Djokovic arriva all'esame Nadal con un po' di fiatone. E se al tennis femminile mancasse Camila Giorgi?

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Djokovic arriva all’esame Nadal con un po’ di fiatone. E se al tennis femminile mancasse Camila Giorgi?

Djokovic sembra avvertire la tensione, Nadal è in una delle sue versioni migliori degli ultimi anni. La generazione ’90 batte qualche sporadico colpo. Tra le ragazze un convitato di pietra: Camila Giorgi

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Alla fine il pubblico romano, e forse quello di tutto il mondo, avrà il quarto di finale che desiderava. La sorpresa è che, per la prima volta da circa due anni a questa parte, il risultato non appare così scontato. Non che Nadal sia il favorito, contro Djokovic nessuno parte favorito, ma le distanze tra i due giocatori si sono improvvisamente accorciate.
Merito forse della terra rossa, da sempre la superficie preferita di uno che non è a caso è “The King of the Clay”, e del gran lavoro che deve aver fatto in questi mesi Rafa e il suo staff. Ma la sensazione è che ci sia anche una parte di “demerito” da parte di Djokovic, che non appare più il muro invalicabile di appena 5 mesi orsono. Sembra paradossale, perché stiamo parlando di uno che ha fin qui perso un paio di partite quest’anno, e una in cui si è pure infortunato; ma appunto Djokovic da circa tre mesi vince senza convincere, cosa che ha fatto avanzare le più tetre considerazioni sullo stato attuale del tennis. “Se il dominatore assoluto è uno che neanche gioca benissimo, come sarà il livello degli altri?” ci siamo chiesti un po’ tutti. Ebbene, adesso che Murray domenica scorsa a Madrid e Nadal in questa stagione su terra, sembrano essere in un buon momento di forma, le incertezze del serbo si sono manifestate. Non tanto e non solo la sconfitta di Montecarlo con Vesely, ma le amnesie con Stephane Robert, un onesto mestierante che a 35 anni suonati solo 3 volte è arrivato a giocare con i fab four, e che alla fine della sua carriera strappa 10 game a Nole, e oggi il clamoroso 6-0 subito addirittura da Bellucci, uno che ogni tanto sparisce. Certo, Djokovic ha risolto le pratiche ma se mostrasse questi segni di cedimento contro Nadal o Murray, il Roland Garros resterà probabilmente un miraggio, più che una maledizione.

Buon per lui che quest’anno, a meno di miracoli, almeno non avrà tra i piedi Stan “the Man”, precipitato in una crisi pericolosissima che la classifica non certifica solo perché conteggia appunto il Roland Garros. Ma Stan è davvero incappato in una stagione disastrosa. Qui a Roma non ha superato neppure un bravo e intelligente ragazzo come Pico Monaco, e il calcio dato alla panchina alla fine della partita da Magnus Norman testimonia una condizione che sarebbe miracoloso recuperare da qui a due settimane. No, non sarà Stan il problema di Djokovic al Roland Garros.

Più facile che lo sia l’eterna promessa Nishikori, che ha ragione quando dice che non ha mai giocato così bene. Oggi Gasquet era talmente avvilito da sparacchiare nel Tevere l’ennesima pallina che Nishikori gli aveva mandato dall’altra parte. Ma Nishi ha due problemi che sembra non riuscire a risolvere. Il primo è una spiccata emotività – altro che luogo comune sul freddo giapponese – che nelle partite importanti, e nei punti importanti, gli fa completamente smarrire il dritto; il secondo è una tendenza alla distrazione che se si manifesta con Gasquet poco male, ha un margine tale da far apparire misterioso il fatto che ci avesse perso le prime sei volte, ma che contro Djokovic o Nadal è letale.

Ma Roma ci ha dato qualche speranza anche per il ricambio. Non tanto per Thiem, che contro questo Federer ha fatto di tutto per non vincere (ma Federer sa come raggiungere i suoi obiettivi…), quanto ovviamente per Nick Kyrgios, ormai pronto per gli appuntamenti importanti. Nick, che giocava nella sua superficie peggiore, ha battuto nettamente Raonic e ha perso contro il Nadal migliore degli ultimi anni che addirittura giocava invece nella sua superficie preferita. Nick ha fatto partita quasi pari, e la sensazione è che fuori dal rosso, con Nadal non ci perde più.

Buone notizie anche da Goffin, che forse sta certificando l’addio di Tomas Berdych da palcoscenici importanti. Anche se il doppio bagel è decisamente un risultato anomalo anche per il pessimo Berdych di oggi. Ma forse Roma verrà ricordato come il torneo del definitivo ricambio, se anche Ferrer (qualcuno ha detto Federer?) sembra decisamente nella fase calante della carriera.

Detto che Murray è praticamente in finale, che Pouille è sì stato fortunato ma che la fortuna se l’è meritata, e che battere gli italiani non porta bene (tutti sconfitti al turno successivo quelli che avevano battuto Seppi, Fognini, Volandri, Lorenzi, Sonego e Cecchinato, traete voi le conseguenze del caso) non rimane che augurarci che le fasi finali siano interessanti un po’ di più di quelle iniziali, francamente un po’ deludenti, se è vero che la partita migliore vista fin qui è stata quella tra Sousa e Sonego. Però Nadal e Kyrgios ci hanno fatto sperare. Quindi speriamo.

Noti dolenti arrivano dal circuito WTA. Senza voler tornare sulla stucchevole questione dei premi (ma davvero voi vi ridurreste il compenso perché non vi sembra giusto quello che guadagnate?) e ricordato che qui chi vince prende meno del vincitore maschile, dobbiamo dire che le partite tra Bouchard e Kerber, o tra Kuznetsova e Gavrilova non saranno state bellissime ma emozionati sì. E la capacità del tennis femminile di provocare delle grossi sorprese – Kerber, Kvitova, Halep, Azarenka e, perché no?, Vinci, oggi Suarez – in fondo rende il torneo decisamente interessante. Certo, inutile nascondere che l’appeal dei maschi è maggiore ma il ritorno della Bouchard, che non riesce a fare però due partite decenti di fila, potrebbe rilanciare l’intero movimento.
E, per tornare alle vicende di casa nostra, è del tutto assurdo l’atteggiamento tenuto nei confronti di Camila Giorgi, sulla quale è calato il più classico dei silenzi assordanti. Camila è una che al di là del valore tecnico – che comunque è in questo momento il più alto tra tutte le italiane – sarebbe servita come il pane a questo torneo. Invece si vivacchia su Serena, si spera nella Kuznetsova e si punta qualcosa sulla Muguruza, che oggi mentre teneva la conferenza stampa ha visto la sala riempirsi improvvisamente. Lucidissima Garbine ha mormorato “non credevo foste così tanti interessati a quello che avevo da dire. Non è che sta arrivando Roger?” Sì Garbine, stava arrivando Roger.

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