donne, è capitato di constatarlo? Per esempio quando un ragazzo trova una fidanzata i suoi amici sono indifferenti o, addirittura, gli fanno i complimenti se la ragazza è particolarmente di bell’aspetto. Mentre quando una ragazza trova un nuovo fidanzato le sue “amiche” provano una certa invidia per lei e la sua situazione di felicità e magari lo dimostrano mettendo in luce i difetti del nuovo fidanzato. Anche nel mondo del lavoro le donne tendono ad essere maggiormente individualiste rispetto agli uomini e, di conseguenza, fanno più fatica a collaborare in maniera efficace.

Se questa tendenza viene poi declinata in uno sport come il tennis in cui delle ragazze si devono sfidare tra loro 365 giorni l’anno, una contro l’altra oppure, bene che vada, a coppie, allora va da sé che la costruzione di un rapporto di sincera amicizia tra colleghe risulti molto improbabile, se non impossibile. Lo ha affermato senza mezzi termini pochi giorni fa la spagnola Garbine Muguruza, n. 3 del ranking WTA. “Tra tenniste è molto difficile diventare amiche”ha infatti dichiarato in un intervista la Muguruza, che pare una ragazza molto spontanea. “Noi donne siamo sempre molto competitive. Per i ragazzi è sempre diverso, ma tra noi ragazze… penso di poter affermare che ci odiamo tutte. Letteralmente. Chi dice il contrario mente”. Più chiaro di così! Ovviamente le parole della giunonica iberica di origine venezuelana hanno suscitato qualche reazione sdegnata tra le colleghe. Va segnalato in questo senso il tweet dell’americana Nicole Gibbs, n.109 del ranking WTA, che si conclude con l’hashtag #wedontallhateeachother, in italiano #nontutteciodiamo.

https://twitter.com/Gibbsyyyy/status/684893554989072384

Ma l’amicizia si dimostra con i fatti e non solo a parole. E gli sviluppi di quello che è già stato ribattezzato come “Racquet-gate” hanno subito dato ragione alla Muguruza. Antefatto. Nel tiebreak del secondo set del secondo turno del torneo di Auckland, la lettone Jelena Ostapenko lancia, volontariamente ma poco violentemente  la racchetta, la quale finisce per colpire lievemente la spalla di un raccattapalle. Il giudice di sedia decide di non squalificarla ma di comminarle un warning per Code Violation, applicando il regolamento in maniera non proprio rigida ma comunque di buon senso. La sua avversaria, la britannica Naomi Broady avanza con grande ardore la pretesa della squalifica della Ostapenko. Il match si conclude in favore della Broady. Ma durante la stretta di mano le due continuano a litigare e il giudice di sedia è costretto a scendere per separarle. Caso chiuso? Manco per nulla! Su Twitter alcune ore dopo la Broady si sfoga accusando la giovane e talentuosa Ostapenko di aver scatenato l’alterco conclusivo dicendole che il suo comportamento era stato “terribile”.

Il resto delle giocatrici invece di lasciar perdere questo spiacevole dissidio tra due colleghe prende subito le parti della 25enne britannica, ricordando altri episodi in cui la 18enne (vale la pena sottolinearlo) lettone non avrebbe mantenuto un atteggiamento rispettoso. Le francesi Kristina Mladenovic e Alizé Cornet si complimentano in particolare con la Broady per essersi fatta valere contro questa arrogante e maleducata teen-ager venuta dall’est Europa.

Però non c’è solo ostilità nel mondo del tennis rosa. Guardate per esempio Serena Williams e Caroline Wozniacki. La strana coppia tra la bionda danese (che però è tutt’altro che algida) e la afroamericana nata in California funziona alla grande dentro e fuori dal campo. Dentro non si risparmiano come nella finale degli US Open del 2014 e fuori si divertono e si sostengono a vicenda. Spesso infatti  le due tenniste hanno pubblicato sui loro profili social immagini di serate passate assieme,  come in occasione del concerto della pop-star Taylor Swift. Alcuni magari si ricordano Serena al traguardo della maratona di New York pronta ad abbracciare l’impresa della amica scandinava. La Williams si è dimostrata tuttavia in passato un’amica piuttosto volubile. Fece abbastanza scalpore infatti tre anni fa l’improvvisa rottura del rapporto quasi da sorella maggiore con la connazionale Sloane Stephens, dopo che quest’ultima l’aveva battuta nei quarti di finale degli Australian Open.

La minore delle sorelle Williams ha notoriamente un pessimo rapporto anche con la russa Maria Sharapova. Se la rivalità non ha storia dal punto di vista sportivo, con il dominio della statunitense negli scontri diretti, sotto il profilo mediatico l’avvenente siberiana sa come replicare ai fendenti di Serena. È diventato piuttosto celebre il battibecco in cui la Williams accusò Masha di essere noiosa e di stare con un ragazzo “senza cuore” (il rifermento era a Grigor Dimitrov) e quest’ultima rispose per le rime criticando la rivale che instaura relazioni sentimentali con uomini sposati (il riferimento era a Patrick Mouratoglu). Bisticci da adolescenti con gli ormoni mossi.

Qualche appassionato italiano si è infine sicuramente chiesto se ci sia vera amicizia tra le ragazze dell’attuale generazione d’oro del tennis italiano – ovvero Flavia Pennetta, Roberta Vinci, Sara Errani e Francesca Schiavone – che complessivamente hanno conquistato 4 Fed Cup, 2 titoli Slam in singolare e 5 in doppio. Dall’esterno le due pugliesi Pennetta e Vinci, le quali si conoscono davvero da una vita, sembrano provare qualcosa di più che stima reciproca. La complicità dimostrata prima e dopo la storica finale degli US Open nella quale si sono contese un trionfo agognato per una vita può essere considerata una prova lampante in questo senso. Invece, a dispetto degli straordinari successi in coppia, la relazione tra Errani e la stessa Vinci è sempre parsa più forzata e dettata da obiettivi professionali coincidenti. Le stesse motivazioni opache per spiegare l’interruzione della partnership per alcuni servivano a nascondere un rapporto personale che si era già irrimediabilmente incrinato.

Insomma torniamo alla domanda contenuta nel titolo: esiste l’amicizia all’interno del circuito femminile? La vera risposta non la sapremo mai. Diciamo che lo spogliatoio della WTA assomiglia più al covo di arpie descritto dalla Muguruza che ad un idillio fatto di pace e amore.

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