AO interviste, Kerber: "Un altro click qui, come quando ho battuto Flavia Pennetta a New York nel 2011"

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AO interviste, Kerber: “Un altro click qui, come quando ho battuto Flavia Pennetta a New York nel 2011”

Australian Open interviste, finale. A. Kerber b. S. Williams 6-4 3-6 6-4. L’intervista del dopo partita ad Angelique Kerber

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Hai sorpreso persino te stessa col risultato di questa sera?
Sai, ho avuto due settimane davvero pazze, iniziando dal primo turno dove ho dovuto annullare un match point, poi ai quarti ho battuto Azarenka e non avevo mai vinto con lei. E ora giocare contro Serena in una finale Slam è stato un onore. Non vedevo l’ora di giocare la mia prima finale Slam, ero molto eccitata. L’avevo già battuta a Cincinnati e sapevo che per farlo di nuovo avrei dovuto scendere in campo convinta di poterla battere perché lei non regala niente. È stato un gran match per entrambe. È un momento speciale per me.

Come hai fatto a rimanere così calma durante il match quando eri sotto?
Ho cercato di rimanere rilassata fino all’ultimo punto, nel primo set ho giocato molto bene e nel secondo lei ha servito meglio, nel terzo ogni game è stato combattuto. Insomma il game sul 3-2 è durato circa 10 minuti. Io stavo davvero cercando di concentrarmi su me stessa perché anche quando ero sul 5-2 sapevo che l’incontro non era affatto finito. Poi sul 5-4 e lei al servizio mi sono detta “Ok, hai già preso il break in precedenza un paio di volte, quindi puoi farlo di nuovo, gioca punto dopo punto.” Quando ho colpito la palla del match point stavo solo sperando che superasse la rete. Quando ho visto che il suo colpo era fuori ero semplicemente felicissima, cioè, è fantastico.

Sembra che tutto nel tuo gioco abbia fatto un miglioramento, credi che questo sia l’inizio di una seconda carriera?
La seconda, sì, forse è la seconda. Qui credo che io abbia provato a credere molto più in me stessa, sai, battendo Azarenka ho dimostrato di essere una buona giocatrice e che posso dimostrare ciò anche su dei grandi campi. L’anno scorso non ho giocato molto bene nei grandi tornei, questo è il primo grande torneo dell’anno è l’ho vinto, il primo Slam. Sembra pazzesco, ma posso dire di essere una campionessa Slam.

Hai parlato del game da 10 minuti, cosa ti ha obbligato a giocare un dropshot?
È così che sono fatta, io ho fiducia quando gioco i miei dropshot. Io pensato che il game era troppo lungo e che dovevo provare qualcosa che lei non si aspettasse. Stavo sperando che la palla passasse perché era un buon colpo. Dopo aver giocato il primo mi sono detta di farne un altro, era la sensazione che provavo in quel momento.

Ieri hai detto che non avevi niente da perdere, credi che questa sera avevi meno pressione?
Credo che certamente avevo meno pressione di lei. Non avevo niente da perdere però comunque avevo il match da perdere. Sapevo di dover giocare il mio miglior tennis, sono scesa fuori per mostrarle che io posso davvero batterla. Mi sono goduta ogni secondo da quando sono scesa in campo, il pubblico era fantastico. Quindi è stato uno dei match più grandi che abbia giocato nella mia carriera.

Prima hai menzionato gli US Open del 2011 quando eri numero 92 e battesti Pennetta per andare in semifinale.
Tu fai sempre domande sulla Pennetta, sempre. (ride) Va bene.

Io vorrei sapere se quando hai visto Pennetta vincere gli US Open, tu hai pensato di potercela fare?
Ho pensato ciò che hai detto. Lei ha vinto gli US Open, ok, lei può riuscirci, io l’ho battuta, io posso farcela (ride).

Un gran giorno per il tennis tedesco, tu vinci il tuo primo Slam e il record di Steffi Graf è ancora ineguagliato.
Sì, credo di aver aiutato Steffi ora, insomma Steffi è una campionessa, lei ne ha vinti 22, questo è il mio primo. Sono felice del mio gioco in queste due settimane, il duro lavoro paga sempre. Io cerco davvero di migliorare il mio gioco e la mia mentalità, restando più rilassata.

Serena è conosciuta per ottenere molti punti sulla seconda dell’avversario, ma oggi non gli è riuscito. Questo ti ha dato più fiducia?
Certamente ho cercato di migliorare il mio servizio negli ultimi mesi tentando di colpire più forte, ma comunque non sai mai quando lei potrebbe colpire la palla così forte, a quel punto non hai chance. Io cercavo di mettere più prime e non concedere troppe seconde, questo era il mio piano di gioco.

Quanto ha aiutato essere mancina? Eri sorpresa che cercasse di spingere sul tuo dritto?
A dire il vero non ero sorpresa perché ho giocato molti match con lei e conosco il suo gioco, ho visto il match con Radwanska. Non so se è un bene o un male essere mancini, lei ha vinto così tanti Slam contro tante campionesse che non so se giocare con la sinistra sia stata la chiave.

Sapevi che…
Pennetta (ride)?

Sapevi quando sei arrivata al terzo, che Serena ha vinto tutte le 8 finale Slam in cui era arrivata al terzo?
No, non lo sapevo, ma quando siamo arrivate al terzo, mi sono detta “ok, puoi farcela.” Ho giocato parecchi match al terzo negli ultimi anni e ne ho vinti molti, onestamente avevo fiducia giocando il terzo. Ero anche felice di aver vinto il primo; contro di lei è meglio vincere il primo che il secondo set, questo era la mia sensazione sul campo.

Hai detto di essere delusa per le tue prestazioni negli Slam dello scorso anno, quali sono le tue ambizioni per il resto dell’anno?
Di vincerne altri, penso. Ora non ci penso, voglio godermi il momento e farne esperienza. Il mio telefono sta esplodendo in questo momento, non so quanti messaggi ho ricevuto, è fantastico e credo lo sia anche per il tennis tedesco. Dopo Steffi ora qualcuno ha vinto uno Slam.

Qualcuno di questi messaggi è di Steffi?
Sì.

Quale emozione o sensazione colgono al meglio queste due settimane incredibili?
Credo sia l’orgoglio, orgogliosa del mio team, della mia famiglia e dei miei amici. Loro hanno sempre creduto in me; delle volte non sono una persona facile da gestire. Ho avuto anche dei momenti in cui ero giù e non credevo in me, ma loro lo hanno sempre fatto. Sono così felice, cioè, sto provando così tante emozioni, è da pazzi.

Puoi condividere un momento di quando è stato particolarmente dura per te?
Credo che il momento più duro sia stato nel 2011 quando ho perso 11 volte al primo turno. Lì stavo pensando che se stavo facendo la cosa giusta andava bene così. Poi ho raggiunto la semifinale a New York dove ho battuto Pennetta (ride), e da lì è iniziato tutto.

Quante giocatrici dopo una sconfitta, sono venute dall’altro lato del campo per congratularsi con te?
Non molte, credo che Serena sia davvero un campione, lei mi ha detto di essere molto felice per me e che me lo meritavo. Quindi vedi che è proprio una grande, grande persona, lei sta facendo la storia e sta inspirando molte persone.

Il fatto di esser stata ad un punto dall’essere eliminata al primo turno, è stato come ricevere una seconda vita? Ti ha dato meno pressione?
Sì, dopo il primo turno ho pensato che non avevo davvero più niente da perdere e stavo giocando meglio turno dopo turno. Mi è stata data una seconda opportunità in questo torneo e me la sono presa, ho giocato buoni match e alla fine ho vinto. Due settimane pazze.

Credi che il tennis tedesco stia crescendo, soprattutto quello femminile?
Sì, credo che il tennis tedesco stia migliorando, abbiamo così tanti buoni giocatori, hanno mostrato qui che possono giocare e battere grandi giocatori, anche Friedsman contro Radwanska ha avuto le sue chance. Beck contro di me è stato pure un bel match.

Tu hai detto di non essere una persona facile, cosa intendi?
Sai, alcune volte, insomma, non credo molto in me stessa. Qui è cambiato tutto. I miei allenatori hanno visto che in allenamento giocavo benissimo e loro non capivano perché non riuscivo a portarlo sul campo. Per questo credo di non essere una persona facile da allenare, ora credo di aver trovato il mio miglior team in grado di gestire la cosa.

Hai già letto il messaggio di Steffi?
No, il mio cellulare si sta caricando, ho solo potuto chiamare i miei genitori, i miei nonni e basta.

La tua performance mostra quanto rilevante sia nel tennis il gioco mentale?
Sì, sicuramente, l’aspetto mentale è molto grande, anche io l’ho notato. Bisogna essere rilassati e credere molto in se stessi. Questa è stata a dire il vero la cosa più grande che ho imparato in queste due settimane.

Vinci ha battuto Serena agli US Open, tu qui. Credi sia un cambiamento di un’era, che più giocatrici siano stimolate a cercare di vincere il match contro di lei?
Credo che contro Serena non sia così facile vincere, lo pensavo anche questa sera. Devi giocare il tuo miglior tennis e credo che sia ancora dura batterla, ma comunque credo che molte nuove buone giocatrici stiano venendo fuori. Loro saranno una sfida per me, loro sfideranno tutte le buone giocatrici. Vediamo cosa accadrà nei prossimi mesi o anni.

 

Traduzione di Paolo Di Lorito

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