Roland Garros interviste, Andy Murray: “Sono già motivato abbastanza per questa finale”

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Roland Garros interviste, Andy Murray: “Sono già motivato abbastanza per questa finale”

Roland Garros interviste, semifinali: A. Murray b. S. Wawrinka 6-4 6-2 4-6 6-2. L’intervista del dopo partita a Andy Murray

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Essere il primo giocatore britannico a giocare una finale qui dopo 79 anni, è per te una distrazione?
No, non credo, al massimo la sfrutto come una motivazione. Ma effettivamente qualche anno fa non mi sarei aspettato di essere qui. Sono orgoglioso di aver raggiunto la finale in tutti e 4 gli Slam, cercherò di divertirmi.

Hai detto che è stato uno dei miglior match che hai giocato sulla terra. Credi sia uno dei migliori incontri che tu abbia mai giocato?
Onestamente non ne ho idea, è impossibile dirlo. Sai, sulla terra ne ho giocati alcuni davvero buoni, ma farlo a quel livello in semifinale in Francia è davvero un piacere. Oggi c’era anche molta pressione e io sono contento del modo in cui ho gestito la situazione. È difficile dire se sia la miglior performance della mia carriera.

Battere il campione uscente in questo modo ti da una spinta in più per la finale?
Sì, insomma, ovviamente aiuta sempre. Battere uno dei miglior giocatori ti da energia, ma io ho già motivazioni sufficienti per la finale. A darmi fiducia è più il modo in cui ho giocato.

Hai menzionato il fatto che l’atmosfera era difficile, intendevi dire che il pubblico era più in suo favore?
Sì, lo erano.

Per te era motivante?
No, cioè… non lo so. Non mi stava dando motivazioni più di altre volte, ma comunque oggi c’era un’atmosfera dura e anche contro Richard e l’ho gestita molto bene.

Quanto è grande il traguardo di aver raggiunto la finale in ogni Slam?
È enorme, soprattutto con questi ragazzi che ci sono in giro, non è stata facile. Ho perso tre semifinali qui, due da Rafa e una da Djokovic lo scorso anno. Quindi battere Stan, che con l’andare avanti del torneo diventa sempre più forte, significa molto. Ora non ci sono molti giocatori che riescono a farlo perché prima tre Slam su quattro erano sull’erba, mentre ora sono su superfici diverse.

Guardando all’inizio del torneo e di quanto hai sofferto, come hai ribaltato la cosa? Era una cosa tattica? Mentale?
Beh, ho iniziato ad abituarmi alle condizioni che non erano così facili. Faceva freddo, era bagnato ed era molto, molto più lento rispetto a quando abbiamo giocato nelle passate settimane. Ho fatto anche qualche piccolo cambiamento alla tensione della racchetta, una cosa che non faccio spesso. Io normalmente gioco alla stessa tensione nella maggior parte delle condizioni, sulla maggior parte dei campi, ma qui ho fatto dei cambiamenti. Poi ovviamente passando attraverso match duri puoi trovare il ritmo.

Eric Cantona e Leonardo Di Caprio erano tra i pubblico. Hai notato qualcuno?
Ho incontrato Eric Cantona dopo. Ma non sono sempre a conoscenza di quello che accade tra il pubblico. Sono più concentrato sul mio team e sul match, non guardo cosa succede fuori dal campo.

Traduzione a cura di Paolo Di Lorito

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