Djokovic boccheggia ma prevale su Goffin, la finale di Miami è sua (Marianantoni). Giorgi rompe con la Fit e rinuncia alla Fed Cup. Ma lei ha un contratto (Crivelli). Ciao ciao Camila, potevi diventare regina (Valesio). No all'Italia, lo strappo di Camila Giorgi (Rossi). Giorgi niente Fed Cup: ora rischia grosso (Viggiani)

Rassegna stampa

Djokovic boccheggia ma prevale su Goffin, la finale di Miami è sua (Marianantoni). Giorgi rompe con la Fit e rinuncia alla Fed Cup. Ma lei ha un contratto (Crivelli). Ciao ciao Camila, potevi diventare regina (Valesio). No all’Italia, lo strappo di Camila Giorgi (Rossi). Giorgi niente Fed Cup: ora rischia grosso (Viggiani)

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Djokovic boccheggia ma prevale su Goffin, la finale di Miami è sua (Luca Marianantoni, La Gazzetta dello Sport)

A bocca aperta, stremato dal caldo e dalla stanchezza, Novak Djokovic è approdato per la settima volta alla finale del Masters 1000 di Miami superando in due set molto combattuti (7-6 6-4 in 2 ore e 5 minuti) il belga David Goffin che si è preso la soddisfazione di uscire dal campo a testa alta sotto l’ovazionene del pubblico. per aver tatto soffrire l’incontrastato numero 1 del mondo. GUARDIA Il tennis veloce, tecnico e lineare del belga ha avuto agio in un Djokovic decisamente a corto di energie dopo l’ennesimo avvio di stagione fulminante. Tre palle break mancate dal belga nel primo game dell’incontro e il break messo a segno da Goffin nel settimo game hanno costretto il serbo ad alzare il livello di guardia. Nole ha subito operato il contro break, ma non è più riuscito a scrollarsi di dosso il tenace rivale. Con un ace al centro Goffin ha arpionato il 5 pari e poi con una riga esterna è arrivato a due punti dal set. Nole ha vacillato. ma si è prontamente rimesso in piedi. Al tie break, dopo i primi 4 punti dominati da chi serviva, Goffin ha commesso due errori gratuiti, poi é stata la volta dl Nole per il 4 pari; qui il belga ha avuto un palla per salire sul 5-4 ma non è stain in grado di chiudere un facile smash con il naso sopra la rete; il belga ha annullato il primo set point con una pregevole demi volée di dritto ma alla seconda occasione Djokovic ha fatto centro. LITIGIO Nel secondo set il campione serbo ha remato ancora quando Goffin ha avuto sulla racchetta la palla del 3-1. Al belga però è mancato l’istinto assassino e così Djokovic, dopo aver litigato con l’arbitro che gli ha inflitto un warning per perdita di tempo, ha allungato e arpionato, più con la volontà che con il gioco, la 40° finale della carriera in un Masters 1000 (42 quelle di Federer e 41 quelle di Nadal). Il torneo che pareva stregato ai Fab Four (al forfait di Federer alla vigilia, il ritiro di Nadal al secondo turno contro Damir Dzumhur e la sconfitta di Andy Murray al terzo contro Grigor Dimitrov), ha mandato in finale il dominatore delle ultime stagioni che non salta una finale da 18 grandi tornei (Shanghai 2014) e che domenica tenta per la terza volta (dopo il 2011 e il 2015) di centrare il tris Australia Open-Indian Wells -Miami, impresa riuscita in passato una sola volto a Pete Sampras (1994), una volta ad Andre Agassi (2001) e una volta a Roger Federer (2006). DONNE Oggi finale femminile tra la bielorussa Victoria Azarrnka e la russa Svetlana Kuznetsova. Entrambe hanno già vinto questo torneo: Vika nel 2009 su Serena Williams e nel 2011 su Maria Sharapova, Svetly invece 10 anni fa su Maria Sharapova. I confronti diretti sono in parità: Svetlana ha dominato 4 delle prime 5 sfide, Victoria ha fatto il paio vincendo 4 delle ultime 5. In caso di vittoria Svetly tornerò tra le top 10, club prestigioso che la vede assente da quasi 6 anni (Roland Garros 2010).

 

Giorgi rompe con la FIT e rinuncia alla Fed Cup. Ma lei ha un contratto (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

La rottura si consuma con uno scarno comunicato sul proprio sito personale: “Camila Giorgi e il suo staff comunicano che in data odierna (ieri, ndr) si è giunti all’interruzione dei rapporti con la FIT, che agirà come a suo tempo fatto con Simone Bolelli (ma è una sua previsione ndr). Camila non parteciperà dunque alla Fed Cup, ma disputerà le qualificazioni del torneo di Stoccarda. Le avvisaglie di una relazione complicata con la federazione erano emerse a Marsiglia, perciò, sfociano in una decisione clamorosa. CONFRONTO  Lo strappo si e prodotto nell’ultima settimana: a Miami Barazzutti e Palmieri provano ad avvicinare Camila per parlare dell’eventuale convocazione per il playoff retrocessione in Spagna (16-17 aprile), ma lei parte subito dopo la sconfitta con la Brengle. L’altro ieri, a Tirrenia, il faccia a faccia, presente anche papà Sergio, che conferma la rinuncia della figlia alle prossime convocazioni per migliorare il ranking (attualmente nr. 41 ). CONTRATTO Non è la prima volta, però, che una giocatrice manifesta la volontà di non andare in Fed, ma la situazione della Giorgi è particolare (e la differenzia dalle compagne di nazionale), perché la giocatrice maceratese ha un contratto in esseri con la Fit: negli anni, infatti, la federazione le ha messo a disposizione un prestito d’onore, di circa 115.000 euro per favorirne la crescita e per garantirsi la disponibilità alle convocazioni, l’anno scorso integrati con 30/35.000 euro di rimborsi spese. A questo punto, la federazione potrebbe rivalersi per le stesse cifre (più gli interessi), senza considerare che dal 2014 può disporre gratuitamente del centro federale di Tirrena, di uno staff medico (con il professor Parra) dedicato per tutti i grandi tornei e degli sparring. Un colpo di testa. CONVOCATA La risposta del gruppo non si è fatta attendere. Roberta Vinci ha dato la sua disponibilità a Barazzutti. Assente nel match perso contro la Francia Robertina tornerà in azzurro nello spareggio playoff con la Spagna del 16 e 17 aprile a Lleida. Il capitano ha intanto diramato le convocazioni in cui accanto alla Vinci ci sono Erra-ni, Schiavone e ancora la Giorgi. Camila ha tempo fino a lunedì per rispondere.

 

Ciao ciao Camila, potevi diventare regina (Piero Valesio, Tuttosport)

Questa storia inizia nello spogliatoio del Palais des sports di Marsiglia, lo scorso 7 febbralo. L’Italia affronta la Francia, bisognerebbe vendicare il ricordo doloroso (sempre contro le francesi) di un anno prima. In quello spogliatoio ci sono Camila Giorgi e suo padre Sergio. Ma negli stessi corridoi c’è anche Francesca Schiavone che a Genova invece era assente. E la Schiavo, si sa, non è un tipo malleabile. Quando le girano, le girano. E se ti chiami Francesca Schiavone, sei stata 4 del mondo e hai vinto Parigi pretendi rispetto da tutti, pure dal padre di una collega che di speranze ne ha tante ma che prima di provare a vincere Slam dovrà attraversare un deserto che, al confronto, quello di Mosè era un lungomare. Il  clima è teso e la Schiavo all’ennesimo atteggiamento un po’ “autoritario” dl Sergio Giorgi reagisce, tu non puoi permetterti di comandare qui etc etc, la situazione è rovente: bisogna quasi dividerli i due. Non è difficile immaginare Camila, in questa bagarre, in un angolino, forse a viso basso, distaccata. Distante. O forse la storia inizia ancora prima, quando Camila aveva 18 anni, un bel talento da mettere a frutto, un viso d’angelo e il desiderio dl trovare una base salda per le operazioni tennistiche. Lo schema è quello che si riproporrà molte altre volte, papà Sergio e l’interlocutore di turno a cui viene richiesto di finanziare l’ascesa di Camila. Per sfondare nel tennis ci vogliono tanti soldi e tanta organizzazione. Trecentomila euro, tanto per gradire. Da restituire con calma, un po’ per volta, magari quando Camila avvicinerà la top ten in attesa di diventarlo lei stessa. L’accordo con la Federazione italiana non si trova, la famiglia Giorgi riprende la sua peregrinazione. Ma se la ragazza ha bisogno di una base, l’Italia del tennis femminile ha bisogno di un futuro. Lo squadrone Pennetta-Schiavone-Vinci- Errani non durerà in eterno. Una come Camila, che l’Italia ce l’ha nel sangue ma non ancora nel cuore, sarebbe perfetta per dare seguito a quel flusso di crescita che ha caratterizzato l’epopea delle nostre ragazze. Le due parti (papà Giorgi e la Fit) si ritrovano e raggiungono un accordo, semplice semplice: massimo appoggio a Camila, strutture federali (centro tecnico di Tirrenia con annesso appartamento in zona, supporto tecnico e medico in tutti i tornei del mondo più varie ed eventuali che vedremo fra poco, spese rimborsate pure al palleggiatore personale) a sua disposizione a fronte di un solo obbligo: giocare in Fed Cup, nunc et semper. Venerdì di passione L’avventura comincia ma si capisce da subito destinata a rivelarsi problematica. Sergio Giorgi è il deus ex machina della figlia. La gestisce, la segue ovunque, più passano i giorni e gli anni più il pernoo attorno a cui ruota il suo mondo tennistico. Camila però non cresce. Non migliora. L’ambiente della squadra azzurra sarebbe perfetto per aiutarla a diventare grande o almeno più autonoma. Ma è difficile, molto difficile, che ciò accada se di quell’ambiente non si accetta di farne parte in pieno. In squadra colui che guida la baracca è il capitano, Corrao Barazzutti. Che uomo tanto grintoso in campo (la sua carriera parla per lui) quanto mite fuori. Ma al suo ruolo non rinuncia. Camila la deve allenare lui quando si preparano gli incontri di Fed anche se Sergio gravita in zona. E Sergio questo lo accetta prima un po’, poi male, poi per niente. A Genova Camila vince un bellissimo match il sabato, crolla la domenica. Il padre si allontana dicendo a chi scrive: «Pazienza, mica si conquistano soldi o punti Wta in Fed Cups. Mumble mumble. A Brindisi Camila duella alla grande con Serena Williams ma perde. Errani e Penetta costruiscono un miracolo, l’Italia batte gli Usa. E Flavia quasi deve trascinare di peso Camila in campo per festeggiare dopo il doppio vincente. A dicembre, a Roma, il mondo del tennis italiano si ritrova per osannare Pennetta e Vinci, stelle dello Us Open. Della Giorgi e di suo padre non v’è traccia. Nel frattempo però l’accordo è andato avanti, più o meno così: 30.000 euro all’anno versati dalla Fit (dunque soldi pubblici) in forma di rimborsi spese al team Giorgi. Un bonus di 35.000 euro corrisposto alla ragazza (così come alle altre azzurre) nel 2014. Wild card garantite per gli Internazionali d’ Italia. E soprattutto un prestito fiduciario di 145.000 euro versato alla giocatrice per finanziare il suo grande sogno e magari costruire in lei la leader di oggi e domani. Tutto fino al venerdì di Pasqua che per, definizione, è di Passione. A una manciata di giorni dal match (16-17 aprile) che non è esagerato definire come il più complicato che l’Italia dovrà affrontare fra tutti quelli complicatissimi che ha disputato (e quasi sempre vinto) negli ultimi anni. Surreale A Miami si capisce che c’è qualcosa che non va. Camila e Sergio glissano sull’ argomento Fed Cup. Ce chi giura di averli sentiti usare espressioni non proprio amichevoli nei confronti del team azzurro. Fatto sta che nella giornata di venerdì una mail atterra nella casella di Sergio Palmieri, gran capo delle spedizioni azzurre: Camila non risponderà alla convocazione per Spagna-Italia di metà aprile. Ha bisogno di punti e di crescere. Dunque giocherà a Stoccarda dove però, per entrare nel tabellone principale, dovrà disputare le qualificazioni proprio nei giorni del match di Lleida. Il che, tra l’altro è solo parzialmente vero dato che, essendo la seconda delle escluse, molto probabilmente sarebbe entrata in tabellone lo stesso. Si organizza in fretta e furia un incontro a Roma: Sergio e Camila Giorgi da una parte del tavolo, Palmieri dall’altra. Dialogo prima surreale, poi impossibile:”Camila ha bisogno , non può perdere tempo…” Giorgi Sr tira in ballo i precedenti dei forfait di Vinci, Pennetta e Schiavone: come se non sapesse che in un caso ci sono atlete che hanno vinto quattro Fed Cup e che hanno sputato l’anima per l’azzurro oltre a fregiarsi di successi Slam: e dalle quali, dopo tanto sudare e vincere, è sacrosanto anche accettare un no grazie. Dall’altro una ragazza di belle speranze che tira forte. Caratteristica assai importante ma certo non sufficiente per vincere. Il dialogo che manco comincia finisce pero male: il periodo italiano di Camila Giorgi è finito. Roby da applausi In Spagna contro Muguruza e Suarez Navarro giocheranno Vinci, Errani, Schiavone e Knapp. Quando la situazione si è fatta buia Barazza ha chiamato Roby la quale, visto il momento, magari avrebbe anche preferito non giocare a Lleida. E lei sapete cosa ha ri sposto? Arrivo. Non veste l’azzurro da quei maledetti giorni di Genova, quando qualcosa di dirompente ha spaccato la coppia con la Errani. Tornerà in azzurro e volete scommettere? Se si dovesse arrivare al doppio decisivo e Corrado glielo chiedesse scenderà in campo al fianco di Sara. Camila vuole crescere? Quanto dovrebbe imparare da una così Nel frattempo la Fit è pronta a deferire la Giorgi alla Procura federale e a chiedere la restituzione del prestito fiduciario e pure dei premi che ella ha incassato giocando al Foro grazie alle wild card che le sono state concesse. Sempre che non ci ripensi all’ultimo: Barazzutti l’ha convocata e la reazione scatterà se lei non si presenterà in ritiro. Ciao ciao Camila: ti auguriamo ogni bene. Ma se il tuo desiderio è davvero quello di diventare regina hai scelto la strada sbagliata. Rotti i rapporti con la Fit, la Giorgi non giocherà in Fed Cup. A poche ore dalle convocazioni per Spagna-Italia di Lleida (chi perderà scivolerà in serie B) il team Giorgi ha deciso, l’altra notte, che Camela non giocherà. Lo ha comunicato lei con un post sul suo sito (Camila Giorgi ed il suo staff comunicano che si è giunti all’interruzione dei rapporti con la Fit che agirà come a suo tempo fatto con Simone Bolelli. Camila non partecipera dunque alla Fed Cup ma disputerà le qualificazioni del torneo di Stoccarda. La Federtennis e Bolelli ruppero rapporti quando Simone non ripose nel 2008 ad una convocazione per la sfida salvezza contro la Lettonia. Successivamente Simone e tornato nel giro azzurro

 

No all’Italia, lo strappo di Camila Giorgi (Paolo Rossi, La Repubblica)

Più colpo di scena che pesce d’aprile, Camila Giorgi – seguendo il suo personale stile di vita – spara su Internet la notizia che crea un qualche sussulto nel mondo del tennis femminile italiano. «Camila Giorgi ed il suo staff comunicano che si è giunti all’interruzione dei rapporti con la Federtennis, che agirà come a suo tempo fatto con Simone Bolelli. Camila non parteciperà dunque alla Fed Cup, ma disputerà le qualificazioni del torneo di Stoccarda». Per comprendere appieno, va detto che la nazionale deve giocare il 16 e 17 aprile a Lleida contro la Spagna: chi perde retrocede in serie B, e sarebbe un’onta per le ragazze della Fed Cup che hanno dato lustro all’Italia dal 2006 ad oggi. Cosa può essere successo tra la Giorgi e la Federtennis? Nulla, in realtà. Il punto, semplicemente, è che Camila Giorgi esegue le direttive di papà Sergio. Genitore di origine argentina, e coach aggiunto. I cui capelli ricordando tanto il Casaleggio del Movimento 5 Stelle, e anche un certo carattere fumantino. Potrete parlarci delle ore, ma non lo sposterete mai dalle sue convinzioni. È un clan familiare, quello dei Giorgi. Chiuso, ermeticamente. Sono tanti gli aneddoti: si racconta che Camila sia gioviale in assenza del padre, ma taciturna in sua presenza. Ancora: a Marsiglia, primo turno di Fed Cup contro la Francia, Giorgi sr ha litigato con Francesca Schiavone, rea di dare consigli tecnici alla propria figliola: «Che capisci di tennis, tu?». Il gran rifiuto è dovuto a pianificazione squisitamente tennistica, con la Fed Cup al momento sbagliato. Dimenticando gli obblighi morali, e non solo: Camila si allena gratis (con alloggio) dal 2014 a Tirrenia, che è proprietà della Federtennis. Grazie ai precedenti impegni di Fed Cup la Giorgi ( come le altre azzurre) ha incassato premi per 55mila euro. Binaghi e Barazzutti (il ct) sono rimasti colpiti dalla presa di posizione della ragazza, delusi anche dal fatto che il clan Giorgi s’è dimenticato del prestito d’onore, quel contratto firmato con la Fit che le ha fatto percepire altri 145mi1a euro, a patto di non saltare mai una convocazione in nazionale. È abbastanza immaginabile che, giunti a questo stato di cose, la Fit chiederà la restituzione in toto della cifra, in attesa di decidere sulle sanzioni, peraltro già accennate dalla stessa Giorgi (il caso Bolelli, relativo al 2008 ). Questo “no” conferma l’anomalia del clan Giorgi e, forse, apre la strada alla terza fase della vita sportiva di Camila, dopo quella americana e italiana: più di una volta Giorgi sr ha decantato le lodi dell’Argentina. Sarà la prossima patria tennistica?

 

Giorgi niente Fed Cup: ora rischia grosso (Mario Viggiani, Il Corriere dello Sport)

Impegno decennale con la FIT che ora è pronta a chiederle la restituzione di 340.000 euro

Se il futuro agonistico di Camila Giorgi non aveva certezze, da ieri, o comunque ufficialmente tra qualche giorno, ne avrà sicuramente una. Peraltro poco piacevole: l’interruzione dei rapporti con la FIT, con possibili e salate conseguenze anche economiche. Succede infatti che giovedì l’attuale numero 43 del mondo abbia ufficialmente rinunciato al torneino di Istanbul (18-24 aprile), dove sarebbe stata testa di serie, per puntare invece alle qualificazioni del Premier di Stoccarda (stessa data per il main draw ma appunto “quali” nei due giorni precedenti), ovvero nel week-end di Fed Cup, quando l’Italia andrà in Spagna per lo spareggio per evitare la serie B della Davis femminile. E ieri mattina sul suo sito ufficiale è apparsa una news decisamente sui generis:”Camila Giorgi ed il suo staff comunicano che si è giunti all’interruzione dei rapporti con la FIT (e fin qui tutto regolare, ndr), che agirà come a suo tempo fatto con Simone Bolelli (passaggio bizzarro, questo, in assenza di comunicazioni ufficiali FIT sull’argomento, ndr). Camila non parteciperà dunque alla Fed Cup, ma dispuetrà le qualificazioni del torneo di Stoccarda”. Come sono andate le cose? Semplice: il 2016 di Camila sta proseguendo maluccio (4 eliminazioni al primo turno in 6 tornei, per il resto giusto i quarti ad Hobart e una vittoria nelle due partite di Fed Cup disputate in Francia) così Sergio, il padre coach, il 25 marzo con una mail ha chiesto di rinunciare alla trasferta azzurra in Spagna in modo che la figlia potesse allenarsi in tranquillità per ritrovare un migliore livello di gioco e recuperare punti in classifica. La FIT ha cercato di far cambiare idea ai Giorgi, richiamando Sergio Palmieri, responsabile delle squadre azzurre, dagli States per un colloquio avvenuto questo giovedì a Tirrenia. Colloquio inutile se ieri è spuntato l’annuncio sul sito della giocatrice. In serata infine, Camila, è stata regolarmente convocata insieme a Roberta Vinci (che per evitare la serie B torna invece in azzurro da nr. 8 del mondo), Sara Errani e Francesca Schiavone. Come andranno le prossime cose? In modo altrettanto semplice: non accettando la convocazione, Camila sarà deferita alla Procura Federale. Esattamente come avvenne appunto con Bolelli, che nel 2008 fu sanzionato dalla FIT per la mancata disponibilità alla Davis. Vero che in passato, remoto e recente, a giro le azzurre più importanti, ultima appunto la Vinci, hanno chiesto e ottenuto di essere esentate dalla Coppa, ma questo è avvenuto a fronte di ben altra carriera alle spalle, in azzurro e nel circuito, da parte di tutte quante. E qui invece l’impegno di Camila con la FIT dice, nero su bianco, di 10 anni in azzurro a fronte di un sostegno federale che fin qui ha compreso 55.000 euro per premi e 125.000 euro per indennità-rimborsi Fed Cup, 145.000 euro per prestiti d’onore straordinari (richiesti dai Giorgi) e relativi interessi, e altri 14.000 ricevuti per la wild card agli Internazionali 2015. Per un totale di quasi 340.000 euro, cifra pesante da restituire in assenza di sponsor altrettanto pesanti mai arrivati o rifiutati. Ah e con un Olimpiade in arrivo…

 

 

 

 

 

 

 

 

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