Azarenka, che botto! E Djokovic è travolgente (Crivelli)

Rassegna stampa

Azarenka, che botto! E Djokovic è travolgente (Crivelli)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Azarenka, che botto! E Djokovic è travolgente

 

Riccardo Crivelli, la Gazzetta dello sport del 21.03.2016

 

 

Chissà come la dipingerebbe, una vittoria così, lei che con la pittura, l’arte in cui eccelle la mamma, è uscita dalla depressione un paio di anni fa. Vika Azarenka è la regina della California, battendo Serena Williams a Indian Wells e tornando a sollevare il trofeo del Mandatory americano dopo quattro anni. Che per lei, passata attraverso due stagioni d’inferno, assomigliano a un’eternità. RITORNO Bentornata, dunque, alla bielorussa, che per forza mentale e tecnica è sicuramente l’avversaria più ostica per Serena, perché non parte mai battuta. Anche se l’ha sconfitta solo quattro volte compresa questa, però quattro volte speciali: è diventata infatti l’unica giocatrice a fermare la Williams in quattro finali. Una partita dominata più di quanto dica il punteggio, e tornata in equilibrio solo a fine secondo set, con Vika alle prese con un po’ di braccino dopo una partita sempre in spinta e la Williams finalmente in grado di sfruttare una palla break (su 12 totali) per recuperare da 1-5 a 4-5, anche se non basterà. La numero uno, già stoppata dalla Kerber in Australia, non perdeva due finali di fila dal 2004, mentre la Azarenka da oggi torna tra le top ten, al numero 8, lei che tra il 2014 e il 2015, per infortuni e strappo con il fidanzato Redfoo, da depressa ha pensato anche al ritiro: «E’ stata una grande settimana per me, mi sento molto migliorata. Sto lavorando duro ed è bello vedere che questo lavoro paga. E grazie anche a Serena, so quanto è stata dura per lei, è un’ispirazione per tutte noi. Se non l’avessi vista lavorare così tanto, non avrei trovato la motivazione per tornare di nuovo competitiva». SENZA STORIA Finale senza storia invece tra gli uomini, perché Milos Raonic, tradito dal servizio e in particolare dalla seconda (con la quale ottiene appena il 10% di punti), non trova mai le contromisure per arginare Djokovic, cui non par vero di poter approfittare di 27. gratuiti dell’allievo di Piatti, che perde il sesto confronto diretto su sei contro il numero uno. No-le torna così a trionfare dopo gli Australian Open e il problema agli occhi delle settimane scorse e conquista il 27 Masters 1000 in carriera, il quinto a Indian Wells dove non perde dal 2013. Con le vittorie in California, il serbo sale a quota 708 successi nel circuito a fronte di 147 sconfitte, un totale dell’82.8 per cento: la più alta tra i giocatori in attività. Tanto per cambiare.

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