Olimpiadi, Fognini va avanti ma è una fatica inutile (Bianchin). Fognini e le Cichis ritrovate (Giua)

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Olimpiadi, Fognini va avanti ma è una fatica inutile (Bianchin). Fognini e le Cichis ritrovate (Giua)

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Fognini va avanti, ma è una fatica inutile (Luca Bianchin, Gazzetta dello Sport)

I quasi gemelli vedono una medaglia da appendere in camera. Rio oggi sarà anche la città di Murray-Fognini, l’ottavo di finale tra i ragazzi nati a nove giorni di distanza, quelli che in campo esce ano e a volte urlano. Il vincente giocherà per la semifinale contro l’americano Johnson o il russo Donskoy, che ha tirato una riga su Ferrer: in ogni caso, non sarà impossibile. Una medaglia è anche il prossimo desiderio di Sara Errani e Roberta Vinci: nella notte italiana hanno battuto 6-2 6-3 le cinese Xu e Zheng, qualificandosi per i quarti. Troveranno Safarova e Strycova, le ceche che hanno eliminato le Williams. Ecco perché aveva un senso giocare di nuovo insieme: le Cichi sono a due vittorie da contribuire al medagliere azzurro. Prima di iniziare i conti, un chiarimento: sì, ai Giochi c’è la finale per bronzo. Prima di pensare a tutto questo, qualche riga su Fognini perché il ragazzo merita.

Murray ieri ha vinto facile con l’argentino Monaco, ma interessa il giusto. Ieri ai Giochi è stata la serata di Fabio Fognini che ha rimontato il francese Paire. Il quale, subito dopo la partita, persa dopo averla praticamente avuta in mano, è stato cacciato dal Villaggio dal d.t. francese Arnaud Di Pasquale, che ha parlato di «pesanti violazioni delle regole, senza specificare ulteriormente il perché delle valigie sul pianerottolo per il numero 32 del mondo, al momento radiato pure dalla nazionale. La stampa transalpina, però, si è spinta clamorosamente più in là, e parla di qualcosa legato all’uso personale di stupefacenti.

In partita, Fabio non è stato perfetto, ma quello non fa per lui. E’ stato divertente, che conta di più. Soprattutto, è rimasto in partita, lucido nei momenti importanti. In particolare due, entrambi nel terzo set, che di suo è stato un bigino dell’intera partita. Equilibrato, divertente, con una rimonta italiana. Eccoli, i momenti chiave. Paire ha fatto il break al terzo gioco e ha avuto match point sul 5-3: nessun problema, Fabio se l’è cavata. Più tardi, al tie break, il falco ha chiamato out per mezzo millimetro il colpo del 7-4 Fognini: nessun problema anche qui. Nello scambio successivo Fabio è passato col dritto e si è girato verso il suo angolo col sorriso. Il gioco migliore però è stato probabilmente il decimo: Fognini ha comandato col dritto, ha sfruttato un erroraccio del francese a rete e si è preso il break con un duello a rete. Quando ha esultato col pugno alto, si è capito che avrebbe potuto vincere. Il tie break ha solo confermato: 4-6 6-4 7-6. Fabio si è guadagnato Murray, con cui ha vinto nel 2014 in Davis di domenica, l’incontro chiave per l’accesso alle semifinali.

Sara Errani qualche ora prima aveva fatto peggio, giocando in singolare. Ha perso 7-5 6-2 con Daria Kasatkina, russa di Togliattigrad – o anche solo Togliatti -, la città intitolata all’ex segretario del Partito Comunista. Kasatkina ha 19 anni e dice di saperci fare anche a calcio. Per lei, Messi vale Nadal. Di sicuro, ci ha saputo fare in campo e ha meritato un posto nei quarti. Sara e Daria sono vicine in classifica ma si sperava che l’esperienza avesse un ruolo. Invece Kasatkina ha comandato spesso il gioco. Problemi simili per Seppi, che contro Nadal ha perso una partita grigia: 6-3 6-3 con poche emozioni (…)

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Fognini e le Cichis ritrovate (Claudio Giua, repubblica.it)

Sono stanco di sentirmi dire che il tennis non è uno sport olimpico. Eppure, qualche dubbio ce l’ho anch’io. Subito fuori tabellone Djokovic (resterà lontano dal circuito fino agli UsOpen: “Sono a pezzi, quella con Del Potro è stata una delle sconfitte più pesanti della mia carriera”), rimasti a casa Federer (ATP 3), Wawrinka (4) e Berdych (8), polemicamente assenti i giovani rampanti Raonic (6), Thiem (10) e Kyrgios (16), con Murray (2) apparentemente così superiore al lotto dei restanti avversari da togliere fin d’ora parecchio pathos al torneo, c’è il rischio che le Olimpiadi brasiliane valgano tennisticamente meno di un ATP Masters 1000.

Come sempre, le donne sono più toste. Otto delle Top Ten si sono iscritte al torneo di singolare nonostante zika sia un pericolo più per loro che per i colleghi maschi. Assente giustificata Vika Azarenka (WTA 7) felicemente incinta, ha fatto discutere il forfait della romena Simona Halep (3), che passava per una fervente nazionalista. Le otto sono sbarcate a Rio snobbando a zanzara e anche se non ci sono punti WTA in palio: non vengono assegnati nemmeno punti ATP, peraltro, come ha sottolineato il numero 1 austriaco Dominic Thiem per motivare la sua defezione, ma alle Olimpiadi si deve partecipare con lo stesso spirito richiesto dalla Davis e dalla Fed, dove conta la bandiera più del portafogli.

Per questo motivo mi occupo dei nostri ragazzi, pur consapevole che qualcuno mi accuserà di vieto sciovinismo. Anzitutto: com’è possibile che oggi, impegnati in cinque diversi match, fossero quattro gli azzurri che tentavano di passare il turno? Detto che i quattro sono gli italiani più forti, Fabio Fognini e Andreas Seppi, Sara Errani e Roberta Vinci, per dare risposta in pochi secondi all’indovinello basta un “aiutino” del tipo invocato – senza mai ottenerlo – dagli antichi concorrenti dei quiz di Mike Bongiorno: del quartetto tricolore, Vinci ha giocato oggi un’unica partita, gli altri hanno tutti sostenuto un doppio impegno. Tic tic tic toc tic toc. Tempo scaduto. La soluzione è semplice: tre singolari (Seppi vs. lo spagnolo Rafael Nadal, Fognini vs. il francese Benoit Paire, Errani vs. la russa Daria Kasatkina) e due doppi (Fognini/Seppi vs. i canadesi Daniel Nestor/Vasek Pospisil, Errani/Vinci vs. le cinesi Yifan Xu/Saisai Zheng. A scorrere i ranking ATP e WTA, Fabio e Sara avevano di fronte avversari abbordabili, mentre il maiorchino numero 5 al mondo appariva ingiocabile per Andreas, con il conto dei testa-a-testa che dava sei sconfitte del sudtirolese contro una vittoria a Rotterdam 2008, ottavi di finale, 6-3 3-6 4-6. Altrettanto fuori portata dei nostri, stando ai risultati dell’ultimo anno, le collaudate coppie avversarie maschile e femminile.

Il quadro era dunque, in apertura di giornata, in chiaroscuro. Seppi non attraversa un periodo fortunato: guai fisici e un sorteggio che gli ha accoppiato al secondo turno Nadal, pur reduce dalla sosta provocata dall’infortunio al polso che l’ha costretto al ritiro a Parigi e gli ha impedito di giocare a Wimbledon. Errani e Vinci (uscita di scena in singolare al primo turno) hanno di fatto ripreso a giocare insieme pochi giorni fa dopo il divorzio di fine inverno 2015. Fognini e Seppi hanno avuto poche occasioni di fare pratica comune. Il ligure è però tornato in buone condizioni dopo il recente matrimonio, come ha mostrato nei match di Davis a Pesaro e, subito dopo, con la vittoria a Umago.

Non è andata benissimo nei singolari, ma a fine giornata un italiano conquista comunque gli ottavi di finale. È quello che ci mette più cuore, Fabio Fognini, opposto a Benoit Paire dal quale era stato sconfitto in due delle tre precedenti occasioni. All’inizio, nervoso e inutilmente ciarliero, il numero 1 d’Italia s’inchina alla potenza e alla mobilità del francese, che usa al meglio l’arma del servizio e si prende il set per 4-6 Anche la seconda frazione parte male per Fabio, troppo falloso. Poi però trova la tranquillità e la misura che gli servono per prendersi un parziale di 6-4. Paire non molla, va avanti con forza nel terzo set fino al 3-5. Con le spalle al muro, Fognini in versione Davis squaderna quanto s’è portato in valigia, recupera, annulla un match point sul 4-5 e ottiene il diritto di disputarsi tutto al tie break, che domina nonostante il brivido di due match point a favore lasciati al francese. Adesso dovrebbe cercare su YouTube gli highlights della sua clamorosa vittoria napoletana in Davis ai danni di Andy Murray, che lo attende al varco per vendicarsi.

Contro il redivivo Nadal, Andreas Seppi ha fatto quel che ha potuto. Le attuali difficoltà personali di entrambi hanno lasciato invariato il divario in termini di efficacia. Lo spagnolo non ha mai rischiato di trovarsi a rincorrere, limitandosi a sfruttare le occasioni di togliere il servizio all’avversario grazie ai vincenti sia di diritto (18 contro 10) sia di rovescio (8 contro 4): 6-3 6-3 in un’ora e 48 minuti.

Errani non ha invece saputo opporsi in alcun modo a Kasatkina, classe 1997, WTA 27, che ha contenuto soltanto nel primo set quand’è andata a servire avanti 5-4 per poi lasciare tre game consecutivi. Daria ha debordato nel secondo set. Incapace di trovare una chiave per scardinare l’eccellente difesa della ragazza di Togliattigrad, che colpisce molto bene nonostante la mobilità limitata, Sara ha infatti presto rinunciato a lottare, come fa fede il netto 7-5 6-2.

A conferma che “il doppio è un altro sport” (affermazione che viene quotidianamente ripetuta negli spogliatoi dei circoli italiani), le perdenti in singolare Errani e Vinci hanno già conquistato i quarti di finale del torneo di doppio. La speranza è che, nel caso di medaglia olimpica, Roberta decida di continuare la carriera in coppia con l’amica ritrovata (…)

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