Djokovic, Nadal e Federer: solo uno fa rima con finale (Stoppini). Sorteggio choc: Nole-Rafa nei quarti! (Grillo-Viggiani). Djokovic e Nadal, la voglia infinita di essere ancora il re del Foro (Valesio)

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Djokovic, Nadal e Federer: solo uno fa rima con finale (Stoppini). Sorteggio choc: Nole-Rafa nei quarti! (Grillo-Viggiani). Djokovic e Nadal, la voglia infinita di essere ancora il re del Foro (Valesio)

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Djokovic, Nadal e Federer: solo uno fa rima con finale (Davide Stoppini, La Gazzetta dello Sport)

Un consiglio subito, non sia mai scappi strada facendo: se vi omaggiano di un biglietto per i primi turni degli Internazionali d’Italia, correte subito a ringraziare. Perché il sorteggio di Piazza del Popolo ha messo su un tabellone da urlo nel torneo maschile. Da subito, non c’è tempo da perdere. La parte alta del main draw recita così: vicini vicini ecco Djokovic, Monfils, Raonic, Kyrgios e Nadal, pronti a incrociarsi al massimo entro i quarti di finale. Tanto per dire: Djokovic-Nadal, possibile quarto 2016, è stata per quattro volte la finale degli Internazionali. È il bello di Roma. UOMINI Bello che fa rima con campioni, ovvio. Poco lontano da quella zona del tabellone di fuoco ecco Roger Federer, che già oggi si allenerà sui campi del Foro Italico. Al debutto lo svizzero non avrà un impegno soft: per lui uno tra Zverev e Dimitrov, forse uno degli incontri più interessanti del primo turno insieme a Thiem-Dolgopolov. E in prospettiva, Roger ai quarti può vedersela con Nishikori. Stan Wawrinka, presente al sorteggio, alla fine se la rideva: lui nella parte alta non c’è, al debutto se la vedrà con uno tra Tomic e Paire, ai quarti alla peggio prenderà Tsonga. Più sotto ancora Berdych-Murray, altro possibile duello nei quarti. E i nostri? È andata bene a Fabio Fognini, atteso al primo turno dallo spagnolo Garcia-Lopez, numero 51 del ranking. Accettabile anche il sorteggio per Andreas Seppi, fermo da Miami per un’operazione all’anca: per lui il canadese Pospisil, 47 Atp. Tremendi gli accoppiamenti per le wild card Cecchinato (contro Raonic) e Caruso (contro Kyrgios). Sonego ha preso il portoghese Sousa, mentre nella parte bassa del tabellone Lorenzi (anche lui presente in piazza del Popolo) aspetta lo spagnolo Bautista-Agut, testa di serie numero 15. DONNE Sara Errani e Svetlana Kuznetsova erano invece le testimonial al femminile. E l’azzurra in particolar modo si è portata fortuna, se è vero che al Foro Italico esordirà contro una qualificata. E al secondo turno possibile un derby con Karin Knapp, attesa dalla sfida non impossibile contro la Strycova. Una qualificata — questa è davvero un grande accoppiamento — pure per la wild card Claudia Giovine, cugina di Flavia Pennetta, che in caso di approdo al secondo turno potrebbe trovare Ana lvanovic. Proibitivo l’impegno per Francesca Schiavone, che sarà di sicuro sostenuta dal pubblico nella sfida contro la ceca Lucie Safarova, testa di serie numero 10. Safarova che è pure sulla strada di Roberta Vinci, per un potenziale ottavo di finale. E ai quarti, l’azzurra potrebbe trovarsi di fronte Victoria Azarenka. Gli altri accoppiamenti potenziali? Serena Williams si trova sulla strada Simona Halep, ai quarti pure il possibile derby spagnolo tra Suarez Navarro e Muguruza e nella parte bassa Kvitova contro Kerber. SCENARIO Questo ha detto una giornata che ha sancito la ritrovata armonia tra la Fit e il Comune di Roma. Il sorteggio è tornato nel cuore della città, ai piedi del Pincio. Un campo da tennis, ideato da Alphaomega, che strizza l’occhio al Foro Italico. Bambini e appassionati di ogni età che si sono fermati a curiosare dentro una piazza che 200 anni fa esatti, nel 1816, l’architetto Giuseppe Valadier progettò proprio come appare ora. Con l’aggiunta di quella rete, quelle righe e quel colore di terra rossa che fa tanto magia.

 

Sorteggio choc: Nole-Rafa nei quarti! (Massimo Grilli/Mario Viggiani, Il Corriere dello Sport)

Djokovic o Nadal, Nadal o Djokovic. Se parliamo di favoriti non si sfugge da Nole e Rafa, che non a caso hanno già piazzato in bacheca le ultime 11 edizioni del torneo (7 lo spagnolo e 4 il serbo) e che sembrano indirizzati – colpa di un maligno sorteggio – verso un quarto di finale di fuoco. Djokovic – che quest’anno ha già vinto 4 tornei, tra cui gli Open d’Australia – punta al terzo trionfo di fila ma Nadal sembra in forma come mai in tempi recenti. Ha portato a casa i trofei di Montecarlo e Barcellona ed è imbattuto da 13 incontri. E gli altri? Difficile pensare che Federer, oggi a Roma e in campo alle 18 per allenarsi, dopo la rinuncia a Madrid possa spezzare il tabù Foro Italico, dove non ha mai vinto. Forse qualche chance potrebbe avere Murray (in gran forma e con un tabellone abbastanza morbido), con Raonic e Nishikori possibili sorprese. Tana libera tutte in campo femminile. Serena Williams – che non vince un torneo da agosto e che quest’anno ha già perso 4 volte, una in più rispetto a tutto il 2015 – non sembra più granitica come pochi mesi fa (prima di incrociare una certa Vinci…). Alle sue spalle tanti nomi, nessuna certezza. La Azarenka, gran protagonista della prima parte dell’anno con 3 tornei vinti e una sola sconfitta in 27 incontri, si è appena ritirata da Madrid per infortunio. La Kerber, vincitrice in Australia, è ancora troppo altalenante, come le varie Muguruza, Halep e Suarez Navarro, finalista un anno fa. E ieri ha dato forfait la Bencic, numero 10 del mondo. Chi sventolerà il Tricolore? L’ultimo piazzamento di un azzurro risale al 2012, quando Seppi riuscì a issarsi ai quatti di finale battendo Isner e Wawrinka mentre le ragazze (senza la Permetta perla prima volta dal 2002) ci hanno regalato negli anni più recenti qualche soddisfazione in più, con la Errani finalista nel 2014 e semifinalista un anno prima (e la Pennetta nei quarti nel 2012, la Schiavone nel 2011…). Quest’anno le premesse non sono chiarissime. Tra gli uomini (ko Bolelli e Seppi in campo dopo un mese e mezzo) Fognini (trova Garcia Lopez e poi forse Ferrer) ha vinto 6 partite su 10 dal suo ritorno in campo (con i quarti a Barcellona e le semifinali a Monaco) tra sprazzi di gran gioco e qualche intemperanza di troppo. Lorenzi ha pescato una testa di serie non irresistibile (Bautista Agut), impegni duri per il trio uscito dalle prequalificazioni, Cecchinato, Caruso e Sonego (altri sei saranno impegnati nelle qualificazioni). Tra le donne poco si sa sulla reale forma di Vinci (da lunedì la nuova numero 7 del mondo, ieri si è fatta un selfie con Florenzi) ed Errani: quest’anno finora hanno giocato spesso bene ma perso anche partite che non dovevano perdere. La Schiavone proverà l’ultimo ruggito (ma ha subito la Safarova) mentre Knapp e Giovine sono attese con curiosità. Durissimo il compito delle quattro ragazze impegnate nelle qualificazioni: la Burnett ha pescato la Watson (56 del mondo), la Colmegna sfiderà la Puig (60), la Di Giuseppe la Arruabarrena (77) e la Brianti se la vedrà con la Hsieh (76). Cosa c’è da vedere, al di là dei grandi nomi? Gli appassionati di tennis sanno bene che soprattutto nei primi giorni è possibile intercettare – magari su un campo secondario – qualche braccio d’oro al momento poco conosciuto. E allora noi dal tabellone principale vi consigliamo alcuni esponenti della NextGen, come l’Atp ha soprannominato il gruppo dei nuovi talenti della racchetta: Nick Kyrgios – 21 anni, numero 26 del mondo, carattere e atteggiamento da bad boy – è già conosciuto. Due anni fa centrò i quarti a Wimbledon battendo Nadal e pochi mesi fa ha vinto a Marsiglia il suo primo torneo superando Gasquet, Berdych e Cilic senza perdere mai il servizio! Il tedesco Zverev, 19 anni, ha collezionato due semifinali nel circuito maggiore (ma trova subito Dimitrov), il croato Coric, classe 1996, vanta già gli scalpi di Nadal e Murray. In grande crescita anche il 22enne austriaco Thiem, incantevole rovescio ad una mano, due tornei vinti quest’anno, atteso dal mago Dolgopolov in un match per palati fini. In campo femminile non ci sono Cibulkova e Chirico, protagoniste in questi giorni a Madrid. Svitolina, Gavrilova (semifinalista al Foro Italico un anno fa) e Schmiedlova comandano il gruppo delle rampanti. Da non perdere le 18enni Kasatkina (che sfida con la Pliskova!) e Ostapenko, mentre noi maschietti ci auguriamo che le deliziose Ivanovic, Bouchard, Mladenovic facciano più strada possibile

 

Djokovic e Nadal, la voglia infinita di essere ancora re del Foro (Piero Valesio, Tuttosport)

Guardateli, questi due signori. Poco importa che uno, quello di destra, abbia deciso di tomare a indossare, almeno in allenamento e molti anni dopo la sua prima gioventù, la canotta senza maniche che l’ha reso celebre. Di due signori stiamo parlando: quello di sinistra è più a suo agio quando deve indossare la giacca, la cravatta e talvolta perfino il papillon. Ma entrambi hanno ormai alle spalle la fase connotata dall’entusiasmo adolescenziale e sentimenti limitrofi: Djokovic e Nadal sono due uomini adulti che hanno segnato la storia del nostro sport degli ultimi anni. E che si presentano a Roma con l’intento di imporre il proprio dominio: Djokovic per continuare la sua ascesa verso la conquista di tutti i record, non ultimo il Grande Slam. E Nadal con l’obiettivo di re-instaurare sulla terra la sua dittatura assoluta, quella che ha retto per anni impedendo a tutti anche solo di avvicinare il suo trono. Incertezze I due signori in questioni sono i favoriti del nostro torneo. Anche se il sorteggio li ha potenzialemnte messi l’uno contro l’altro nei quarti. Senza ovviamente dimenticare che la terra è terra dove le sorprese godono sempre di una eco vastissima. Forse perché su una superficie che richiede capacità di concentrazione e regolarità che non sono da tutti, chi riesce a inventare si segnala come in possesso di un carisma non comune. Ma che uno tra Nole e Rafa sarà presumibilmente da salutare come un finalista del Foro è fuor di dubbio. Le motivazioni contano, come sempre. E sia l’uno sia l’altro ne hanno in abbondanza. Nole, la cui prematura uscita a Montecarlo è già nel dimenticatoio, è il più italiano dei non italiani che dominano il circuito. Oltre a essere amatissimo dalle nostra parti conosce la nostra lingua, adora il nostro paese, tifa per il Milan e qui si sente a casa, il suo manager è italiano. Nadal è più globale, se vogliamo. E l’ex ragazzino spagnolo che i ragazzini italiani hanno eletto a loro simbolo per anni, è ora un uomo che ha motivazioni nuove. Dimostrare non solo, come detto, che il sole sul suo regno di terra rossa è ben lungi dal tramontare: ma che quel ragazzino in canotta ha dato vita ad un uomo che ha saputo superare avversità di diverse natura. In primis quelle fisiche: più volte la carriera di Rafa è stata data sul viale del tramonto perché scricchiolavano le ginocchia le spalle, l’appendice. E tutte le volte Rafa è risorto dai suoi malanni. Ma stavolta, soprattutto il ragazzone di Maiorca ha dovuto affrontare un nemico nuovo e se vogliamo più perfido che si era infiltrato nei suoi pensieri: sarò capace di tornare me stesso? Epocale. Mica un nemico da poco, ne converrete. Perché pure chi ha vinto tutto quanto c’era da vincere in questo sport può ritrovarsi un giorno a non capire più quali sono i suoi limiti. Oppure a scoprire di averne di nuovi, di cui mai avrebbe immaginato la natura. Nel tennis non è poi così difficile accorgersi di quando qualcosa del genere succede: si sbaglia di più, magari in circostanze anomale; si rischia di meno oppure quando non sarebbe il caso; la palla rimbalza più vicina al centro del campo che non alla riga di fondo. Come se il cervello non volesse accollarsi il rischio di restare costantemente vicino alle proprio colonne d’Ercole. Il che è esattamente ciò che è successo a Rafa: ad un certo punto (l’anno scorso e, bene o male, anche all’inizio di quest’anno) in lui prevalevano le incertezze. Quando è tornato a posare i piedi sulla amata terra europea ecco che molti dei tremori si sono via via dissolti. E’ sempre utile trarre energia dagli elementi che ci hanno generato. Nole, dal canto suo, sta diventando un simbolo epocale mica solo un tennista vincente. Queste di motivazioni, appunto. Nel corso di questa settimana scopriremo quale si rivelerà più efficace

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