Cosa piace e cosa non piace agli Internazionali (parte 2) - Pagina 3 di 3

Editoriali del Direttore

Cosa piace e cosa non piace agli Internazionali (parte 2)

ROMA ATP MASTERS 1000 – Prosegue la nostra mini-inchiesta di spirito costruttivo. La prima puntata ha già procurato qualche piccolo progresso. Dai campi con troppe buche sgradito a Andy Murray e Roger Federer al problema parcheggio, agli info-point, alle critiche per il cibo non all’altezza della tradizione italiana

Pubblicato

il

 

dal ridere Andy Murray, distraendolo nella risposta ad una domanda fattagli nel corso di una conferenza stampa, assistere alle continue contorsioni della simpatica (ed ormai allenatissima) Francesca Flaccomio che ha il compito di portare il microfono a chi si prenota per fare una domanda: ginocchia a terra per non essere inquadrata dalle telecamere piazzate sul fondo della sala conferenza (queste potrebbero essere maggiormente sopraelevate a dir la verità) e puntate sui giocatori, Francesca si acquatta e tutta ripiegata attraversa 100 volte al giorno tutta la sala conferenze.

Francesca Flaccomio, Sala conferenze Campionati Internazionali BNL d'Italia 2016 - Foro Italico - Roma

Francesca Flaccomio, Sala conferenze Campionati Internazionali BNL d’Italia 2016 – Foro Italico – Roma

Per la verità basterebbe che i microfoni fossero due, e due anche le ragazze che dovrebbro porgerli, per evitare quelle strane, ed un po’ buffe, acrobazie. Occorrerebbe però spostare di un mezzo metro più verso il centro le sedie sul lato sinistro della sala conferenze, per consentire ad una ragazza di stare a sinistra, così come un’altra a destra. Con tutti i microfoni di cui dispone Supertennis, non ne mancherà mica uno per questa bisogna?

POSITIVO – Come sottolinea giustamente il collega Alessandro Terziani adesso sul Pietrangeli ci sono due file riservate ai giornalisti per svolgere il loro lavoro. L’anno scorso quando giocava Fognini o ci si installava sul campo un’ora prima o si era costretti a seguirlo sui monitor della sala stampa.

NEGATIVO – A proposito di monitor in sala stampa: appartengono a modelli anteguerra. Niente touch screen, niente tasti per cambiar canale. Versando un deposito di 10 euro si riesce ad ottenere un telecomando, ma quando si cambia un canale spesso lo si cambia a tutte le tv di quell’area. Con i campi così lontani, con le interviste che si succedono in rapido incalzare, la tv diventa uno strumento di sopravvivenza per seguire quel che accade un po’ dappertutto. È più importante, infatti, delle mini-scarpiere che compaiono accanto ai desk e che dovrebbero fungere da armadietti: nelle scarpiere bastano un foglio, un giornale e un libro perché non si chiudano più. Così si vedono giornalisti a giro per l’impianto con i trolley. Posto sicuro per lasciare i computer non c’è. Le scarpiere si aprono con un nonnulla, senza essere Arsenio Lupin.

Per finire un commento di Vincent Cognet, inviato speciale de l’Equipe:

POSITIVO – Il trasloco dal bunker al centrale è stato un progresso enorme. Per anni siamo stati obbligati a fare quindici andate e ritorno al giorno dal centro stampa alla sala conferenze (scale a iosa e 400 metri per 2 ogni volta; n.d UBS) e per me che lavoro per un quotidiano con delle chiusure serali il problema era pesantissimo soprattutto la sera, alle 22.30, quando si doveva inviare gli ultimi articoli. Qui ora c’è la tribuna, la sala interviste, l’ufficio ATP e WTA (che prima non si riusciva nemmeno ad incontrare), la zona mista… Ora con Internet si lavora molto più sui tempi, minuti minuti possono essere fondamentali, molto più di una volta. Ciascuna decina di minuti persi è terribile. Fra gli aspetti positivi devo dire che la “transportation” assicurata ai giornalisti è fra le migliori in assoluto per tornei di questo livello… Naturalmente questo posto è bellissimo, gli stadi, gli alberi, l’ambiente, la qualità di un’atmosfera che non si trova quasi più sul circuito, soprattutto quando si va in America e si trova dappertutto asfalto con tanti spazi più ampi ma impersonali, senza anima. Qui c’è un’anima. E questo è fantastico. La gente qui è simpatica, collaborativa. Ci sono qualità naturali, lo charme, che sono favolosi… se si potesse anche mangiare qualcosa decentemente…”

NEGATIVO – Prosegue Vincent Cognet: “Quel che trovo bizzarro, strano, è che in un Paese, l’Italia, con una tradizione culturale e culinaria così accentuata e famosa nel mondo, come anche Francia e Spagna, non ti spieghi che non ci sia neppure un piccolo ristorante per la stampa dove si possa mangiare anche due sole cose basiche, un po’ di pasta e della pizza. Invece c’è un solo bar minuscolo dove ci sono sandwich e davvero poche altre cose commestibili. Non mi aspetterò mai un ristorante all’altezza di quello di cui dispongono i giocatori, ma si dovrebbe tenere conto del fatto che le nostre giornate, anche per dieci giornate di fila, sono di 12/14 ore e andare avanti a panini mattina e sera, è qualcosa che si dovrebbe evitare per la salute. E di nuovo c’è il problema dei tempi, dei pochi minuti che si possono perdere. Un altro aspetto negativo è l’accesso ai campi 1, 2, 3, 4. Lì si dovrebbe pensare a qualcosa per consentirci di lavorare meglio. Già sono lontani, non ci sono cinque posti riservati per noi, ci vuole un quarto d’ora per andare lì, un altro quarto d’ora per tornare davanti al computer. E il tempo, come dicevo, è diventata la cosa più importante del nostro mestiere”

Ragazzi mi scuserete adesso, ma per scrivere tuttta questa “pappardella” ho fatto le 5 del mattino… e quel che mi ha detto l’amico Ben Rothenberg del New York Times lo scriverò… dal Foro Italico… così se vi interessa vi obbligo a tornare su questo articolo! Ma leggete anche la prima puntata e l’articolo assai documentato di Enrico Serrapede sul caro prezzi (oltre il 100 per 100 di aumento in 7 anni), mi raccomando.

Pagine: 1 2 3

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement