L'insostenibile leggerezza del (super)tennis - Pagina 3 di 3

Rubriche

L’insostenibile leggerezza del (super)tennis

Una polemica fra addetti ai lavori riporta in auge il tormentone: Supertennis è propedeutica allo sviluppo del movimento tennistico italiano?

Pubblicato

il

 

leggerne sulle pagine dei giornali e sugli schermi di internet è sicuramente divertente, ma non è detto che sia una eco utile alla diffusione fra gli appassionati. Banalmente a tennis si comincia a giocare da piccoli, spesso piccolissimi. E questi devono essere portati nei campi. Il numero dei tesserati sarà anche in aumento continuo, come dichiara la FIT a ogni piè sospinto, ma non pare probabile che i 4.6 e i non classificati over 40 possano vincere i titoli del Grande Slam. Se i campi non ci sono, se non sono aperti al pubblico, se i circoli vengono disincentivati ad aprirsi all’esterno, se i prezzi rimangono così alti da allontanare ragazzi veramente disposti a passare pomeriggi sui campi da tennis a giocare, come me di fronte al muro del garage, non ci sarà televisione che tenga. Ma questo significherebbe non costringere i circoli, che sono aziende private, a guardare solo il profitto e pazienza se uno è bravo a giocare, perché se la famiglia non è ricca da potersi permettere il programma intensivo o le lezioni private dal maestro, il club è pronto ad allontanarlo.

E naturalmente servono maestri di tennis che hanno voglia di far crescere qualcuno, non quei mediocri tennisti dal curriculum incerto che si riciclano passando il tempo a svolgere lezioni private lanciando palline mentre parlano al cellulare. Al corso di istruttore di primo grado FIT può capitarvi di vedere giocatori non classificati, gente incapace di giocare un tennis almeno a livello di 4.1. E questa gente viene regolarmente promossa, così da dover pagare ogni anno la gabella FIT per “essere un maestro in regola”. Sono pochi quei maestri veramente bravi, ma soprattutto animati dalla passione di voler crescere un campione quando se lo ritrovano sotto mano.

Sarà anche utile Supertennis, ma certamente non è fondamentale per lo sviluppo del tennis in Italia, specie oggi, dove su qualsiasi account Facebook passano in rassegna i video e i recap di tutti i tornei. Servono i campi da tennis, serve portarci i bambini dentro e serve aiutare economicamente questi bambini a fare in modo che continuino a giocare, che non lascino questo gioco perché si ritrovano a giocare quattro palle ogni cinque minuti, visto che normalmente si ritrovano a decine in campo con con un solo maestro perché solo così torna il conto economico del circolo. Serve, banalmente, una Federazione capace di comprendere il senso pieno della propria missione, che non è blaterare su fittizi numeri di tesserati e foraggiare schiere di giovani o vecchi giornalisti in pensione che dicano quanto è bella Roma quando è sera.

Il tennis è di tutti, ma soprattutto di tutti quelli che lo giocano. Ma in Italia questo gruppo che gestisce da una vita la FIT è in grado di scrivere, male, un insulto a chi non è d’accordo. Adoperarsi affinché tutti riescano a giocare è cosa diversa. E probabilmente non gli interessa.

Pagine: 1 2 3

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement