WTA Roma: Serena raggiunge Keys, prima finale all USA dal 1970 al Foro

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WTA Roma: Serena raggiunge Keys, prima finale all USA dal 1970 al Foro

Serena Williams batte Irina-Camelia Begu per 6-4 6-1. Domenica sfiderà in finale Madison Keys per il quarto titolo a Roma dopo quelli del 2002, 2013 e 2014. Si tratta della prima finale tutta americana sulla terra battuta dalla finale del Roland Garros 2002 fra le sorelle Williams

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[1] S. Williams b. I.C. Begu 6-4 6-1 (da Roma, cigi)

In poco più di un’ora Serena Williams riesce a battere Irina-Camelia Begu, la Pouille del tabellone femminile, per raggiungere Madison Keys nella finale del torneo di Roma. Il match non è stato spettacolare, come la giornata del resto, e pazienza per i tanti soldi spesi per i biglietti delle semifinali.

Serena Williams entra in campo con le solite cuffie giganti, il vezzo di ogni sportivo che non vede l’ora di agghindarsi di inutili orpelli per non risultare – orrore – banale. Ma la verità è che la nostra è solo invidia perché le cuffie le indosseremmo volentieri noi, pur di non ascoltare le note di Rocky IV durante il riscaldamento.

Serena, con la solita aria invogliata di chi deve essere interrogato a filosofia il lunedì a prima ora, inizia a randellare da fondo campo, e la sua avversaria, tale Begu, inizia a cercare di rimettere dall’altra parte della rete le palle su cui riesce ad impattare.

Lo stadio è pieno per metà o vuoto per l’altra metà, e la gente assiste a questo incontro di secondo turno spacciato per semifinale, ma soprattutto pagato per semifinale, senza neanche troppa convinzione. Sull’1 a 1 Williams salva tre palle break e riesce a vincere il game, ma la pioggia torna e l’incontro si ferma per 5 minuti. Al ritorno Serena fa il break ma, com’è tipico dei match femminili, prontamente lo restituisce. Dev’esserci, evidentemente, una regola della WTA in proposito.

Inizia il valzer dei break: va avanti serena che cede a Begu che ri-cede a Serena che ri-cede a Begu, non prima di aver fallito una palla per il 5 a 2. Dal 4-3 Serena si arriva sul 5 a 4, dove si procura due setpoint. Basta il primo per vincere il primo set. Serena si avvia al suo angolo senza neanche esultare, sembra proprio non divertirsi.

L’impressione è che giochi per inerzia, come se non fosse capace a fare altro che prendere aerei, allenarsi, farsi un selfie per Instagram, tirare pallate in partita, farsi un selfie con l’amica Caroline, e presentarsi in conferenza stampa con la solita faccia annoiata. Non trova novità e stimoli da inserire in questa fase della sua vita, a parte assaggiare il cibo per il suo cagnolino e stare male di conseguenza.

Si riparte e Begu, pensate un po’, fa il break. Nel game seguente Serena chiude una bella volèe di dritto per andare, pensate un po’, a palla break, e non si capisce perché accompagni il gesto con un prolungato urlo dal tono isterico. Mah. Fa il break ed è 1 a 1. Sul 2 a 1 Williams Begu chiama il coach. I consigli non si rivelano troppo giusti se è vero che Serena allunga sul 4 a 1 e chiude 6-1 poco dopo. Sorride quando stringe la mano a Begu, e sorride anche al pubblico romano che, tutto sommato, le vuole bene. Domenica potrebbe vincere il suo quarto titolo a Roma, il primo della stagione, nel primo torneo che gioca su questa superficie.

Sarà Roma a farle tornare la voglia di continuare a giocare a tennis?

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