Coppa Davis: missione compiuta, ma a luglio ci vorrà un qualcosa (Fognini?) in più

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Coppa Davis: missione compiuta, ma a luglio ci vorrà un qualcosa (Fognini?) in più

Doveva essere una sfida agevole quella contro la Svizzera orfana di Federer e Wawrinka e l’abbiamo chiusa 3-0 dopo il doppio rispettando i pronostici. Ma abbiamo sofferto troppo ieri e se come sembra riceveremo l’Argentina (in vantaggio 2-1 in Polonia) a luglio non saranno consentite distrazioni

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È andata come doveva andare, Italia batte Svizzera 3-0, dopo la seconda giornata siamo la prima nazione nel World Group della Coppa Davis ad accedere ai quarti di finale (per motivi di fuso orario ci potrebbe riuscire tra un po’ la Francia che conduce sul Canada 2-0 ma gioca a Guadalupe dove il doppio è iniziato alle 19). Dimenticato lo scivolone del 2015 in terra kazaka, a luglio proveremo di nuovo a qualificarci per la semifinale dopo quella persa nel 2014 proprio contro la Svizzera che allora schierava però Federer e Wawrinka e che avrebbe vinto poi la manifestazione.

Come scritto abbiamo rispettato il pronostico, ma le sofferenze patite ieri sono state solo in parte mitigate dal doppio agevolmente vinto oggi. Certo, la Davis come si dice sempre è nel tennis qualcosa di anomalo, l’emozione e la tensione che si avvertono nel giocare per la propria nazione sono qualcosa di inusuale e ne escono fuori match epici che semmai nei tornei di ogni settimana finirebbero in ben altro modo. Basti pensare a tutto quello che ci ha regalato ieri la partita tra Lorenzi e Chiudinelli, fondamentale per la nostra vittoria finale. Quasi 5 ore di battaglia, 3 match point annullati dall’azzurro, crampi da una parte e dall’altra, pubblico che diventa un fattore decisivo nel riportare in partita il nostro tennista. Probabilmente, in un qualsiasi torneo, ai primi acciacchi uno dei due avrebbe abbandonato la sfida o forse avrebbe smesso di spingere aspettando la fine del match. Invece no, quando giochi per la tua nazione dal campo non esci a meno che non sia proprio inabile e giochi fino alla fine, vada come vada. Chi si ricorda Andrea Gaudenzi durante la finale del ’98 a Milano arrivare a rompersi il tendine della spalla nella finale contro la Svezia quando era in rimonta contro Magnus Norman nel quinto set? Il match di ieri semmai può essere un monito per chi la Davis la vorrebbe cambiare, vedremo cosa il nuovo presidente ITF Haggerty farà, speriamo di non dover rinunciare a sfide emozionanti come quelle di ieri con nuovi format della Davis strampalati.

Tornando a noi ed all’Italtennis, è chiaro che in ottica quarti di finale bisognerà fare qualcosa in più, molto di più. Soprattutto se come pare riceveremo in casa l’Argentina, al momento in vantaggio 2-1 in Polonia ma ampiamente favorita in entrambi i singolari di domani visto che i padroni di casa sono orfani di Jerzy Janowicz, il loro numero 1. Ospitare i sudamericani a luglio (dal 13 al 15) in casa nostra sarà impresa ardua, per svariati motivi.

Cerchiamo di analizzarli:

1) Dove eventualmente giocheremo, che superficie sceglieremo? Già, perché potremmo optare per la terra, ma paradossalmente li sfideremmo sulla loro superficie preferita, e i vari Mayer, Pella, Berlocq, Olivo, Delbonis e compagnia poi non sono tanto agevoli da superare sul rosso. Allora optare per il veloce? Beh, Seppi e Bolelli sono alquanto affidabili, ma Mayer male non è e gli altri si difendono….insomma il solito quesito: scelgo la superficie più congeniale a me oppure opto per quella che metterebbe più in difficoltà i miei avversari? Inoltre anche la scelta logistica non sarebbe di poco conto. Scegliere a luglio una località molto calda potrebbe non agevolarci, una temperatura rovente potrebbe facilitare non poco i nostri avversari, geneticamente più abituati. Nel 1982 invece di optare come da prassi per il Foro Italico (allora il fortino della nostra squadra) si optò per ospitare la Nuova Zelanda a Cervia. Ma l’umidità ed il caldo afoso della località romagnola affossarono Panatta e Barazzutti che incapparono in una delle più clamorose sconfitte della loro storia in Davis. Vedremo cosa deciderà nell’eventualità Barazzutti;

2) Enigma Fognini da una parte, enigma Del Potro dall’altra. Fabio come sappiamo è alle prese con un infortunio non da poco agli addominali, inoltre a giugno è previsto il matrimonio con Flavia Pennetta, in che condizioni arriverà quello che ad oggi è il nostro numero 1 all’appuntamento dei quarti? E se l’Argentina recuperasse Del Potro, rientrato ultimamente nel circuito e che seppur non abbia mai avuto un rapporto idilliaco con federazione e connazionali in squadra sarebbe sempre un asso nella manica per il capitano Orsanic, che oltretutto pare stia ricompattando l’ambiente?

3) Vista la vicinanza con Wimbledon (si giocherà la settimana dopo) cosa faranno i nostri giocatori? Andranno lo stesso a Londra o vista l’occasione propizia si opterà per una preparazione mirata alla sfida di quarti di finale? Altro enigma non da poco, anche perché si optasse per la terra il passaggio erba-rosso non è proprio così agevole. E se decidessimo di giocare sull’erba?!?;

4) Comunque vada servirà una prova di ben altro livello rispetto a quanto visto a Pesaro. Vero, da Lorenzi che ha pur sempre 34 anni, non si poteva pretendere di più. Ma portare un Leonardo Mayer al quinto set non è la stessa cosa che farlo con Chiudinelli. E servirà anche un Seppi più continuo, perché gli alti e bassi visti con Laaksonen non saranno ammessi. Nella speranza di recuperare (ed il tempo apparentemente c’è) Fognini, bisognerà arrivare all’appuntamento in forma quasi perfetta. L’Argentina è l’unica nazione ad aver giocato 4 finali ed a non aver mai vinto il titolo. I tennisti sudamericani fanno della Davis uno dei loro obiettivi principali e daranno l’anima per passare il turno.

In conclusione, godiamoci (cosa che non accadeva da tempo) un tranquillo passaggio del turno già dopo la seconda giornata ma iniziamo con attenzione a preparare la sfida di luglio, perché tra una cosa e l’altra l’obiettivo semifinale è sicuramente possibile e va preparato senza tralasciare nulla.

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