Djokovic fenomeno anche in banca: record di premi (Crivelli). Festa per Djokovic, mister 100 milioni; la Francia è delusa da Gasquet (Clerici). Djokovic, l'uomo da 100 milioni di dollari (Semeraro)

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Djokovic fenomeno anche in banca: record di premi (Crivelli). Festa per Djokovic, mister 100 milioni; la Francia è delusa da Gasquet (Clerici). Djokovic, l’uomo da 100 milioni di dollari (Semeraro)

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Djokovic fenomeno anche in banca: record di premi (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)

Si può sorridere anche della ricchezza. Djokovic diventa centenario, cioè il primo tennista della storia a superare i cento milioni di guadagni solo di montepremi, e un fan su Twitter gli rivolge un’accorata preghiera: «Noie, puoi darmi gli 875 dollari restanti?». Il totale che abbatte il muro, infatti, eccede di quella somma la cifra tonda, un numero che ora rimarrà scolpito per sempre negli annali, anche se il serbo non si fermerà certo qui. Accanto al suo nome, non c’è dubbio, fa impressione leggere adesso 100.000.875 dollari, raggiunti grazie ai quarti al Roland Garros battendo nella prosecuzione Bautista Agut, e così distanti dal milione che Laver, per primo, oltrepassò nel 1971.

Novak, campione e agonista eccezionale, cui manca solo Parigi per completare il Grande Slam personale e provare a inseguire quello vero, quindi l’immortalità sportiva, saranno più graditi altri numeri, come i 28 quarti consecutivi nei Majors o gli 11 al Roland Garros, che gli consentono di eguagliare Federer. E probabilmente manco si ricorderà della prima rendita, i 118 dollari nel gennaio 2003, con lui poco più che quindicenne, frutto dell’eliminazione al primo turno contro Radulescu al Future di Monaco di Baviera. Quindi, in 13 anni, ha messo insieme una media di sette milioni e settecentomila dollari a stagione. Eppure, la barriera valicata ieri ha sempre un impatto fortissimo: «Un traguardo, certo, ma quando sei in campo non ci pensi. Abbiamo vissuto un’epoca straordinaria, in cui quattro giocatori (ovvio il riferimento ai Fab Four, ndr) hanno ottenuto risultati che hanno portato il tennis in una nuova dimensione. Ma ci sono tanti giovani che crescono, non sarà questione di uno o due mesi, però presto toccherà ad altri».

Una considerazione figlia della realtà: i primi quattro della classifica dei guadagni di ogni tempo sono appunto lui, Federer, Nadal e Murray. Perché, in dieci anni, i guadagni intorno al tennis sono praticamente raddoppiati, almeno negli Slam: nel 2005, quando Rafa si inginocchiava per la prima volta sulla terra parigina, al vincitore spettavano un milione e centomila dollari, quest’anno sono esattamente due milioni e duecentomila. L’Atp prevede che nel 2018 il valore complessivo dei montepremi (Slam esclusi, che sono gestiti dall’Itf) sarà di 130 milioni di dollari, un incremento del 100 per cento rispetto al 2008. Djokovic, tra l’altro, detiene anche il record per i guadagni in una sola stagione, con gli oltre 21 milioni del 2015, una piccola parte dei quali investiti nell’apertura del ristorante vegano Eqvita a Montecarlo, dove risiede, attività che segue la creazione di un proprio brand di alimentazione bio (…)

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Festa per Djokovic, mister 100 milioni; la Francia è delusa da Gasquet (Gianni Clerici, La Repubblica)

Gasquet aveva appena fatto un punto con il suo meraviglioso rovescio a una mano, un colpo addirittura simile a quelli di una volta, e l’entusiasmo per il suo regale gesto si era trasmesso agli spettatori. Invece di limitarsi a battere le mani, dalla bocca dei presenti del Centrale usciva un grido “Vive la France”. L’invocazione non poteva non deludermi, addirittura frustrarmi Al mio vicino catalano Jaime Pujol non avrei evitato di dire: «Non ci arriveremo mai, all’Europa, nemmeno a quella delle regioni», e a un inglese seduto vicino, Mike Dickson, avrei domandato: «A Wimbledon sarebbe possibile un tifo simile?». «Troppi stranieri» mi avrebbe risposto, accrescendo i miei dubbi sulla possibilità di far l’Europa, una speranza che coltivo, temo invano, dai tempi di Maurice Schuman e del Conte Sforza. Ci ascoltava incredulo l’americano Steve Flink, autore di un bellissimo “The best match of tennis history” e mi domandava: «Ma non ce la farete proprio a fare un paese come il nostro?». «Temo di no -rispondevo- siamo dei perdenti, quanto Gasquet».

Di Gasquet avrei poi raccontato la storia ad alcuni giovani colleghi che mi fanno la cortesia di ascoltarmi, non meno di voi «Mi trovavo anni fa a a Montecarlo, e d’improvviso, su uno dei Tre Centrali, avevo ammirato un rovescio non meno incredibile di quello di Ken Rosewall, incontrato da jr a Rapallo, e prontamente vaticinato sul Giorno. Avevo, dunque, telefonato al mio caposervizio, ma quella mia vittima mi aveva risposto di non aver spazio a causa di qualche superiore interesse per un match di calcio. Testardo ribelle, avevo allora telefonato a Paolo Garimberti, mio vicedirettore e tennista, pregandolo di offrire 30 righe ad un futuro campione mondiale. Nella sua amichevole tolleranza, Paolo mi aveva trovato le 30 righe, e avevo allora tracciato un entusiasta ritratto di un sicuro erede dei Moschettieri francesi, un futuro fenomeno, destinato a non avverarsi.

Gasquet ha passato una vita tennistica a non divenire l’enfant prodige che si era manifestato al torneo le Petit As, a Tarbes, terra di rugbisti e quindi di sportivi dotati di attributi. Per quanto mi riguarda, mi sono sbagliato una volta di più, e ho invano sperato – nonostante i ripetuti “Vive la France” che alla fine della carriera un per altro ammirevole perdente, si fosse alfine trasformato in vincente. Ma è difficile contrariare il proprio destino e, per finire, mi viene in mente una frase di un mio nipotino coach, Riccardo Piatti, la volta che mi disse, a proposito del suo assistito francese, «Niente da fare». Non vorrei evitar di accennare al – per me – previsto successo di Djokovic sul sorprendente Bautista Agut di ieri, un pelotaro ancora capace di impugnare la racchetta con una presa che più non usa, una presa meno chiusa di quanto serva ai liftacci contemporanei di diritto. Non so come si passa battere il Djokovic di oggi, se non trovandolo stufo com’era a Montecarlo o stanco come a Roma (…)

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Djokovic, l’uomo da 100 milioni di dollari (Stefano Semeraro, La Stampa)

Un piccolo passo per Novak Djokovic, un momento storico per il suo commercialista: con i 328 mila verdoni circa guadagnati ieri, battendo definitivamente lo spagnolo Bautista Agut (il match era stato sospeso martedì) e approdando così ai quarti del Roland Garros, il numero 1 del mondo è diventato il primo tennista a superare i 100 milioni di dollari di monte-premi in carriera. Nole, sicuramente, li darebbe tutti per un primo titolo a Parigi. Il suo avversario di oggi sembra una cambiale in bianco – Tomas Berdych, con cui ha vinto 23 volte su 25 match -, sempre che la vicenda non si complichi con il ritorno della pioggia (o peggio con l’esondazione della Senna, che qualcuno inizia a paventare).

L’altro quarto nella sua metà tabellone, inedito e intrigante, è Goffin-Thiem, mentre nella parte bassa sono già in semifinale con i rovesci innescati Andy Murray, che ieri ha prima illuso e poi pugnalato il centrale sfiancando il solito Gasquet bello e fragile, e il defending champion Stan Wawrinka, che ha estinto Ramos-Vinolas (…)

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