Djokovic, la marcia senza limiti di Paperone (Crivelli), La perfezione di Djokovic. Il Cannibale del tennis gioca solo contro i record (Semeraro), Premier, tennis, ciclismo: 150 atleti dopati in Gran Bretagna (Piccardi)

Rassegna stampa

Djokovic, la marcia senza limiti di Paperone (Crivelli), La perfezione di Djokovic. Il Cannibale del tennis gioca solo contro i record (Semeraro), Premier, tennis, ciclismo: 150 atleti dopati in Gran Bretagna (Piccardi)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Djokovic, la marcia senza limiti di Paperone

 

Riccardo Crivelli, la Gazzetta dello sport del 4.04.2016

 

Nadal e Federer lasciati indietro: certamente non nella passione popolare, il vero cruccio del re di oggi, o nella qualità del palmarès (leggi alla voce Slam), ma intanto Djokovic si prende altri due record e continua a scrivere la sua storia di straordinario successo, un libro che si arricchirà di tante pagine nuove se il panorama attorno non muterà alla svelta. STRARICCO Non è il sesto trionfo a Miami, un primato adesso condiviso con Agassi, e neppure il triplete (vittoria per tre anni consecutivi) in sette tornei diversi (Australian Open, Masters, Miami, Indian Wells, Parigi Bercy, Pechino e Dubai) a renderlo extraterrestre più di quanto sia già. Stavolta, si tratta di sostanza: con 28 successi in un Master 1000, sopravanza di uno Rafa, che era al comando della particolare classifica dal 2010, quando vinse il 17′ a Roma eguagliando Agassi. Soprattutto, con il milione e 28.mila dollari della prima moneta in Florida, supera i] Divino Roger come più ricco tennista di sempre limitatamente al montepremi: 98.199.548 dollari (86.1 milioni di euro) contro 97.855.881 (85.7 milioni) e la caccia alla favolosa meta dei cento milioni ormai ad un passo. Un cammino imperiale, 11 finali negli ultimi 11 Masters 1000 (non ha giocato solo a Madrid nel 2015) con un bilancio di 55 vittorie e 2 sconfitte, 19 finali su 20 complessive e un solo stop stagionale a fronte di 28 successi, quello di Dubai causa congiuntivite: sul campo, da sano, non perde dalle finali Atp di Londra con Federer (round robin, fondamentalmente una partita inutile) e, in un match vero, dalla finale di Cincinnati ad agosto sempre contro lo svizzero. Potrà diventare il più forte di sempre? Di questo passo, e com questi avversari, fenomenali ma decadenti (gli altri Fab Four) oppure non ancora pronti mentalmente (Thiem e Goffin, per dirne due che lo hanno messo in difficoltà nel corso del torneo), la domanda non è poi così retorica. Anche perché in Florida, pur non giocando al meglio e con la schiena dolorante, non ha perso un set: «C’è stato vento, c’è stata umidità, c’è stato un caldo inatteso: tutti fattori che potevano rappresentare una turbativa, bisognava gestire i momenti difficili e sono particolarmente orgoglioso di essere riuscito a tirarmene fuori quando ce n’è stato bisogno». :ENZA STORIA La solita, enorme forza mentale, che in finale gli permette di non scuotersi malgrado il break subito già nel primo game, con Nishikori che addirittura vince di prepotenza uno scambio di 20 colpi chiuso con un tracciante di dritto: Nole strappa la battuta al samurai nel gioco successivo, sale 4-2 con un altro break, perde ancora il servizio del 4-3 ma poi allunga deciso, mortifero in risposta contro un rivale che mette solo il 51% di prime, in pratica un suicidio….

 

La perfezione di Djokovic. Il Cannibale del tennis gioca solo contro i record

 

Stefano Semeraro, la stampa del 4.04.2016

 

Il problema dei fuoriclasse sono i grandi rivali, il grande vantaggio di Novak Djokovic è di non averne. Meglio, di non averne più. Con Federer assediato dai virus – il primo quello dell’invecchiamento -, Nadal in recessione psicofisica e Murray alle prese con la fresca paternità, in circolazione restano solo avversari troppo acerbi o sottomarche di campioni. Esempio: Kei Nishikori, l’avversario sgranocchiato ieri (6-3 6-3) nella finale di Miami, che del Joker sembra una versione depotenziata prodotta per il mercato asiatico: 10 cm e 3 kg in meno, un tennis solido ma molto più leggero, una mente decisamente meno vorace. Due anni fa, in una giornata uggiosa per il Number One, Kei era riuscito a sorprenderlo nella semifinale degli Us Open, poi però ci ha perso sei volte di fila. Perché Novak gioca più o meno il suo stesso tennis: grande ritmo da fondo e pochissimi errori. Ma sa fare tutto meglio di lui. Anzi, meglio di tutti, considerato che in Florida, nel torneo più umidiccio, caldo e spossante del circuito, ha vinto per la 6′-volta in carriera (eguagliando Agassi), senza perdere neppure un set nonostante una settimana di passione in cui ha sofferto di tutto, dal mal di schiena alla disidratazione, rispedendo fra l’altro a casa senza troppi brividi pure le ambizioni di Dominic Thiem, il più talentuoso della new wave dei circa-ventenni pretendenti al trono. Slam Vinti dal serbo’ il record assoluto (17) è di Federer Una sola sconfitta Quest’anno Nole ha perso appena una partita (su 29), quasi per caso contro Feliciano Lopez a Dubai; per il resto solo pernici, compreso il primo turno di Coppa Davis. Tanto che per fargli la tara non restano che i numeri. Con il successo a Miami Novak ha conquistato il suo 634 torneo in carriera, e il 289 Masters 1000 scavalcando così in graduatoria Rafa Nadal. Da qualche settimana è il tennista con la percentuale di vittorie più alta della storia – 82,9%, meglio di Borg, Connors e Federer – e sta per raggiungere i 100 milioni di dollari di montepremi vinti in carriera (superato Federer). Per il terzo anno di fila ha ottenuto la doppietta dei due grandi tornei americani primaverili sul cemento – altro record – passando dal caldo secco e desertico di Indian Wells alla serra ventosa di Miami, dove fra l’altro ha fatto meno anche del suo coach Boris Becker, portandosi appresso solo i preparatori fisici…..

 

Premier, tennis, ciclismo: 150 atleti dopati in Gran Bretagna

 

Gaia Piccardi, il corriere della Sera del 4.04.2016

 

Dopo la Russia, lo scandalo si allarga: il dottor Bonar ammette di aver dato Epo e steroidi ai campioni I ciclisti inglesi al Tour de France, un campione di pugilato, un noto giocatore di cricket, tennisti, atleti delle arti marziali e — soprattutto — calciatori della Premier: Arsenal, Chelsea, Leicester e Birmingham City. Sostiene il Sunday Times che nella lista della spe sa del dottor Mark Bonar, 38 anni, molto attivo in una clinica privata di Londra (l’Omniya di Knightsbridge), specializzato in cure contro l’invecchiamento, negli ultimi sei anni siano comparsi più di 150 sportivi britannici per essere trattati con Epo, steroidi e ormone della crescita , fino a ottenere «fenomenali miglioramenti nelle prestazioni». L’ultimo scandalo dello sport mondiale (sempre che il dottor Bonar, smascherato dai cronisti sotto copertura, non sia un mitomane…) coinvolge la Gran Bretagna e travolge l ’Agenzia antidoping inglese  (l’Ukad lavora con un budget di 6 milioni di sterline), fino a qui dormiente però — ecco il paradosso — incaricata di investigare sul doping di Stato della Russia e di sovrintendere, il prossimo agosto, sui Giochi di Rio. Che credibilità potranno avere, in Brasile, guardie che non sono in grado di scovare i ladri in casa propria? John Whittingdale, sottosegretario alla cultura e al lo sport del Governo inglese, si è affrettato a ordinare un’inchiesta sulle eventuali negligenze/complicità della Ukad: il sospetto è che non si fosse attivata quando, nel 2014, un atleta positivo aveva rivelato le pratiche illecite della clinica del dottor Frankenstein . Rob Brinded, ex preparatore atletico del Chelsea, sarebbe stato il contatto tra Bonar e la Premier Le ag u e, c h e ieri è in sorta minacciando querele. Sia il Leicester di Ranieri, in vetta, che Arsenal e Chelsea negano qualsiasi coinvolgimento con i l medico dopatore, anche se non è escluso che i giocatori abbiano potuto frequentarlo privatamente . Il Sunday Times non fa i nomi degli atleti, Brinded nega di conoscere Bonar ( che pare non abbia la licenza per esercitare in Inghilterra e che era già finito sotto inchiesta per aver continuato a trattare una paziente senza avvertirla di avere un tumore in fase terminale), l’Ukad spiega di non avere alcuna giurisdizione sui clienti di una clinica privata. Dopo Russia, Kenia , Cina, tocca alla Gran Bretagna delle 65 medaglie a Londra 2012. È uno sport malato. Meno 123 gi orni a Rio.

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