Dal freddo nordico con furore, oggi, per la serie dei parallelismi fra campioni del tennis e personaggi famosi di altre discipline, parleremo di due pezzi grossi che non hanno vinto moltissimo, ma hanno saputo comunque farsi una grande fama e dividere il pubblico: Andy Murray e Kimi Raikkonen.
Vi sono numerose analogie tra i due, ambiziosi, eroi ed antieroi allo stesso tempo. Entrambi non hanno raggiunto gli obiettivi che ad inizio carriera gli addetti ai lavori prevedevano, ma sono dotati di un talento cristallino ed a dirla tutta qualche soddisfazione se la sono tolta, a discapito dei numerosi detrattori.
Murray è stato, come è ormai noto a tutti, il primo britannico a vincere Wimbledon dopo l’astinenza albionica di 77 anni ai Championships, vincendo anche gli US Open del 2012 ai danni di un Djokovic già maturo. Raikkonen ha terminato per cinque volte tra i primi tre della classifica mondiale la stagione di F1, arrivando una volta a vittoria, portando a termine l’impresa di vincere il suo unico titolo mondiale all’esordio con la Ferrari, impresa non riuscita nemmeno a Michael Schumacher o a Sebastian Vettel.
Da personaggi ambivalenti quali sono, sia Andy che Kimi godono di rapporti non proprio idilliaci con il popolo inglese il primo, con quello italiano il secondo. È infatti usanza dire che Murray è “scozzese quando perde, inglese quando vince”. Raikkonen viene puntualmente criticato dalla stampa italiana, nonostante sia l’ultimo pilota Ferrari ad aver vinto il mondiale piloti.
Perfino negli “schemi di gioco” si possono cogliere affinità. Come Murray è dotato di una buona prima di servizio, ma di una seconda non proprio da Fab Four, così Raikkonen non brilla quasi mai nelle qualifiche, che in un certo senso si possono intendere come il colpo d’avvio della Formula 1. Come Murray basa il proprio gioco sulla costanza da fondo, nella quale si incastona qualche perla d’attacco, così Raikkonen è uno dei migliori sul passo gara e quando necessario sa prodursi in sorpassi d’autore. Entrambi sono tra i migliori nelle sfide più tecniche, con Murray che vanta un ammirabile ruolino di marcia a Wimbledon, e Raikkonen che ha conseguito quattro vittorie sul circuito di Spa.
Passando al loro atteggiamento sul campo, si può in qualche modo dare ragione alle malelingue al loro riguardo, scorgendo in un certo senso delle similitudini tra i due. Murray non esita a lamentarsi di non meglio specificati dolori in qualsivoglia parte del corpo e spesso utilizza un linguaggio non propriamente oxfordiano, linguaggio non forbito che viene spesso adoperato anche dal finlandese nei suoi team radio passati alla storia dell’automobilismo. Tuttavia in questo caso possiamo notare una differenza: mentre lo scozzese si lascia andare a questi atteggiamenti per intimidire in modo antisportivo l’avversario (vedasi la partita con Seppi a Wimbledon dello scorso anno, dove lo scozzese ha chiamato un medical time-out di dubbia legittimità), il “santo bevitore”, come Leo Turrini ha definito Kimi Raikkonen, facendo riferimento al famoso libro “La leggenda del santo bevitore”, non si può dire manchi di sportsmanship.
Per concludere, entrambi sembrano godere di buon attitudine verso il gentil sesso, con Murray che è stato uno dei pochi ad ingaggiare una donna come coach, mentre Kimi è stato sposato con Miss Scandinavia e ha pronunciato un motto indimenticabile riguardante le abitudine finniche: “In Finland, in summer, you fish and and f**k. In winter, it is difficult to fish”.